lunedì 26 maggio 2025

Sui crinali tra il Turrione e il monte Cruccolo (EE)

Itinerario di stampo esplorativo in ambiente selvaggio, si sviluppa percorrendo delle tracce abbandonate e dei crinali sconosciuti, riferito solo a escursionisti esperti, conoscitori della zona e con senso dell’orientamento, indispensabile l’uso del GPS o bussola con altimetro. (Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Emilia Romagna)

DATA: 23 marzo 2025 

PARTENZA: Da Forlì con la statale 310 arriviamo alla cittadina di Santa Sofia, oltrepassato il ponte sul Bidente prendiamo la SP 26 che sale seguendo le indicazioni per San Piero in Bagno e il passo del Carnaio. Percorsi 1,6 km, presso un tornante voltiamo a destra e intraprendiamo la stradina per il paesino di Poggio alla Lastra arrivandoci dopo altri 6,5 km, superiamo l’abitato con la strada che ora perde quota in direzione del ristorante Cà di Veroli, ci fermiamo quando notiamo alla nostra sinistra l’ingresso della mulattiera CAI 217 (1,5 km dalla chiesa di Poggio alla Lastra). 

 

Per la carta escursionistica scala 1:25000 Foglio19-Bagno di Romagna, si ringrazia Monti Editore https://www.iga-cartografia.it/  Via Uberti, 9 – 47521  Cesena (FC)    info@iga-cartografia.it - tel. 328-2279646

