sabato 16 marzo 2024

Pennone di Pratazzolo e Zucco dell’Urlo (F-)

Itinerario selvaggio a carattere semi alpinistico che ripercorre la cresta tra il Pennone di Pratazzolo e lo Zucco dell'Urlo (Alpi Apuane, Toscana)

DATA: 26 novembre 2023 

PARTENZA: Dall’autostrada A12 usciamo al casello di Carrara e ci dirigiamo verso il centro, indifferentemente da quale punto della città noi siamo dobbiamo guidare tra i meandri delle strade puntando verso le ben visibili montagne cercando di individuare appena è possibile le prime indicazioni per la frazione di Torano. In pochi chilometri saremo convogliati sulla strada “via Torano Piastra”, quindi giunti al bivio nel quale sulla destra si entra nell’abitato, continuiamo esattamente per altri 600 metri andando ad attraversare il ponte sul fosso di Bucceta presso il quale ha inizio anche il sentiero CAI 40 dal quale faremo ritorno, fino all’ex pesa di Pulcinacchia di fianco alla quale parcheggiamo (circa 10 km dal casello autostradale di Carrara). 

 

Stralcio della mappa interattiva webmapp tratta dal sito http://www.webmapp.it/

ITINERARIO: Ex pesa di Pulcinacchia q.196 (Appena superata l’ex pesa c’è il bivio della strada, tralasciamo il proseguo per la via Torano Piastra e iniziamo prendendo la strada asfaltata a sinistra con indicazioni per Pulcinacchia e le cave Pescina e Boccanaglia)   –   Pulcinacchia q.207 (Porcinacchia su mappa CTR Toscana, nucleo di case abitate)      Bivio q.214 (A destra di fianco una recinzione sale un tracciato per le cave Ruggetta e Crestola indicate da un cartello, rimaniamo sulla strada)      Bivio q.218 (Biforcazione della strada: scartiamo quella che sale a destra verso la cava Crestola e stiamo su quella a sinistra)      Rudere q.238 (Sul ciglio destro della strada)     Casa q.252 (Casa abitata)      Edicola votiva q.262 (Pochi metri prima notiamo un sentierino infrascato che sale a destra e un sentiero sterrato che scende a sinistra, continuiamo sulla strada)      Bivio q.290 (Biforcazione: a sinistra inizia la marmifera per le cave Boccanaglia, stiamo a destra in salita sulla marmifera per le cave Colacata e Piastriccioni, ci appare la sagoma appuntita del Pennone di Pratazzolo)      Sbarra q.312 (La oltrepassiamo e continuiamo in ripida salita sulla marmifera)      Bivio q.352 (Biforcazione: rimaniamo sulla marmifera principale e ignoriamo quella a destra più alta per cava Faggeta)     Bivio q.355 (Scartiamo a destra la marmifera per la cava Calacata e andiamo dritto in salita verso la cava Piastriccioni)   Deviazione q.420 (Attenzione alla deviazione poco evidente, stiamo risalendo la marmifera che contorna il precipizio sulla cava di Calacata alla nostra destra. Prestiamo attenzione alle pareti rocciose che delimitano il ciglio sinistro della marmifera, in alto si apre la spaccatura di una bancata di cava, successivamente notiamo un casotto di sasso a picco sulla marmifera stessa un po’nascosto dagli arbusti, pochi metri dopo c’è la nostra deviazione. Allo stato attuale una corda ancorata all’alberello soprastante ci aiuta ad arrampicare i primi metri verticali, poi ci spostiamo tra gli arbusti verso un traliccio della luce)   –   Cresta S. Pennone di Pratazzolo q.448 (Dal traliccio della luce poco sopra la marmifera appena abbandonata, volgendo lo sguardo a sinistra ci appare la cresta rocciosa e la recinzione metallica che la delimita, quindi ci direzioniamo a vista senza grosse difficoltà raggiungendola. Il versante opposto della cresta