venerdì 10 maggio 2024

Monte Pelato dalla cresta di Valsora (F-)

Saliamo la selvaggia cresta di Valsora al monte Pelato che comporta qualche facile passaggio di arrampicata, questa montagna è generalmente ignorata per la vicinanza al più blasonato monte Altissimo. Facciamo ritorno con un lungo giro attraverso i passi del Frate, degli Uncini e del Pitone dopo il quale percorriamo il sentierino abbandonato che si ricollegava all'ex rifugio Campiglia e al Colle della Tecchia.

DATA: 4 gennaio 2024 

PARTENZA: Con l’autostrada A12 usciamo al casello di Massa (Toscana) e teniamo le indicazioni per il centro, attraversiamo la città finché vediamo i cartelli per Antona che ci portano a percorrere la SP.4 che sale al passo del Vestito. Oltrepassiamo i paesi di Pariana, Altagnana, Antona, fino arrivare in località Pian della Fioba (4 km dal paese di Antona) dove notiamo a sinistra le indicazioni per il rifugio Città di Massa e a destra il giardino orto botanico Pietro Pellegrini, da qui proseguiamo esattamente per 1,7 km fino a individuare sulla sinistra l’ampia marmifera d’ingresso alla cava Valsora (circa 25 km dal casello autostradale). 

