Lunghissimo itinerario dal notevole dislivello che ha come meta il monte Sart nelle Alpi Giulie (Friuli Venezia Giulia)
DATA: 6 agosto 2021
PARTENZA: Con
l’autostrada A23 usciamo al casello di Carnia/Tolmezzo (Friuli Venezia Giulia)
e prendiamo la SS.52 che si va immettere dopo 6 km sulla SS.13. La percorriamo
in direzione di Tarvisio per circa 7 km quando la lasciamo a favore della SP.42
alla nostra destra con indicazioni della val Resia. Arrivati a Stolvizza
attraversiamo l’abitato e oltrepassata la chiesa lasciamo le indicazioni per
Coritis e saliamo a sinistra la stradina “via Ladina” giungendo subito alla
Baita Alpina nostro punto di partenza (circa 26,5 km dal casello autostradale).
ITINERARIO: Baita Alpina q.585 (Di fianco la Baita Alpina iniziamo risalendo la via Rastie che è CAI 643) – Presa d’acqua q.630 (Lasciate le ultime case, il CAI 643 procede su pista forestale oltrepassando una presa d’acqua) – Quota q.732 (La pista forestale termina, il CAI 643 continua su sentiero sempre in salita nel bosco) – Bivio q.745 (Lasciamo temporaneamente il CAI 643 che sale a sinistra, andiamo dritto su sentiero per vedere una postazione militare della 1° guerra mondiale, cartello) – Postazione q.766 (Postazione della 1° guerra mondiale, il sentiero risale sopra) – CAI 643 q.786 (Ci reinnestiamo sul sentiero segnato, lo teniamo a destra) – Madonna q.839 (Crocefisso e Madonna nell’albero) – Madonna q.844 (Statua della Madonna sul macigno, dopo averla oltrepassata usciamo dal bosco) – Tuurse q.872 (Edicola e casa abbandonata, bivio del sentiero: a sinistra porta a una casa poco distante, il nostro CAI 643 gira a destra passando davanti a Tuurse) – Rudere q.908 (Rudere senza toponimo e quota, è situato a pochi metri sulla destra del sentiero) – Bivio q.1017 (Biforcazione del sentiero: dritto a sinistra non è segnato e scende verso il rio Lommig, stiamo sul CAI 643 in salita, in loco c’è un piccolo crocifisso) – Bivio q.1060 (Biforcazione del sentiero, il CAI 643 tiene quello a destra) – Lommig q.1142 (Rudere) – Bivio q.1190 (A sinistra inizia un sentiero abbandonato che potremo non notare, stiamo sul CAI 643) – Rudere q.1218 (Poche mura sul ciglio destro del sentiero) – Lom q.1228 (Casetta abbandonata, in loco è chiamata “Planino-Mo Le Bic”) – Incrocio q.1495 (Innesto sul CAI 632, cartelli: a sinistra scende al Colle Curnic, lo teniamo a destra in salita ignorando dopo pochi metri un sentiero non segnato a sinistra che sale al Picco Peloso) – Fonte q.1563 (Facendo una piccola deviazione a destra in salita dal CAI 632, c’è l’acqua che sgorga dall’anfratto roccioso) – Bivio q.1643 (Raggiungiamo una cengia erbosa, a sinistra non è segnata e si direziona verso il Picco Peloso, il CAI 632 la tiene a destra, il ricovero Igor Grasso non lo vediamo ma è poco sopra di noi) – Ricovero Igor Grasso q.1665 (Edificio in muratura, il CAI 632 continua salendo a destra) – Sella Buia q.1654 (Ci appare il maestoso anfiteatro delimitato dal Picco di Mezzodì seguito dalla cresta Indrinizza, sotto si sviluppa a mezzacosta tutto il sentiero CAI 632 anche Alta Via Resiana che dobbiamo tenere, subito a sinistra scende il CAI 633 per Pezzeit indicato dai cartelli) – Arco Naturale q.1668 (Arco roccioso pochi metri sopra il nostro sentiero) – Croce q.1725 (Croce di metallo in memoria di Don Massimo Macor) – Bivio q.1956 (La cengia si esaurisce