precipita sulla cava, risaliamo costeggiando la recinzione e quando comincia a spostarsi a sinistra l’abbandoniamo. Seguiamo il grosso cavo di metallo che s’inerpica a destra e che ci viene in aiuto come corrimano, poi quando finisce ci districhiamo con difficoltà nella fitta vegetazione riguadagnando il filo di cresta. Procediamo in ripida salita con direzione nord tra vegetazione e roccette affioranti, sui 520 metri la vegetazione si dirada e ci appare una rete paramassi collocata sul versante sinistro della cresta che precipita, quindi arrampichiamo a vista su buona roccia con passaggi di 1°+ fino alla vetta)  –   Pennone di Pratazzolo q.850 (Senza quota e toponimo su mappe IGM e CTR Toscana, quota rilevata dal GPS. Dalla vetta priva di indicazioni possiamo ammirare tutto lo sviluppo della cresta che dobbiamo affrontare, è evidente e non induce a interpretazioni. Disarrampichiamo su buona roccia, 1°+, poi avanziamo sulla cresta un po’ infrascata notando nella roccia delle conformazioni che ricordano le radici di un albero)   –   Cima q.713 (Per CTR Toscana 712,8 m per IGM 706 m. La vegetazione si dirada e alzandoci su dei terrazzamenti rocciosi giungiamo alla base di un contrafforte, non lo arrampichiamo direttamente ma lo aggiriamo a destra per pochi metri individuando quello che a noi sembra essere un punto debole, cioè un camino di circa 7/8 metri discretamente esposto, passaggio di 2° con uscita difficoltosa causa scarsi appigli. Guadagnata l’ampia cresta superiore camminiamo in piano fino al punto alto senza indicazioni, continuiamo scendendo velocemente alla sella sottostante e riprendiamo l’ascesa verso il successivo promontorio)   –   Cima q.827 (Per CTR Toscana 827,1 metri, senza quota su IGM Toscana. Camminiamo sull’ampia cresta pervenendo alla seconda difficoltà, cioè la scalata del promontorio roccioso che precede lo Zucco dell’Urlo. Ci abbassiamo per superare in aderenza un grosso macigno, poi ci alziamo spostandoci a destra avendo preventivamente individuato il cengione che in alto contorna il “cappello roccioso” dalle pareti verticali, passaggi di 1° in discreta esposizione. Giunti in vetta, si manifesta il vasto promontorio ricoperto di cespugli di erica dello Zucco dell’Urlo, procediamo disarrampicando immediatamente un salto di circa 2 metri con passaggio di 2°ottimamente scalinato, poi cominciamo a prendere quota faticosamente e con disagio nel vasto groviglio di cespugli, inerpichiamo a vista privilegiando il lato sinistro che sembra più agevole)  –   Zucco dell’Urlo q.987 (Sulla vetta troviamo un tubo metallico, in lontananza si scorge l’evidente torretta che dobbiamo raggiungere e lo sviluppo del crinale. Il versante NE dello Zucco dell’Urlo precipita, è d’obbligo camminare a sinistra per pochi metri per individuare la facile rampa stretta tra il bosco e la bastionata rocciosa che ci permette di scendere facilmente)  –  Sella q.965 (Abbiamo appena sceso la rampa e siamo sotto la vetta dello Zucco dell’Urlo, sulla sella erbosa troviamo un traliccio di metallo. Avanziamo in falsopiano su elementare crinale, poi cominciamo a guadagnare quota inoltrandoci nella disagevole fitta macchia di cespugli, inerpichiamo molto lentamente divincolandoci per cercare il varco migliore, più in alto affrontiamo qualche facile passaggio su roccia, l’obiettivo è quello di raggiungere la torretta)   – Torretta q.1086 (Finalmente conquistiamo lo spallone dove c’è la torretta e l’edificio annesso, entrambi in stato di