Lunga e selvaggia traversata delle cime Cadin e Postegae nelle dolomiti friulane.
DATA: 5 agosto 2024
PARTENZA: Dal paese di Cimolais (provincia di Pordenone, Friuli V.G.) seguiamo le indicazioni per la Val Cimolaia che ci fanno passare tra le abitazioni, ne usciamo superando dopo circa 2 km il campeggio Bresin e continuiamo per altri 11 km fino al termine, tralasciamo il parcheggio superiore poco distante dal rifugio Pordenone e ci fermiamo nel parcheggio inferiore dal quale hanno inizio i sentieri CAI 361 e CAI 370. (La stradina della Val Cimolaia nel periodo estivo è a pagamento).
ITINERARIO: Pian Meluzzo q.1179 (Località Pian di Meluzzo, quota da tabella in loco. Dalle piazzole sparse adibite a parcheggio iniziamo a camminare la pista CAI 361/CAI 370, dopo pochi metri la tralasciamo a destra la pista CAI 370 che si abbassa e andiamo dritto in piano che è CAI 361 su ampio stradello di pietrisco) – Bivio q.1170 (Rimaniamo sulla pista CAI 361 che compie una S, a sinistra del secondo tornante inizia un sentiero che salendo nel bosco conduce al rifugio Pordenone) – Casera Meluzzo q.1169 (Abbandonata, situata appena sopra la pista CAI 361) – Bivio q.1195 (Bivio e cartelli, nel frattempo la pista si è ridotta: a sinistra continua come CAI 361 verso la casera dei Pecoli, stiamo a destra che è CAI 362 per la Val Postegae) – Deviazione q.1223 (Lasciamo la pista pianeggiante che si esaurisce presso l’ampio letto detritico del rio Postegae, il CAI 362 ora continua dritto prendendo quota su sentiero che entra nel sottobosco, ben presto ne esce e rimane parallelo al sottostante vallone) – Deviazione q.1304 (Il sentiero CAI 362 che si manteneva alto sopra il letto detritico del rio Postegae, in questo punto lo lambisce e torna a rialzarsi. Ora lo dobbiamo lasciare per individuare sulla sponda opposta del rio Postegae l’inizio dell’ex CAI 387, sbiaditi bolli rossi ci vengono in aiuto. Guadato a destra il basso corso d’acqua, l’esile sentiero ex CAI 387 lo risale e si mantiene parallelo per pochi minuti, poi entra stabilmente nel bosco e se ne allontana in ripida salita) – Bivio q.1345 (Biforcazione del sentiero nel bosco: scartiamo quello a sinistra che si mantiene basso, seguiamo in salita l’ex CAI 387 segnalato da sbiaditi bolli rossi) – Casera Postegae Bassa q.1421 (Non vediamo alcuna testimonianza della sua esistenza) – Rio Valle Inferno q.1452 (Attraversiamo i grossi sfasciumi del rio asciutto) – Torrente q.1475 (Delle stesse dimensioni del rio Valle Inferno ma con acqua. Lo attraversiamo, bollo rosso nel grosso macigno in centro, e alzandoci per pochi metri riprendiamo dalla parte opposta il proseguo del sentiero. Successivamente usciamo dal bosco cominciando a risalire la ripida lingua di pietrisco lambita dai pini mughi) – Torrente q.1568 (L’acqua ha creato una piccola marmitta pochi metri sopra di noi) – Cadin del Pramaggiore q.1700 (Gli ultimi mughi lasciano posto al vasto pendio di sfasciumi del Cadin del Pramaggiore, in lontananza vediamo la cresta e il passo di Pramaggiore che dobbiamo raggiungere ma ci sono ancora oltre 400 metri di faticoso dislivello da superare. Continuiamo in ripida ascesa spostandoci sul bordo destro della vallata detritica, poi sui 1800 metri e per un breve tratto si entra nella macchia di pini mughi, ora la vecchia segnatura di bolli rossi è diventata quella ufficiale bianco/rosso del CAI) – Passo Pramaggiore q.2137 (Ampia sella erbosa senza indicazioni. Lasciamo l’ex CAI 387 che scavalla nel versante opposto spostandosi a sinistra nei declivi erbosi, in alto alla nostra sinistra ci sono le inaccessibili bastionate rocciose della Punta Ovest, iniziamo a risalire a destra il facile crinale su traccia di passaggio con direzione SO, sporadici e sbiaditi bolli rossi) – Cima q.2276 (Promontorio senza toponimo quotato 2276 