venerdì 22 aprile 2022

Monte Sart (EE)

Lunghissimo itinerario dal notevole dislivello che ha come meta il monte Sart nelle Alpi Giulie (Friuli Venezia Giulia)

DATA: 6 agosto 2021 

PARTENZA: Con l’autostrada A23 usciamo al casello di Carnia/Tolmezzo (Friuli Venezia Giulia) e prendiamo la SS.52 che si va immettere dopo 6 km sulla SS.13. La percorriamo in direzione di Tarvisio per circa 7 km quando la lasciamo a favore della SP.42 alla nostra destra con indicazioni della val Resia. Arrivati a Stolvizza attraversiamo l’abitato e oltrepassata la chiesa lasciamo le indicazioni per Coritis e saliamo a sinistra la stradina “via Ladina” giungendo subito alla Baita Alpina nostro punto di partenza (circa 26,5 km dal casello autostradale).

 



ITINERARIO: Baita Alpina q.585 (Di fianco la Baita Alpina iniziamo risalendo la via Rastie che è CAI 643)   Presa d’acqua q.630 (Lasciate le ultime case, il CAI 643 procede su pista forestale oltrepassando una presa d’acqua)      Quota q.732 (La pista forestale termina, il CAI 643 continua su sentiero sempre in salita nel bosco)      Bivio q.745 (Lasciamo temporaneamente il CAI 643 che sale a sinistra, andiamo dritto su sentiero per vedere una postazione militare della 1° guerra mondiale, cartello)      Postazione q.766 (Postazione della 1° guerra mondiale, il sentiero risale sopra)      CAI 643 q.786 (Ci reinnestiamo sul sentiero segnato, lo teniamo a destra)     Madonna q.839 (Crocefisso e Madonna nell’albero)      Madonna q.844 (Statua della Madonna sul macigno, dopo averla oltrepassata usciamo dal bosco)     Tuurse q.872 (Edicola e casa abbandonata, bivio del sentiero: a sinistra porta a una casa poco distante, il nostro CAI 643 gira a destra passando davanti a Tuurse)      Rudere q.908 (Rudere senza toponimo e quota, è situato a pochi metri sulla destra del sentiero)    Bivio q.1017 (Biforcazione del sentiero: dritto a sinistra non è segnato e scende verso il rio Lommig, stiamo sul CAI 643 in salita, in loco c’è un piccolo crocifisso)     Bivio q.1060 (Biforcazione del sentiero, il CAI 643 tiene quello a destra)     Lommig q.1142 (Rudere)      Bivio q.1190 (A sinistra inizia un sentiero abbandonato che potremo non notare, stiamo sul CAI 643)      Rudere q.1218 (Poche mura sul ciglio destro del sentiero)      Lom q.1228 (Casetta abbandonata, in loco è chiamata “Planino-Mo Le Bic”)      Incrocio q.1495 (Innesto sul CAI 632, cartelli: a sinistra scende al Colle Curnic, lo teniamo a destra in salita ignorando dopo pochi metri un sentiero non segnato a sinistra che sale al Picco Peloso)    Fonte q.1563 (Facendo una piccola deviazione a destra in salita dal CAI 632, c’è l’acqua che sgorga dall’anfratto roccioso)      Bivio q.1643 (Raggiungiamo una cengia erbosa, a sinistra non è segnata e si direziona verso il Picco Peloso, il CAI 632 la tiene a destra, il ricovero Igor Grasso non lo vediamo ma è poco sopra di noi)      Ricovero Igor Grasso q.1665 (Edificio in muratura, il CAI 632 continua salendo a destra)   –   Sella Buia q.1654 (Ci appare il maestoso anfiteatro delimitato dal Picco di Mezzodì seguito dalla cresta Indrinizza, sotto si sviluppa a mezzacosta tutto il sentiero CAI 632 anche Alta Via Resiana che dobbiamo tenere, subito a sinistra scende il CAI 633 per Pezzeit indicato dai cartelli)   –  Arco Naturale q.1668 (Arco roccioso pochi metri sopra il nostro sentiero)  –   Croce q.1725 (Croce di metallo in memoria di Don Massimo Macor)   –   Bivio q.1956 (La cengia si esaurisce e cominciamo gradualmente a salire portandoci sotto il versante meridionale del monte Sart, quindi arriviamo al bivio, segni sulle rocce: lasciamo il proseguo a mezzacosta del CAI 632 e saliamo a sinistra tenendo l’Alta Via Resiana. L’ascesa ripida si sviluppa senza una via obbligata ma seguendo i numerosi triangoli rossi, si commina con fatica ma senza difficoltà nel pendio caratterizzato da terrazzamenti erbosi e macigni rocciosi affioranti)  –   Monte Sart q.2324 (Omino di sassi sulla cima, si continua percorrendo la cresta sud/orientale molto aerea ma non difficile con pochi tratti dove mettiamo mano su roccia, prestiamo attenzione soprattutto al versante rivolto sulla val Raccolana che precipita)  –   Cima q.2321 (Cima senza toponimo quotata 2321 m, ora la cresta contrassegnata dall’Alta Via Resiana comincia a perdere quota senza difficoltà)   –   Forchia di Terrarossa q.2137 (Terminata la discesa ritroviamo il CAI 632 che si era mantenuto a mezzacosta sotto il versante meridionale del monte Sart, lo prendiamo a sinistra che è anche Alta Via Resiana con il sentiero che continua a mezzacosta spostandosi sul versante della val Raccolana transitando di fatto sotto il Picco di Grubia)   –   Sella di Grubia q.2040 (In loco è situato il bivacco Marussich, incrocio di sentieri con cartelli: prendiamo il CAI 634 a destra che perde velocemente quota con numerose serpentine inoltrandosi nella testata del vallone del rio Ronc, poi sui 1470 m il sentiero comincia a virare a destra procedendo a mezzacosta in piano)   –   Bivio q.1420 (Appena superato un rudere di cui rimangono pochi sassi c’è il bivio con cartello: a sinistra scende il sentiero CAI 642/A verso il fondovalle del rio Ronc, allo stato attuale è inagibile e in stato di abbandono, rimaniamo sul CAI 634 che si alza per procedere sempre a mezzacosta, poi dopo circa 30 minuti comincia a scendere nel bosco)  –   Bivio q.1115 (Cartelli: a sinistra inizia il CAI 657 per il paese di Coritis, teniamo il CAI 634 per Stolvizza)  –  Fonte q.1112  –   Bivio q.1114 (Biforcazione del sentiero appena lasciata la fonte, il CAI 634 tiene quello a sinistra)  –   Incrocio q.1090 (In prossimità degli Stavoli di Tanaromi. Ci innestiamo sulla pista carrozzabile, l’attraversiamo e il CAI 634 scende dalla parte opposta ora come “Sentiero di Matteo” che rientra nel bosco)   –   Colc q.910 (Usciamo dal bosco presso il pianoro con i ruderi e un edificio recuperato, il CAI 634 “Sentiero di Matteo” rientra immediatamente nel bosco a destra)   –   Cenotafio q.790 (Lapide in memoria)   –   Edicola votiva q.690   –  Bivio q.600 (Bivio nel bosco: a sinistra il sentiero sale, stiamo in ripida discesa a destra sul CAI 634 “Sentiero di Matteo”)   –   Ponte q.505 (Scendendo il sentiero a tratti scalinato si perviene al lungo ponticello sul rio Sart, affluente del torrente Resia, dalla parte opposta ora continua pianeggiante)  –   Fornace q.498 (Rudere di una fornace di sasso per la calce, tabella. Dopo pochi metri averla oltrepassata, alla nostra destra ignoriamo il vecchio sentiero che sale a Laschi Berdo e teniamo il CAI 634 in piano)   –   Ponte q.492 (Ponticello sul rio Laschi, affluente del torrente Resia, il sentiero comincia a salire)   –   Case Ladina q.580 (Al termine della salita usciamo dal bosco, attraversiamo il prato e siamo alla borgata di Case Ladina, cominciamo a camminare sull’omonima stradina asfaltata)   –   Baita Alpina q.585.