abbandono, cominciamo a camminare sulla carrareccia che ha inizio dalla torretta, in breve incontriamo una grande cisterna di metallo dismessa)   –   Bivio q.1120 (La carrareccia principale destinata a raccordarsi alla strada comunale di Campo Cecina curva a destra, noi la lasciamo e prendiamo la carrareccia che si abbassa a sinistra verso i vicini edifici di Colareta)  –   Colareta q.1104 (Per CTR Toscana 1104,2 m. Sono due bassi casotti in muratura, li superiamo e mantenendoci sul crinale oltrepassiamo anche il traliccio dell’Enel di fianco il quale notiamo un rudere)   –   Cuspide rocciosa q.1080 (Il crinale perde quota e si ricopre di cespugli, insistendo arriviamo al suo termine dove ci compare una “cupola rocciosa” oltre la quale precipita. Pochi metri prima scendiamo a sinistra facendoci spazio tra i fitti cespugli di erica, in breve ne usciamo nell’ampio e aperto crinale erboso sottostante percorso da pali della luce, direzione SO)   –  Casermetta q.930 (Per CTR Toscana 929,8 m. Percorrendo l’ampio crinale erboso possiamo ammirare in lontananza alla nostra destra la grande cava Canal d’Abbia, quindi perdendo quota ci innestiamo sulla marmifera dove c’è un grande edificio abbandonato. A sinistra la marmifera si esaurisce nella piazzola dove ci sono due torrette elettriche dismesse, seguiamo la marmifera a destra che comincia a scendere a tornanti)  –   Bivio q.905 (Al termine della discesa siamo sulla marmifera di fondovalle, in loco è rimasto un grande container aperto, andiamo a destra)   –   Bivio q.909 (Seguiamo la marmifera che ora compie un tornante e comincia a salire, scartiamo sulla destra una sterrata che conduce al vicino casotto nascosto tra gli alberi e verso la cava Canal d’Abbia in stato di abbandono)   –   CAI 40 q.968 (Oltrepassiamo una sbarra e la marmifera si esaurisce innestandosi sulla SP.59 dove troviamo anche i cartelli del CAI 40. Senza mettere piede sulla strada voltiamo immediatamente a sinistra, ci portiamo sul cucuzzolo roccioso sormontato da un’antenna sotto il quale scendiamo seguendo il sentiero CAI 40 che entra tra la vegetazione)    –   Zucco di Via Rossa q.917 (Il CAI 40 transita nel suo versante NO, passa inosservato)  –   Incrocio q.685 (Il sottile CAI 40 scende nel fitto bosco, poi ne esce su una bella cresta rocciosa e panoramica dalla quale possiamo ammirare alla nostra sinistra la cresta Pennone di Pratazzolo/Zucco dell’Urlo percorsa all’andata. Rientriamo in una fastidiosa macchia di rovi fino ad arrivare all’incrocio: sulla destra e solo grazie a un vecchio cartello poco sotto di noi ci accorgiamo dell’ex CAI 184, sicuramente passa inosservato, avanziamo pochi metri e c’è la biforcazione con cartelli: scartiamo a destra l’inizio del CAI 193 per monte d’Arma e teniamo il CAI 40 ben segnato ma su sentiero incerto nel fitto bosco)  –  Marmifera q.246 (Il sentiero CAI 40 nel frattempo si sviluppa a mezzacosta e perdendo quota s’innesta sulla marmifera, l’attraversiamo e il CAI 40 riprende a scendere rientrando nel bosco)   –   Bivio q.188 (Il sentiero scende a zig-zag, tralasciamo a sinistra un sentiero non segnato e stiamo a destra costeggiando subito una recinzione in vista della strada asfaltata)   –   Strada asfaltata q.181 (Il sentiero termina sulla strada via Torano Piastra, andiamo a sinistra attraversando il ponte sul fosso di Porcinacchia, ignoriamo subito a sinistra la stradina privata con cancello e risaliamo la strada principale)  –    Ex pesa di Pulcinacchia q.196. 

