Itinerario selvaggio sulle creste minori delle Alpi Apuane
DATA: 8 marzo 2025
PARTENZA: Con l’autostrada A12 usciamo al casello di Massa (Toscana), attraversiamo la città in direzione della montagna per individuare la “via Bassa Tambura” o SP.5 con cartello che indica il paese di Resceto arrivandoci dopo circa 15,5 km, alla biforcazione all’entrata dell’abitato scegliamo la stradina a sinistra che si esaurisce al parcheggio nella parte alta del paese.
Stralcio della mappa 4LAND
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ITINERARIO: Resceto q.505 (Dal parcheggio sale l’antica Via Vandelli per il rifugio Nello Conti, noi invece iniziamo a camminare ridiscendendo la strada dalla quale siamo venuti) – Bivio q.500 (Dal bordo destro della strada sale il sentiero CAI 161, continuiamo a scendere) – Bivio q.485 (E’ la biforcazione della stradina incontrata quando siamo arrivati in auto all’entrata del paese, andiamo a sinistra all’indietro seguendo l’asfaltata che si mantiene nella parte bassa dell’abitato, è anche CAI 165) – Deviazione q.485 (Lasciamo la strada asfaltata destinata a terminare poco più avanti, in un apertura del guard-rail scendiamo il sentierino scalinato a destra privo di qualsiasi indicazione che ci porta a transitare immediatamente poco sotto la stradina asfaltata dalla quale siamo venuti) – Capanno q.443 (Fatiscente capanno infrascato) – Canale del Resceto q.430 (Il sentierino infrascato ci fa calare fino al canale detritico, lo attraversiamo, dalla parte opposta risale e continua in piano su fondo erboso terrazzato) – Canale dei Piastriccioni q.428 (Affluente del canale del Resceto. Nel frattempo siamo rientrati nel rado sottobosco e man mano che procediamo il sentiero sembra svanire, l’obiettivo è quello di mantenersi in falsopiano e a mezzacosta seguendo il canale del Resceto in basso alla nostra destra, sulla nostra sinistra il pendio è caratterizzato da antichi terrazzamenti) – Rudere q.394 (Il rudere in località Lochetto ci compare all’improvviso. Superiamo l’edificio mantenendoci a mezzacosta in piano, la traccia è molto esile, poi dopo circa due minuti il panorama si apre. Stiamo attenti a non calare verso il grande canale del Resceto mentre dobbiamo individuare la traccia dritto a sinistra che ci fa guadagnare quota e ci porta ad attraversare il vasto ravaneto) – Marmifera q.420 (Attraversando in salita il ravaneto, puntiamo al muro di sassi che vediamo dalla parte opposta, è una vecchia marmifera ormai scomparsa che una volta raggiunta la seguiamo in leggera discesa) – Bivio q.413 (Ci innestiamo sulla marmifera principale presso il Canale del Fecorino, a destra scende alla strada asfaltata di Resceto, andiamo a sinistra in salita. Compaiono dei segni rossi e degli omini di sasso, ci vengono in aiuto perché successivamente la marmifera dopo alcuni tornanti svanisce, quindi la salita continua seguendo il bordo sinistro del ravaneto lambito dalla macchia di alberelli) - Quota 540 (Risalendo il bordo sinistro del ravaneto arriviamo in questo punto dove i segni rossi svaniscono, sulla destra inizia un ravaneto secondario da qui non molto appariscente, noi dobbiamo proseguire in salita nel costone di arbusti che si interpone tra i due ravaneti, la boscaglia è fitta ma il passaggio è molto agevole. Eventualmente se non individuassimo il punto, potremmo ancora continuare a mantenere il bordo sinistro del ravaneto principale che culmina alla foce della Cimetta ma con maggior difficoltà) - Foce della Cimetta q.705 (Verso la fine, viriamo a sinistra uscendo dal sottobosco per rientrare nel ravaneto e guadagnare il valico della Cimetta dominato dal maestoso promontorio roccioso. Torniamo indietro di pochi metri calando nella conca detritica che precedeva l’arrivo al valico, testimonianza