ITINERARIO: SP.4 q.996 (Quota da mappa IGM Toscana. Tralasciando alla nostra sinistra l’ingresso della marmifera alla cava di Valsora, avanziamo per pochi metri sull’asfaltata in direzione di Arni individuando sulla destra l’esilissima traccia di passaggio che inerpica l’invaso di sottili arbusti. Ci alziamo e gradualmente viriamo a sinistra, superiamo la base di un piccolo taglio di cava che ci appare solo in questo istante e raggiungiamo in breve l’evidente cresta di Valsora)      Cresta di Valsora (L’inizio della cresta è quotata 1224,5 m dalla mappa CTR Toscana. Questa prima parte è la più impegnativa e comporta qualche passaggio di 2°, l’esposizione alla nostra sinistra è sostenuta mentre quella alla nostra destra è generalmente modesta, successivamente la cresta seppur ripida si amplia e i passaggi si attestano sul 1°)     Cresta N monte Pelato q.1310 (La ripida ascesa dalla cresta di Valsora si conclude al raggiungimento della cresta nord del monte Pelato, andiamo a sinistra per guadagnare la vicina e anonima vetta)   –   Cima q.1326 (La cima senza toponimo è quotata 1326 m da IGM Toscana, la mappa CTR Toscana la quota 1325,2 m e la identifica erroneamente come monte Pelato. La cima spoglia offre un panorama a 360°, ritorniamo indietro)     Cresta N monte Pelato q.1310 (Tralasciando il punto di uscita della cresta di Valsora, seguiamo la lunga cresta nord del monte Pelato, aerea ma priva di difficoltà)   –   Monte Pelato q.1330 (Quota da mappa IGM Toscana, per CTR 1329,6 m. Omino di sassi e scritta, si continua sulla cresta che ora si sviluppa con direzione SO)   –   Cima q.1329 (Quota da mappa IGM Toscana, per CTR 1328,5 m. Sul promontorio c’è un antico cippo di sasso)  –  Cima q.1325 (Quota da mappa IGM Toscana, per CTR 1325,6 m. In questo punto la cresta si divide: a destra scende con direzione NO, rimaniamo sulla principale che ci fa curvare a gomito a sinistra con direzione S alla vicina foce del Frate)   –   Foce del Frate q.1305 (Anche passo dell’Angiola, quota da mappa IGM Toscana. Cartelli e crocevia di sentieri CAI: a sinistra il sentiero CAI 51 scende a Le Gobbie, a destra sempre il CAI 41 scende al Colle della Tecchia dandoci la possibilità di abbreviare la gita, andiamo dritto sul CAI 143 verso il passo degli Uncini e il monte Altissimo)   –   Passo degli Uncini q.1362 (Dritto continua il CAI 143 che sale alla vetta del monte Altissimo, a sinistra scende il sentiero CAI 33 per Le Gobbie, a destra cala una sottile traccia con bolli rossi che passa inosservata destinata a raccordarsi al CAI 32, saliamo a destra all’indietro sul CAI 33 di cresta verso il passo della Greppia)   –   Deviazione q.1391 (Quota da mappa IGM Toscana. Percorriamo la cresta rocciosa per pochi minuti, poi il CAI 33 comincia a scendere ripidamente a sinistra il lungo canalone con direzione SO)   –   Bivio q.1328 (Rimaniamo sul CAI 33 in ripida discesa, passa sicuramente inosservata la traccia che scavalla la cresta alla nostra sinistra per innestarsi sul CAI 32)   –   Bivio q.1218 (Appena prima di arrivare al passo della Greppia, scavallando la forcella alla nostra sinistra scende il Sentiero della Libertà, i segni e le indicazioni sono assenti quindi il bivio passa inosservato)   –   Passo della Greppia q.1200 (Bivio e cartelli presso un grande sperone roccioso, in loco c’è anche una panca con tavolo: a destra scende il CAI 188 per il Colle della Tecchia che potrebbe farci abbreviare la gita, andiamo dritto sul CAI 33 mantenendo la direzione SO che ci porta a percorrere una cresta invasa da cespugli, a intermittenza incontriamo delle corde utili come corrimano)   –   Cresta del Pitone (Davanti a noi s’innalza la rocciosa cresta del Pitone, insuperabile sia affrontandola direttamente che bypassandola a destra, il CAI 33 si abbassa spostandosi a sinistra per transitare alla sua base)   –   Forcella q.1088 (Camminato alla base della cresta del Pitone ora risaliamo arrampicando qualche facile passaggio di 1° agevolati da corde fisse fino a conquistare l’intaglio della cresta del Pitone dove è affissa una targa a ricordo, il CAI 33 ora continua a sinistra a mezzacosta per bypassare un puntone roccioso)   –   Passo del Pitone q.1051 (Dopo pochi minuti ci compare sulla sinistra una croce di marmo a ricordo dei caduti e l’ampio valico)   –   Deviazione q.1035 (Tenendoci la croce di marmo del passo del Pitone alla nostra sinistra, il CAI 33 si abbassa per pochi metri fino al punto basso, prima che riprenda a salire verso il passo della Focoraccia noi lo lasciamo. Caliamo a destra all’indietro iniziando una traccia trasversale che ci ridireziona di fatto sotto il passo del Pitone, poi continua a perdere quota a zig-zag con direzione nord tra pietrisco e paleo dove qualche sporadico omino di sassi ci conforta. Sul fondo sinistro della vallata è ben visibile il piazzale della cava Caprara, mentre la nostra traccia dopo aver perso circa 100 metri di quota vira a destra assestandosi a mezzacosta)   –   Pinnacoli q.900 (La traccia nel manto erboso tende a svanire, insistiamo mantenendoci a mezzacosta sui 920 m con direzione nord fin quando ci appaiono due evidenti pinnacoli rocciosi ravvicinati alti circa 5 metri che emergono dal terreno. Ci portiamo nella selletta alla loro destra sotto la quale compare un cavo di metallo, indispensabile per calare alcuni metri fino al fosso sottostante. Aggiriamo la testata dell’angusto fosso stando a mezzacosta individuando subito le oblique e bagnate placche rocciose sulle quali caliamo con attenzione. Ora c’è la parte più impegnativa di tutta la gita, allo stato attuale il sentierino originario è estremamente infrascato, non vi sono punti di riferimento e anche gli sporadici bolli rossi in questo frangente sono assenti, procediamo con molta fatica e disagio solo grazie all’aiuto del GPS, aprendoci dei varchi e senza la certezza di essere sulla traccia originaria, l’obbiettivo è sempre quello di mantenersi a mezzacosta sui 880/870 metri di quota)   -  Crinale q.875 (Anche se il tragitto percorso è stato breve, il notevole tempo impiegato è dovuto all’incertezza del terreno estremamente selvaggio e infrascato. Mantenendo quota e direzione riusciamo uscire dalla fitta vegetazione e su aperto pendio insistiamo cercando ogni minimo indizio che ci possa indicare di essere sull’originario sentierino, allo stato attuale vediamo un paio di omini di sasso. Giungiamo su un crinalino oltrepassato il quale ricompare a intermittenza la traccia di passaggio che si sviluppa sempre a mezzacosta assestandosi ora sugli 850/830 metri, qualche segno rosso ci viene in aiuto)   -  Fosso q.827 (Fosso d’acqua affluente del fosso del Pozzone)  -   Fosso del Pozzone q.845Casa q.858 (Grande casa di sasso abbandonata, l’edificio anticipa l’arrivo al rifugio Campiglia e non compare nelle carte IGM,CTR e 4Land)  -  Rifugio Campiglia q.859 (Per CTR Toscana 859,3 metri. Grandissimo edificio su 5 piani affiancato da due casotti di sasso dai quali procediamo su mulattiera)  -  Fosso di Campiglia q.880 (Lo attraversiamo su passerella di metallo)  -  Teleferica q.884 (Teleferica di servizio al rifugio Campiglia, ora si cammina su sterrata che comincia da questo punto oltrepassando alcuni vecchi edifici poco distanti tra loro)  -  Bivio q.888 (Sulla destra tralasciamo il sentiero CAI 188 per il passo della Greppia)  -  Colle della Tecchia q.879 (Arriviamo alla minuscola cappella dedicata ai caduti della linea gotica sopra la quale sale il sentiero CAI 41 per la foce del Frate, ci innestiamo sulla SP4 e ora la seguiamo a destra fino a ritornare all’auto, durante il tragitto attraversiamo in successione le gallerie Fronticchio, dell’Acerello, degli Uncini, di Valsora)  -   SP.4 q.996 