NOTE:

        LUNGHEZZA: 10 km

        DIFFICOLTA: F-

DISLIVELLO TOTALE: 1040 m

QUOTA MASSIMA: 1120 m

Sentieri

Itinerario da fare obbligatoriamente solo nei giorni festivi quando i lavori di cava non sono attivi.

Gita molto selvaggia con facili passaggi alpinistici (generalmente 1° e 1°+ mentre il camino arrampicato per la vetta della Cima q.713 è di 2° con uscita difficoltosa causa scarsi appigli), per tutta la cresta che sale al Pennone di Pratazzolo e continua oltre lo Zucco dell’Urlo si procede a vista, per intuito senza alcuna indicazione avanzando a tratti lentamente causa fitta vegetazione. 

Rifugi-Bivacchi

Assenti 

Fonti

Assenti

Tracce GPS

 

TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

Ex pesa di Pulcinacchia

0,00

Zucco dell’Urlo

3,20

Pulcinacchia

/

Sella q.965

3,23

Bivio q.214

0,05

Torretta

3,48

Bivio q.218

0,07

Bivio q.1120

3,55

Rudere q.238

0,11

Colareta

3,57

Casa q.252

0,12

Cuspide rocciosa

4,02

Edicola votiva

0,16

Casermetta

4,25

Bivio q.290

0,19

Bivio q.905

4,32

Sbarra q.312

0,22

Bivio q.909

4,34

Bivio q.352

0,27

CAI 40 q.968

4,46

Bivio q.355

0,30

Zucco di Via Rossa

/

Deviazione q.420

0,37

Incrocio q.685

5,28

Cresta S. Pennone di P.

/

Marmifera q.246

6,25

Pennone di Pratazzolo

1,40

Bivio q.188

6,33

Cima q.713

2,15

Strada asfaltata q.181

6,34

Cima q.827

2,45

Ex pesa di Pulcinacchia

6,38



Ex pesa di Pulcinacchia q.196 (Appena superata l’ex pesa c’è il bivio della strada, tralasciamo il proseguo per la via Torano Piastra e iniziamo prendendo la strada asfaltata a sinistra con indicazioni per Pulcinacchia e le cave Pescina e Boccanaglia)

Pulcinacchia q.207 (Porcinacchia su mappa CTR Toscana, nucleo di case abitate)

Bivio q.218 (Biforcazione della strada: scartiamo quella che sale a destra verso la cava Crestola e stiamo su quella a sinistra)

Casa q.252 (Casa abitata)

Edicola votiva

 

Bivio q.290 (Biforcazione: a sinistra inizia la marmifera per le cave Boccanaglia, stiamo a destra in salita sulla marmifera per le cave Colacata e Piastriccioni, ci appare la sagoma appuntita del Pennone di Pratazzolo)

Sbarra q.312 (La oltrepassiamo e continuiamo in ripida salita sulla marmifera)

  Bivio q.352 (Biforcazione: rimaniamo sulla marmifera principale e ignoriamo quella a destra più alta per cava Faggeta)

Sulla marmifera dopo avere oltrepassato il Bivio q.355 


Zoomata sul vistoso ingresso che notiamo nella cava sottostante

Stiamo risalendo la marmifera che contorna il precipizio sulla cava di Calacata 

Prestiamo attenzione alle pareti rocciose che delimitano il ciglio sinistro della marmifera, in alto si apre la spaccatura di una bancata di cava, successivamente notiamo un casotto di sasso a picco sulla marmifera stessa un po’nascosto dagli arbusti, pochi metri dopo c’è la nostra deviazione

Deviazione q.420 (Attenzione alla deviazione poco evidente, stiamo risalendo la marmifera che contorna il precipizio sulla cava di Calacata alla nostra destra. Prestiamo attenzione alle pareti rocciose che delimitano il ciglio sinistro della marmifera, in alto si apre la spaccatura di una bancata di cava, successivamente notiamo un casotto di sasso a picco sulla marmifera stessa un po’nascosto dagli arbusti, pochi metri dopo c’è la nostra deviazione)

Allo stato attuale una corda ancorata all’alberello soprastante ci aiuta ad arrampicare i primi metri verticali ….

…. poi ci spostiamo tra gli arbusti verso un traliccio della luce

 

Dal traliccio della luce poco sopra la marmifera appena abbandonata, volgendo lo sguardo a sinistra ci appare la cresta rocciosa e la recinzione metallica che la delimita, quindi ci direzioniamo a vista senza grosse difficoltà raggiungendola

Dal traliccio della luce poco sopra la marmifera appena abbandonata, volgendo lo sguardo a sinistra ci appare la cresta rocciosa e la recinzione metallica che la delimita, quindi ci direzioniamo a vista senza grosse difficoltà raggiungendola

Cresta S. Pennone di Pratazzolo q.448 (Il versante opposto della cresta precipita sulla cava, risaliamo costeggiando la recinzione)

Cresta S. Pennone di Pratazzolo q.448 (Il versante opposto della cresta precipita sulla cava, risaliamo costeggiando la recinzione)

Una vecchia carrucola

Quando la recinzione comincia a spostarsi a sinistra l’abbandoniamo. Seguiamo il grosso cavo di metallo che s’inerpica a destra e che ci viene in aiuto come corrimano …


… poi quando finisce ci districhiamo con difficoltà nella fitta vegetazione riguadagnando il filo di cresta. 