di un’antica attività estrattiva, ignoriamo il marcato sentiero a sinistra a mezzacosta che si direziona verso le due aguzze vette della Penna Rossa che avevamo già avuto modo di notarle, e andiamo a destra salendo qualche metro per individuare l’esile sentiero dei cavatori che si sviluppa a mezzacosta nel versante nord occidentale della Cimetta, cioè quello rivolto verso Resceto, segni e indicazioni assenti, ma una volta intrapreso il percorso è sempre evidente) – Cresta NO della Cimetta q.715 (Il sentierino ci fa raggiungere una placca rocciosa, per superarla dobbiamo scendere per aggirarla alla sua base, poi risaliamo ripidamente agevolati da vecchi gradoni di sasso guadagnando una cresta minore della Cimetta, dalla parte opposta ritroviamo il sentierino a mezzacosta nel bosco) – Cava q.758 (Il buon sentiero svanisce presso un piccolo ravaneto che penetra nel bosco, lo risaliamo e presto usciamo presso un’antica attività estrattiva ormai scomparsa, rimane testimonianza grazie a due blocchi squadrati. Il ravaneto si amplia e prolunga in salita, noi invece puntiamo al casotto di sasso che intravediamo sulla destra tra gli arbusti, lo raggiungiamo e continuiamo in salita indirizzandoci verso la cresta soprastante, si cammina a vista senza particolari difficoltà) – Cresta NE della Cimetta q.785 (Appena superato il casotto di sasso siamo sulla cresta nord orientale della Cimetta priva di qualsiasi indicazione, seguendola a destra si potrebbe raggiungere la sua vetta, invece saliamo a sinistra iniziando di fatto a percorrere la cresta della Serra della Cocca con passaggi vari di 1°) – Cima q.976 (Quota da GPS. Attraversata una lama rocciosa estremamente affilata, eventualmente la si può aggirare facilmente a destra poco sotto, il crinale continua la sua ascesa priva di difficoltà fino al raggiungimento della cima senza toponimo e quota sulle mappe. Davanti a noi ora si manifestano gli altri due promontori rocciosi ravvicinati verso i quali ci dirigiamo, quindi spostandoci a sinistra ci abbassiamo a vista guadagnando la sella sottostante, e riprendiamo salire verso la seconda elevazione su ampio pendio) - Cima q.989 (Quota da GPS, secondo rilievo roccioso ravvicinato senza toponimo e quota sulle mappe, dalla vetta ammiriamo il precipizio alla nostra sinistra sul versante della valle del canale dei Piastriccioni. Avanziamo con cautela verso la terza cima ravvicinata su crinale aereo ma non difficile) - Cima q.1015 (Terzo rilievo roccioso ravvicinato, è senza toponimo ma quotato 1014,7 metri dalla mappa CTR Toscana o 1013 metri dalla mappa IGM Toscana. Oltrepassata questa cima, ben presto il crinale si amplia in un pendio di paleo, alberelli sparsi e roccette affioranti che saliamo faticosamente ma senza alcuna difficoltà) - Cima q.1165 (La lunga salita del facile crinale di paleo e roccette affioranti ci fa pervenire alla anonima cima senza nome ma quotata 1165 metri dalla mappa CTR Toscana, per la prima volta ci compare la casa dei macchinari, il grande edificio abbandonato che notiamo alla nostra destra incassato nel fondovalle del fosso del Chiasso. Lasciata la Cima q.1165 camminiamo sulla cresta che si assottiglia e si sviluppa semi pianeggiante, in lontananza sulla linea della nostra direzione vediamo la torretta elettrica dismessa sulla Focola del Vento percorsa dal CAI 160, mentre avanziamo ben presto siamo ostacolati da un vistoso sperone roccioso, lo possiamo bypassare a sinistra o più facilmente a destra abbassandoci sotto lo stesso per poi riprendere il filo di cresta) - Cresta affilata q.1170 (Attraversiamo in equilibrio la sottile e pianeggiante cresta rocciosa lunga circa 10 metri, poi al suo termine lasciamo la cresta che s’impenna tortuosa e affilata, appare logico seguire a sinistra