domenica 22 ottobre 2017

Brento Sanico e monte Coloreta (EE)

Itinerario nell'appennino tosco/emiliano-romagnolo di Imola che raggiunge il paese fantasma di Brento Sanico, le cave di Brento e il monte Coloreta, si svolge per sentieri poco segnati e sentieri abbandonati, il giro è riferito a escursionisti esperti, conoscitori del posto o dotati di GPS.

DATA: 14 ottobre 2017

PARTENZA: Da Imola percorriamo la SP.610 Montanara verso Firenze esattamente per 39 km arrivando alla frazione di San Pellegrino, parcheggiamo in prossimità della chiesa posta sulla curva a U della provinciale.





Per la carta escursionistica scala 1:25000 - 23-Alta Valle del Santerno, si ringrazia l’Istituto Geografico Adriatico di Longiano    info@iga-cartografia.it - tel. 0547.613109

ITINERARIO: Chiesa di San Pellegrino q.351 (Dalla SP.610 iniziamo risalendo la mulattiera che costeggia la torre colombaia dietro la chiesa di San Pellegrino, sporadici segni CAI)      Incrocio q.424 (A destra a ritroso c’è un sentierino non segnato, andiamo avanti alcuni metri stando a sinistra del crinalino davanti a noi e il sentiero si biforca, dritto a sinistra non è segnato e continua in piano, stiamo dritto a destra in salita che si mantiene pochi metri sotto e paralleli al crinale)       Croce q.495 (Piccola croce sul sentiero)   –   Rudere q.596      Celletta votiva q.596 (Chiusa su tre lati, all’interno non rimane più alcuna rappresentazione sacra)   –   Bivio q.614 (Bivio della mulattiera, a destra risale di fianco un costone roccioso e sarà il nostro ritorno, andiamo dritto e gli edifici di Brento Sanico sono poco sopra di noi)      Brento Sanico q.628 (Della borgata di case, abbandonate nel 1951, rimangono solo ruderi infrascati e la chiesa ancora affrescata, tenendoci Brento Sanico alla nostra sinistra continuiamo a salire inoltrandoci nel bosco, segni assenti, poi in breve ne usciamo in vista delle vistose cave che hanno eroso completamente la montagna)       Bivio q.700 (Siamo in prossimità delle cave di Brento per l’estrazione della pietra serena dove c’è un vecchio edificio, a destra scende una carrozzabile chiusa da sbarra, stiamo a sinistra iniziando a percorrere in leggera salita la carrozzabile ad uso dei lavori di cava, segni e indicazioni assenti, direzione ovest)      Bivio q.726 (Bivio della carrozzabile, a destra è chiusa da sbarra e sale inoltrandosi nei lavori di cava, noi stiamo su quella principale che ora inizia a scendere)      Bivio q.660 (Bivio della carrozzabile dopo che abbiamo perso quota, a destra risale sbarrata da blocchi di sasso, stiamo su quella principale lasciandoci alle spalle definitivamente i lavori di cava)  –   Edificio q.629 (Vecchio edificio/garage dismesso in uso alla cava, continuiamo in falsopiano sulla carrozzabile che dà accesso alla cava)     Bivio q.708 (A sinistra scende un sentiero non segnato, stiamo sulla carrozzabile)      Bivio q.687 (Una sterrata scende a sinistra inoltrandosi nel castagneto, stiamo sulla carrozzabile)      Asfaltata q.693 (Innesto sulla curva a U della stradina, a sinistra scende alle case di Camporelle, noi la teniamo a destra in salita, indicazioni assenti)      Bivio q.756 (Biforcazione e cartelli assenti: dritto a sinistra inizia una carrozzabile, stiamo sulla nostra stradina in salita)      Bivio q.780 (Stiamo in salita sulla nostra stradina che curva a sinistra, a destra poco sopra inizia una carrozzabile chiusa da sbarra che dà accesso ai lavori di cava)       Incrocio q.809 (La stradina termina, a destra prosegue come carrozzabile chiusa da sbarra che dà accesso ai lavori di cava, a destra poco sopra una sterrata segue i tralicci della luce, dritto in salita prendiamo il largo sentiero CAI 059 che s’inoltra nel bosco, cartello ma segni sporadici o assenti, a sinistra in discesa e poco visibile inizia un sentiero non segnato per le case di Montecchio. Intrapreso il largo sentiero CAI 059 in breve termina, ora dobbiamo continuare paralleli al soprastante crinale, quello che nel versante opposto ci separa dalle cave, procediamo a vista e senza traccia con direzione nord, poi riusciamo a ritrovare la traccia e sbiaditi segni che ci conducono sul crinale che con un ampio giro vira a sinistra, ovest, stando nel bosco su esile traccia fino ad arrivare ai cavi d’acciaio utili come corrimano che ci conducono alla croce di vetta)       Monte Coloreta q.970 (Croce di vetta, ora iniziamo a scendere con direzione ovest sul CAI 721, segni sporadici)     Radura q.933 (Il CAI 