mercoledì 2 aprile 2014

Fontana Moneta 3 (E/EE)


Lunga escursione nel comprensorio di Fontana Moneta nell'appennino Faentino da Rivacciola a Cà di Malanca

DATA: 16 marzo 2014

PARTENZA: Da Castel Bolognese (sulla Via Emilia tra Imola e Faenza), prendiamo la SP.306 oltrepassando i paesi di Riolo Terme e Casola Valsenio fino alla località Rivacciola, esattamente 0,5 km prima di arrivare a Mercatale (26,6 km dalla Via Emilia). Dobbiamo individuare in basso alla nostra destra, il piccolo cimitero di Rivacciola dove possiamo eventualmente parcheggiare, l’escursione inizia a sinistra dove c’è il cartello del CAI GCR o Corolla delle Ginestre.




Consigliata la carta escursionistica scala 1:25000 "Gli antichi sentieri attorno al rifugio di Fontana Moneta"

ITINERARIO: Rivacciola q.276 (Dalla SP.306 iniziamo prendendo la piccola stradina a sinistra di fianco alcune abitazioni, che poi prosegue in salita dietro le stesse, indicazioni su cartello CAI)         Bivio q.314 (Bivio della carrozzabile: a destra conduce a Piancastello, indicazioni, noi dritto in salita oltrepassiamo una casa abitata)         Ca’ Ruinate q.344 (Vecchia casa e capannone, il CAI GCR prosegue in salita ora su sterrata dietro quest’ultimo)        Bivio q.392 (Bivio della sterrata, dritto a destra non è segnata, noi dritto a sinistra in salita)         Incrocio q.418 (Dritto a sinistra non è segnata, alla nostra destra ci proviene la sterrata dal bivio precedente, noi dritto in salita oltrepassiamo un capanno di caccia)          Bivio q.449 (Bivio di larghi sentieri sterrati: a destra prosegue in falsopiano, noi dritto in salita che è sempre CAI GCR)          Deviazione q.468 (Lasciamo il largo sentiero sterrato, il CAI GCR ora prosegue a destra per sentiero che in breve inizia a salire ripidamente attraverso la pineta)          Sella q.557 (Siamo in mezzo al bosco, a sinistra scende un sentiero non segnato per Ca’ Banzuole, a destra scende un sentiero non segnato per Canalecchia, noi teniamo il CAI GCR in salita)          Monte Cece q.759 (Sulla cima è situata una targa in onore della fanteria inglese per i meriti che ebbe nella seconda guerra mondiale, ora scendiamo dalla parte opposta)       Largo sentiero q.717 (Innesto su largo sentiero dopo la discesa)         Bivio q.700 (Bivio del largo sentiero, a sinistra prosegue in piano ed è situata una tabella informativa, noi andiamo a destra in discesa con il CAI GCR e indicazioni per il Poggiolo)         Bivio q.649 (Siamo in un castagneto, dritto si prosegue in piano, noi a sinistra sempre in discesa con il CAI GCR)        Ca’ Martinfabbro q.553 (Della casa rimane solo un cumulo di sassi, curviamo a gomito a sinistra in discesa, ora su sterrata)         Bivio q.506 (A sinistra la sterrata sale, noi curviamo a gomito a destra in discesa)     –     Deviazione q.422 (Lasciamo la sterrata e scendiamo a sinistra su largo sentiero, in breve oltrepassato un fosso d’acqua, lo lasciamo perché dritto termina all’agriturismo “Il Poggiolo”, e scendiamo a vista alla sottostante carrozzabile)    –     Carrozzabile q.403 (Innesto sulla carrozzabile, siamo poco sotto l’agriturismo “Il Poggiolo”, dalla parte opposta prendiamo la sterrata che scende al torrente)         Torrente Sintria (Bivio della sterrata, andiamo a destra e guadiamo il torrente Sintria poi incominciamo a risalire, siamo sempre sul CAI GCR ora anche UOEI 18)          Bivio q.400 (A destra c’è una sterrata non è segnata, noi andiamo dritto in salita sul CAI GCR/UOEI 18)        Bivio q.447 (Lasciamo il CAI GCR e risaliamo a destra nel castagneto con il sentiero UOEI 18, segni gialli, che taglia per poi ricollegarsi poco sopra di nuovo al sentiero sterrato CAI. Casotto in lamiera sul bivio)         Sterrata q.560 (Il largo sentiero CAI GCR/UOEI 18 dopo che si sono ricongiunti si vanno a innestare in una sterrata, la teniamo a sinistra seguendo i pali della luce)          Forestale q.596 (Innesto sulla forestale “Ca’ Malanca-Valgelato”, a destra scende, noi dritto in salita che è sempre CAI GCR/UOEI 18)          Bivio q.664 (Dritto a sinistra in discesa inizia un sentiero sterrato non segnato, teniamo la forestale)        Incrocio q.701 (Innesto sulla carrozzabile, dalla parte opposta scende la forestale “Ca’ Malanca-Corneto” chiusa da catena, a destra conduce a Croce Daniele, noi andiamo a sinistra con indicazioni per Ca’ Malanca evitando dopo poche decine di metri il sentiero CAI 505 a sinistra)         Ca’ di Malanca q.720 (Vecchi edifici ristrutturati ora adibiti a museo, torniamo sui nostri passi)        Incrocio q.701 (Proseguiamo sulla carrozzabile in piano che è anche CAI 505)         Deviazione q.714 (Lasciamo la carrozzabile e andiamo a destra su sentiero CAI SF che è anche UOEI 17, cartello)        Bivio q.711 (Il largo