NOTE:

        LUNGHEZZA: 8 km

        DIFFICOLTA: F-

DISLIVELLO TOTALE: 740 m

QUOTA MASSIMA: 1391 m

Sentieri

Cresta di Valsora: Cresta selvaggia priva di qualsiasi indicazione, ha inizio poco sopra la SP4 in corrispondenza dell’ingresso della marmifera per la cava Valsora e si conclude innestandosi sulla cresta nord del monte Pelato a pochi metri dalla Cima q.1326 (La cima senza toponimo è quotata 1326 m da IGM Toscana, la mappa CTR Toscana la quota 1325,2 m e la identifica erroneamente come monte Pelato). La parte iniziale della cresta risulta essere la più ostica, qualche passaggio di 2° su roccia discreta con notevole esposizione alla nostra sinistra contrapposta a una modesta dal versante dal quale siamo saliti, nel proseguo la cresta seppur ripida e faticosa si amplia e i passaggi si attestano sul 1°. 

CAI 33 (cresta tra il passo della Greppia e il passo del Pitone): La cresta è invasa di cespugli e presenta alcuni tratti delicati anche se non difficili, alcune corde fisse sono utili come corrimano. Particolare attenzione va posta con la presenza di terreno bagnato, le roccette e le radici diventano molto scivolose. 

Sentiero Campiglia/passo del Pitone: Allo stato attuale (gennaio 2024) l’antico sentierino che collegava Campiglia col passo del Pitone versa in estremo stato di degrado, soprattutto nella sua tratta intermedia. Indispensabile l’uso del GPS e la raccomandazione di non affrontarlo in solitaria, di avere buona visibilità, terreno asciutto e tempo a disposizione. I tempi di percorrenza pubblicati sono netti e non tengono conto degli smarrimenti e ritardi occorsi nel nostro caso a rilevare la giusta via. Nella seconda parte del sentiero, che nel nostro senso di percorrenza si conclude al rifugio Campiglia, la traccia seppur selvaggia è discretamente evidente e contrassegnata con bolli rossi.   