721 esce dal bosco in una grande radura, la iniziamo a scendere stando vicini al margine del bosco)     Deviazione q.910 (Evitiamo di arrivare in fondo alla radura dalla quale inizia una sterrata, a metà circa della discesa la dobbiamo lasciare per continuare sul CAI 721 a destra su sentiero che entra nel bosco, l’imbocco è poco evidente)       Bivio q.780 (Durante la ripida discesa nel fitto bosco arriviamo al bivio con cartelli poco evidenti, a sinistra il sentiero conduce a Il Poggio e Firenzuola, andiamo dritto sul CAI 721 per La Raccia e Cerreta)     La Raccia q.733 (Rudere)   –   Punto panoramico q.702 (Usciamo dal bosco presso un punto panoramico, a sinistra il sentiero non è segnato, il CAI 721 scende a destra)      Cappella q.563 (Il CAI 721 percorre una lunga dorsale panoramica e appena la lascia per scendere a destra arriviamo al rudere della cappella che anticipa le case di Piagnole)      Le Piagnole q.548 (La borgata di case ridotte a ruderi rimane sulla destra a poca distanza dal CAI 721)    Bivio q.415 (Un sentierino a sinistra ci fa scendere per pochi metri fino ad innestarci nella sottostante sterrata, teniamo il CAI 721 che costeggiando un muretto di sassi continua in piano in vista della casa del Poggiolo)   –   Il Poggiolo q.406 (Grande casa forse abbandonata, tralasciamo la sterrata a sinistra e scendiamo a destra sulla carrozzabile d’accesso)      Cerreta q.381 (Ignoriamo due sterrate che iniziano poco sotto il nucleo di case di Cerreta e ci innestiamo sulla strada asfaltata che percorriamo lasciandoci le vecchie abitazioni alle nostre spalle)      Celletta votiva q.376 (Proseguiamo sull’asfaltata)   –   Bivio q.363 (Bivio della strada asfaltata: a sinistra a ritroso è CAI 063 “Anello del Diaterna”, noi andiamo dritto)   –   Piazzola Brenzone q.348 (Bivio della strada, a destra è sbarrata, stiamo sulla principale oltrepassando l’area recintata che è “posto di esodo” della galleria ferroviaria)       Agriturismo Brenzone q.368      Deviazione q.368 (Lasciamo la strada asfaltata e risaliamo a destra la carrozzabile chiusa da cancello)      Bivio q.384 (A destra scende una sterrata, stiamo sulla carrozzabile in salita, indicazioni assenti)      Deviazione q.425 (Sulla curva della carrozzabile la lasciamo, saliamo a sinistra una piccola scala di legno sopra la quale inizia un sentierino in stato di abbandono, vecchi cartelli indicano Brento Sanico, segni sporadici o assenti, direzione sud)   –   Incrocio q.492 (Risalendo l’esile traccia rientriamo nel bosco e troviamo l’incrocio: a destra un sentierino scende a mezzacosta, a sinistra sempre a mezzacosta continua in falsopiano, il nostro itinerario invece mantiene la direzione sud risalendo la traccia poco evidente, solo qualche sbiadito segno CAI ci indica la via)     Bivio q.560 (Bivio del sentierino nel fitto bosco, a destra continua in leggera discesa, noi andiamo a sinistra seguendo gli sbiaditi e sporadici segni CAI per sentierino a mezzacosta che poco per volta ci fa cambiare direzione, est)      Crinale q.606 (Risalendo con direzione est usciamo dal fitto bosco portandoci su un crinalino panoramico dove è presente un omino di sassi, lo risaliamo ripidamente a destra seguendo la traccia, direzione sud/ovest)   –   Bivio q.685 (Al termine della ripida salita del crinalino arriviamo al bivio, a sinistra un sentiero conduce alla casa de La Vigna, il nostro percorso continua dritto ora in falsopiano mantenendo la direzione, segni e cartelli assenti)     Bivio q.693 (Oltrepassata una strettoia, il nostro sentierino transita poco sotto un evidente crinalino roccioso fino al bivio, siamo in prossimità del punto quotato 704 da IGM: dritto la traccia si mantiene a mezzacosta e segue l’andamento del crinalino roccioso, noi ora scendiamo a sinistra e in breve la traccia diventa incerta, manteniamo rigorosamente la direzione sud/est)     Piazzola q.670 (Sbuchiamo in una piccola piazzola lastricata di rocce marnose, attenzione che il nostro percorso senza attraversarla curva a gomito a destra con direzione ovest in falsopiano, segni assenti e traccia esile invasa da fitta vegetazione, in seguito all’interno del bosco possiamo notare la presenza di numerosi muretti di sasso)      Bivio q.614 (Chiudiamo l’anello, a destra ci sono le vicine case di Brento Sanico, ripercorriamo tutto il tragitto fatto all’andata fino a San Pellegrino)     Celletta votiva q.596      Rudere q.596       Croce q.495      Incrocio q.424   –    Chiesa di San Pellegrino q.351.