e cominciamo gradualmente a salire portandoci sotto il versante meridionale del monte Sart, quindi arriviamo al bivio, segni sulle rocce: lasciamo il proseguo a mezzacosta del CAI 632 e saliamo a sinistra tenendo l’Alta Via Resiana. L’ascesa ripida si sviluppa senza una via obbligata ma seguendo i numerosi triangoli rossi, si commina con fatica ma senza difficoltà nel pendio caratterizzato da terrazzamenti erbosi e macigni rocciosi affioranti) – Monte Sart q.2324 (Omino di sassi sulla cima, si continua percorrendo la cresta sud/orientale molto aerea ma non difficile con pochi tratti dove mettiamo mano su roccia, prestiamo attenzione soprattutto al versante rivolto sulla val Raccolana che precipita) – Cima q.2321 (Cima senza toponimo quotata 2321 m, ora la cresta contrassegnata dall’Alta Via Resiana comincia a perdere quota senza difficoltà) – Forchia di Terrarossa q.2137 (Terminata la discesa ritroviamo il CAI 632 che si era mantenuto a mezzacosta sotto il versante meridionale del monte Sart, lo prendiamo a sinistra che è anche Alta Via Resiana con il sentiero che continua a mezzacosta spostandosi sul versante della val Raccolana transitando di fatto sotto il Picco di Grubia) – Sella di Grubia q.2040 (In loco è situato il bivacco Marussich, incrocio di sentieri con cartelli: prendiamo il CAI 634 a destra che perde velocemente quota con numerose serpentine inoltrandosi nella testata del vallone del rio Ronc, poi sui 1470 m il sentiero comincia a virare a destra procedendo a mezzacosta in piano) – Bivio q.1420 (Appena superato un rudere di cui rimangono pochi sassi c’è il bivio con cartello: a sinistra scende il sentiero CAI 642/A verso il fondovalle del rio Ronc, allo stato attuale è inagibile e in stato di abbandono, rimaniamo sul CAI 634 che si alza per procedere sempre a mezzacosta, poi dopo circa 30 minuti comincia a scendere nel bosco) – Bivio q.1115 (Cartelli: a sinistra inizia il CAI 657 per il paese di Coritis, teniamo il CAI 634 per Stolvizza) – Fonte q.1112 – Bivio q.1114 (Biforcazione del sentiero appena lasciata la fonte, il CAI 634 tiene quello a sinistra) – Incrocio q.1090 (In prossimità degli Stavoli di Tanaromi. Ci innestiamo sulla pista carrozzabile, l’attraversiamo e il CAI 634 scende dalla parte opposta ora come “Sentiero di Matteo” che rientra nel bosco) – Colc q.910 (Usciamo dal bosco presso il pianoro con i ruderi e un edificio recuperato, il CAI 634 “Sentiero di Matteo” rientra immediatamente nel bosco a destra) – Cenotafio q.790 (Lapide in memoria) – Edicola votiva q.690 – Bivio q.600 (Bivio nel bosco: a sinistra il sentiero sale, stiamo in ripida discesa a destra sul CAI 634 “Sentiero di Matteo”) – Ponte q.505 (Scendendo il sentiero a tratti scalinato si perviene al lungo ponticello sul rio Sart, affluente del torrente Resia, dalla parte opposta ora continua pianeggiante) – Fornace q.498 (Rudere di una fornace di sasso per la calce, tabella. Dopo pochi metri averla oltrepassata, alla nostra destra ignoriamo il vecchio sentiero che sale a Laschi Berdo e teniamo il CAI 634 in piano) – Ponte q.492 (Ponticello sul rio Laschi, affluente del torrente Resia, il sentiero comincia a salire) – Case Ladina q.580 (Al termine della salita usciamo dal bosco, attraversiamo il prato e siamo alla borgata di Case Ladina, cominciamo a camminare sull’omonima stradina asfaltata) – Baita Alpina q.585.