metri dalla mappa IGM Friuli V.G. Puntiamo verso l’erta e rocciosa Cima Cadin, ora il nostro crinale vira a ovest caratterizzato a sinistra da ripidi declivi erbosi, e a destra da sedimenti erosivi che precipitano) – Cima Cadin q.2313 (La ripida salita tra sedimenti e pietrisco ci fa conquistare la minuscola cima dove troviamo una piccola croce di legno. Ora scendiamo a sinistra puntando al lungo e verde crinale quotato 2257 metri che vediamo in lontananza, poi dopo pochi minuti cambiamo direzione calando a destra, ovest. L’esile traccia di passaggio ci porta a camminare a mezzacosta nel ripido pendio erboso sopra la grande conca valliva erbosa popolata da stambecchi che ci rimane alla nostra sinistra) – Forcella Postegae q.2163 (L’esile traccia a mezzacosta nel pendio erboso ci permette di transitare sotto la tormentata cresta rocciosa occidentale di Cima Cadin, successivamente si riporta in cresta quando si amplia in un largo crinale di sedimenti, si aggira a sinistra un grande e isolato rilievo roccioso fino arrivare al punto basso di forcella Postegae, punto anonimo e privo di indicazioni. Possiamo notare che il versante alla nostra destra, nord, dirupa in forte stato di erosione, mentre a sinistra, sud, si contrappone un ripido pendio erboso che sfocia nel sottostante vallone. Continuiamo a seguire la buona traccia evidenziata da omini di sassi che si mantiene o sulla cresta ma generalmente a mezzacosta sempre nel versante meridionale) – Cima q.2250 (Senza toponimo ma quotata 2250 metri da mappa IGM e Tabacco. Da questa vetta anonima ci appaiono per la prima volta le dolci ma imponenti Cime Postegae, sulla destra il suo vertiginoso costone NE. Il proseguo sulla cresta non è fattibile perché è estremamente tormentata, dobbiamo abbassarci a sinistra e continuare con un delicato traverso a mezzacosta) – Costone NE q.2274 (Quota da GPS. Abbiamo guadagnato l’ampio costone che vedevamo dalla Cima q.2250, lo risaliamo a sinistra senza difficoltà verso la cima Postegae) – Cima Postegae q.2358 (È la cima orientale, la più alta e quotata dalla mappa. Si presenta come un promontorio di terra e sedimenti, in loco c’è un omino di sassi e libro delle firme, scendiamo il suo facile crinale occidentale) – Cima di Mezzo q.2325 (È il promontorio che incontriamo appena calati dalla cima Postegae, una specie di anticima occidentale. Continuiamo sul facile crinale di terra e sedimenti, poi ci spostiamo a sinistra su evidente traccia a mezzacosta che ci porta a transitare sotto la cima rocciosa occidentale del Postegae, più dietro s’innalzano le due torri gemelle del Postegae) – Forcella q.2070 (Aggirata la cima occidentale perdiamo quota puntando inizialmente verso le torri del Postegae, poi ce ne allontaniamo virando a sinistra in continua discesa su traccia elementare dove gli omini di sasso risultano indispensabili. Sui 2150 metri incontriamo i primi pini mughi, quindi giunti al termine della discesa in prossimità della forcella Sciol de Mont affrontiamo dei passaggi delicati a mezzacosta su roccia sdrucciolevole. Risalendo pochi metri arriviamo alla forcella alta della forcella Sciol de Mont, quella ufficiale risulta più bassa è quotata 1988 m. Scavalliamo nel versante opposto dove ci attende l’interminabile discesa del canalone Rio Mont, estremamente franoso e pericoloso, privilegiamo il bordo destro che risulta “più agevole”) – CAI 370 q.1533 (Quota da mappa Tabacco, innesto sul CAI 370: evitiamo di salirlo a sinistra verso casera Roncada, continuiamo a tenerci nel vasto letto detritico del Rio Mont ormai semi pianeggiante e tra radi pini mughi) – Sciol de Mont q.1241 (Quota da mappa Tabacco. Attraversiamo a destra la piana detritica del Rio Mont, sulla sponda opposta ha inizio il largo sentiero forestale che entra nel bosco) – Pian Meluzzo q.1179.