DISLIVELLO TOTALE: 1220
QUOTA MASSIMA: Monte Coloreta q.970
LUNGHEZZA: 18,5 km
DIFFICOLTA: EE


NOTE:




Sentieri



- Lungo itinerario solitario dove la segnatura è sporadica o assente, riferita solo a escursionisti esperti che si sappiano muovere al di fuori dei consueti sentieri CAI. I sentieri più frequentati sono quello di partenza che da San Pellegrino conduce al paese abbandonato di Brento Sanico (segnatura CAI sporadica) e il CAI 721 che collega la borgata di case di Cerreta al monte Coloreta. Il sentiero CAI 059 che dalla cava (Incrocio q.809) sale al monte Coloreta solo in loco è indicato da un cartello, ma allo stato attuale la segnatura è molto sporadica o assente e non viene riportato su alcuna mappa, stesso discorso per la salita del sentierino che ci riporta verso Brento Sanico (Deviazione q.425- Bivio q.614), è molto esile con segni sporadici o assenti, alcuni tratti verso il termine della via è infrascata.


Fonti
- Fonte alla partenza sulla SP.610 sotto la torre colombaia.


TEMPI RILEVATI:
Tempo
      Totale
      (ore)
TEMPI RILEVATI:
Tempo
Totale (ore)
Chiesa di San Pellegrino
0,00
Le Piagnole
3,20
Incrocio q.424
0,10
Bivio q.415
3,32
Croce q.495
0,18
Il Poggiolo
3,35
Rudere q.596
0,32
Cerreta
3,40
Celletta votiva q.596
0,34
Celletta votiva q.376
3,43
Bivio q.614
0,37
Bivio q.363
3,46
Brento Sanico
0,38
Piazzola Brenzone
3,52
Bivio q.700
0,48
Agriturismo Brenzone
3,58
Bivio q.726
0,52
Deviazione q.368
4,00
Bivio q.660
0,58
Bivio q.384
4,02
Edificio q.629
1,02
Deviazione q.425
4,06
Bivio q.708
1,22
Incrocio q.492
4,17
Bivio q.687
1,30
Bivio q.560
4,25
Asfaltata q.693
1,32
Crinale q.606
4,30
Bivio q.756
1.42
Bivio q.685
4,47
Bivio q.780
1,45
Bivio q.693
4,59
Incrocio q.809
1,51
Piazzola q.670
5,05
Monte Coloreta
2,20
Bivio q.614
5,18
Radura q.933
2,22
Celletta votiva q.596
/
Deviazione q.910
2,24
Rudere q.596
/
Bivio q.780
2,43
Croce q.495
/
La Raccia
2,54
Incrocio q.424
/
Punto panoramico
3,00
Chiesa di San Pellegrino
5,50
Cappella q.563
3,18





La storia di Brento Sanico (dal sito https://it.wikipedia.org)