la marcata traccia di passaggio a mezzacosta) - Sella q.1189 (Il punto è quotato dalla mappa CTR Toscana 1188,5 metri. Grazie alla buona traccia a mezzacosta abbiamo bypassato velocemente un tratto impercorribile della cresta e ora siamo sull’ampia sella dalla parte opposta, riprendiamo a salire senza alcuna difficoltà, il crinale è ampio e puntiamo sempre verso la torretta elettrica situata sulla Focola del Vento) - Cima q.1261 (Per la mappa CTR Toscana 1261,3 metri. Arriviamo sul punto alto oltre il quale non è possibile proseguire perché precipita in una stretta forcella, l’unica soluzione che appare evidente è quella di calare a destra il ripido ma facile pendio puntando al sottostante e grande rudere di pietra che avevamo già avuto modo di notare in precedenza perché è situato nella parte superiore della casa dei macchinari) - Lizza Bagnoli q.1220 (Perdendo quota senza traccia obbligata ci innestiamo sulla lizza Bagnoli in questo punto ridotta a sentiero e segnata con bolli rossi, a destra la discesa continua in direzione del grande rudere di pietra che avevamo preso come punto di riferimento, invece saliamo a sinistra in direzione della stretta forcella che aveva interrotto il nostro proseguo della cresta, poi quando siamo in prossimità non dobbiamo raggiungerla direttamente, ma la via segnata vira a destra continuando la salita) - Cresta q.1270 (La salita termina al raggiungimento della cresta, siamo sul punto più alto della gita, innesto sul CAI 160 e indicazioni: a destra il sentiero risale la cresta verso la torretta elettrica sulla Focola del Vento, noi scavalliamo e cominciamo a scendere nel versante opposto, il sentiero è ben segnato ma è molto ripido con tratti scalinati e sporchi di pietrisco, da non sottovalutare) - Bivio q.1020 (Innesto sul CAI 165: a destra sale per l’edificio abbandonato della Selvarella e la focetta dell’Acqua Fredda, rimaniamo sul CAI 160 che scendendo ci fa attraversare immediatamente il canalino detritico della Neve portandoci sulla vecchia lizza in parte crollata che vediamo davanti a noi) - Bivio q.1005 (A destra sale il CAI 164 per il rifugio Nello Conti, stiamo sul CAI 165 a sinistra in discesa) - All’Acqua q.1000 (Sorgente d’acqua che fuoriesce dall’anfratto) – Canale dei Vernacchi q.839 (Attraversiamo il canale detritico, il CAI 165 si sposta sul bordo destro, in loco sono presenti le grandi traversine di metallo che costituivano il ponte crollato della via di lizza) – Bivio q.818 (Biforcazione: il CAI 165 lascia la via di lizza che continua perdendo quota verso il canale dei Vernacchi, stiamo dritto a destra in leggera salita su sentiero che si mantiene poco sopra) - Bivio q.732 (Ci innestiamo su una lizza, scartiamo a destra che è priva di indicazioni e andiamo a sinistra in discesa che è sempre CAI 165, in breve ci appare il rudere) – Rudere q.718 (Vecchio edificio di sasso ad uso dei cavatori, il CAI 165 tenendoselo a sinistra continua a scendere su sentierino) – Ponte del Pisciarotto q.696 (Del maestoso ponte sulla via di lizza resistono ancora le traversine di ferro, il CAI 165 transita sotto bypassando a destra, poi risale per riprendere la lizza) – Presa d’acqua q.585 (Ignoriamo il largo tracciato a destra a ritroso, continuiamo oltrepassando la grande presa d’acqua mantenendo la direzione, in breve incontriamo degli ovili che anticipano l’arrivo a Resceto) – Ponte q.482 (Siamo ai piedi del paese di Resceto, oltrepassato il ponte sul canale del Resceto ha inizio la stradina asfaltata che transita nella parte bassa dell’abitato, la percorriamo per pochi metri e appena è possibile tagliamo, individuiamo sulla destra una minuscola scalinata di sassi che ci inoltra nei vicoli tra le case fino al soprastante parcheggio) – Resceto q.505 (Parcheggio).