Rifugi-Bivacchi

Rifugio Campiglia: Il rifugio nasce grazie a Don Luigi Bonacoscia che nel 1952 decide di affittare e poi comprare due seccatoi. La zona esisteva già ed era terra di pastori e campi seminati dagli antonesi. Fu in queste due baite che si svolse la vita nei primi anni: al tempo il solo lasciare casa per raggiungere Campiglia significava partire per un viaggio. Le doti peculiari del gruppo alla cui testa stava Don Luigi erano la dedizione al lavoro e la collaborazione, caratteristiche che portarono nel 1969 alla realizzazione dell'attuale rifugio. (descrizione tratta integralmente dalla pagina Facebook “Il Sentiero per Campiglia”). Allo stato attuale (2024) il grandissimo rifugio su 5 piani immerso nella foresta sembra in stato di abbandono, a fianco ci sono altre due casette di sasso (gli antichi seccatoi), tutti gli edifici sono chiusi e inaccessibili. 

Fonti 

Fontana al Colle della Tecchia, sulla SP4 poco sotto la piccola cappella dedicata ai caduti della linea gotica

Tracce GPS


TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

SP.4 q.996

0.00

Forcella q.1088

3,40

Cresta di Valsora

/

Passo del Pitone

3,43

Cresta nord M. Pelato

1,17

Deviazione q.1035

3,45

Cima q.1326

1,20

Coppia di pinnacoli

4,10

Cresta nord M. Pelato

/

Crinale q.875

4,45

Monte Pelato

1,36

Fosso q.827

/

Cima q.1329

1,44

Fosso del Pozzone

5,25

Cima q.1325

1,50

Casa q.858

5,44

Foce del Frate

1,53

Rifugio Campiglia

5,50

Passo degli Uncini

2,20

Fosso di Campiglia

5,54

Deviazione q.1391

2,25

Teleferica

6,05

Bivio q.1328

2,32

Bivio q.888

6,06

Bivio q.1218

2,46

Colle della Tecchia

6,09

Passo della Greppia

2,48

SP.4 q.996

6,30

 


SP.4 q.996 (Quota da mappa IGM Toscana. Tralasciando alla nostra sinistra l’ingresso della marmifera alla cava di Valsora, avanziamo per pochi metri sull’asfaltata in direzione di Arni individuando sulla destra l’esilissima traccia di passaggio che inerpica l’invaso di sottili arbusti)

SP.4 q.996 (Quota da mappa IGM Toscana. Tralasciando alla nostra sinistra l’ingresso della marmifera alla cava di Valsora, avanziamo per pochi metri sull’asfaltata in direzione di Arni individuando sulla destra l’esilissima traccia di passaggio che inerpica l’invaso di sottili arbusti)

Ci alziamo e gradualmente viriamo a sinistra, superiamo la base di un piccolo taglio di cava che ci appare solo in questo istante

Raggiungiamo in breve l’evidente cresta di Valsora

Cresta di Valsora

Cresta di Valsora

 

Cresta di Valsora

Cresta di Valsora

Cresta di Valsora

Cresta di Valsora

Raggiungiamo la cresta nord del monte Pelato evidente sopra di noi


Panorama

Cresta N monte Pelato q.1310 (La ripida ascesa dalla cresta di Valsora si conclude al raggiungimento della cresta nord del monte Pelato, andiamo a sinistra per guadagnare la vicina e anonima vetta)

Cima q.1326 (La cima senza toponimo è quotata 1326 m da IGM Toscana, la mappa CTR Toscana la quota 1325,2 m e la identifica erroneamente come monte Pelato) 

Dalla Cima q.1326 ritorniamo indietro

Tralasciando il punto di uscita della cresta di Valsora, seguiamo la lunga cresta nord del monte Pelato, aerea ma priva di difficoltà

 

Seguiamo la lunga cresta nord del monte Pelato

Monte Pelato q.1330

Dal monte Pelato si continua sulla cresta che ora si sviluppa con direzione SO

Salita alla Cima q.1329

Cima q.1329 (Quota da mappa IGM Toscana, per CTR 1328,5 m. Sul promontorio c’è un antico cippo di sasso) 