NOTE: |
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LUNGHEZZA: 21 km DIFFICOLTA: EE |
DISLIVELLO TOTALE: 1950 m QUOTA MASSIMA: M. Sart q.2324 |
Sentieri - Itinerario molto lungo dal notevole dislivello riferito solo a escursionisti in ottime condizioni fisiche. Noi abbiamo fatto la gita in un'unica soluzione, ma consiglio di dividerla in due giorni pernottando presso il ricovero Igor Grasso o al bivacco Marussich, entrambi in buone condizioni. |
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Rifugi-Bivacchi Bivacco Marussich: Bivacco in lamiera sulla sella di Grubia, all’interno 9 posti letto con tavolino. |
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Fonti - Fontana alla partenza presso la Baita Alpina - Fonte sul CAI 632 che sale al ricovero Igor Grasso:
salendo pochi metri sopra il sentiero presso un anfratto roccioso sgorga poca
acqua, indicazioni. - Fonte q.1112 presso il bivio del CAI 634 con il CAI 657 |
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TEMPI RILEVATI NETTI (ore): |
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Baita Alpina |
0,00 |
Arco
Naturale |
2,42 |
Presa
d’acqua |
0,05 |
Croce q.1725 |
3,13 |
Quota q.732 |
0,16 |
Bivio q.1956 |
3,48 |
Bivio q.745 |
0,19 |
Monte Sart |
4,45 |
Postazione |
0,22 |
Cima q.2321 |
5,11 |
CAI 643
q.786 |
0,26 |
Forchia di
Terrarossa |
5,33 |
Madonna q.839 |
0,32 |
Sella di
Grubia |
5,58 |
Madonna q.844 |
0,33 |
Bivio q.1420 |
7,05 |
Tuurse |
0,39 |
Bivio q.1115 |
8,05 |
Rudere q.908 |
/ |
Fonte
q.1112 |
8,07 |
Bivio q.1017 |
1,05 |
Bivio q.1114 |
8,08 |
Bivio q.1060 |
1,12 |
Incrocio q.1090 |
8,12 |
Lommig |
1,23 |
Colc |
8,28 |
Bivio q.1190 |
1,28 |
Cenotafio |
8,40 |
Rudere q.1218 |
1,32 |
Edicola votiva |
8,49 |
Lom |
1,34 |
Bivio q.600 |
8,58 |
Incrocio q.1495 |
2,07 |
Ponte q.505 |
9,12 |
Fonte q.1563 |
2,15 |
Fornace |
9,14 |
Bivio q.1643 |
2,26 |
Ponte q.492 |
9,16 |
Ricovero Igor Grasso |
2,29 |
Case Ladina |
9,30 |
Sella Buia |
2,34 |
Baita Alpina |
9,38 |
Baita Alpina q.585 (Di fianco la Baita Alpina iniziamo risalendo la via Rastie che è CAI 643) |
Presa d’acqua q.630 (Lasciate le ultime case, il CAI 643 procede su pista forestale oltrepassando una presa d’acqua) |
Il sentiero che conduce alla postazione della 1°guerra mondiale |
Postazione q.766 (Postazione della 1° guerra mondiale) |
Madonna q.839 (Crocefisso e Madonna nell’albero) |
Madonna q.844 (Statua della Madonna sul macigno |
L’edicola alla casa di Tuurse |
Tuurse q.872 (Edicola e casa abbandonata) |
Rudere q.908 (Rudere senza toponimo e quota, è situato a pochi metri sulla destra del sentiero) |
Lommig q.1142 (Rudere) |
Rudere q.1218 (Poche mura sul ciglio destro del sentiero) |
Lom q.1228 (Casetta abbandonata, in loco è chiamata “Planino-Mo Le Bic”) |
Incrocio q.1495 (Innesto sul CAI 632, cartelli: a sinistra scende al Colle Curnic, lo teniamo a destra in salita ignorando dopo pochi metri un sentiero non segnato a sinistra che sale al Picco Peloso) |
Sul CAI 632 |
Fonte sul CAI 632 che sale al ricovero Igor Grasso: salendo pochi metri sopra il sentiero presso un anfratto roccioso sgorga poca acqua |