NOTE: |
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LUNGHEZZA: 7,1 km DIFFICOLTA: EE+ |
DISLIVELLO TOTALE: 960 m QUOTA MASSIMA: 1270 m |
Sentieri Resceto-Canale Fecorino: sentierino abbandonato senza alcuna indicazione, diventa particolarmente esile e confuso tra il canale dei Piastriccioni e il Rudere q.394 Canale Fecorino-Foce della Cimetta: nella parte iniziale si sviluppa sull’antica marmifera, poi quando svanisce si risale il ravaneto mantenendosi sul bordo sinistro lambito dalla macchia boschiva. Il percorso è evidenziato dà segni rossi e omini di sasso fino alla quota di circa 540 metri, in questo punto alla destra del ravaneto principale che salivamo ne inizia uno minore che in questa posizione non appare molto chiaro, l’obbiettivo è quello di risalire il costone boscoso che s’interpone tra i due, in questo proseguo non vi è alcuna indicazione, il bosco è fitto ma il passaggio è agevole. Foce della Cimetta- Cresta NE della Cimetta: prima di arrivare alla foce della Cimetta, bisogna individuare a sinistra l’antico e minuscolo camminamento che aggira il versante occidentale della Cimetta, cioè l’aguzzo rilievo roccioso che sovrasta l’omonima foce, non vi è alcun segno e si sviluppa a mezzacosta. Cresta della Serra della Cocca: Il toponimo non è
menzionato né dalle mappe CTR e IGM Toscana, allo stato attuale è riportato
dalle mappe elettroniche. La cresta priva di qualsiasi indicazione, è
generalmente facile con alcuni brevi tratti esposti eventualmente bypassabili
perdendo quota, i passaggi si attestano sul 1°. |
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Rifugi-Bivacchi Assenti |
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Fonti Fontana al parcheggio di Resceto Possiamo attingere acqua dal fosso della Neve (Sorgente in località All'Acqua) |
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TEMPI RILEVATI
NETTI (ore): |
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Resceto |
0,00 |
Cresta NO della Cimetta |
1,41 |
Bivio
q.1020 |
4,31 |
Bivio q.500 |
/ |
Cava q.758 |
1,48 |
Bivio
q.1005 |
4,36 |
Bivio q.485 |
0,03 |
Cresta NE della Cimetta |
1,51 |
All’Acqua |
4,37 |
Deviazione q.485 |
0,04 |
Cima
q.976 |
2,30 |
Canale
dei Vernacchi |
4,54 |
Capanno q.443 |
0,08 |
Cima q.989 |
2,35 |
Bivio
q.818 |
4,58 |
Canale del Resceto |
0,10 |
Cima q.1015 |
2,41 |
Bivio q.732 |
5,10 |
Canale dei Piastriccioni |
/ |
Cima q.1165 |
3,15 |
Rudere q.718 |
5,12 |
Rudere q.394 |
0,27 |
Cresta
affilata q.1170 |
3,27 |
Ponte del Pisciarotto |
5,18 |
Marmifera q.420 |
0,38 |
Sella q.1189 |
3,32 |
Presa d’acqua |
5,30 |
Bivio q.413 |
0,41 |
Cima q.1261 |
3,44 |
Ponte q.482 |
5,43 |
Quota 540 |
1,00 |
Lizza Bagnoli |
3,55 |
Resceto |
5,50 |
Foce
della Cimetta |
1,25 |
Cresta
q.1270 |
4,03 |
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Parcheggio a Resceto |
Iniziamo a camminare ridiscendendo la strada dalla quale siamo venuti |
Bivio q.485 (E’ la biforcazione della stradina incontrata quando siamo arrivati in auto all’entrata del paese, andiamo a sinistra all’indietro seguendo l’asfaltata che si mantiene nella parte bassa dell’abitato, è anche CAI 165) |
Deviazione q.485: Lasciamo la strada asfaltata destinata a terminare poco più avanti, in un’apertura del guard-rail …. |
…. scendiamo il sentierino scalinato a destra privo di qualsiasi indicazione |
Capanno q.443 (Fatiscente capanno infrascato) |
Il sentierino scende al canale di Resceto |
Canale del Resceto q.430 (Il sentierino infrascato ci fa calare fino al canale detritico, lo attraversiamo) |
Attraversato il canale di Resceto, si continua in piano su fondo erboso terrazzato |
Alla nostra sinistra il pendio è caratterizzato da antichi terrazzamenti |
Man mano che procediamo il sentiero sembra svanire, l’obiettivo è quello di mantenersi in falsopiano e a mezzacosta seguendo il canale del Resceto in basso alla nostra destra |
