Percorrere la bellissima Cengia dei Fiumarelli fà parte di quei posti che sono tutti da scoprire nei monti Sibillini, non pensiamo di trovare sentieri, tracce o qualsiasi indizio che ci possa far capire che è passato qualche essere umano, non c'è niente, solo il nostro intuito e grande esperienza ci può far attraversare questa zona remota. Itinerario riferito a escursionisti molto esperti, conoscitori del posto e dotati di GPS.
DATA: 23 luglio 2016
PARTENZA: Da Visso
(provincia di Macerata, Marche), usciamo dal paese tenendo la SP.134 in
direzione di Castel Santangelo sul Nera, poi dopo appena 1 km lasciamo la
provinciale e risaliamo a sinistra prendendo la SP.135 seguendo le buone indicazioni
per Ussita, poi per Casali dove termina la strada presso il rifugio Casali
(circa 12 km da Visso)
Traccia reale del GPS sullo stralcio
della carta IGM Istituto Geografico Militare tratto dal Geoportale nazionale
ITINERARIO:
Casali q.1080 (Parcheggio di fronte al
rifugio e termine della strada asfaltata. Iniziamo prendendo la sterrata CAI
275 tra il rifugio e la chiesa per le Sorgenti del Panico) – Deviazione q.1089 (Dopo poche decine di
metri lasciamo la sterrata CAI 275 e risaliamo a sinistra con il largo sentiero
ghiaioso CAI 278 o Percorso 14 per MTB) – Croce
q.1119 (Grande croce di cemento e bivio, il CAI 278 continua a destra e
subito attraversa un fosso d’acqua) – Bivio q.1145 (Il largo sentiero si
biforca, lo teniamo a sinistra in ripida salita) – Bivio
q.1217 (A sinistra c’è un sentiero non segnato, andiamo dritto sul CAI 278
in piano) – Bivio q.1220 (Dopo
pochi metri dal bivio precedente ci innestiamo su un largo sentiero ghiaioso,
il CAI 278 lo tiene a sinistra in ripida salita) – Fonte
q.1308 (Il largo tracciato ghiaioso termina in una radura, sulla nostra
sinistra c’è una fonte, la oltrepassiamo e dopo pochi metri il CAI 278 continua
in salita per sentiero che sarà il nostro ritorno, quindi noi lo lasciamo per
andare alla ricerca della Cengia dei Fiumarelli situata sopra la bastionata
rocciosa che vediamo in lontananza sulla nostra destra. Non ci sono sentieri,
tracce o segni di passaggio, non c’è niente, solo il nostro intuito ci deve
guidare in questa parte iniziale. L’obbiettivo immediato è quello di
raggiungere la verde macchia di bosco sopra la fonte, quindi appena l’abbiamo
oltrepassata andiamo a destra, est, seguendo in falsopiano una vecchia
recinzione che ben presto termina presso un paletto di ferro, quindi iniziamo a
risalire faticosamente sempre seguendo rimanenze
della recinzione, praticamente paralleli al CAI 278, direzione nord) – Quota
1355 (La recinzione ora continua a destra in falsopiano e una leggera
traccia invoglia a seguirla, noi dobbiamo mantenere la direzione in salita per
portarci verso la macchia di bosco stando dentro o poco sopra un solco naturale
del pendio) – Bosco
q.1433 (Circa 10/15 metri prima di arrivarci, andiamo a destra con
direzione est costeggiandolo e cercando di mantenere la quota, non ci sono
tracce ne segni di passaggio, poi al termine della macchia di bosco risaliamo
per poche decine di metri su terreno detritico per poi riprendere il proseguo a
mezzacosta con direzione est, stiamo rigorosamente sui 1460/1470 m di quota.