sentiero prosegue a destra verso il sottostante capanno, noi andiamo dritto sul CAI SF o UOEI 17 per sentierino)    –     Il Castellaccio q.725 (Pochi ruderi di quello che era il Castello di Fornazzano, ora il CAI SF/UOEI 17 inizia a scendere)    –     Casa q.640 (Casa abitata, la aggiriamo portandoci dietro la stessa e il CAI SF/UOEI 17 prosegue in discesa)    –     Fornazzano q.604 (Innesto sulla carrozzabile, la attraversiamo e proseguiamo per sentiero in discesa CAI SF/UOEI 17 davanti all’antica chiesa, cartelli)       Rudere q.554 (Innesto su largo sentiero sterrato, lo attraversiamo e scendiamo sempre con il CAI SF/UOEI 17 che passa di fianco al rudere senza nome su IGM e quotato 554)        Incrocio q.491 (Innesto su forestale dopo la discesa dal Rudere q.554, a destra oltrepassata una sbarra si biforca, noi invece andiamo dritto a sinistra che è CAI SF e UOEI 17/18, indicazioni per Fontana Moneta)        Casa q.529 (Vecchia casa che ci rimane a poca distanza sulla nostra sinistra)    –     Bivio q.553 (Bivio della forestale, a sinistra sale a Verletta, noi a destra in discesa che è sempre CAI SF/UOEI 17-18)     –     Bivio q.531 (A sinistra in ripida salita c’è il sentiero UOEI 110, noi teniamo la forestale ignorando dopo poche decine di metri un sentiero non segnato a destra)       Bivio q.526 (Cartelli: dritto inizia il sentiero CAI 543 per Fontana Moneta, noi teniamo la forestale che inizia a salire, siamo sempre sul CAI SF “Sentiero Frassati” e sul crocevia UOEI 11)        Bivio q.586 (Bivio della forestale, dritto curva a destra, noi curviamo subito a destra a ritroso in salita con cartello che indica “Presiola”, crocevia UOEI 57)    –     Bivio q.585 (A sinistra la forestale scende chiusa da catena, noi andiamo dritto e dopo poche decine di metri, anche se da qui non è ancora visibile, c’è Presiola, crocevia UOEI 56)        Presiola q.582 (Antica chiesa abbandonata, torniamo sui nostri passi)    –      Bivio q.585 (Ora proseguiamo sulla forestale a destra in leggera discesa chiusa da catena che è sempre CAI SF)     –     Presioletta q.618 (Ruderi di case sulla curva a gomito della forestale. Incrocio: a sinistra sale il sentiero CAI SF e UOEI 14, di fianco ai ruderi c’è un sentiero non segnato, noi teniamo la forestale che inizia a scendere che è UOEI 16)     –     Crusazza q.603 (Grande casa colonica abbandonata)        Bivio q.602 (Dopo appena un minuto avere lasciato Crusazza, evitiamo lo sterrato che scende a destra e teniamo la forestale)        Deviazione q.648 (La forestale curva a gomito a sinistra, c’è un vecchio cancello e una grande impalcatura da muratore adibita alla caccia, cartelli. Lasciamo la forestale e risaliamo per sentierino a sinistra che si porta sul crinale alberato, siamo sul CAI SF o UOEI 16)        Deviazione q.690 (Percorsi tratti panoramici di crinale, il sentiero segnato scende a destra e arriviamo alla nostra deviazione: a sinistra il CAI SF o UOEI 16 risale riportandosi sul crinale, noi andiamo a destra, nord, su larga dorsale non segnata)       Capanno di caccia q.672 (Appostamento fisso di caccia, ci arriviamo dopo un minuto dalla deviazione precedente, ora si prosegue per sterrata)        Incrocio q.642 (Incrocio di sterrate/carrozzabili: a destra riporta alla Deviazione q.648, dritto inizia una sterrata per monte Cece, a sinistra inizia una sterrata in leggera salita che prendiamo, a sinistra a gomito la carrozzabile scende)        Bivio q.650 (Un sentiero sterrato risale a destra verso Monte Pianaccino, teniamo la sterrata in falsopiano, in breve curva a destra e inizia a scendere nel castagneto riducendosi a sentiero)         Pian d’Ospino q.536 (Arriviamo al rudere facendo una breve deviazione dal sentiero, andando a sinistra sul bordo del coltivo e raggiungendolo a vista. Torniamo sui nostri passi sul sentiero, e in breve si prosegue a mezzacosta nel castagneto)        Sbarra q.474 (Scesi attraverso il castagneto, oltrepassiamo un piccolo casotto di lamiera e arriviamo alla sbarra di ferro, ora si prosegue per sterrata in salita)     –      Incrocio q.486 (A sinistra scende una piccola sterrata a zig-zag, a destra sale un largo sentiero con pietrisco, noi teniamo la sterrata in falsopiano)        Bivio q.458 (Oltrepassiamo una sbarra di ferro e c’innestiamo in un'altra sterrata, a destra sale ripidamente, noi a sinistra in discesa)         Casa q.386 (Vecchia casa abitata con capannone annesso, si prosegue in discesa su stradina cementata)    –     Asfaltata q.310 (Passiamo di fianco a una casa e c’innestiamo sulla stradina asfaltata che è “via Sfirolo”, la teniamo a sinistra in leggera discesa verso il torrente Senio)        SP.306 q.310 (Innesto sulla strada provinciale, andiamo a destra)    –     Mercatale q.291        Rivacciola q.276.