Rudere q.394 (Il rudere in località Lochetto) |
Superato il rudere, dopo circa due minuti il panorama si apre. Stiamo attenti a non calare verso il grande canale del Resceto mentre dobbiamo individuare la traccia dritto a sinistra che ci fa guadagnare quota e ci porta ad attraversare il vasto ravaneto) |
Attraversando in salita il ravaneto, puntiamo al muro di sassi che vediamo dalla parte opposta, è una vecchia marmifera ormai scomparsa |
Marmifera q.420 (E’ una vecchia marmifera ormai scomparsa che una volta raggiunta la seguiamo in leggera discesa) |
Bivio q.413 (Ci innestiamo sulla marmifera principale presso il Canale del Fecorino, a destra scende alla strada asfaltata di Resceto, andiamo a sinistra in salita) |
Risaliamo la marmifera del canale del Fecorino, in lontananza vediamo il paese di Resceto dal quale siamo partiti |
Compaiono dei segni rossi e degli omini di sasso, ci vengono in aiuto perché successivamente la marmifera dopo alcuni tornanti svanisce, quindi la salita continua seguendo il bordo sinistro del ravaneto lambito dalla macchia di alberelli |
Uno sguardo indietro al ravaneto del canale del Fecorino che stiamo risalendo |
Quota 540 (Risalendo il bordo sinistro del ravaneto arriviamo in questo punto dove i segni rossi svaniscono, sulla destra inizia un ravaneto secondario da qui non molto appariscente, noi dobbiamo proseguire in salita nel costone di arbusti che si interpone tra i due ravaneti) |
Risaliamo il costone boscoso che s’interpone tra i due ravaneti, in questo proseguo non vi è alcuna indicazione, il bosco è fitto ma il passaggio è agevole |
Risaliamo il costone boscoso che s’interpone tra i due ravaneti, in questo proseguo non vi è alcuna indicazione, il bosco è fitto ma il passaggio è agevole |
Verso la fine, viriamo a sinistra uscendo dal sottobosco per rientrare nel ravaneto e guadagnare il valico della Cimetta dominato dal maestoso promontorio roccioso. Successivamente dalla foce della Cimetta torniamo indietro di pochi metri calando nella conca detritica che precedeva l’arrivo al valico, testimonianza di un’antica attività estrattiva, e andiamo a destra salendo qualche metro per individuare l’esile sentiero dei cavatori che si sviluppa a mezzacosta nel versante nord occidentale della Cimetta, cioè quello rivolto verso Resceto |
Salita finale nel ravaneto sotto la foce della Cimetta |
Arrivo alla foce della Cimetta dominata dall’omonima cima |
Dalla foce della Cimetta vediamo i due rilievi della Penna Rossa |
Il versante opposto del valico della Cimetta rivolto a Renara |
Panorama dalla foce della Cimetta: L’aguzzo rilievo della Cimetta visto nel versante opposto dal quale siamo arrivati, cioè quello rivolto a Renara, a mezzacosta si nota l’antica lizza che si collegava all’antica cava del Vallocchione |
Dalla foce della Cimetta torniamo indietro di pochi metri calando nella conca detritica che precedeva l’arrivo al valico, testimonianza di un’antica attività estrattiva, ignoriamo il sentiero a sinistra a mezzacosta che si direziona verso le due aguzze vette della Penna Rossa che avevamo già avuto modo di notarle, dal ravaneto sotto è da dove eravamo venuti, quindi andiamo a destra … |
… salendo qualche metro per individuare l’esile sentiero dei cavatori che si sviluppa a mezzacosta nel versante nord occidentale della Cimetta, cioè quello rivolto verso Resceto, segni e indicazioni assenti |
L’esile sentiero dei cavatori che si sviluppa a mezzacosta nel versante nord occidentale della Cimetta |
Il sentierino ci fa raggiungere una placca rocciosa, per superarla dobbiamo scendere per aggirarla alla sua base, poi risaliamo ripidamente agevolati da vecchi gradoni di sasso |
Cresta NO della Cimetta q.715 (Alle nostre spalle le due vette della Penna Rossa) |
