giovedì 29 giugno 2017

Monte Corchia (dalla lizza dei Tavolini) EE

La risalita della lizza dei Tavolini al monte Corchia nelle Alpi Apuane (Toscana) rappresenta uno di quegli itinerari tutti da scoprire passo dopo passo, la montagna e la storia dell'attività estrattiva delle antiche cave di marmo si fondono in un ambiente unico e selvaggio, riservato solo a escursionisti esperti e conoscitori del posto.

DATA: 24 aprile 2017

PARTENZA: Con l’autostrada A12 Pisa-La Spezia si esce al casello di Versilia seguendo le indicazioni per Forte dei Marmi, Querceta fino a Seravezza (7,5 km dal casello autostradale), da qui si prosegue in direzione di Stazzema con la SP.9 fino oltrepassare l’abitato di Ruosina, e al bivio con la SP.10 andiamo a sinistra arrivando al paese di Levigliani, le indicazioni per l’Antro del Corchia ci conducono al piazzale Fiamme Gialle punto di partenza dei bus navetta e parcheggio auto (circa 21 km dal casello autostradale).




Stralcio della mappa interattiva webmapp tratta dal sito http://www.webmapp.it/

ITINERARIO: Levigliani q.585 (Dalla minuscola piazzetta risaliamo la stradina per pochi metri, al bivio soprastante a destra è interdetta al traffico e conduce all’Antro del Corchia tramite bus navetta, indicazioni anche per l’area pic-nic, noi andiamo a sinistra con la stradina che aggira dall’alto l’abitato e conduce verso il passo Croce)      Deviazione q.679 (Percorrendo la stradina ci siamo lasciati l’abitato di Levigliani alle nostre spalle, giunti al secondo tornante abbandoniamo la strada asfaltata e prendiamo la carrozzabile alla nostra destra, indicazioni assenti e cassetta della posta su un albero, sporadici segni azzurri)       Bivio q.682 (Oltrepassata una fontana, dritto a destra scende un sentiero, stiamo sulla carrozzabile)        Ranch Olocco q.685 (Vecchia casa abitata)       La Baita q.789 (Vecchia casa ad uso vacanze)       Ca’ Morlo q.725 (Vecchia casa ad uso vacanze)    –    Casa q.727 (Vecchia casa ad uso vacanze a poca distanza da Ca’ Morlo. Termina la carrozzabile, risaliamo a destra la bella mulattiera di fianco la casa delimitata da muretti di sasso, cartelli assenti e sporadici segni azzurri)       Rudere q.782 (Situato alla nostra sinistra poco sotto la mulattiera)       Bivio q.790 (Innesto su mulattiera in piano, a sinistra conduce alla strada asfaltata Levigliani-P.so Tre Croci, segni azzurri, noi andiamo a destra, segni gialli e cartelli assenti)       Traliccio Enel q.807 (In breve arriviamo a un traliccio dell’Enel, la nostra mulattiera risale a sinistra passando di fianco il rudere soprastante e in breve si riduce a sentierino, segni gialli)      Canale del Rio q.876 (Pochi metri prima di arrivare al fosso d’acqua, il nostro sentiero risale ripidamente a sinistra sempre nel fitto bosco, in breve poco sopra di noi si notano i muri di un casotto ormai crollato)       Bivio q.903 (A destra la traccia conduce verso il fosso a poca distanza, il nostro tracciato ben segnato di giallo risale a sinistra, comunque entrambi si riuniscono poco sopra e in ogni modo anche se il sentierino in questo tratto è poco evidente, dobbiamo tenerci paralleli al corso d’acqua senza oltrepassarlo)        Rudere q.931 (La traccia nel fitto bosco è poco evidente ma i buoni segni gialli ci aiutano. Arriviamo a un grande rudere, ora andiamo a destra in piano passandogli davanti, direzione nord)        Fosso La Fredda q.944 (Guadiamo il fosso d’acqua, affluente del Canale del Rio, dalla parte opposta anche se il sentiero termina, è ben visibile a poche decine di metri nel fitto bosco il rudere di casa Sellora che raggiungiamo seguendo i segni gialli)        Ca’ Sellora q.950 (Rudere. Passiamo davanti la casa e proseguiamo in falsopiano a vista, il sentiero non esiste e siamo nel fitto bosco, la segnatura gialla è buona, comunque manteniamo la quota e la direzione est ostacolati da alcuni rami caduti)       Canale del Permeccio q.948 (Da Ca’ Sellora mantenendo rigorosamente la quota e la direzione est, ci innestiamo d’obbligo nel canale detritico del Permeccio, affluente del canale del Rio, l’oltrepassiamo e appena risaliti dalla parte opposta c’è il bivio con scritte sulla roccia e l’innesto sulla lizza dei Tavolini ormai assorbita dalla vegetazione: a destra scende a Levigliani, noi la teniamo in ripida salita a sinistra, paralleli al canale del Permeccio posto alla nostra sinistra e seguendo fedelmente un vecchio tubo d’acqua, segni assenti)       Canale del Permeccio q.1001 (Seguendo fedelmente il tubo d’acqua, attraversiamo il canale detritico del Permeccio che ora ci rimane alla nostra destra, continuiamo la ripidissima ascesa sempre paralleli e seguendo il tubo d’acqua che in più di un’occasione ci aiuta a non scivolare, segni assenti. La via di lizza dei Tavolini in questo tratto è poco evidente ormai sepolta dal paleo e vegetazione varia, si possono notare le vecchie traversine di legno ormai sepolte)       Anfratto q.1102 (Sulla sinistra a pochi metri è situata la cavità rocciosa, continuiamo nella ripida salita e in breve ci allontaniamo volutamente dalla via di lizza sempre molto infrascata, cercando passaggi migliori nella fitta vegetazione, comunque in breve ci ritorniamo, il nostro onnipresente