 
DISLIVELLO TOTALE: 1300 m
QUOTA MASSIMA: Monte Cece q.759
LUNGHEZZA: 22 km
DIFFICOLTA: E/EE 

NOTE:



Sentieri



- Lungo itinerario su sentieri ben segnati dal CAI e dalla sezione UOEI di Faenza, la parte finale dalla Deviazione q.690 fino a Rivacciola invece è per sentieri non segnati. Tutta la zona è percorsa da una fitta rete sentieristica, segnatura classica bianco/rossa del CAI e gialla da parte dell’UOEI (http://faenza.uoei.it/) che potrebbe creare qualche problema a chi non conosce la zona.

- La carta escursionistica scala 1:25000 "Gli antichi sentieri attorno al rifugio di Fontana Moneta" è reperibile nelle librerie locali o dal sito http://www.escursionista.it/


La battaglia di Monte Cece,relazione integrale tratta dal sito 

http://cdglcv.blogspot.it/
Centro di documentazione della guerra di liberazione

Contemporaneamente ai combattimenti di Monte Battaglia, sulle alture contrapposte del versante di destra della valle del Senio, la I Divisione di fanteria britannica impegna una lotta selvaggia con la 715a Divisione di granatieri tedeschi per la conquista dell'importante quota militare di Monte Cece, dominante la strada Casolana (chiamata direttrice «Freccia» nei dispacci alleati). 
Le truppe inglesi sono costrette ad avanzare su strade e sentieri resi irriconoscibili dalla pioggia e da un traffico di veicoli militari assai sostenuto e poco organizzato. Per superare gli ostacoli frapposti dal fango nello svolgimento di tutte le attività di appoggio alle operazioni militari vere e proprie, in particolare il rifornimento di armi e viveri e il trasporto dei feriti, tanto le truppe britanniche che quelle indiane, alle loro dipendenze, si erano messe ad impiegare i muli su vasta scala. Il 3 ottobre 1944 una brigata di fanteria si conquista a fatica un pezzo di montagna con un attacco sotto la pioggia battente; ma poi gli inglesi sono costretti a retrocedere poche ore dopo da un contrattacco che i tedeschi sferrano con estrema violenza, spalleggiati da alcuni reparti di bersaglieri dell'esercito repubblichino. Il giorno dopo gli inglesi rinnovano l'assalto, ma sono costretti a fermarsi alle pendici del monte; un altro battaglione compie allora un ulteriore tentativo, con la copertura delle mitragliatrici, ma anche questo è costretto ad arrestarsi a circa 300 metri dalla vetta. Le speranze di conquista di Monte Cece da parte alleata vengono affidate ad un ultimo battaglione non ancora impegnato, ma già il primo tentativo dei fucilieri si conclude con una cruenta delusione. Viene quindi concordato l'intervento delle artiglierie piazzate a S. Apollinare, ma i fucilieri britannici impiegano più tempo del previsto per arrampicarsi lungo le pendici del monte, ostacolati come sono dalla nebbia, dalla pioggia e dal fango così che quando il fuoco di sbarramento dell'artiglieria cessa i tedeschi possono riprendere le loro posizioni dominanti e da qui falciare le squadre inglesi che sopraggiungono. Riprende allora immediatamente il fuoco delle artiglierie alleate, ma i superstiti del battaglione inglese devono rassegnarsi a consolidare le loro posizioni a meno di 50 metri dalla cresta di Monte Cece. 