Salita alla Cima q.1325


 Foce del Frate q.1305 (Anche passo dell’Angiola, quota da mappa IGM Toscana. Cartelli e crocevia di sentieri CAI: a sinistra il sentiero CAI 51 scende a Le Gobbie, a destra sempre il CAI 41 scende al Colle della Tecchia dandoci la possibilità di abbreviare la gita, andiamo dritto sul CAI 143 verso il passo degli Uncini e il monte Altissimo)

Il monolite che da il nome alla foce

Sul CAI 143 verso il passo degli Uncini

Sul CAI 143 verso il passo degli Uncini (Torrioni rocciosi sul lato del sentiero e all’orizzonte si vede il mare)

Ci appare il monte Altissimo

Passo degli Uncini q.1362 (Dritto continua il CAI 143 che sale alla vetta del monte Altissimo, a sinistra scende il sentiero CAI 33 per Le Gobbie, a destra cala una sottile traccia con bolli rossi che passa inosservata destinata a raccordarsi al CAI 32, saliamo a destra all’indietro sul CAI 33 di cresta verso il passo della Greppia)


Dal passo degli Uncini saliamo a destra all’indietro sul CAI 33 di cresta verso il passo della Greppia

Deviazione q.1391 (Siamo sul punto più alto della gita. Percorriamo la cresta rocciosa per pochi minuti, poi il CAI 33 comincia a scendere ripidamente a sinistra il lungo canalone con direzione SO)

Il CAI 33 comincia a scendere ripidamente a sinistra il lungo canalone con direzione SO

Sul CAI 33 che scende al passo della Greppia

Sul CAI 33 che scende al passo della Greppia

Sul CAI 33 che scende al passo della Greppia

 

Passo della Greppia q.1200 (Bivio e cartelli presso un grande sperone roccioso, in loco c’è anche una panca con tavolo: a destra scende il CAI 188 per il Colle della Tecchia che potrebbe farci abbreviare la gita, andiamo dritto sul CAI 33 mantenendo la direzione SO)

Sul CAI 33 che dal passo della Greppia scende al passo del Pitone, ci porta a percorrere una cresta invasa da cespugli, a intermittenza incontriamo delle corde utili come corrimano

Panorama verso il monte Antona

In lontananza l’inconfondibile sagoma del monte Sagro


Sul CAI 33 che dal passo della Greppia scende al passo del Pitone, ci porta a percorrere una cresta invasa da cespugli, a intermittenza incontriamo delle corde utili come corrimano

Sul CAI 33 che dal passo della Greppia scende al passo del Pitone, ci porta a percorrere una cresta invasa da cespugli, a intermittenza incontriamo delle corde utili come corrimano

Sul CAI 33 che dal passo della Greppia scende al passo del Pitone, ci porta a percorrere una cresta invasa da cespugli, a intermittenza incontriamo delle corde utili come corrimano

Cresta del Pitone (Davanti a noi s’innalza la rocciosa cresta del Pitone, insuperabile sia affrontandola direttamente che bypassandola a destra, il CAI 33 si abbassa spostandosi a sinistra per transitare alla sua base)

Cresta del Pitone (Davanti a noi s’innalza la rocciosa cresta del Pitone, insuperabile sia affrontandola direttamente che bypassandola a destra, il CAI 33 si abbassa spostandosi a sinistra per transitare alla sua base)

Il CAI 33 transita alla base della cresta del Pitone

 

Il CAI 33 transita alla base della cresta del Pitone

Il CAI 33 transita alla base della cresta del Pitone

Camminato alla base della cresta del Pitone ora risaliamo arrampicando qualche facile passaggio di 1° agevolati da corde fisse

Camminato alla base della cresta del Pitone ora risaliamo arrampicando qualche facile passaggio di 1° agevolati da corde fisse

Camminato alla base della cresta del Pitone ora risaliamo arrampicando qualche facile passaggio di 1° agevolati da corde fisse

Forcella q.1088 (Camminato alla base della cresta del Pitone ora risaliamo arrampicando qualche facile passaggio di 1° agevolati da corde fisse fino a conquistare l’intaglio della cresta del Pitone dove è affissa una targa a ricordo)

 