Fonte sul CAI 632 che sale al ricovero Igor Grasso: salendo pochi metri sopra il sentiero presso un anfratto roccioso sgorga poca acqua |
Bivio q.1643 (Raggiungiamo una cengia erbosa, a sinistra non è segnata e si direziona verso il Picco Peloso, il CAI 632 la tiene a destra, il ricovero Igor Grasso non lo vediamo ma è poco sopra di noi) |
Ricovero Igor Grasso |
Muretto con iscrizioni al ricovero Igor Grasso |
Ricovero Igor Grasso |
Sella Buia q.1654 (Ci appare il maestoso anfiteatro delimitato dal Picco di Mezzodì seguito dalla cresta Indrinizza, sotto si sviluppa a mezzacosta tutto il sentiero CAI 632 anche Alta Via Resiana che dobbiamo tenere, subito a sinistra scende il CAI 633 per Pezzeit indicato dai cartelli) |
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Uno scorcio del monte Cimone visto dalla Sella Buia |
Il monte Sart che dobbiamo salire visto dopo avere oltrepassato la Sella Buia |
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Targa dell’Alta Via Resiana |
Arco Naturale q.1668 (Arco roccioso pochi metri sopra il nostro sentiero) |
Il sentiero CAI 632 anche Alta Via Resiana che dalla Sella Buia conduce verso il monte Sart |
Il sentiero CAI 632 anche Alta Via Resiana che dalla Sella Buia conduce verso il monte Sart |
Il sentiero CAI 632 anche Alta Via Resiana che dalla Sella Buia conduce verso il monte Sart |
Croce q.1725 (Croce di metallo in memoria di Don Massimo Macor) |
Il sentiero CAI 632 anche Alta Via Resiana che dalla Sella Buia conduce verso il monte Sart |
La cengia si esaurisce e cominciamo gradualmente a salire portandoci sotto il versante meridionale del monte Sart |
La cengia si esaurisce e cominciamo gradualmente a salire portandoci sotto il versante meridionale del monte Sart |
Bivio q.1956 (Segni sulle rocce: lasciamo il proseguo a mezzacosta del CAI 632 e saliamo a sinistra tenendo l’Alta Via Resiana) |
L’ascesa ripida si sviluppa senza una via obbligata ma seguendo i numerosi triangoli rossi, si commina con fatica ma senza difficoltà nel pendio caratterizzato da terrazzamenti erbosi e macigni rocciosi affioranti |
L’ascesa ripida si sviluppa senza una via obbligata ma seguendo i numerosi triangoli rossi, si commina con fatica ma senza difficoltà nel pendio caratterizzato da terrazzamenti erbosi e macigni rocciosi affioranti |
L’ascesa ripida si sviluppa senza una via obbligata ma seguendo i numerosi triangoli rossi, si commina con fatica ma senza difficoltà nel pendio caratterizzato da terrazzamenti erbosi e macigni rocciosi affioranti |
“Siamo osservati” |
Monte Sart q.2324 |
Panorama dalla vetta del monte Sart sul monte Cimone avvolto dalle nubi e il monte Zabus |
Panorama dalla vetta del monte Sart sul Montasio avvolto dalle nubi |
Panorama dalla vetta del monte Sart sul Canin |
Dal monte Sart si continua percorrendo la cresta sud/orientale molto aerea ma non difficile con pochi tratti dove mettiamo mano su roccia, prestiamo attenzione soprattutto al versante rivolto sulla val Raccolana che precipita |
Dal monte Sart si continua percorrendo la cresta sud/orientale molto aerea ma non difficile con pochi tratti dove mettiamo mano su roccia, prestiamo attenzione soprattutto al versante rivolto sulla val Raccolana che precipita |