Il tentativo di raggiungere la vetta viene rinnovato l'8 ottobre, nel primo pomeriggio, e finalmente dopo un sanguinoso corpo a corpo, gli inglesi conquistano Monte Cece, proseguendo poi nello slancio verso il displuvio successivo e costringendo i tedeschi a ripiegare sul Cerro e sul Monte della Vecchia; ma intanto molti soldati della Wehrmacht, stanchi di combattere, laceri, sfiduciati, si lasciano catturare dagli inglesi che rastrellano i campi e i boschi del fianco nord del monte. Si può dire che dalla fine di settembre non solo le zone a ridosso del­le linee di combattimento ma tutto il territorio di Casola si trasforma in teatro di guerra in quanto costituisce l'immediata retrovia delle truppe tedesche e le conseguenze per gli uomini e le cose sono disastrose, cosicché il fenomeno dello sfollamento assume dimensioni massicce. Tra il giorno 25 e il 26 settembre le granate cominciano a cadere sempre più fitte sul paese, lungo il fiume e la strada provinciale, mentre gli aerei alleati bombardano il centro abitato, colpendo il Casermone sotto le cui macerie perdono la vita una donna e due suoi piccoli figli. Nelle strade si ammucchiano ormai cumuli di macerie, molte case sono sventrate, un denso fumo grava su tutto. Chi è rimasto in paese cerca di porsi in qualche modo al riparo in rifugi ricavati nelle cantine o negli anfratti sul fiume dove rimane in paurosa attesa per due giorni e due notti, tanto dura il cannoneggiamento. Poco prima delle ore 10 del 28 settembre alcuni aerei alleati sbucano da sopra la collina di Meleta e l'abitato di Casola viene ancora sottoposto ad un violento bombardamento: finita l'incursione, la calma scende sul paese, rotta qua e là da lamenti di feriti, da grida di ricerca. 
I casolani che ancora erano rimasti escono dai rifugi, raccolgono qualche indumento personale, spesso rovistando tra le macerie, e quasi tutti si decidono a sfollare in campagna, in maggioranza oltre il fiume, dove i combattimenti sono meno intensi. Gli sfollati, soli o a gruppi, chiedono ospitalità alle famiglie contadine, ospitalità che non viene mai rifiutata, anche se chi la chiede non è un parente, né un amico, né un conoscente: è questo un altro tributo che la popolazione contadina paga generosamente alla guerra. A nessuno viene chiesto conto del passato, non viene mai avanzata una richiesta di denaro per l'alloggio e il vitto, e tutto ciò di cui dispone la famiglia contadina viene diviso equamente tra i presenti. Ma neanche in campagna la popolazione civile può ritenersi al sicuro: il 30 settembre un proiettile d'artiglieria esplode all'interno di un rifugio improvvisato nei pressi di Ca' Galassi di Budrio dove sono accalcate alcune famiglie: il ventaglio di schegge e lo spostamento d'aria uccidono dodici persone. I pericoli cui debbono soggiacere gli sfollati non si limitano a questo: è sempre incombente infatti la minaccia di rappresaglie che   come abbiamo visto - colpiscono in modo indiscriminato e feroce. Il 6 ottobre, per citare un caso, in località S. Andrea in seguito all'uccisione, ad opera di tre partigiani, di tre tedeschi, non solo le postazioni partigiane vengono bombardate col fuoco dei mortai, ma vengono date alle fiamme anche due case coloniche. La rappresaglia continua col prelevamento di circa 50 sfollati casolani che vengono disposti in fila per la fucilazione. Giuseppe Pittàno, che è fra loro, riesce a convincere il comandante del plotone della estraneità dei civili nella uccisione dei tedeschi e della inutilità di una simile strage che invece di incutere timore non provocherebbe altro che odio. Nei giorni che seguono non c'è tregua nel bombardamento su Casola e dintorni, mentre innumerevoli scontri si susseguono tra pattuglie tedesche da una parte e, dall'altra, pattuglie partigiane e anche alleate che effettuano delle incursioni partendo dal fronte del loro schieramento che taglia la vallata lungo una linea che va da Monte Battaglia a Monte Cece. Come ben si può capire a questo punto, le condizioni della gente di Casola - sia quella sfollata, sia quella rimasta in paese - stanno raggiungendo un livello di disagio intollerabile e pongono problemi gravissimi di ogni genere.