NOTE: |
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LUNGHEZZA: 13,5 km DIFFICOLTA: EE |
DISLIVELLO TOTALE: 1360 m QUOTA MASSIMA: Cima Postegae q.2358 |
Sentieri Ex CAI 387: Ha inizio dal CAI 362 dove lo lasciamo per guadare il rio Postegae, l’ingresso del ex CAI 387 non è evidente, prestiamo attenzione ai vecchi bolli rossi nel greto del corso d’acqua e al probabile omino di sassi sulla sponda opposta, i bolli rossi pur essendo vecchi e sbiaditi sono abbondanti fino al passo Pramaggiore (Dal Cadin del Pramaggiore compare anche la segnatura ufficiale bianco/rossa). Traversata in cresta delle cime Cadin/Postegae: la traccia di passaggio è generalmente evidente agevolata da sbiaditi e sporadici bolli rossi ma soprattutto da omini di sasso che risultano provvidenziali (esorto gli escursionisti di passaggio a rinforzarli). Rimane comunque un tragitto da affrontare assolutamente con buona visibilità e meteo stabile, alcuni passaggi a mezzacosta anche se non difficili sono delicati. Canalone del Rio Mont: Inizia dalla forcella Sciol de Mont (nel nostro caso dalla forcella superiore), il canalone risulta estremamente franoso e potenzialmente pericoloso, indispensabile procedere cautamente a distanza ravvicinata, utilissimi i bastoncini e il casco (che purtroppo non avevamo), gli oltre 500 metri di dislivello da scendere sono interminabili e snervanti. |
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Rifugi-Bivacchi Assenti |
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Fonti Assenti |
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TEMPI RILEVATI NETTI (ore): |
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Pian
Meluzzo |
0,00 |
Passo Pramaggiore |
3,00 |
Bivio q.1170 |
0,06 |
Cima q.2276 |
/ |
Casera Meluzzo |
0,11 |
Cima Cadin |
3,32 |
Bivio q.1195 |
0,24 |
Forcella Postegae |
/ |
Deviazione q.1223 |
0,31 |
Cima
q.2250 |
4,30 |
Deviazione q.1304 |
0,45 |
Costone NE |
/ |
Bivio q.1345 |
0,53 |
Cima Postegae |
4,50 |
Casera Postegae Bassa |
/ |
Cima di Mezzo |
4,57 |
Rio Valle Inferno |
1,08 |
Forcella
q.2070 |
5,55 |
Torrente q.1475 |
1,13 |
CAI 370 q.1533 |
7,20 |
Torrente q.1568 |
1,28 |
Sciol de Mont |
/ |
Cadin del Pramaggiore |
1,50 |
Pian Meluzzo |
8,05 |
Pian Meluzzo q.1179 (Località Pian di Meluzzo, quota da tabella in loco. Dalle piazzole sparse adibite a parcheggio iniziamo a camminare la pista CAI 361/CAI 370) |
Andiamo dritto in piano che è CAI 361 su ampio stradello di pietrisco |
Casera Meluzzo q.1169 (Abbandonata, situata appena sopra la pista CAI 361) |
CAI 361 |
Bivio q.1195 (Bivio e cartelli, nel frattempo la pista si è ridotta: a sinistra continua come CAI 361 verso la casera dei Pecoli, stiamo a destra che è CAI 362 per la Val Postegae) |
CAI 362 |
Deviazione q.1223 (Lasciamo la pista pianeggiante che si esaurisce presso l’ampio letto detritico del rio Postegae, il CAI 362 ora continua dritto prendendo quota su sentiero che entra nel sottobosco) |
Ben presto il CAI 362 esce dal sottobosco e rimane parallelo al sottostante vallone |
Deviazione q.1304 (Il sentiero CAI 362 che si manteneva alto sopra il letto detritico del rio Postegae, in questo punto lo lambisce e torna a rialzarsi. Ora lo dobbiamo lasciare per individuare sulla sponda opposta del rio Postegae l’inizio dell’ex CAI 387, sbiaditi bolli rossi ci vengono in aiuto) |
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Guadiamo il rio Postegae |