Cava q.758: Il buon sentiero svanisce presso un piccolo ravaneto che penetra nel bosco …. |
… lo risaliamo e presto usciamo presso un’antica attività estrattiva ormai scomparsa, rimane testimonianza grazie a due blocchi squadrati. |
Cresta NE della Cimetta q.785 (Appena superato il casotto di sasso siamo sulla cresta nord orientale della Cimetta priva di qualsiasi indicazione, seguendola a destra si potrebbe raggiungere la sua vetta, invece saliamo a sinistra iniziando di fatto a percorrere la cresta della Serra della Cocca con passaggi vari di 1°) |
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La cresta della Serra della Cocca |
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Retrospettiva sulla sagoma della Cimetta |
Panorama |
La cresta della Serra della Cocca |
La cresta della Serra della Cocca |
La cresta della Serra della Cocca (Lama rocciosa estremamente affilata, eventualmente la si può aggirare facilmente a destra poco sotto) |
La cresta della Serra della Cocca (Lama rocciosa estremamente affilata) |
Cima q.976 (Cima senza toponimo e quota sulle mappe. Davanti a noi ora si manifestano gli altri due promontori rocciosi ravvicinati verso i quali ci dirigiamo) |
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Dalla Cima q.976 ci abbassiamo a vista guadagnando la sella sottostante …. |
… e riprendiamo salire verso la seconda elevazione su ampio pendio |
Cima q.989 (Quota da GPS, secondo rilievo roccioso ravvicinato senza toponimo e quota sulle mappe, dalla vetta ammiriamo il precipizio alla nostra sinistra sul versante della valle del canale dei Piastriccioni) |
Dalla Cima q.989 avanziamo con cautela verso la terza cima ravvicinata su crinale aereo ma non difficile |
Cima q.1015 (Terzo rilievo roccioso ravvicinato, è senza toponimo ma quotato 1014,7 metri dalla mappa CTR Toscana o 1013 metri dalla mappa IGM Toscana) |
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Oltrepassata la Cima q.1015, ben presto il crinale si amplia in un pendio di paleo, alberelli sparsi e roccette affioranti che saliamo faticosamente ma senza alcuna difficoltà |
Zoomata verso le cave di Colonnata (Il Campanile di Colonnata o monte Serrone) |
Oltrepassata la Cima q.1015, ben presto il crinale si amplia in un pendio di paleo, alberelli sparsi e roccette affioranti che saliamo faticosamente ma senza alcuna difficoltà |
Oltrepassata la Cima q.1015, ben presto il crinale si amplia in un pendio di paleo, alberelli sparsi e roccette affioranti che saliamo faticosamente ma senza alcuna difficoltà |
Cima q.1165 (La lunga salita del facile crinale di paleo e roccette affioranti ci fa pervenire alla anonima cima senza nome ma quotata 1165 metri dalla mappa CTR Toscana) |
Dalla Cima q.1165 vediamo in lontananza sulla linea della nostra direzione la torretta elettrica dismessa sulla Focola del Vento percorsa dal CAI 160 |
Per la prima volta ci compare la casa dei macchinari, il grande edificio abbandonato che notiamo alla nostra destra incassato nel fondovalle del fosso del Chiasso sulla lizza Bagnoli |
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Sulla destra la casa dei Macchinari e a sinistra un rudere di sasso |
Lasciata la Cima q.1165 camminiamo sulla cresta che si assottiglia e si sviluppa semi pianeggiante, mentre avanziamo ben presto siamo ostacolati da un vistoso sperone roccioso, lo possiamo bypassare a sinistra o più facilmente a destra abbassandoci sotto lo stesso per poi riprendere il filo di cresta |
Lasciata la Cima q.1165 camminiamo sulla cresta che si assottiglia e si sviluppa semi pianeggiante |
Cresta affilata q.1170 (Attraversiamo in equilibrio la sottile e pianeggiante cresta rocciosa lunga circa 10 metri) |
Cresta affilata q.1170 (Attraversiamo in equilibrio la sottile e pianeggiante cresta rocciosa lunga circa 10 metri) |