TEMPI RILEVATI:
Tempo
      Totale
      (ore)
TEMPI RILEVATI:
Tempo
Totale (ore)
Rivacciola
0,00
Fornazzano
3,13
Bivio q.314
0,05
Rudere q.554
3,17
Ca’ Ruinate
0,08
Incrocio q.491
3,23
Bivio q.392
0,14
Casa q.529
3,27
Incrocio q.418
0,16
Bivio q.553
3,30
Bivio q.449
0,20
Bivio q.531
3,37
Deviazione q.468
0,22
Bivio q.526
3,40
Sella q.557
0,38
Bivio q.586
3,48
Monte Cece
1,02
Bivio q.585
3,53
Largo sentiero q.717
1,06
Presiola
3,54
Bivio q.700
1,08
Bivio q.585
/
Bivio q.649
1,13
Presioletta
4,04
Ca’ Martinfabbro
1,24
Crusazza
4,16
Bivio q.506
1,27
Bivio q.602
4,17
Deviazione q.422
1,34
Deviazione q.648
4,30
Carrozzabile q.403
1,37
Deviazione q.690
4,43
Torrente Sintria
1,40
Capanno di caccia q.672
4,44
Bivio q.400
1,43
Incrocio q.642
4,48
Bivio q.447
1,50
Bivio q.650
4,49
Sterrata q.560
2,03
Pian d’Ospino
5,05
Forestale q.596
2,10
Sbarra q.474
5,16
Bivio q.664
2,19
Incrocio q.486
5,18
Incrocio q.701
2,24
Bivio q.458
5,27
Ca’ di Malanca
2,27
Casa q.386
5,34
Incrocio q.701
/
Asfaltata q.310
5,44
Deviazione q.714
2,35
SP.306 q.310
5,51
Bivio q.711
2,37
Mercatale
/
Il Castellaccio  
3,02
Rivacciola
6,06
Casa q.640
3,10