ITINERARIO: Partenza q.430 (Iniziamo scendendo la mulattiera CAI 217)   Ponte q.394 (Oltrepassata una bassa presa d’acqua siamo al grande ponte sul Bidente di Pietrapazza, dalla parte opposta la mulattiera prende a salire)   Bivio q.444 (Scartiamo a destra un marcato sentierino che sale e stiamo sul CAI 217 che si restringe a sentiero quando ormai siamo in vista di Camorelli)  –   Camorelli q.460 (Appena oltrepassati i ruderi delle case infrascate c’è il bivio con cartelli e una maestà: abbandoniamo il proseguo del CAI 217 e andiamo a sinistra su sentiero CAI senza numerazione in direzione di Valcupa e il mulino di Culmolle)     Bivio q.423 (In questo punto passiamo una vecchia recinzione e il sentiero CAI curva a destra e comincia a scendere deciso verso il rudere di Valcupa, lo lasciamo e prendiamo il sentiero che sale a destra privo di indicazioni)   Pianoro q.440 (La salita e il sentiero si esauriscono in un piccolo pianoro, ora dobbiamo salire a destra senza percorso obbligato penetrando tra gli alberi, sfruttiamo le tracce di animali, iniziando di fatto il lungo crinale nord del Turrione che in questi primi istanti non è ancora delineato. In breve ci compare alla nostra destra la vecchia recinzione che avevamo oltrepassato al bivio precedente)   Incrocio q.545 (Il buon crinale coperto da una rada vegetazione si sale senza difficoltà, la vecchia recinzione che si esaurisce al crocevia: sia a destra che a sinistra scendono due buoni sentieri, noi continuiamo in salita sul crinale)   Piazzola q.576 (Slargo pianeggiante del crinale)   Bivio q.583 (Risaliti dalla piazzola precedente, notiamo dritto a sinistra un sentiero abbandonato che scende, manteniamo il crinale con la direzione sud in costante ascesa)   Bivio q.596 (Tralasciamo ancora un buon sentiero che cala a sinistra e seguiamo il crinale boscoso)   –   Il Turrione q.683 (Quota e toponimo da mappa IGM Emilia-Romagna, su mappa CTR è senza toponimo ma quotato 685,2 m. Negli istanti finali il crinale vira a SE e uscendo dal sottobosco conquistiamo la cima dove è situata la maestà della Rocchetta con nicchia contenente la statua della Madonna, tavolo e panca di legno. Continuiamo a seguire l’aperto crinale e la direzione su traccia di passaggio)  –   Deviazione q.673 (Ci spostiamo a sinistra per intraprendere il buon sentiero a mezzacosta nel sottobosco che aggira una cima infrascata del crinale)  –  Sella q.662 (Aggirata a mezzacosta la cima infrascata usciamo dal bosco riportandoci sull’aperto crinale, davanti a noi c’è la brulla e anonima Cima delle Petrose che potremmo salire in pochi minuti, il sentiero poco definito invece si sposta a mezzacosta nel versante opposto abbassandosi per raggiungere il CAI 217 che transita appena sotto)  –  CAI 217 q.655 (Siamo sotto la Cima delle Petrose, innesto sulla mulattiera CAI 217: a destra riporta ai ruderi di Camorelli, andiamo a sinistra dove andremo a percorrere un lungo e panoramico crinale di sedimenti e terra)  –  Maestà delle Petrose q.616 (Percorso il lungo crinale di sedimenti marnosi, il CAI 217 si sposta a sinistra ritrovando la larga mulattiera originaria che ci fa pervenire alla grande maestà. Ora lasciamo il CAI 217, pochi metri prima della maestà scendiamo a destra su sentiero abbandonato che costeggia una recinzione, sporadici bolli rossi)  –  Deviazione q.525 (Quando finisce la recinzione continuiamo a mantenere la direzione in discesa sulla brulla dorsale coperta di cespugli e sedimenti fino a questo punto, facciamo attenzione che il sentierino con bolli rossi volta a destra e scende trasversalmente)  –  Fosso delle Petrose q.514 (Quota da GPS, toponimo da CTR Emilia-Romagna. Attraversiamo il piccolo fosso d’acqua)  –  Bivio q.495 (Il bivio passa inosservato, facciamo attenzione perché ora la buona traccia esce dal sottobosco e si mantiene a mezzacosta alta sul rio Petroso che vediamo sotto di noi e si direziona verso il rudere di Rocchetta di Sotto, noi invece dobbiamo insistere a scendere su esilissima traccia un po’ infrascata per raggiungere il corso d’acqua)  –  Fosso di rio Petroso q.470 (Toponimo e quota 470,4 metri da CTR Emilia-Romagna, la mappa IGM la identifica come fosso delle Petrose. Nella sponda opposta dopo il guado ci innestiamo su una buona traccia, la seguiamo a destra in falsopiano che costeggia il corso d’acqua)  –   Molino delle Petrose q.470 (Senza toponimo ma quotato 470,2 m da CTR Emilia-Romagna. Rimangono poche mura infrascate, seguiamo il sentierino che ora comincia a salire per allontanarsi definitivamente dal rio Petroso)  –  Bivio q.514 (Biforcazione: il sentierino con bolli rossi si abbassa a destra, dritto il sentiero si mantiene parallelo poco sopra, in entrambi i casi conducono al fosso di Vauccio)  –  Fosso di Vauccio q.521 (Generalmente sempre asciutto. Il sentiero lo attraversa e risale a destra, se al bivio precedente fossimo stati sul sentiero alto questo si sarebbe esaurito sempre al fosso di Vauccio poco sopra)  –  Bivio q.530 (Risaliti dal fosso di Vauccio siamo su una dorsale, dalla parte opposta cala un vecchio sentiero, continuiamo in salita)  –  Bivio q.574 (Bolli rossi in entrambe le soluzioni, a sinistra il sentiero si abbassa e sarà il nostro proseguo, ora andiamo a destra per raggiungere la vicina Ca’ Vauccio)  –  Ca’ Vauccio q.587 (Ruderi di una grande casa, continuando a salire si potrebbe abbreviare l’itinerario per arrivare sul CAI 203, torniamo indietro)  –  Bivio q.574 (Siamo arrivati da sinistra e ora andiamo dritto perdendo leggermente quota, poi si riprende a salire)  –  Bivio q.568 (Al culmine