punto di riferimento è il tubo d’acqua)   –     Borra di Permeccio q.1145 (Siamo alla base della parete rocciosa dove è ben visibile la via di lizza ricavata da una cengia obliqua, attraversiamo il canale detritico che ormai sta scemando e ci accingiamo a percorrere questa ardita via ostacolata da enormi massi crollati, l’esposizione è totale ma il vuoto non si avverte)       Galleria q.1200 (L’ardita via di lizza ci conduce all’entrata di una grande galleria al cospetto dell’aguzzo torrione roccioso che la sovrasta, lunga 600 m non necessita dell’illuminazione, attenzione al possibile fondo scivoloso)        Galleria q.1235 (Usciamo dalla galleria, sopra di noi si possono notare vecchi tralicci della luce, continuiamo per pochi metri perché il proseguo della lizza è crollato, ora si presentano due possibilità: risalire a sinistra come ho fatto io, con passaggi di I°+ poco raccomandabili e ostacolati da vecchi fili arrugginiti, oppure guadagnare quota risalendo il colatoio detritico davanti a noi, è molto ripido ma sicuramente meno pericoloso, poi senza arrivare alla selletta soprastante curviamo a U a sinistra per riprendere l’antico tracciato di lizza, direzione nord-nord/ovest)        Colle Rondinaio q.1327 (La via di lizza ormai ridotta a canale detritico, ci fa risalire ostacolati da vecchi residui arrugginiti di metallo al colle dove sono situati due vecchi edifici abbandonati, passiamo davanti al primo e continuiamo a risalire dietro lo stesso seguendo fedelmente alcuni tubi di metallo nel paleo e paralleli al bianco ravaneto che ci rimane alla nostra destra originato dalle cave soprastanti)        Marmifera q.1415 (Al termine della risalita ci innestiamo sulla marmifera e al bivio della stessa, a destra a poca distanza c’è l’imponente cava dei Tavolini A, a sinistra la marmifera in piano conduce al passo Tre Croci, noi la teniamo in salita, indicazioni per la cava dei Tavolini B)    –    Bivio q.1463 (Bivio della marmifera, continuiamo a risalire a sinistra in direzione della cava dei Tavolini B)        Sella q.1598 (La marmifera termina alla cava dei Tavolini B che sta devastando il versante sud/ovest del monte Corchia. Senza entrare nella cava, risaliamo a vista a sinistra per portarci sul crinale appena sopra di noi oltrepassando alcune vecchie cisterne abbandonate, quindi raggiungiamo la sella che divide l’anticima o Corchia Ovest alla nostra sinistra, dal monte Corchia alla nostra destra, prossima meta. Percorriamo agevolmente il crinale con direzione est inizialmente delimitato da una recinzione che protegge dall’abisso verticale della cava dei Tavolini B)        Monte Corchia q.1677 (Croce di vetta. Si procede sul crinale in discesa con direzione sud/est puntando al visibile “scheletro” del bivacco Lusa-Lanzoni, sbiaditi e sporadici segni del CAI e segni azzurri)       Bivacco Lusa-Lanzoni q.1640 (Del bivacco rimane solo lo “scheletro” in metallo, continuiamo a tenere il crinale in discesa seguendo gli sporadici segni)   –    Capanno q.1490 (Capanno di sasso sempre aperto utile solo come riparo temporaneo, è situato a sinistra pochi metri sotto la nostra traccia di crinale)      Bivio q.1275 (Al termine della ripida discesa dal crinale ci innestiamo in un largo sentiero, a sinistra condurrebbe a una vecchia cava, noi andiamo a destra verso la sottostante depressione)       Deviazione q.1255 (Dopo pochi minuti dal bivio precedente il sentiero CAI lascia il crinale e scende a sinistra per marcata traccia nella verde vallata, direzione nord/est. Nel promontorio poco sopra di noi possiamo notare la teleferica di servizio al rifugio del Freo)       Rifugio del Freo q.1200 (Quotato erroneamente a 1180 m, incrocio di sentieri: a sinistra dietro il rifugio sale il CAI 129 per Fociomboli, noi invece scendiamo poco sotto ignorando il sentiero CAI 128 e prendendo il largo CAI 126 che attraversa il fosso d’acqua)       Foce di Mosceta q.1180 (Incrocio di sentieri e cartelli: prendiamo il CAI 9 in falsopiano a destra che passa di fianco la grande marginetta)     –    Marginetta q.1136 (Ora il CAI 9 inizia a scendere al sottostante passo dell’Alpino)       Passo dell’Alpino q.1097 (Bivio e cartelli: dritto continua come CAI 122 per il paese di Pruno, noi teniamo il CAI 9 a destra che ora inizia a scendere ripidamente a zig-zag su mulattiera detta anche delle “Voltoline” per via dei suoi numerosi tornanti, si oltrepassano alcune targhe indicanti le postazioni inerenti al secondo conflitto mondiale della Linea Gotica)       Rudere q.1011      Marmifera q.876 (Innesto sulla marmifera al termine della ripida discesa, a destra è sbarrata e sale alle cave, andiamo a sinistra)       Antro del Corchia q.857 (Entrata della famosa grotta del Corchia , ora ignoriamo la marmifera che conduce verso la cava di Borra Larga e teniamo la strada asfaltata in discesa)        Lizza di monte Ceto q.755 (Poco visibile, solo una scritta sulla roccia ci indica che sopra la strada asfaltata inizia la via di lizza, continuiamo a scendere verso Levigliani)        Bivio q.652 (A sinistra c’è uno stradello con cartelli che indicano il paese di Retignano e la vicina area pic-nic, stiamo sulla strada incontrando le prime case di Levigliani)      Levigliani q.585.