Procediamo in ripida salita con direzione nord tra vegetazione e roccette affioranti

Cresta sud del Pennone di Pratazzolo

Cresta sud del Pennone di Pratazzolo

 

Sui 520 metri la vegetazione si dirada e ci appare una rete paramassi collocata sul versante sinistro della cresta che precipita

Arrampichiamo a vista su buona roccia con passaggi di 1°+ fino alla vetta.   

La breve cresta sommitale del Pennone di Pratazzolo

Sul Pennone di Pratazzolo

Dalla vetta del Pennone di Pratazzolo possiamo ammirare tutto lo sviluppo della cresta che dobbiamo affrontare, è evidente e non induce a interpretazioni.

 

Dalla vetta del Pennone di Pratazzolo disarrampichiamo su buona roccia, 1°+

Dalla vetta del Pennone di Pratazzolo disarrampichiamo su buona roccia, 1°+

Avanziamo sulla cresta un po’ infrascata

Alle nostre spalle la sagoma appuntita del Pennone di Pratazzolo


Notiamo nella roccia delle conformazioni che ricordano le radici di un albero 

Notiamo nella roccia delle conformazioni che ricordano le radici di un albero 

La vegetazione si dirada e alzandoci su dei terrazzamenti rocciosi giungiamo alla base di un contrafforte

La vegetazione si dirada e alzandoci su dei terrazzamenti rocciosi giungiamo alla base di un contrafforte  ….

… non lo arrampichiamo direttamente ma lo aggiriamo a destra per pochi metri ….

….. individuando quello che a noi sembra essere un punto debole, cioè un camino di circa 7/8 metri discretamente esposto, passaggio di 2° con uscita difficoltosa causa scarsi appigli


Camino di circa 7/8 metri discretamente esposto, passaggio di 2° con uscita difficoltosa causa scarsi appigli

Camino di circa 7/8 metri discretamente esposto, passaggio di 2° con uscita difficoltosa causa scarsi appigli

Camino di circa 7/8 metri discretamente esposto, passaggio di 2° con uscita difficoltosa causa scarsi appigli

Guadagnata l’ampia cresta superiore camminiamo in piano fino al punto alto senza indicazioni

Cima q.713

Scendiamo dalla Cima q.713


Camminiamo sull’ampia cresta pervenendo alla seconda difficoltà, cioè la scalata del promontorio roccioso che precede lo Zucco dell’Urlo

Ci abbassiamo per superare in aderenza un grosso macigno …..

…. poi ci alziamo spostandoci a destra avendo preventivamente individuato il cengione che in alto contorna il “cappello roccioso” dalle pareti verticali, passaggi di 1° in discreta esposizione.

…. poi ci alziamo spostandoci a destra avendo preventivamente individuato il cengione che in alto contorna il “cappello roccioso” dalle pareti verticali, passaggi di 1° in discreta esposizione.

Cima q.827 (Alle nostre spalle la cresta fin qui percorsa)

Cima q.827 (Giunti in vetta, si manifesta il vasto promontorio ricoperto di cespugli di erica dello Zucco dell’Urlo) 

 

Cima q.827 (Procediamo disarrampicando immediatamente un salto di circa 2 metri con passaggio di 2°ottimamente scalinato) 

Cima q.827 (Procediamo disarrampicando immediatamente un salto di circa 2 metri con passaggio di 2°ottimamente scalinato)

Cominciamo a prendere quota faticosamente e con disagio nel vasto groviglio di cespugli, inerpichiamo a vista privilegiando il lato sinistro che sembra più agevole

Cominciamo a prendere quota faticosamente e con disagio nel vasto groviglio di cespugli, inerpichiamo a vista privilegiando il lato sinistro che sembra più agevole

 

Saliamo faticosamente verso lo Zucco dell’Urlo

Inerpichiamo a vista privilegiando il lato sinistro che sembra più agevole

Zucco dell’Urlo q.987 (Sulla vetta troviamo un tubo metallico)

Dalla vetta dello Zucco dell’Urlo in lontananza si scorge l’evidente torretta che dobbiamo raggiungere e lo sviluppo del crinale

Alla nostra sinistra possiamo vedere tutto il crinale di ritorno dopo che abbiamo lasciato gli edifici di Colareta

Il versante NE dello Zucco dell’Urlo precipita, è d’obbligo camminare a sinistra per pochi metri per individuare la facile rampa stretta tra il bosco e la bastionata rocciosa che ci permette di scendere facilmente

 

Il versante NE dello Zucco dell’Urlo precipita, è d’obbligo camminare a sinistra per pochi metri per individuare la facile rampa stretta tra il bosco e la bastionata rocciosa che ci permette di scendere facilmente

Sella q.965 (Abbiamo appena sceso la rampa e siamo sotto la vetta dello Zucco dell’Urlo, sulla sella erbosa troviamo un traliccio di metallo)

Avanziamo in falsopiano su elementare crinale ….