Deviazione q.1035 (Tenendoci la croce di marmo del passo del Pitone alla nostra sinistra, il CAI 33 si abbassa per pochi metri fino al punto basso, prima che riprenda a salire verso il passo della Focoraccia noi lo lasciamo. Caliamo a destra all’indietro iniziando una traccia trasversale che ci ridireziona di fatto sotto il passo del Pitone)

Sul fondo sinistro della vallata è ben visibile il piazzale della cava Caprara, mentre la nostra traccia dopo aver perso circa 100 metri di quota vira a destra assestandosi a mezzacosta

La nostra traccia dopo aver perso circa 100 metri di quota vira a destra assestandosi a mezzacosta


La nostra traccia dopo aver perso circa 100 metri di quota vira a destra assestandosi a mezzacosta

Sulla traccia a mezzacosta

Pinnacoli q.900 (La traccia nel manto erboso tende a svanire, insistiamo mantenendoci a mezzacosta sui 920 m con direzione nord fin quando ci appaiono due evidenti pinnacoli rocciosi ravvicinati alti circa 5 metri che emergono dal terreno)

Ci portiamo nella selletta alla loro destra sotto la quale compare un cavo di metallo, indispensabile per calare alcuni metri fino al fosso sottostante.

Ci portiamo nella selletta alla loro destra sotto la quale compare un cavo di metallo, indispensabile per calare alcuni metri fino al fosso sottostante

Aggiriamo la testata dell’angusto fosso stando a mezzacosta

 

Arriviamo subito alle oblique e bagnate placche rocciose sulle quali caliamo con attenzione

L’obbiettivo è sempre quello di mantenersi a mezzacosta sui 880/870 metri di quota

Ora c’è la parte più impegnativa di tutta la gita, allo stato attuale il sentierino originario è estremamente infrascato, non vi sono punti di riferimento e anche gli sporadici bolli rossi in questo frangente sono assenti, procediamo con molta fatica e disagio solo grazie all’aiuto del GPS

Crinale q.875

Crinale q.875 (Giungiamo su un crinalino oltrepassato il quale ricompare a intermittenza la traccia di passaggio che si sviluppa sempre a mezzacosta assestandosi ora sugli 850/830 metri, qualche segno rosso ci viene in aiuto)

Oltrepassato il crinalino ricompare a intermittenza la traccia di passaggio che si sviluppa sempre a mezzacosta assestandosi ora sugli 850/830 metri, qualche segno rosso ci viene in aiuto


Uno dei tanti rigagnoli d’acqua

Ambiente molto selvaggio al limite della praticabilità

Ambiente molto selvaggio al limite della praticabilità

Ambiente molto selvaggio al limite della praticabilità

 

Fosso del Pozzone

Fosso del Pozzone

Casa q.858 (Grande casa di sasso abbandonata)

Casa q.858 (Grande casa di sasso abbandonata)

Sulla traccia verso il rifugio Campiglia

Rifugio Campiglia (Grandissimo edificio su 5 piani affiancato da due casotti di sasso) 


Rifugio Campiglia (Grandissimo edificio su 5 piani affiancato da due casotti di sasso) 

Rifugio Campiglia (Grandissimo edificio su 5 piani affiancato da due casotti di sasso) 

Rifugio Campiglia (Grandissimo edificio su 5 piani affiancato da due casotti di sasso) 

Fosso di Campiglia (Lo attraversiamo su passerella di metallo) 

Teleferica di servizio al rifugio Campiglia

Teleferica di servizio al rifugio Campiglia


Bivio q.888 (Sulla destra tralasciamo il sentiero CAI 188 per il passo della Greppia)

Targa commemorativa al colle della Tecchia

Colle della Tecchia (Arriviamo alla minuscola cappella dedicata ai caduti della linea gotica)

Colle della Tecchia (Arriviamo alla minuscola cappella dedicata ai caduti della linea gotica, ci innestiamo sulla SP4 e ora la seguiamo a destra fino a ritornare all’auto) 

Durante il tragitto attraversiamo in successione le gallerie Fronticchio, dell’Acerello, degli Uncini, di Valsora