DISLIVELLO TOTALE: 1150 m
QUOTA MASSIMA: Monte Corchia q.1677
LUNGHEZZA: 12 km
DIFFICOLTA: EE


TEMPI RILEVATI:
Tempo
      Totale
      (ore)
TEMPI RILEVATI:
Tempo
      Totale
      (ore)
Levigliani
0,00
Uscita galleria
1,52
Deviazione q.679
0,15
Colle Rondinaio
2,15
Bivio q.682
0,17
Marmifera q.1415
2,28
Ranch Olocco
0,18
Bivio q.1463
2,35
La Baita
0,22
Sella q.1598
2,53
Ca’ Morlo
0,27
Monte Corchia
3,10
Casa q.727
0,28
Bivacco
3,16
Rudere q.782
0,35
Capanno q.1490
3,36
Bivio q.790
0,37
Bivio q.1275
4,00
Traliccio Enel
0,39
Deviazione q.1255
4,03
Canale del Rio
0,48
Rifugio del Freo
4,10
Bivio q.903
0,51
Foce di Mosceta
4,14
Rudere q.931
0,56
Marginetta q.1136
4,28
Fosso La Fredda
0,58
Passo dell’Alpino
4,32
Ca’ Sellora
0,59
Rudere q.1011
4,41
Canale Permeccio q.948
1,05
Marmifera q.876
4,58
Canale Permeccio q.1001
1,06
Antro del Corchia
5,00
Anfratto
1,32
Lizza di monte Ceto
5,11
Borra di Permeccio
1,40
Bivio q.652
5,24
Entrata galleria
1,48
Levigliani
5,35