Bivio q.1345 (Biforcazione del sentiero nel bosco: scartiamo quello a sinistra che si mantiene basso, seguiamo in salita l’ex CAI 387 segnalato da sbiaditi bolli rossi) |
Rio Valle Inferno q.1452 (Attraversiamo i grossi sfasciumi del rio asciutto) |
L’ex CAI 387 |
Torrente q.1568 (L’acqua ha creato una piccola marmitta pochi metri sopra di noi) |
Cominciamo entrare nel Cadin del Pramaggiore |
Cadin del Pramaggiore q.1700 (Gli ultimi mughi lasciano posto al vasto pendio di sfasciumi del Cadin del Pramaggiore, in lontananza vediamo la cresta e il passo di Pramaggiore che dobbiamo raggiungere ma ci sono ancora oltre 400 metri di faticoso dislivello da superare.) |
Risaliamo il Cadin di Pramaggiore |
Continuiamo in ripida ascesa spostandoci sul bordo destro della vallata detritica, poi sui 1800 metri e per un breve tratto si entra nella macchia di pini mughi |
Risaliamo il Cadin di Pramaggiore |
Ci avviciniamo al passo Pramaggiore |
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Risaliamo il Cadin di Pramaggiore |
Risaliamo il Cadin di Pramaggiore |
Ormai vicini al passo Pramaggiore |
Ormai vicini al passo Pramaggiore |
Passo Pramaggiore q.2137 (Ampia sella erbosa senza indicazioni. Lasciamo l’ex CAI 387 che scavalla nel versante opposto spostandosi a sinistra nei declivi erbosi, in alto alla nostra sinistra ci sono le inaccessibili bastionate rocciose della Punta Ovest, iniziamo a risalire a destra il facile crinale su traccia di passaggio con direzione SO, sporadici e sbiaditi bolli rossi) |
Dal passo Pramaggiore iniziamo a risalire il facile crinale con direzione SO |
Sul crinale che dal passo Pramaggiore sale verso la Cima Cadin |
Sul crinale che dal passo Pramaggiore sale verso la Cima Cadin |
Alla nostra destra c’è tutta la vallata del Cadin del Pramaggiore appena risalita |
Sul crinale che dal passo Pramaggiore sale verso la Cima Cadin |
Sul crinale che dal passo Pramaggiore sale verso la Cima Cadin |
Sul crinale che dal passo Pramaggiore sale verso la Cima Cadin |
Cima q.2276 (Promontorio senza toponimo quotato 2276 metri dalla mappa IGM Friuli V.G) |
Dalla Cima q.2276 puntiamo verso l’erta e rocciosa Cima Cadin |
Il crinale che sale alla Cima Cadin q.2313 |
Cima Cadin q.2313 (La ripida salita tra sedimenti e pietrisco ci fa conquistare la minuscola cima dove troviamo una piccola croce di legno) |
Cima Cadin q.2313 (Ora scendiamo a sinistra puntando al lungo e verde crinale quotato 2257 metri che vediamo in lontananza, poi dopo pochi minuti cambiamo direzione calando a destra, ovest) |
L’esile traccia a mezzacosta nel pendio erboso ci permette di transitare sotto la tormentata cresta rocciosa occidentale di Cima Cadin …. |
…. successivamente si riporta in cresta quando si amplia in un largo crinale di sedimenti, si aggira a sinistra un grande e isolato rilievo roccioso fino arrivare al punto basso di forcella Postegae. |
Il maestoso rilievo aggirato che precede l’arrivo alla forcella Postegae |
Retrospettiva prima di arrivare alla forcella Postegae: in lontananza la Cima Cadin, poi l’isolato e maestoso rilievo roccioso che abbiamo aggirato |
Forcella Postegae q.2163 (Punto anonimo e privo di indicazioni. Possiamo notare che il versante alla nostra destra, nord, dirupa in forte stato di erosione, mentre a sinistra, sud, si contrappone un ripido pendio erboso che sfocia nel sottostante vallone. Continuiamo a seguire la buona traccia evidenziata da omini di sassi che si mantiene o sulla cresta ma generalmente a mezzacosta sempre nel versante meridionale) |