NOTE:

LUNGHEZZA: 21 km

DIFFICOLTA: EE

DISLIVELLO TOTALE: 1950 m

QUOTA MASSIMA: M. Sart q.2324

Sentieri

- Itinerario molto lungo dal notevole dislivello riferito solo a escursionisti in ottime condizioni fisiche. Noi abbiamo fatto la gita in un'unica soluzione, ma consiglio di dividerla in due giorni pernottando presso il ricovero Igor Grasso o al bivacco Marussich, entrambi in buone condizioni. 

Rifugi-Bivacchi

 Ricovero Igor Grasso: grande edificio in muratura sul CAI 632, all’interno tavolo, sedie, stufa, camino, credenza e 12 posti letto, no acqua, in ottime condizioni 

Bivacco Marussich: Bivacco in lamiera sulla sella di Grubia, all’interno 9 posti letto con tavolino. 

Fonti

- Fontana alla partenza presso la Baita Alpina

- Fonte sul CAI 632 che sale al ricovero Igor Grasso: salendo pochi metri sopra il sentiero presso un anfratto roccioso sgorga poca acqua, indicazioni.

- Fonte q.1112 presso il bivio del CAI 634 con il CAI 657

Tracce GPS


TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

Baita Alpina

0,00

Arco Naturale

2,42

Presa d’acqua

0,05

Croce q.1725

3,13

Quota q.732

0,16

Bivio q.1956

3,48

Bivio q.745

0,19

Monte Sart

4,45

Postazione

0,22

Cima q.2321

5,11

CAI 643 q.786

0,26

Forchia di Terrarossa

5,33

Madonna q.839

0,32

Sella di Grubia

5,58

Madonna q.844

0,33

Bivio q.1420

7,05

Tuurse

0,39

Bivio q.1115

8,05

Rudere q.908

/

Fonte q.1112 

8,07

Bivio q.1017

1,05

Bivio q.1114

8,08

Bivio q.1060

1,12

Incrocio q.1090

8,12

Lommig

1,23

Colc

8,28

Bivio q.1190

1,28

Cenotafio

8,40

Rudere q.1218

1,32

Edicola votiva

8,49

Lom

1,34

Bivio q.600

8,58

Incrocio q.1495

2,07

Ponte q.505

9,12

Fonte q.1563

2,15

Fornace

9,14

Bivio q.1643

2,26

Ponte q.492

9,16

Ricovero Igor Grasso

2,29

Case Ladina

9,30

Sella Buia

2,34

Baita Alpina

9,38


 


Baita Alpina q.585 (Di fianco la Baita Alpina iniziamo risalendo la via Rastie che è CAI 643) 

  Presa d’acqua q.630 (Lasciate le ultime case, il CAI 643 procede su pista forestale oltrepassando una presa d’acqua) 

Il sentiero che conduce alla postazione della 1°guerra mondiale

Postazione q.766 (Postazione della 1° guerra mondiale)

Madonna q.839 (Crocefisso e Madonna nell’albero)

  

Madonna q.844 (Statua della Madonna sul macigno


L’edicola alla casa di Tuurse

Tuurse q.872 (Edicola e casa abbandonata)

Rudere q.908 (Rudere senza toponimo e quota, è situato a pochi metri sulla destra del sentiero)  

Lommig q.1142 (Rudere)

Rudere q.1218 (Poche mura sul ciglio destro del sentiero)

Lom q.1228 (Casetta abbandonata, in loco è chiamata “Planino-Mo Le Bic”)  


Incrocio q.1495 (Innesto sul CAI 632, cartelli: a sinistra scende al Colle Curnic, lo teniamo a destra in salita ignorando dopo pochi metri un sentiero non segnato a sinistra che sale al Picco Peloso)  

Sul CAI 632

Fonte sul CAI 632 che sale al ricovero Igor Grasso: salendo pochi metri sopra il sentiero presso un anfratto roccioso sgorga poca acqua

Fonte sul CAI 632 che sale al ricovero Igor Grasso: salendo pochi metri sopra il sentiero presso un anfratto roccioso sgorga poca acqua

Bivio q.1643 (Raggiungiamo una cengia erbosa, a sinistra non è segnata e si direziona verso il Picco Peloso, il CAI 632 la tiene a destra, il ricovero Igor Grasso non lo vediamo ma è poco sopra di noi)

Ricovero Igor Grasso


Muretto con iscrizioni al ricovero Igor Grasso

Ricovero Igor Grasso

Sella Buia q.1654 (Ci appare il maestoso anfiteatro delimitato dal Picco di Mezzodì seguito dalla cresta Indrinizza, sotto si sviluppa a mezzacosta tutto il sentiero CAI 632 anche Alta Via Resiana che dobbiamo tenere, subito a sinistra scende il CAI 633 per Pezzeit indicato dai cartelli)  

Uno scorcio del monte Cimone visto dalla Sella Buia

 

Il monte Sart che dobbiamo salire visto dopo avere oltrepassato la Sella Buia

Targa dell’Alta Via Resiana

Arco Naturale q.1668 (Arco roccioso pochi metri sopra il nostro sentiero)

Il sentiero CAI 632 anche Alta Via Resiana che dalla Sella Buia conduce verso il monte Sart

Il sentiero CAI 632 anche Alta Via Resiana che dalla Sella Buia conduce verso il monte Sart


Il sentiero CAI 632 anche Alta Via Resiana che dalla Sella Buia conduce verso il monte Sart

Croce q.1725 (Croce di metallo in memoria di Don Massimo Macor)

Il sentiero CAI 632 anche Alta Via Resiana che dalla Sella Buia conduce verso il monte Sart

La cengia si esaurisce e cominciamo gradualmente a salire portandoci sotto il versante meridionale del monte Sart

La cengia si esaurisce e cominciamo gradualmente a salire portandoci sotto il versante meridionale del monte Sart

Bivio q.1956 (Segni sulle rocce: lasciamo il proseguo a mezzacosta del CAI 632 e saliamo a sinistra tenendo l’Alta Via Resiana)


 L’ascesa ripida si sviluppa senza una via obbligata ma seguendo i numerosi triangoli rossi, si commina con fatica ma senza difficoltà nel pendio caratterizzato da terrazzamenti erbosi e macigni rocciosi affioranti