Brento Sanico è un paese disabitato, sito nel comune di Firenzuola (in Provincia di Firenze) nel cuore dell'Appennino tosco-romagnolo. Il paese risulta abbandonato dal 1951, quando l'ultima famiglia si trasferì a valle, nella frazione firenzuolina di San Pellegrino. L'abitato è ad un'altitudine di circa 628 m, sovrasta la Valle del Santerno ed è situato poco sotto la cava di Pietra Serena "La Tana del Lupo". Il nome è di origine germanica e si riferisce al fatto che il paese è "ben protetto dalle intemperie del vento".
Il borgo è servito da una sempre meno percorribile strada pseudo-lastricata, è raggiungibile a piedi in circa un'ora dalla Pieve di San Pellegrino. La zona è nota perché è uno dei luoghi dove si estrae un particolare tipo di arenaria, la "pietra serena", una roccia con la quale sono stati costruiti moltissimi monumenti a Firenze e sia in Toscana che in Romagna. Attualmente tutto il paese è di proprietà della compagnia che possiede la cava.
Storia.
Nel lontano 1843 a Brento Sanico, attraverso dei documenti consultabili presso gli Archivi comunali di Firenzuola, sappiamo che vivevano circa ottanta persone; era un luogo importante, poiché situato sull'unica strada che collegava la Romagna con la Toscana[1]. Da qui il motivo dell'abbandono, per una volta non dovuto a calamità naturali, bensì alla creazioni delle moderne autostrade e strade statali nel periodo post-bellico. Nonostante la sua importanza strategica, continuò ad essere un borgo tipicamente rurale che si sostentava attraverso l'agricoltura e, in piccola parte, la pastorizia. I dazi imposti dai governanti ai viandanti erano parecchio elevati, poiché servivano per garantire la manutenzione di strade messe molto a dura prova da fango, pendenza, neve e pioggia. La pastorizia, l'allevamento, la raccolta delle castagne e la coltura di grano, granturco e pochi ortaggi erano il sostentamento degli abitanti di Brento; il borgo è sopravvissuto vivo ed attivo sino al secolo scorso, infatti, si racconta che negli anni trenta questo fosse un luogo famoso per le feste ed il divertimento. Negli anni quaranta vi si poteva trovare anche una "scuola". Il comune di Firenzuola, infatti, incaricò un tecnico di rilasciare un certificato di abilitazione ad una stanza d'una casa privata, in modo che i pochi abitanti di Brento e delle cascine limitrofe potessero frequentare senza scendere a valle. L'ultima famiglia venne registrata nel 1951.
Architettura del paese
Il paese attualmente versa in stato di rudere, ad eccezione della chiesa che si è mantenuta in buono stato. Il buono stato della chiesa potrebbe dipendere dal fatto che ha subito due importanti interventi di restauro, uno nel 1860 ed un altro nel 1917; presumibilmente, nel 1860, pare che la chiesa sia stata anche ingrandita e che ne sia cambiata la fisionomia originale. Le case sono tutte costruite in pietra locale con gli interni ben intonacati, i tetti sono in pietra ma con alberi e rovi che hanno oramai preso il posto delle persone che avrebbero dovuto viverci. La conservazione è buona, grazie anche all'elevata qualità costruttiva. In particolare si apprezza la qualità dei tetti, interamente costruiti con lastroni intagliati da pietre locali, tenuti fermi all'estremità da comuni sassi dalle forme più disparate. Adesso passare tra i principali è complicato, a causa della crescita di varie piante infestanti e/o rampicanti.

Chiesa di San Biagio
La chiesa, dedicata a San Biagio, è di una struttura tipica degli antichi centri appenninici, ha bel campanile e sorprende non poco il modo in cui gli interni si siano conservati. I colori sono vivissimi, spicca molto il blu notte della cupola. Da studi effettuati abbastanza recentemente dal Prof. Tagliaferri, esperto in storia dell'arte e autore del libro “Firenzuola e il suo territorio”, pare che al di sotto della tinta giallo paglierino che caratterizza gli interni della chiesa, siano emersi affreschi molto ben conservati databili XV-XVI secolo; uno in particolare raffigurerebbe un angelo. Interessante anche la bicromia tra le pietre scure e quelle chiare, che caratterizza gli archi interni della chiesa. Interessante anche l'abside, interamente realizzato con pietra locale.



Chiesa di San Pellegrino
Dalla SP.610 iniziamo risalendo la mulattiera che costeggia la torre colombaia dietro la chiesa di San Pellegrino, sporadici segni CAI
Dalla SP.610 iniziamo risalendo la mulattiera che costeggia la torre colombaia dietro la chiesa di San Pellegrino, sporadici segni CAI
Dall’Incrocio q.424 stiamo dritto a destra in salita che si mantiene pochi metri sotto e paralleli al crinale)

Sulla vecchia mulattiera che collega la chiesa di San Pellegrino al borgo abbandonato di Brento Sanico
Sulla vecchia mulattiera che collega la chiesa di San Pellegrino al borgo abbandonato di Brento Sanico
Croce q.495 (Piccola croce sul sentiero)
Rudere q.596   