Tragitto dalla forcella Postegae alla Cima Postegae |
Tragitto dalla forcella Postegae alla Cima Postegae |
Tragitto dalla forcella Postegae alla Cima Postegae |
Tragitto dalla forcella Postegae alla Cima Postegae |
Stambecchi |
Stambecchi |
Stambecchi |
Cima q.2250 (Senza toponimo ma quotata 2250 metri da mappa IGM e Tabacco. Da questa vetta anonima ci appaiono per la prima volta le dolci ma imponenti Cime Postegae) |
Cima q.2250 (Senza toponimo ma quotata 2250 metri da mappa IGM e Tabacco. Da questa vetta anonima ci appaiono per la prima volta le dolci ma imponenti Cime Postegae) |
Dalla Cima q.2250 dobbiamo abbassarci a sinistra e continuare con un delicato traverso a mezzacosta |
Costone NE q.2274 (Quota da GPS. Abbiamo guadagnato l’ampio costone che vedevamo dalla Cima q.2250, lo risaliamo a sinistra senza difficoltà verso la cima Postegae) |
Costone NE q.2274 (Quota da GPS. Abbiamo guadagnato l’ampio costone che vedevamo dalla Cima q.2250, lo risaliamo a sinistra senza difficoltà verso la cima Postegae) |
Cima Postegae q.2358 (È la cima orientale, la più alta e quotata dalla mappa. Si presenta come un promontorio di terra e sedimenti) |
Dalla cima Postegae orientale quotata 2358 metri scendiamo il suo facile crinale occidentale |
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Dalla cima Postegae orientale quotata 2358 metri scendiamo il suo facile crinale occidentale |
Cima di Mezzo q.2325 (È il promontorio che incontriamo appena calati dalla cima Postegae, una specie di anticima occidentale. Continuiamo sul facile crinale di terra e sedimenti, poi ci spostiamo a sinistra su evidente traccia a mezzacosta che ci porta a transitare sotto la cima rocciosa occidentale del Postegae, più dietro s’innalzano le due torri gemelle del Postegae) |
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Appena scesi dalla cima Postegae di Mezzo |
Ci spostiamo a sinistra su evidente traccia a mezzacosta che ci porta a transitare sotto la cima rocciosa occidentale del Postegae |
Aggirata la cima occidentale perdiamo quota puntando inizialmente verso le torri del Postegae, poi ce ne allontaniamo virando a sinistra in continua discesa su traccia elementare dove gli omini di sasso risultano indispensabili. |
Perdiamo quota verso la forcella Sciol de Mont |
Perdiamo quota verso la forcella Sciol de Mont |
Perdiamo quota verso la forcella Sciol de Mont |
Perdiamo quota verso la forcella Sciol de Mont |
Perdiamo quota verso la forcella Sciol de Mont |
Forcella q.2070 (Risalendo pochi metri arriviamo alla forcella alta della forcella Sciol de Mont, quella ufficiale risulta più bassa è quotata 1988 m.) |
Scavalliamo nel versante opposto dove ci attende l’interminabile discesa del canalone Rio Mont, estremamente franoso e pericoloso, privilegiamo il bordo destro che risulta “più agevole” |
La discesa del canalone franoso Rio Mont |
La discesa del canalone franoso Rio Mont |
La discesa del canalone franoso Rio Mont |
La discesa del canalone franoso Rio Mont |
Retrospettiva della discesa del canalone franoso Rio Mont |
Retrospettiva della discesa del canalone franoso Rio Mont |
Quando ci innestiamo sul CAI 370 continuiamo a tenerci nel vasto letto detritico del Rio Mont ormai semi pianeggiante |