venerdì 5 aprile 2013

Eremo di Camaldoli - La Lama - Passo Fangacci (EEAI)

DATA: 20 dicembre 2009

PARTENZA: Dal piazzale di fronte l’Eremo di Camaldoli (Provincia di Arezzo,Toscana).






Per la carta escursionistica scala 1:25000 - 20-Foreste Casentinesi, si ringrazia l’Istituto Geografico Adriatico di Longiano    info@iga-cartografia.it - tel. 0547.613109

ITINERARIO: Eremo di Camaldoli q.1103 (Dal piazzale dell’eremo saliamo a sinistra a fianco delle mura, versante ovest. Dopo pochi metri inizia a sinistra il CAI 68, noi invece proseguiamo lungo le mura fino al punto più alto quando le lasciamo per CAI 70 che sale nel bosco)   –   Gioghetto q.1239 (Incrocio: a destra e sinistra CAI 00 GEA, noi andiamo dritto in discesa oltrepassando una sbarra di ferro sul largo sentiero CAI 229)   –   Acuti q.1169 (Dritto sentiero non segnato, il CAI 229 curva a gomito a destra e inizia a scendere in maniera decisa)   –   Bivio q.780 (Cartelli: a destra in ripida salita c’è il CAI 227, noi andiamo dritto per largo CAI 229 paralleli al fosso della Lama)   –   La Lama q.694 (Casa forestale sempre chiusa, l’arrivo è preceduto dalla fonte di San Francesco e dal bivio del CAI 229 con il CAI 223. Torniamo sui nostri passi sul CAI 229)    –   Bivio q.780 (Cartelli sul bivio: lasciamo il largo CAI 229 e saliamo a sinistra per ripido e poco evidente sentierino CAI 227, dopo pochi metri svolta a destra e corre parallelo al sottostante CAI 229 fino ad arrivare al fosso dei Fangacci. Ora lo risaliamo stando sul bordo sinistro finché non ci troviamo di fronte a noi una parete di roccia con bella scalinata attrezzata con fune corrimano)   –   Punto panoramico q.902  –   Ponte q.1050 (Ponte di legno sul fosso dei Fangacci. Lo attraversiamo, il CAI 227 prosegue dalla parte opposta in salita parallelo al corso d’acqua, riva destra)  –   Ponte q.1140 (Piccolissimo ponticello su un fosso secondario che va ad alimentare il fosso dei Fangacci )  –  Bivio q.1195 (Biforcazione e cartelli: a sinistra è il sentiero di raccordo al CAI 225 per l’Aia di Guerrino, noi stiamo a destra sul CAI 227)    –  Passo Fangacci q.1228 (Innesto sulla carrozzabile e rifugio dei Fangacci. Dalla parte opposta sale il CAI 00/ CAI 66, noi andiamo a destra per carrozzabile)  –   Prato Penna q.1248 (Incrocio. Alla nostra destra piazzola e CAI 00 GEA chiuso da sbarra, a sinistra sempre CAI 00 GEA che prosegue per sentiero dietro una maestà, noi andiamo dritto sulla carrozzabile per pochi metri e scendiamo a destra per sentiero CAI 74 nel bosco)  –   Carrozzabile q.1125 (Siamo tornati sulla carrozzabile, andiamo a destra. Dopo 4/5 minuti c’è un bivio, la carrozzabile va a sinistra e dritto prosegue un largo sentiero, entrambi terminano all’eremo che è poco distante)    –  Eremo di Camaldoli q.1103.

  

DISLIVELLO TOTALE: 750 m 
QUOTA MASSIMA: 1255 m 
LUNGHEZZA: 14 km
DIFFICOLTA: EEAI

NOTE:




Sentieri



- La carrozzabile del passo Fangacci che collega Badia Prataglia direttamente all’Eremo di Camaldoli nel periodo invernale è chiusa al normale transito veicolare

- I rifugi La Lama e Fangacci sono sempre chiusi.