della breve salita si curva a destra e c’è immediatamente una biforcazione, il sentierino più marcato e con bolli rossi si mantiene alto sulla destra, noi lo dobbiamo lasciare e intraprendere quello che si abbassa, è poco evidente e senza alcuna indicazione, il punto è quotato 567,7 metri da CTR Emilia-Romagna)  –  Fosso di Vauccio q.550    –   Fosso q.563 (Attraversiamo un sottile fosso un po’ incassato, il passaggio è leggermente esposto, poi appena risaliti dalla parte opposta lasciamo il proseguo dell’esile traccia a mezzacosta e inerpichiamo a destra a vista e senza passaggi obbligati su ripido pendio, direzione NE)  –  Cima q.661 (Man mano che inerpichiamo, il pendio poco definito si trasforma in un’aperta dorsale, in lontananza sulla destra ci appare il monte Cruccolo e tutto il suo lungo crinale NO. Arrivati poco sotto la cima senza toponimo quotata 660,7 metri da CTR Emilia-Romagna sul crinale principale, transitiamo su traccia aerea poco sotto il punto alto, compare qualche segno rosso)  –  Sella q.653 (Per CTR Emilia-Romagna 653,4 metri. Abbiamo transitato a mezzacosta su traccia aerea bypassando la Cima q.661 e ci siamo portati sul crinale principale, quello NO del monte Cruccolo. Ora risaliamo tenendoci rigorosamente sul filo del crinale panoramico, direzione SE, tralasciando l’invitante sentiero che cala a destra a mezzacosta)  –   Monte Cruccolo q.773 (Quota da mappa IGM, per CTR Emilia-Romagna monte Cuccolo 778,5 m. La salita culmina sull’anonima vetta boschiva, ora ci abbassiamo dalla parte opposta con direzione SO per uscire subito sull’aperto crinale panoramico)   –  Cima q.820 (Cima senza toponimo quotata 820 metri da IGM Emilia-Romagna o 824 metri da CTR Emilia-Romagna. Il punto è anonimo e può passare inosservato, prestiamo attenzione perché il crinale si divide: quello principale che stiamo percorrendo mantiene la direzione ed è destinato a innestarsi sul CAI 203, noi dobbiamo intraprendere a destra il crinale che si sviluppa più in basso con direzione NO)   –   Sella q.767 (E’ una delle tante selle che ci sono sul crinale, ma questa è caratterizzata da un enorme masso solitario alla nostra destra, sempre da questa parte ha inizio un sentiero a mezzacosta nel bosco, noi ci manteniamo sul crinale, comunque è indifferente)  –   Sella q.725 (Dietro di noi proviene il sentiero che si manteneva a mezzacosta e allo stesso modo continua poco più avanti, noi volutamente preferiamo tenere il crinale per salire sul punto alto quotato 754 metri da IGM Emilia-Romagna)   –  Quota 715 (Nella discesa del crinale dobbiamo affrontare un balzo roccioso particolarmente delicato, quindi giunti nel punto basso ritroviamo il sentiero dietro di noi che come sempre transitava a mezzacosta nel sottobosco e ora tiene il crinale, è quotato 715,4 metri da CTR Emilia-Romagna)  –  Incrocio q.698 (La zona è caratterizzata da una bella lastricatura marnosa, in loco c’è un omino di sasso, a destra cala una invisibile traccia che riconduce al rudere di Vauccio, noi caliamo a sinistra innestandoci immediatamente sul CAI 203 che proviene dal rudere di Quadalto e ora prosegue lungo il nostro crinale)  –  Sella q.691 (Scartiamo a destra la buona traccia con bolli rossi che scende a Ca’ Vauccio e lasciamo il CAI 203 che si sposta a sinistra e scende verso Cà di Veroli, rimaniamo sul crinale caratterizzato più in alto da una vistosa “cintura rocciosa”)  –  Cima q.725 (Quota CTR Emilia-Romagna, per IGM Emilia-Romagna 722 metri. Siamo nella cima sopra la “cintura rocciosa”, seguiamo il crinale con direzione NO inizialmente coperto da sottili arbusti, poi ne usciamo e diventa ampio con fondo di sedimenti marnosi. Ben presto la macchia boschiva interrompe lo spoglio e pianeggiante crinale, caliamo spostandoci a destra per ritrovarlo)  –  Cima q.708 (Punto anonimo quotato 708,2 metri da CTR Emilia-Romagna. Ora il proseguo del crinale è incerto, dobbiamo mantenere la direzione NO perdendo rapidamente quota nel fitto pendio boschivo, più sotto comincia a intravvedersi l’aperto crinale di sedimenti)  –  Quota 620 (Quota da GPS. Percorso l’aperto crinale di sedimenti marnosi, all’inizio del quale notiamo un minuscolo rudere di pietra, il proseguo sembra ancora interrompersi, nel fondovalle alla nostra sinistra vediamo la carrozzabile di Cà di Veroli e appare invitante abbassarsi sull’aperto pendio puntandola. Noi dobbiamo mantenere invece sempre la direzione NO penetrando nella fitta boscaglia, la discesa è molto ripida e si avanza con cautela e disagio)  –  Sentiero q.535 (Mantenendo la direzione NO, la ripidissima discesa nel fitto bosco ci fa innestare d’obbligo su un sentiero abbandonato, lo prendiamo a sinistra, sotto di noi il pendio boschivo precipita sul fiume Bidente oltre il quale vediamo anche la carrozzabile di Poggio alla Lastra)  –  Bivio q.520 (Scartiamo il sentiero che sale a sinistra, curviamo a destra a gomito e teniamo quello che scende notando poco sopra un fascione roccioso)  –  Bivio q.461 (Per CTR Emilia-Romagna 461,2 metri. Stiamo scendendo una dorsale panoramica, a destra all’indietro penetra nel sottobosco un sentierino abbandonato, andiamo avanti e siamo il posizione panoramica sopra il Mulino di Pontevecchio, il sentiero vira a sinistra calando trasversalmente per raggiungere la strada)   –   Strada q.422 (Innesto sulla strada asfaltata, la seguiamo a destra scendendo verso il Molino di Pontevecchio)  –  Ponte q.417 (Ponte sul fiume Bidente)  –  Molino di Pontevecchio q.415 (Appena oltrepassato il ponte c’è l’ex molino ora abitazione privata)   –  Arrivo q.430. 