NOTE:





Sentieri



- Rifugio del Freo: aperto nei fine settimana da aprile a settembre e tutti i giorni nel periodo estivo.
- Le Cave dei Tavolini A e B sotto il monte Corchia sono attive, evitare di fare l’itinerario nei giorni feriali.
- La vecchia lizza dei Tavolini risale ripidamente parallela al canale del Permeccio, ormai è poco evidente e invasa dalla vegetazione, da prestare molta attenzione ai numerosi cavi metallici arrugginiti e in caso di terreno umido. La parte più caratteristica è in corrispondenza della galleria all’uscita dalla quale bisogna prestare molta attenzione perché la lizza è crollata (vedi relazione).


Fonti
- Fontana sulla carrozzabile per il Ranch Olocco.
- Fonte al rifugio del Freo.





Curiosità
Bivacco Lusa-Lanzoni
Costruito nel 1978 interamente a Faenza (RA) e montato sul posto a poca distanza dalla vetta del monte Corchia, ad uso “capanna speleologica” per dare riparo agli speleologi in visita al vicino Abisso Fighiera dalla sezione speleo di Faenza. Dedicato alla memoria di Antonio Lusa di Faenza, morto nel 1977, e di Ennio Lanzoni di Imola, morto nel 1976, il bivacco è stato bruciato da vandali nel 1994 dopo la chiusura temporanea delle cave dei Tavolini da parte della magistratura nell’aprile dello stesso anno, nell’ambito della “guerra” tra cavatori e speleologi, dell’atto furono sospettati i cavatori del vicino paese di Levigliani. Non fu più ricostruito.
                                                                                                               




Levigliani q.585
Dalla minuscola piazzetta risaliamo la stradina per pochi metri, al bivio soprastante a destra è interdetta al traffico e conduce all’Antro del Corchia tramite bus navetta, indicazioni anche per l’area pic-nic, noi andiamo a sinistra con la stradina che aggira dall’alto l’abitato e conduce verso il passo Croce
Deviazione q.679 (Percorrendo la stradina ci siamo lasciati l’abitato di Levigliani alle nostre spalle, giunti al secondo tornante abbandoniamo la strada asfaltata e prendiamo la carrozzabile alla nostra destra, indicazioni assenti e cassetta della posta su un albero, sporadici segni azzurri)
Fontana sulla carrozzabile presso il Bivio q.682
Ranch Olocco q.685 (Vecchia casa abitata)
Ranch Olocco q.685 (Vecchia casa abitata)

Ranch Olocco q.685 (Meridiana)
La Baita q.789 (Vecchia casa ad uso vacanze)
Ca’ Morlo q.725 (Vecchia casa ad uso vacanze)
Ca’ Morlo q.725 (Vecchia casa ad uso vacanze)
Casa q.727 (Vecchia casa ad uso vacanze a poca distanza da Ca’ Morlo. Termina la carrozzabile, risaliamo a destra la bella mulattiera di fianco la casa delimitata da muretti di sasso, cartelli assenti e sporadici segni azzurri)
Mulattiera

Rudere q.782 (Situato alla nostra sinistra poco sotto la mulattiera)
Bivio q.790 (Innesto su mulattiera in piano, a sinistra conduce alla strada asfaltata Levigliani-P.so Tre Croci, segni azzurri, noi andiamo a destra, segni gialli e cartelli assenti)
Traliccio Enel q.807 (In breve arriviamo a un traliccio dell’Enel, la nostra mulattiera risale a sinistra passando di fianco il rudere soprastante)
La mulattiera in breve si riduce a sentierino
Rudere q.931
Fosso La Fredda q.944 (Guadiamo il fosso d’acqua, affluente del Canale del Rio, dalla parte opposta anche se il sentiero termina, è ben visibile a poche decine di metri nel fitto bosco il rudere di casa Sellora che raggiungiamo seguendo i segni gialli)