L’ascesa ripida si sviluppa senza una via obbligata ma seguendo i numerosi triangoli rossi, si commina con fatica ma senza difficoltà nel pendio caratterizzato da terrazzamenti erbosi e macigni rocciosi affioranti

L’ascesa ripida si sviluppa senza una via obbligata ma seguendo i numerosi triangoli rossi, si commina con fatica ma senza difficoltà nel pendio caratterizzato da terrazzamenti erbosi e macigni rocciosi affioranti

“Siamo osservati”

Monte Sart q.2324

Panorama dalla vetta del monte Sart sul monte Cimone avvolto dalle nubi e il monte Zabus


Panorama dalla vetta del monte Sart sul Montasio avvolto dalle nubi

Panorama dalla vetta del monte Sart sul Canin

Dal monte Sart si continua percorrendo la cresta sud/orientale molto aerea ma non difficile con pochi tratti dove mettiamo mano su roccia, prestiamo attenzione soprattutto al versante rivolto sulla val Raccolana che precipita

 

Dal monte Sart si continua percorrendo la cresta sud/orientale molto aerea ma non difficile con pochi tratti dove mettiamo mano su roccia, prestiamo attenzione soprattutto al versante rivolto sulla val Raccolana che precipita

Dal monte Sart si continua percorrendo la cresta sud/orientale molto aerea ma non difficile con pochi tratti dove mettiamo mano su roccia, prestiamo attenzione soprattutto al versante rivolto sulla val Raccolana che precipita

Dal monte Sart si continua percorrendo la cresta sud/orientale molto aerea ma non difficile con pochi tratti dove mettiamo mano su roccia, prestiamo attenzione soprattutto al versante rivolto sulla val Raccolana che precipita

Dal monte Sart si continua percorrendo la cresta sud/orientale molto aerea ma non difficile con pochi tratti dove mettiamo mano su roccia, prestiamo attenzione soprattutto al versante rivolto sulla val Raccolana che precipita

Cima q.2321 (Cima senza toponimo quotata 2321 m)  

Dalla Cima q.2321 la cresta contrassegnata dall’Alta Via Resiana comincia a perdere quota senza difficoltà 


Forchia di Terrarossa q.2137 (Terminata la discesa ritroviamo il CAI 632 che si era mantenuto a mezzacosta sotto il versante meridionale del monte Sart, lo prendiamo a sinistra che è anche Alta Via Resiana con il sentiero che continua a mezzacosta spostandosi sul versante della val Raccolana transitando di fatto sotto il Picco di Grubia)

Forchia di Terrarossa q.2137 (Terminata la discesa ritroviamo il CAI 632 che si era mantenuto a mezzacosta sotto il versante meridionale del monte Sart, lo prendiamo a sinistra che è anche Alta Via Resiana con il sentiero che continua a mezzacosta spostandosi sul versante della val Raccolana transitando di fatto sotto il Picco di Grubia)

L’altopiano carsico del Foran dal Muss


Dalla Forchia di Terrarossa verso la sella di Grubia

Arrivo alla sella di Grubia dove è situato il bivacco Marussich

Il bivacco Marussich alla sella di Grubia

Il bivacco Marussich alla sella di Grubia

Dalla sella di Grubia prendiamo il CAI 634 a destra che perde velocemente quota con numerose serpentine inoltrandosi nella testata del vallone del rio Ronc

Sui 1470 m il sentiero CAI 634 comincia a virare a destra procedendo a mezzacosta in piano


Fonte q.1112 presso il bivio del CAI 634 con il CAI 657

Incrocio q.1090 (In prossimità degli Stavoli di Tanaromi. Ci innestiamo sulla pista carrozzabile, l’attraversiamo e il CAI 634 scende dalla parte opposta ora come “Sentiero di Matteo” che rientra nel bosco)

Colc q.910 (Usciamo dal bosco presso il pianoro con i ruderi e un edificio recuperato)

Colc q.910 (Usciamo dal bosco presso il pianoro con i ruderi e un edificio recuperato)

Cenotafio q.790 (Lapide in memoria)

Edicola votiva q.690  


Scendendo il sentiero a tratti scalinato si perviene al lungo ponticello sul rio Sart, affluente del torrente Resia

Ponte q.505 (Scendendo il sentiero a tratti scalinato si perviene al lungo ponticello sul rio Sart, affluente del torrente Resia, dalla parte opposta ora continua pianeggiante) 

Fornace q.498 (Rudere di una fornace di sasso per la calce)

Ponte q.492 (Ponticello sul rio Laschi, affluente del torrente Resia)

Torrente Resia

Case Ladina q.580 (Al termine della salita usciamo dal bosco, attraversiamo il prato e siamo alla borgata di Case Ladina, cominciamo a camminare sull’omonima stradina asfaltata)