- In base all’innevamento ci potrebbe essere qualche problema d’orientamento sul CAI 227 che sale fino al passo dei Fangacci.



Fonti

- Fonte all’Eremo di Camaldoli. 
- Fonte di San Francesco alla Lama. 
- Fonte di fianco al rifugio dei Fangacci.
- Tutte le fonti pur con una temperatura di -8° non sono ghiacciate.


   
TEMPI RILEVATI:
Tempo
      Totale
      (ore)
Eremo di Camaldoli 
0,00
Gioghetto
0,27
Acuti q.1169
1,10
Bivio q.780
1,52
La Lama
2,08
Bivio q.780
2,30
Punto panoramico 
3,00
Ponte q.1050
3,33
Ponte q.1140
4,03
Bivio q.1195
4,23
Passo Fangacci
4,38
Prato Penna q.1248
5,05
Carrozzabile q.1125
5,23
Eremo di Camaldoli 
5,31



L'Eremo di Camaldoli   
 
Descrizione tratta dal sito http://www.eremodicamaldoli.it/

L'Eremo di Camaldoli, fondato da San Romualdo nei primi anni del XI secolo, è la casa madre della Congregazione benedettina dei camaldolesi. Si trova nell'omonima località di Camaldoli. A monte dell'omonimo monastero, una strada tra i foltissimi boschi conduce al suggestivo eremo di Camaldoli (1104), primo nucleo dell'insediamento monastico iniziato da San Romualdo. Alle originarie celle degli eremiti si aggiunse col tempo la chiesa mantenendo la semplice, essenziale distribuzione di piccole case isolate, spartite da vialetti rettilinei. L'attuale chiesa è un rifacimento settecentesco e dà accesso a alcuni ambienti, tra cui il Capitolo dal bel soffitto ligneo e la cappella della Madonna del Rosario in cui fu sepolto Giullaume de Marcillat, artista che ha lasciato stupende vetrate in tutto l'aretino. San Romualdo aveva fondato, durante la sua vita, molte comunità eremitiche. Giunse fra il Pratomagno e il Monte Falterona in mezzo alle foreste Casentinesi e decise di fondare un eremo in una radura detta Campo di Maldolo (Campus Maldoli). Romualdo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica, nacque a Ravenna tra il 951 e il 953. La movimentata agiografia di questo personaggio è stata raccontata da Pier Damiani, che scrisse una Vita di san Romualdo circa 15 anni dopo la sua morte (1042).
  Intorno all'anno mille, esplorando le zone più selvagge della dorsale appenninica centrale tra Umbria e Marche, il monaco ravennate Romualdo dette vita ad un movimento che si inserisce nel tentativo di riforma dell'istituto monastico. Oltre che fondatore dell'eremo di Camaldoli nel Casentino (Toscana), fu promotore della Congregazione camaldolese, diramazione riformata dell'Ordine benedettino. Romualdo cercò la solitudine per praticare la sua devozione verso Dio. Incoraggiato dal vescovo di Arezzo Tedaldo, sotto la cui giurisdizione si trovava quella località, vi eresse 5 celle e una chiesetta che furono il primo nucleo dell'eremo.
  Oggi l'eremo di Camaldoli è uno dei due polmoni con cui respira la comunità monastica ivi presente: a poca distanza l'uno dall'altro sorgono infatti il monastero e l'eremo, i cui monaci appartengono alla stessa comunità, vivono la stessa regola, hanno lo stesso abate, ma seguono stili di vita in parte diversi, dando maggior spazio alla vita comunitaria presso il monastero e privilegiando il raccoglimento personale presso l'eremo. I monaci che vivono all'eremo sono attualmente dieci. 