Ca’ Sellora q.950 (Rudere. Passiamo davanti la casa e proseguiamo in falsopiano a vista)
Il sentiero non esiste e siamo nel fitto bosco, la segnatura gialla è buona, comunque manteniamo la quota e la direzione est ostacolati da alcuni rami caduti
Canale del Permeccio q.948 (Da Ca’ Sellora mantenendo rigorosamente la quota e la direzione est, ci innestiamo d’obbligo nel canale detritico del Permeccio, affluente del canale del Rio, l’oltrepassiamo e appena risaliti dalla parte opposta c’è il bivio con scritte sulla roccia e l’innesto sulla lizza dei Tavolini)
Canale del Permeccio q.948 (Da Ca’ Sellora mantenendo rigorosamente la quota e la direzione est, ci innestiamo d’obbligo nel canale detritico del Permeccio, affluente del canale del Rio, l’oltrepassiamo e appena risaliti dalla parte opposta c’è il bivio con scritte sulla roccia e l’innesto sulla lizza dei Tavolini)
La via di lizza dei Tavolini è ormai assorbita dalla vegetazione: a destra scende a Levigliani, noi la teniamo in ripida salita a sinistra, paralleli al canale del Permeccio posto alla nostra sinistra e seguendo fedelmente un vecchio tubo d’acqua, segni assenti
In vista dei torrioni del Corchia

Canale del Permeccio q.1001 (Seguendo fedelmente il tubo d’acqua, attraversiamo il canale detritico del Permeccio che ora ci rimane alla nostra destra)
Continuiamo la ripidissima ascesa sempre paralleli e seguendo il tubo d’acqua che in più di un’occasione ci aiuta a non scivolare, segni assenti. La via di lizza dei Tavolini in questo tratto è poco evidente ormai sepolta dal paleo e vegetazione varia
Si possono notare le vecchie traversine di legno ormai sepolte 
Anfratto q.1102
(Sulla sinistra a pochi metri è situata la cavità rocciosa)
Borra di Permeccio q.1145 (Siamo alla base della parete rocciosa dove è ben visibile la via di lizza ricavata da una cengia obliqua)   

Ci accingiamo a percorrere questa ardita via ostacolata da enormi massi crollati, l’esposizione è totale ma il vuoto non si avverte
Ci accingiamo a percorrere questa ardita via ostacolata da enormi massi crollati, l’esposizione è totale ma il vuoto non si avverte
Ci accingiamo a percorrere questa ardita via ostacolata da enormi massi crollati, l’esposizione è totale ma il vuoto non si avverte
Ci accingiamo a percorrere questa ardita via ostacolata da enormi massi crollati, l’esposizione è totale ma il vuoto non si avverte
Galleria q.1200 (L’ardita via di lizza ci conduce all’entrata di una grande galleria al cospetto dell’aguzzo torrione roccioso che la sovrasta, lunga 600 m non necessita dell’illuminazione, attenzione al possibile fondo scivoloso)
Galleria q.1200 (L’ardita via di lizza ci conduce all’entrata di una grande galleria al cospetto dell’aguzzo torrione roccioso che la sovrasta, lunga 600 m non necessita dell’illuminazione, attenzione al possibile fondo scivoloso)

Galleria q.1235 (Usciamo dalla galleria, sopra di noi si possono notare vecchi tralicci della luce, continuiamo per pochi metri perché il proseguo della lizza è crollato)
Superato il tratto franato, l’antico tracciato di lizza riprende poco sopra l’uscita della galleria
In prossimità di arrivare al Colle Rondinaio q.1327

Colle Rondinaio q.1327 (La via di lizza ormai ridotta a canale detritico, ci fa risalire ostacolati da vecchi residui arrugginiti di metallo al colle dove sono situati due vecchi edifici abbandonati)
Colle Rondinaio q.1327 (La via di lizza ormai ridotta a canale detritico, ci fa risalire ostacolati da vecchi residui arrugginiti di metallo al colle dove sono situati due vecchi edifici abbandonati)
Testimonianze dell’attività delle cave   
Testimonianze dell’attività delle cave  
Dal colle Rondinaio passiamo davanti al primo edificio e continuiamo a risalire dietro lo stesso seguendo fedelmente alcuni tubi di metallo nel paleo e paralleli al bianco ravaneto che ci rimane alla nostra destra originato dalle cave soprastanti