Rivacciola q.276 (Dalla SP.306 iniziamo prendendo la piccola stradina a sinistra di fianco alcune abitazioni, che poi prosegue in salita dietro le stesse, indicazioni su cartello CAI)
Rivacciola q.276 (Dalla SP.306 iniziamo prendendo la piccola stradina a sinistra di fianco alcune abitazioni, che poi prosegue in salita dietro le stesse, indicazioni su cartello CAI)
Rivacciola q.276 (Dalla SP.306 iniziamo prendendo la piccola stradina a sinistra di fianco alcune abitazioni, che poi prosegue in salita dietro le stesse, indicazioni su cartello CAI)
Rivacciola q.276 (Dalla SP.306 iniziamo prendendo la piccola stradina a sinistra di fianco alcune abitazioni, che poi prosegue in salita dietro le stesse, indicazioni su cartello CAI)
Arrivo a Ca’ Ruinate
Ca’ Ruinate q.344

Ca’ Ruinate q.344
Ca’ Ruinate q.344
Bivio q.392 (Bivio della sterrata, dritto a destra non è segnata, noi dritto a sinistra in salita)
Deviazione q.468 (Lasciamo il largo sentiero sterrato, il CAI GCR ora prosegue a destra per sentiero che in breve inizia a salire ripidamente attraverso la pineta)   
Sul CAI GCR che sale al monte Cece
Sul CAI GCR che sale al monte Cece

Sul CAI GCR che sale al monte Cece
Sul CAI GCR che sale al monte Cece
Monte Cece q.759
(Sulla cima è situata una targa in onore della fanteria inglese per i meriti che ebbe nella seconda guerra mondiale)
Monte Cece q.759
(Sulla cima è situata una targa in onore della fanteria inglese per i meriti che ebbe nella seconda guerra mondiale)
Monte Cece q.759
(Sulla cima è situata una targa in onore della fanteria inglese per i meriti che ebbe nella seconda guerra mondiale)
Monte Cece q.759 (Ora scendiamo dalla parte opposta)

Largo sentiero q.717 (Innesto su largo sentiero dopo la discesa)    
Bivio q.700 (Bivio del largo sentiero, a sinistra prosegue in piano ed è situata una tabella informativa, noi andiamo a destra in discesa con il CAI GCR e indicazioni per il Poggiolo)  
CAI GCR per il Poggiolo
Auto in "divieto di sosta" sul CAI GCR
Ca’ Martinfabbro q.553
(Della casa rimane solo un cumulo di sassi)
Ca’ Martinfabbro q.553
(Della casa rimane solo un cumulo di sassi)

CAI GCR per il Poggiolo
Arrivo alla Carrozzabile q.403
Carrozzabile q.403 (Innesto sulla carrozzabile, siamo poco sotto l’agriturismo “Il Poggiolo”, dalla parte opposta prendiamo la sterrata che scende al torrente)    
Torrente Sintria (Bivio della sterrata, andiamo a destra e guadiamo il torrente Sintria poi incominciamo a risalire, siamo sempre sul CAI GCR ora anche UOEI 18)   
Bivio q.447 (Lasciamo il CAI GCR e risaliamo a destra nel castagneto con il sentiero UOEI 18, segni gialli, che taglia per poi ricollegarsi poco sopra di nuovo al sentiero sterrato CAI. Casotto in lamiera sul bivio)
Risaliamo a destra nel castagneto con il sentiero UOEI 18

Sul CAI GCR ora anche UOEI 18
Forestale q.596 (Innesto sulla forestale “Ca’ Malanca-Valgelato”)   
Bivio q.664 (Dritto a sinistra in discesa inizia un sentiero sterrato non segnato, teniamo la forestale)
Incrocio q.701 (Innesto sulla carrozzabile, dalla parte opposta scende la forestale “Ca’ Malanca-Corneto” chiusa da catena, a destra conduce a Croce Daniele, noi andiamo a sinistra con indicazioni per Ca’ Malanca evitando dopo poche decine di metri il sentiero CAI 505 a sinistra)   
Incrocio q.701 (Innesto sulla carrozzabile, dalla parte opposta scende la forestale “Ca’ Malanca-Corneto” chiusa da catena, a destra conduce a Croce Daniele, noi andiamo a sinistra con indicazioni per Ca’ Malanca evitando dopo poche decine di metri il sentiero CAI 505 a sinistra)   
Cà di Malanca