    Celletta votiva q.596
Appena oltrepassata la celletta votiva
Il borgo abbandonato di Brento Sanico
Il borgo abbandonato di Brento Sanico
Il borgo abbandonato di Brento Sanico

La chiesa di San Biagio a Brento Sanico
La chiesa di San Biagio a Brento Sanico
La chiesa di San Biagio a Brento Sanico
La chiesa di San Biagio a Brento Sanico
Il borgo abbandonato di Brento Sanico
Il borgo abbandonato di Brento Sanico

Il borgo abbandonato di Brento Sanico
Tenendoci Brento Sanico alla nostra sinistra continuiamo a salire inoltrandoci nel bosco, segni assenti, poi in breve ne usciamo in vista delle vistose cave che hanno eroso completamente la montagna
Tenendoci Brento Sanico alla nostra sinistra continuiamo a salire inoltrandoci nel bosco, segni assenti, poi in breve ne usciamo in vista delle vistose cave che hanno eroso completamente la montagna
Tenendoci Brento Sanico alla nostra sinistra continuiamo a salire inoltrandoci nel bosco, segni assenti, poi in breve ne usciamo in vista delle vistose cave che hanno eroso completamente la montagna
Bivio q.700 (Siamo in prossimità delle cave di Brento per l’estrazione della pietra serena dove c’è un vecchio edificio, a destra scende una carrozzabile chiusa da sbarra, stiamo a sinistra iniziando a percorrere in leggera salita la carrozzabile ad uso dei lavori di cava, segni e indicazioni assenti, direzione ovest)
Dal Bivio q.700 iniziamo a percorrere in leggera salita la carrozzabile ad uso dei lavori di cava

La carrozzabile ad uso dei lavori di cava
Bivio q.726 (Bivio della carrozzabile, a destra è chiusa da sbarra e sale inoltrandosi nei lavori di cava, noi stiamo su quella principale che ora inizia a scendere)
Bivio q.726 (Bivio della carrozzabile, a destra è chiusa da sbarra e sale inoltrandosi nei lavori di cava, noi stiamo su quella principale che ora inizia a scendere)
Edificio q.629 (Vecchio edificio/garage dismesso in uso alla cava)
Asfaltata q.693 (Innesto sulla curva a U della stradina, a sinistra scende alle case di Camporelle, noi la teniamo a destra in salita, indicazioni assenti)
Cartelli di pericolo presso la cava

Incrocio q.809 (La stradina termina, a destra prosegue come carrozzabile chiusa da sbarra che dà accesso ai lavori di cava, a destra poco sopra una sterrata segue i tralicci della luce, dritto in salita prendiamo il largo sentiero CAI 059 che s’inoltra nel bosco, cartello ma segni sporadici o assenti, a sinistra in discesa e poco visibile inizia un sentiero non segnato per le case di Montecchio)
Cartelli all’Incrocio q.809
Intrapreso il largo sentiero CAI 059 in breve termina, ora dobbiamo continuare paralleli al soprastante crinale, quello che nel versante opposto ci separa dalle cave, procediamo a vista e senza traccia con direzione nord, poi riusciamo a ritrovare la traccia e sbiaditi segni che ci conducono sul crinale
Intrapreso il largo sentiero CAI 059 in breve termina, ora dobbiamo continuare paralleli al soprastante crinale, quello che nel versante opposto ci separa dalle cave, procediamo a vista e senza traccia con direzione nord, poi riusciamo a ritrovare la traccia e sbiaditi segni che ci conducono sul crinale
Vista sul monte Coloreta che dobbiamo raggiungere
Sul crinale verso il monte Coloreta

I cavi d’acciaio utili come corrimano che ci conducono alla croce di vetta
I cavi d’acciaio utili come corrimano che ci conducono alla croce di vetta
Monte Coloreta q.970
Radura q.933 (Il CAI 721 esce dal bosco in una grande radura, la iniziamo a scendere stando vicini al margine del bosco)
Zoomata sull’impianto eolico in prossimità del monte Carpinaccio.
Deviazione q.910 (Evitiamo di arrivare in fondo alla radura dalla quale inizia una sterrata, a metà circa della discesa la dobbiamo lasciare per continuare sul CAI 721 a destra su sentiero che entra nel bosco, l’imbocco è poco evidente)