Dal colle Rondinaio passiamo davanti al primo edificio e continuiamo a risalire dietro lo stesso seguendo fedelmente alcuni tubi di metallo nel paleo e paralleli al bianco ravaneto che ci rimane alla nostra destra originato dalle cave soprastanti
Marmifera q.1415 (Al termine della risalita ci innestiamo sulla marmifera e al bivio della stessa, a destra a poca distanza c’è l’imponente cava dei Tavolini A, a sinistra la marmifera in piano conduce al passo Tre Croci, noi la teniamo in salita, indicazioni per la cava dei Tavolini B)
La marmifera che sale alla cava dei Tavolini B
La marmifera termina alla cava dei Tavolini B che sta devastando il versante sud/ovest del monte Corchia. Senza entrare nella cava, risaliamo a vista a sinistra per portarci sul crinale appena sopra di noi oltrepassando alcune vecchie cisterne abbandonate, quindi raggiungiamo la sella che divide l’anticima o Corchia Ovest alla nostra sinistra, dal monte Corchia alla nostra destra, prossima meta 

La marmifera termina alla cava dei Tavolini B che sta devastando il versante sud/ovest del monte Corchia. Senza entrare nella cava, risaliamo a vista a sinistra per portarci sul crinale appena sopra di noi oltrepassando alcune vecchie cisterne abbandonate
Sella q.1598 (Percorriamo agevolmente il crinale con direzione est inizialmente delimitato da una recinzione che protegge dall’abisso verticale della cava dei Tavolini B)
Sella q.1598 (Percorriamo agevolmente il crinale con direzione est inizialmente delimitato da una recinzione che protegge dall’abisso verticale della cava dei Tavolini B)
Salita al monte Corchia

Monte Corchia q.1677
Monte Corchia q.1677 (Croce di vetta)
Monte Corchia q.1677 (Si procede sul crinale in discesa con direzione sud/est puntando al visibile “scheletro” del bivacco Lusa-Lanzoni, sbiaditi e sporadici segni del CAI e segni azzurri)
Bivacco Lusa-Lanzoni q.1640 (Del bivacco rimane solo lo “scheletro” in metallo)
Bivacco Lusa-Lanzoni q.1640 (Del bivacco rimane solo lo “scheletro” in metallo)

Dal bivacco continuiamo a tenere il crinale in discesa seguendo gli sporadici segni
Discesa dal monte Corchia verso il rifugio Del Freo
Discesa dal monte Corchia verso il rifugio Del Freo

Capanno q.1490 (Capanno di sasso sempre aperto utile solo come riparo temporaneo, è situato a sinistra pochi metri sotto la nostra traccia di crinale)  
Deviazione q.1255 (Il sentiero CAI lascia il crinale e scende a sinistra per marcata traccia nella verde vallata, direzione nord/est)
Rifugio del Freo q.1200
Rifugio del Freo q.1200 (Scendiamo poco sotto ignorando il sentiero CAI 128 e prendendo il largo CAI 126 che attraversa il fosso d’acqua)
Rifugio del Freo q.1200 (Scendiamo poco sotto ignorando il sentiero CAI 128 e prendendo il largo CAI 126 che attraversa il fosso d’acqua)

Arrivo alla Foce di Mosceta
Foce di Mosceta q.1180 (Incrocio di sentieri e cartelli)
Foce di Mosceta q.1180 (Incrocio di sentieri e cartelli: prendiamo il CAI 9 in falsopiano a destra che passa di fianco la grande marginetta)
Sul CAI 9 che dalla Foce di Mosceta conduce al passo dell’Alpino
Sul CAI 9 che dalla Foce di Mosceta conduce al passo dell’Alpino
Marginetta q.1136

Il sottostante passo dell’Alpino visto dopo la Marginetta q.1136
Panorama dal passo dell’Alpino q.1097
Dal Passo dell’Alpino teniamo il CAI 9 a destra che ora inizia a scendere ripidamente a zig-zag su mulattiera detta anche delle “Voltoline” per via dei suoi numerosi tornanti
Dal Passo dell’Alpino teniamo il CAI 9 a destra che ora inizia a scendere ripidamente a zig-zag su mulattiera detta anche delle “Voltoline” per via dei suoi numerosi tornanti
Marmifera q.876 (Innesto sulla marmifera al termine della ripida discesa, a destra è sbarrata e sale alle cave, andiamo a sinistra)
Antro del Corchia q.857 (Entrata della famosa grotta del Corchia)