Dal monte Sart si continua percorrendo la cresta sud/orientale molto aerea ma non difficile con pochi tratti dove mettiamo mano su roccia, prestiamo attenzione soprattutto al versante rivolto sulla val Raccolana che precipita |
Dal monte Sart si continua percorrendo la cresta sud/orientale molto aerea ma non difficile con pochi tratti dove mettiamo mano su roccia, prestiamo attenzione soprattutto al versante rivolto sulla val Raccolana che precipita |
Dal monte Sart si continua percorrendo la cresta sud/orientale molto aerea ma non difficile con pochi tratti dove mettiamo mano su roccia, prestiamo attenzione soprattutto al versante rivolto sulla val Raccolana che precipita |
Cima q.2321 (Cima senza toponimo quotata 2321 m) |
Dalla Cima q.2321 la cresta contrassegnata dall’Alta Via Resiana comincia a perdere quota senza difficoltà |
Forchia di Terrarossa q.2137 (Terminata la discesa ritroviamo il CAI 632 che si era mantenuto a mezzacosta sotto il versante meridionale del monte Sart, lo prendiamo a sinistra che è anche Alta Via Resiana con il sentiero che continua a mezzacosta spostandosi sul versante della val Raccolana transitando di fatto sotto il Picco di Grubia) |
Forchia di Terrarossa q.2137 (Terminata la discesa ritroviamo il CAI 632 che si era mantenuto a mezzacosta sotto il versante meridionale del monte Sart, lo prendiamo a sinistra che è anche Alta Via Resiana con il sentiero che continua a mezzacosta spostandosi sul versante della val Raccolana transitando di fatto sotto il Picco di Grubia) |
L’altopiano carsico del Foran dal Muss |
Dalla Forchia di Terrarossa verso la sella di Grubia |
Arrivo alla sella di Grubia dove è situato il bivacco Marussich |
Il bivacco Marussich alla sella di Grubia |
Il bivacco Marussich alla sella di Grubia |
Dalla sella di Grubia prendiamo il CAI 634 a destra che perde velocemente quota con numerose serpentine inoltrandosi nella testata del vallone del rio Ronc |
Sui 1470 m il sentiero CAI 634 comincia a virare a destra procedendo a mezzacosta in piano |
Fonte q.1112 presso il bivio del CAI 634 con il CAI 657 |
Incrocio q.1090 (In prossimità degli Stavoli di Tanaromi. Ci innestiamo sulla pista carrozzabile, l’attraversiamo e il CAI 634 scende dalla parte opposta ora come “Sentiero di Matteo” che rientra nel bosco) |
Colc q.910 (Usciamo dal bosco presso il pianoro con i ruderi e un edificio recuperato) |
Colc q.910 (Usciamo dal bosco presso il pianoro con i ruderi e un edificio recuperato) |
Cenotafio q.790 (Lapide in memoria) |
Edicola votiva q.690 |
Scendendo il sentiero a tratti scalinato si perviene al lungo ponticello sul rio Sart, affluente del torrente Resia |
Ponte q.505 (Scendendo il sentiero a tratti scalinato si perviene al lungo ponticello sul rio Sart, affluente del torrente Resia, dalla parte opposta ora continua pianeggiante) |
Fornace q.498 (Rudere di una fornace di sasso per la calce) |
Ponte q.492 (Ponticello sul rio Laschi, affluente del torrente Resia) |
Torrente Resia |
Case Ladina q.580 (Al termine della salita usciamo dal bosco, attraversiamo il prato e siamo alla borgata di Case Ladina, cominciamo a camminare sull’omonima stradina asfaltata) |