Deviazione q.910 (A metà circa della discesa lasciamo la radura per continuare sul CAI 721 che entra nel bosco, l’imbocco del sentiero è poco evidente e con alcuni “rifiuti locali” segnaliamo il sentiero)
Deviazione q.910 (A metà circa della discesa lasciamo la radura per continuare sul CAI 721 che entra nel bosco, l’imbocco del sentiero è poco evidente e con alcuni “rifiuti locali” segnaliamo il sentiero ….. omino di copertoni)
Sul CAI 721
Sul CAI 721
Bivio q.780 (Durante la ripida discesa nel fitto bosco arriviamo al bivio con cartelli poco evidenti, a sinistra il sentiero conduce a Il Poggio e Firenzuola, andiamo dritto sul CAI 721 per La Raccia e Cerreta)
Bivio q.780 (Durante la ripida discesa nel fitto bosco arriviamo al bivio con cartelli poco evidenti, a sinistra il sentiero conduce a Il Poggio e Firenzuola, andiamo dritto sul CAI 721 per La Raccia e Cerreta)

La Raccia q.733 (Rudere)
La Raccia q.733 (Rudere)
La Raccia q.733 (Rudere)
Appena oltrepassato il rudere della Raccia
Punto panoramico q.702 (Usciamo dal bosco presso un punto panoramico)
Il CAI 721 percorre una lunga dorsale panoramica

Il CAI 721 percorre una lunga dorsale panoramica
Il CAI 721 percorre una lunga dorsale panoramica
Cappella q.563 (Arriviamo al rudere della cappella che anticipa le case di Piagnole)
Le Piagnole q.548 (La borgata di case ridotte a ruderi)

Le Piagnole q.548 (La borgata di case ridotte a ruderi)
Le Piagnole q.548 (La borgata di case ridotte a ruderi)
Le Piagnole q.548 (La borgata di case ridotte a ruderi)
Le Piagnole q.548 (La borgata di case ridotte a ruderi)
Le Piagnole q.548 (La borgata di case ridotte a ruderi)
Le Piagnole q.548 (La borgata di case ridotte a ruderi)

Dal Bivio q.415 teniamo il CAI 721 che costeggiando un muretto di sassi continua in piano in vista della casa del Poggiolo 
Il Poggiolo q.406 (Grande casa forse abbandonata)
Cartello al Poggiolo
Dalla casa del Poggiolo scendiamo a destra sulla carrozzabile d’accesso
Il nucleo di case di Cerreta
Il nucleo di case di Cerreta

Il nucleo di case di Cerreta
Il nucleo di case di Cerreta
Celletta votiva q.376
Bivio q.363 (Bivio della strada asfaltata: a sinistra a ritroso è CAI 063 “Anello del Diaterna”, noi andiamo dritto)
Piazzola Brenzone q.348 (Bivio della strada, a destra è sbarrata, stiamo sulla principale oltrepassando l’area recintata che è “posto di esodo” della galleria ferroviaria)
Agriturismo Brenzone

Deviazione q.425 (Sulla curva della carrozzabile la lasciamo, saliamo a sinistra una piccola scala di legno sopra la quale inizia un sentierino in stato di abbandono, vecchi cartelli indicano Brento Sanico, segni sporadici o assenti, direzione sud)
Sul sentierino abbandonato che dalla Deviazione q.425 ci riporta verso Brento Sanico
Sul sentierino abbandonato che dalla Deviazione q.425 ci riporta verso Brento Sanico
Sul sentierino abbandonato che dalla Deviazione q.425 ci riporta verso Brento Sanico
Crinale q.606 (Risalendo con direzione est usciamo dal fitto bosco portandoci su un crinalino panoramico dove è presente un omino di sassi, lo risaliamo ripidamente a destra seguendo la traccia, direzione sud/ovest)
Crinale q.606 (Risalendo con direzione est usciamo dal fitto bosco portandoci su un crinalino panoramico dove è presente un omino di sassi, lo risaliamo ripidamente a destra seguendo la traccia, direzione sud/ovest)

Sul sentierino abbandonato che dalla Deviazione q.425 ci riporta verso Brento Sanico
Piazzola q.670 (Sbuchiamo in una piccola piazzola lastricata di rocce marnose, attenzione che il nostro percorso senza attraversarla curva a gomito a destra con direzione ovest in falsopiano)
La traccia esile è invasa da fitta vegetazione
In seguito all’interno del bosco possiamo notare la presenza di numerosi muretti di sasso
Ormai prossimi all’arrivo presso il Bivio q.614 di Brento Sanico dove chiudiamo l’anello