Come per incanto ci appare la Cengia dei Fiumarelli che ci fa entrare in uno
scenario da favola, segni non ce ne sono ma ora la via da seguire è ben chiara)
– Sperone roccioso q.1466 (Stiamo
percorrendo senza problemi l’aerea cengia e arriviamo a un basso sperone
roccioso sul ciglio del precipizio) – Cascata dei Gracchi q.1453 (Sono due cascate, dove
la seconda la vediamo solo all’ultimo momento e danno vita al fosso La Foce,
probabilmente siamo nel punto più bello della
Cengia dei Fiumarelli. Le oltrepassiamo e voltandoci indietro per ammirarle un
ultima volta, possiamo notare poco sopra un arco naturale di roccia) – Cascata
q.1463 (Una seconda cascata, minore rispetto a quella dei Gracchi,
contribuisce ad alimentare e alla nascita del fosso La Foce. Ora la cengia
diventa meno marcata fino a sparire completamente nel ripido pendio erboso,
quindi continuiamo a vista e senza traccia stando a mezzacosta sui 1460/1450 m di quota) – Vene del Fargno q.1404
(Perdiamo quota e arriviamo alle Vene del Fargno, numerosi solchi della
montagna che confluiscono in un largo canalone generalmente asciutto o con poca
acqua, continuiamo con direzione sud, sempre stando a mezzacosta sui 1410/1420 m di quota senza traccia obbligata) – Costa
dell’Asino q.1405 (Arriviamo a una stretto canalone, dalla parte opposta il
proseguo sembra complicato, sotto di noi è ben visibile la sterrata CAI 275 proveniente da Casali e in lontananza un casotto
abbandonato con tetto in lamiera. Se volessimo concludere il giro bisognerebbe
con molta attenzione perdere quota fino a raggiungere la sterrata, noi
invece iniziamo a risalire molto ripidamente e faticosamente paralleli al
canalone che ci rimane alla nostra destra, a vista
e senza traccia, poi in seguito ci allontaniamo, sempre seguendolo ma stando
distanti 50/60 metri portandoci di fatto sulla Costa dell’Asino, non
evidente perché il pendio è largo e poco definito,
direzione nord/est) – Fonte
delle Cavalle q.1710 (Nella ripida salita gli spazi si sono aperti, il
canalone che seguivamo paralleli ora sarà distante
da noi quasi 100 metri, se abbiamo la fortuna d’incontrarlo, un minuscolo ma
rigoglioso corso d’acqua ci porta fino alla fonte delle Cavalle, vecchio
abbeveratoio che ci appare come d’incanto. Ora possiamo continuare a salire
mantenendo la direzione nord/est sapendo che in ogni maniera ci andremo ad
innestare sul sentiero CAI 277 che conduce al rifugio del Fargno, con un po’ di
fortuna si possono notare degli escursionisti che lo percorrono, noi risaliamo
sempre a vista e senza traccia con direzione nord, non lo vediamo ma dopo circa
10 minuti di cammino ci appare la sagoma del rifugio) – Rifugio
del Fargno q.1811 (Edificio di cemento di forma ottagonale, l’oltrepassiamo
percorrendo la carrozzabile d’accesso) –
Carrozzabile q.1815 (Innesto
sulla carrozzabile Casali-Pintura di Bolognola, l’attraversiamo e iniziamo a
risalire la dorsale CAI 279 per monte Rotondo, cartelli assenti e segni
sporadici, direzione nord) – Cima
q.2060 (Senza nome e quota sulle mappe, sulla cima una targa di marmo a
ricordo, ora il crinale procede con direzione ovest verso l’ampio e verde
promontorio del monte Rotondo) – Monte
Rotondo q.2102 (Omino di sassi sull’ampia e verde cima, si continua con direzione
ovest senza una traccia ben definita, poi iniziamo a scendere il verde pendio
aiutati da numerosi ed evidenti omini di sasso) – La Banditella q.1788 (Al termine della
discesa arriviamo nella larga depressione di crinale che separa monte Rotondo dalla
cima di Croce di Monte Rotondo ben visibile sopra di noi e sormontata da una
vistosa croce. Scendiamo a sinistra, poi dopo pochi metri un sentiero ci fa
scendere fino alla vicina carrozzabile) – Carrozzabile
q.1762 (Innesto sulla carrozzabile, la prendiamo a sinistra per tornare
verso il rifugio del Fargno) – Deviazione q.1763 (Lasciamo la carrozzabile,
prendiamo il sentiero CAI 278 a destra che si mantiene parallelo e poco sotto
la stessa, omino di sasso e segni sporadici, cartelli assenti) – Fonte
q.1688 – Fonte q.1308 (Chiudiamo l’anello,
ripercorriamo tutto il tragitto fatto all’andata) – Bivio
q.1220 – Bivio
q.1217 – Bivio q.1145 – Croce
q.1119 – Deviazione q.1089 – Casali q.1080.