…. poi cominciamo a guadagnare quota inoltrandoci nella disagevole fitta macchia di cespugli, inerpichiamo molto lentamente divincolandoci per cercare il varco migliore  ….

… più in alto affrontiamo qualche facile passaggio su roccia, l’obiettivo è quello di raggiungere la torretta

In vista della torretta

 

Torretta q.1086 (Finalmente conquistiamo lo spallone dove c’è la torretta e l’edificio annesso, entrambi in stato di abbandono, cominciamo a camminare sulla carrareccia che ha inizio dalla torretta)

In breve incontriamo una grande cisterna di metallo dismessa

Sulla carrareccia in direzione di Colareta

Arrivo a Colareta

Colareta q.1104 (Per CTR Toscana 1104,2 m. Sono due bassi casotti in muratura) 


Superiamo gli edifici di Colareta e mantenendoci sul crinale oltrepassiamo anche il traliccio dell’Enel di fianco il quale notiamo un rudere

Cuspide rocciosa q.1080 (Il crinale perde quota e si ricopre di cespugli, insistendo arriviamo al suo termine dove ci compare una “cupola rocciosa” oltre la quale precipita. Pochi metri prima scendiamo a sinistra facendoci spazio tra i fitti cespugli di erica) 

In breve ne usciamo nell’ampio e aperto crinale erboso sottostante percorso da pali della luce, direzione SO

L’ampio crinale percorso dai pali della luce

Percorrendo l’ampio crinale erboso possiamo ammirare in lontananza alla nostra destra la grande cava Canal d’Abbia

Alla nostra sinistra c’è la siluette dello Zucco dell’Urlo

 

Casermetta q.930 (Perdendo quota ci innestiamo sulla marmifera dove c’è un grande edificio abbandonato) 

A sinistra la marmifera si esaurisce nella piazzola dove ci sono due torrette elettriche dismesse

Seguiamo la marmifera comincia a scendere a tornanti

Bivio q.905 (Al termine della discesa siamo sulla marmifera di fondovalle, in loco è rimasto un grande container aperto, andiamo a destra)

CAI 40 q.968 (Oltrepassiamo una sbarra e la marmifera si esaurisce innestandosi sulla SP.59 dove troviamo anche i cartelli del CAI 40. Senza mettere piede sulla strada voltiamo immediatamente a sinistra)

Ci portiamo sul cucuzzolo roccioso sormontato da un’antenna …


…. sotto il quale scendiamo seguendo il sentiero CAI 40 che entra tra la vegetazione

Il CAI 40 esce su una bella cresta rocciosa e panoramica

 

Panorama dal CAI 40 dove possiamo ammirare alla nostra sinistra la cresta Pennone di Pratazzolo/Zucco dell’Urlo percorsa all’andata

Biforcazione con cartelli: scartiamo a destra l’inizio del CAI 193 per monte d’Arma e teniamo il CAI 40 ben segnato ma su sentiero incerto nel fitto bosco

Sul CAI 40


Sul CAI 40

Marmifera q.246 (Il sentiero CAI 40 nel frattempo si sviluppa a mezzacosta e perdendo quota s’innesta sulla marmifera, l’attraversiamo e il CAI 40 riprende a scendere rientrando nel bosco)

   Bivio q.188: Il sentiero scende a zig-zag, tralasciamo a sinistra un sentiero non segnato …

… e stiamo a destra costeggiando subito una recinzione in vista della strada asfaltata.  

  Strada asfaltata q.181 (Il sentiero termina sulla strada via Torano Piastra, andiamo a sinistra attraversando il ponte sul fosso di Porcinacchia, ignoriamo subito a sinistra la stradina privata con cancello e risaliamo la strada principale)