Cà di Malanca
Cà di Malanca
Cà di Malanca
Carrozzabile CAI 505
Deviazione q.714 (Lasciamo la carrozzabile e andiamo a destra su sentiero CAI SF che è anche UOEI 17, cartello) 
Sul sentiero CAI SF che è anche UOEI 17

Sul sentiero CAI SF che è anche UOEI 17
Sul sentiero CAI SF che è anche UOEI 17
Sul sentiero CAI SF che è anche UOEI 17 (In vista de Il Castellaccio)
Il Castellaccio q.725
(Pochi ruderi di quello che era il Castello di Fornazzano)
Il Castellaccio q.725
(Pochi ruderi di quello che era il Castello di Fornazzano)


Sul sentiero CAI SF che è anche UOEI 17 che scende da Il Castellaccio verso Fornazzano
Casa q.640 (Casa abitata, la aggiriamo portandoci dietro la stessa e il CAI SF/UOEI 17 prosegue in discesa)
La chiesa di Fornazzano
Campanile a vela della chiesa di Fornazzano
L’edificio sul retro della chiesa di Fornazzano

Rudere q.554 (Rudere senza nome su IGM e quotato 554)   
Rudere q.554 (Vecchia fontana)  
Rudere q.554 (Rudere senza nome su IGM e quotato 554)   
Rudere q.554 (Rudere senza nome su IGM e quotato 554)   
CAI SF/UOEI 17 dopo avere oltrepassato il Rudere q.554
Casa q.529
(Vecchia casa che ci rimane a poca distanza sulla nostra sinistra)

L’antica chiesa abbandonata di Presiola
L’antica chiesa abbandonata di Presiola
La sterrata tra Presiola e Presioletta
I ruderi delle case di Presioletta

I ruderi delle case di Presioletta
I ruderi delle case di Presioletta
Lasciamo i ruderi delle case di Presioletta
In vista di Crusazza
Crusazza q.603 (Grande casa colonica abbandonata)    
Crusazza q.603 (Grande casa colonica abbandonata)  

Crusazza q.603 (Grande casa colonica abbandonata)    
Crusazza q.603 (Grande casa colonica abbandonata)   
Crusazza q.603 (Grande casa colonica abbandonata)    
Crusazza q.603 (Grande casa colonica abbandonata)    
Deviazione q.648 (La forestale curva a gomito a sinistra, c’è un vecchio cancello e una grande impalcatura da muratore adibita alla caccia, cartelli. Lasciamo la forestale e risaliamo per sentierino a sinistra che si porta sul crinale alberato, siamo sul CAI SF o UOEI 16)   
Deviazione q.648 (La forestale curva a gomito a sinistra, c’è un vecchio cancello e una grande impalcatura da muratore adibita alla caccia, cartelli. Lasciamo la forestale e risaliamo per sentierino a sinistra che si porta sul crinale alberato, siamo sul CAI SF o UOEI 16)   

Deviazione q.690
(Andiamo a destra, nord, su larga dorsale non segnata)
Capanno di caccia q.672 (Appostamento fisso di caccia, ci arriviamo dopo un minuto dalla deviazione precedente, ora si prosegue per sterrata)
Incrocio q.642 (Incrocio di sterrate/carrozzabili: a destra riporta alla Deviazione q.648, dritto inizia una sterrata per monte Cece, a sinistra inizia una sterrata in leggera salita che prendiamo, a sinistra a gomito la carrozzabile scende)
La sterrata inizia a scendere nel castagneto riducendosi a sentiero
Pian d’Ospino q.536 (Arriviamo al rudere facendo una breve deviazione dal sentiero, andando a sinistra sul bordo del coltivo e raggiungendolo a vista)
Pian d’Ospino

Pian d’Ospino
Pian d’Ospino
Oltrepassato Pian d’Ospino, in breve si prosegue a mezzacosta nel castagneto.
 Scesi attraverso il castagneto, oltrepassiamo un piccolo casotto di lamiera e arriviamo alla Sbarra q.474
Bivio q.458 (Oltrepassiamo una sbarra di ferro e c’innestiamo in un'altra sterrata, a destra sale ripidamente, noi a sinistra in discesa)
Zoomata sul paese di Misileo

Arrivo alla vecchia Casa q.386 (Abitata)
Torrente Senio
Arrivo a Mercatale con la SP.306
La chiesa di Rivacciola