Attraversata la cresta affilata q.1170, appare logico seguire a sinistra la marcata traccia di passaggio a mezzacosta |
Sella q.1189 (Il punto è quotato dalla mappa CTR Toscana 1188,5 metri. Grazie alla buona traccia a mezzacosta abbiamo bypassato velocemente un tratto impercorribile della cresta e ora siamo sull’ampia sella dalla parte opposta, riprendiamo a salire senza alcuna difficoltà, il crinale è ampio) |
Saliamo il facile crinale verso la Cima q.1261 |
Cima q.1261: Arriviamo sul punto alto oltre il quale non è possibile proseguire perché precipita in una stretta forcella …. |
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…. l’unica soluzione che appare evidente è quella di calare a destra il ripido ma facile pendio puntando al sottostante e grande rudere di pietra che avevamo già avuto modo di notare in precedenza perché è situato nella parte superiore della casa dei macchinari. |
Lizza Bagnoli q.1220 (Perdendo quota senza traccia obbligata ci innestiamo sulla lizza Bagnoli in questo punto ridotta a sentiero e segnata con bolli rossi, a destra la discesa continua in direzione del grande rudere di pietra che avevamo preso come punto di riferimento, invece saliamo a sinistra) |
Retrospettiva della discesa dalla Cima q.1261 |
Cresta q.1270 (La salita termina al raggiungimento della cresta, siamo sul punto più alto della gita) |
Panorama |
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Cresta q.1270 (La salita termina al raggiungimento della cresta, siamo sul punto più alto della gita, innesto sul CAI 160 e indicazioni: a destra il sentiero risale la cresta verso la torretta elettrica sulla Focola del Vento, noi scavalliamo e cominciamo a scendere nel versante opposto) |
Il sentiero CAI 160 è ben segnato ma è molto ripido con tratti scalinati e sporchi di pietrisco, da non sottovalutare. |
Il sentiero CAI 160 è ben segnato ma è molto ripido con tratti scalinati e sporchi di pietrisco, da non sottovalutare. |
Il sentiero CAI 160 è ben segnato ma è molto ripido con tratti scalinati e sporchi di pietrisco, da non sottovalutare. |
Bivio q.1020: Innesto sul CAI 165, a destra sale per l’edificio abbandonato della Selvarella e la focetta dell’Acqua Fredda, rimaniamo sul CAI 160 …. |
…. che scendendo ci fa attraversare immediatamente il canalino detritico della Neve portandoci sulla vecchia lizza in parte crollata che vediamo davanti a noi |
…. che scendendo ci fa attraversare immediatamente il canalino detritico della Neve portandoci sulla vecchia lizza in parte crollata che vediamo davanti a noi |
All’Acqua q.1000 (Sorgente d’acqua che fuoriesce dall’anfratto) |
Sul CAI 165 |
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Canale dei Vernacchi q.839 (Attraversiamo il canale detritico, il CAI 165 si sposta sul bordo destro, in loco sono presenti le grandi traversine di metallo che costituivano il ponte crollato della via di lizza) |
Bivio q.818 (Biforcazione: il CAI 165 lascia la via di lizza che continua perdendo quota verso il canale dei Vernacchi, stiamo dritto a destra in leggera salita su sentiero che si mantiene poco sopra) |
Rudere q.718 (Vecchio edificio di sasso ad uso dei cavatori) |
Rudere q.718 (Vecchio edificio di sasso ad uso dei cavatori) |
Il ponte del Pisciarotto visto dal Rudere q.718 |
Ponte del Pisciarotto q.696 (Del maestoso ponte sulla via di lizza resistono ancora le traversine di ferro, il CAI 165 transita sotto bypassando a destra, poi risale per riprendere la lizza) |
Ponte del Pisciarotto q.696 (Del maestoso ponte sulla via di lizza resistono ancora le traversine di ferro, il CAI 165 transita sotto bypassando a destra, poi risale per riprendere la lizza) |
Sul CAI 165 dopo avere lasciato il ponte del Pisciarotto |
Presa d’acqua q.585 (Ignoriamo il largo tracciato a destra a ritroso, continuiamo oltrepassando la grande presa d’acqua mantenendo la direzione) |
Arrivo a Resceto |