Vita monastica quotidiana
  La vita quotidiana a Camaldoli si svolge secondo modalità e ritmi che rispecchiano la scala delle priorità a cui la comunità fa riferimento. Semplicità di stile e informalità nei rapporti reciproci esprimono l'obbedienza alla ferialità degli impegni comuni ad ogni persona. La discrezione di tale stile - come afferma San Benedetto - non scoraggia i deboli e stimola coloro che possono fare di più. La fede, la speranza e la carità condivise nella fraternità conferiscono al vivere quotidiano il suo respiro trascendente. Lo arricchiscono di una dimensione simbolica semplice e liberante. La celebrazione comunitaria della Liturgia delle ore e dell'eucaristia, nutrite dalla Lectio Divina personale, sono collocate nei momenti strategici della giornata. Costituiscono una precisa struttura di riferimento al ritmo di vita della comunità e di ogni monaco e indicano con quale spirito va vissuta la trama quotidiana di preghiera, lavoro, riposo, servizi e relazioni.
  Le attività lavorative svolte dai monaci provvedono alle normali necessità di una comunità abbastanza numerosa, composta da anziani e da giovani con le rispettive esigenze di assistenza e di formazione umana, spirituale e teologica. Durante le attività scolastiche i professi in formazione risiedono nel monastero di San Gregorio al Celio a Roma. In quel contesto si coniugano la normale vita comunitaria e gli impegni accademici, avvalendosi delle opportunità offerte dall'Ateneo Sant'Anselmo gestito dai monaci benedettini e da altre facoltà filosofiche e teologiche. La comunità condivide le proprie risorse economiche con quelle di recente fondazione in India e Brasile, e finalizza una quota annuale del bilancio comunitario a sostegno di progetti promozionali a favore dei poveri
  Uno stile di vita sobria, pur vissuto dentro strutture storiche, cerca di far propria la saggezza, piena di umanità e di semplicità evangelica, che è insita nel programma benedettino dell'Ora et Labora (preghiera e lavoro). Eremo e monastero, pur nella condivisione delle risorse, hanno ritmi ed equilibri propri, in armonia con le priorità che ciascun ambiente di vita offre ai monaci e agli ospiti, secondo lo spirito di Camaldoli. L'assistenza ai fratelli anziani è divenuto in questi anni un aspetto evangelicamente significativo della vita comunitaria. Un fratello medico garantisce la professionalità delle prestazioni sanitarie svolte nell'infermeria. Consentire agli anziani di vivere nel clima dei rapporti comunitari consolidati, da loro serenità e sostegno spirituale. Contribuisce a conferire alla comunità quel carattere di normalità umana anche nell'accettazione della malattia e dell'invecchiamento che a tante famiglie non è più permesso dall'attuale assetto sociale.



Eremo di Camaldoli
Eremo di Camaldoli
Fonte all’Eremo di Camaldoli
Eremo di Camaldoli : saliamo a fianco delle mura
Eremo di Camaldoli : saliamo a fianco delle mura
Sul CAI 70 che sale dall’ Eremo di Camaldoli 

Al Gioghetto q.1239: scendiamo per CAI 229
 CAI 229
 CAI 229
 CAI 229
 CAI 229
 CAI 229 accanto al fosso della Lama

La fonte di San Francesco alla Lama
Casa forestale della Lama 
Casa forestale della Lama 
Casa forestale della Lama 
Casa forestale della Lama 
Lama 

Inizio del CAI 227 al Bivio q.780
Sul CAI 227
Sul CAI 227
Sul CAI 227 : parete di roccia con bella scalinata attrezzata con fune corrimano
Punto panoramico q.902 : vista sulla diga di Ridracoli
Sul CAI 227: ponte q.1050

Rifugio al passo Fangacci
Rifugio al passo Fangacci 
Sulla carrozzabile dopo avere lasciato il rifugio al passo Fangacci
Sulla carrozzabile dopo avere lasciato il rifugio al passo Fangacci
Prato Penna 
Prato Penna 


Panorama sul lago di Ridracoli dalla carrozzabile tra passo Fangacci e Prato Penna