DISLIVELLO TOTALE: 1250 m
QUOTA MASSIMA: Monte Rotondo
q.2102
LUNGHEZZA: 12,5 km
DIFFICOLTA:
EE
NOTE:
|
|
Sentieri
|
-Tutto il tragitto della Cengia dei
Fiumarelli e la ripida risalita della Costa dell’Asino la facciamo a vista,
non ci sono sentieri, tracce o qualsiasi indizio che indichi il passaggio di
persone. Forse la parte più complicata è quella che dalla Fonte q.1308 ci
deve far trovare la Cengia dei Fiumarelli perché non ci sono indizi cui fare
riferimento, una volta raggiunta è sempre evidente e la si percorre senza
problemi fino alla seconda cascata, attenzione perché in certe parti è
esposta e quindi è necessario avere terreno asciutto e ottima visibilità. Nel
complesso si tratta di un itinerario per escursionisti molto esperti,
conoscitori del posto e possibilmente dotati di GPS, inoltre se vogliamo
risalire attraverso la Costa dell’Asino al rifugio del Fargno e al monte
Rotondo servono ottime condizioni fisiche.
- Il rifugio del Fargno è aperto nel
periodo estivo.
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Fonti
|
-
Fonte a q.1308 sul CAI 278 (deviazione per la Cengia dei Fiumarelli)
-
Fonte q.1688 sul CAI 278
-
Fonte delle Cavalle (al termine della ripida risalita della Costa dell’Asino)
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TEMPI RILEVATI:
|
Tempo
Totale
(ore)
|
Casali
|
0,00
|
Deviazione
q.1089
|
0,02
|
Croce
q.1119
|
0,07
|
Bivio
q.1145
|
0,09
|
Bivio
q.1217
|
0,17
|
Bivio
q.1220
|
0,18
|
Fonte
q.1308
|
0,27
|
Quota
1355
|
0,35
|
Bosco
q.1433
|
0,43
|
Sperone
roccioso
|
1,15
|
Cascata dei Gracchi
|
1,26
|
Cascata q.1463
|
1,33
|
Vene del Fargno
|
2,05
|
Costa
dell’Asino
|
2,25
|
Fonte delle Cavalle
|
3,05
|
Rifugio
del Fargno
|
3,22
|
Carrozzabile
q.1815
|
3,24
|
Cima
q.2060
|
3,58
|
Monte
Rotondo
|
4,15
|
La Banditella
|
4,44
|
Carrozzabile
q.1762
|
4,49
|
Deviazione
q.1763
|
4,50
|
Fonte
q.1688
|
4,59
|
Fonte q.1308
|
5,30
|
Bivio
q.1220
|
/
|
Bivio
q.1217
|
/
|
Bivio
q.1145
|
/
|
Croce q.1119
|
/
|
Deviazione q.1089
|
/
|
Casali
|
5,55
|
|
|
Dobbiamo
mantenere la direzione in salita per portarci verso la macchia di bosco
stando dentro o poco sopra un solco naturale del pendio
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Cengia dei Fiumarelli
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Costa dell’Asino q.1405 (Arriviamo a una
stretto canalone, dalla parte opposta il proseguo sembra complicato, sotto di
noi è ben visibile la sterrata CAI 275 proveniente da Casali e in lontananza
un casotto abbandonato con tetto in lamiera. Iniziamo a risalire molto
ripidamente e faticosamente paralleli al canalone che ci rimane alla nostra
destra, a vista e senza traccia)
|
Costa
dell’Asino (Iniziamo a risalire molto ripidamente e faticosamente paralleli
al canalone che ci rimane alla nostra destra, a vista e senza traccia, poi in
seguito ci allontaniamo, sempre seguendolo ma stando distanti 50/60 metri
portandoci di fatto sulla Costa dell’Asino, non evidente perché il pendio è
largo e poco definito, direzione nord/est)
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Costa dell’Asino (Iniziamo a risalire molto
ripidamente e faticosamente paralleli al canalone che ci rimane alla nostra
destra, a vista e senza traccia, poi in seguito ci allontaniamo, sempre seguendolo
ma stando distanti 50/60 metri portandoci di fatto sulla Costa dell’Asino,
non evidente perché il pendio è largo e poco definito, direzione nord/est)
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Rifugio del Fargno q.1811
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