NOTE:

        LUNGHEZZA: 12 km

        DIFFICOLTA: EE

DISLIVELLO TOTALE: 930 m

QUOTA MASSIMA: Cima q.820

Sentieri

Itinerario di stampo esplorativo in ambiente selvaggio, si sviluppa percorrendo delle tracce abbandonate e dei crinali sconosciuti, riferito solo a escursionisti esperti, conoscitori della zona e con senso dell’orientamento, indispensabile l’uso del GPS o bussola con altimetro. 

Rifugi-Bivacchi

Assenti 

Fonti

Assenti

Tracce GPS

 

TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

Partenza q.430

0,00

Fosso delle Petrose

1,43

Cima q.820

3,33

Ponte q.394

0,05

Bivio q.495

1,48

Sella q.767

/

Bivio q.444

0,12

Fosso di rio Petroso

1,53

Sella q.725

3,50

Camorelli

0,15

Molino delle Petrose

1,57

Quota 715

4,00

Bivio q.423

0,32

Bivio q.514

2,08

Incrocio q.698

4,06

Pianoro q.440

0,35

Fosso di Vauccio q.521

2,12

Sella q.691

4,09

Incrocio q.545

0,46

Bivio q.530

2,15

Cima q.725

4,15

Piazzola q.576

0,50

Bivio q.574

2,20

Cima q.708

4,25

Bivio q.583

0,51

Ca’ Vauccio

2,21

Quota 620

4,38

Bivio q.596

0,54

Bivio q.574

2,22

Sentiero q.535

4,50

Il Turrione

1,07

Bivio q.568

2,27

Bivio q.520

4,56

Deviazione q.673

1,11

Fosso di Vauccio q.550

2,33

Bivio q.461

5,05

Sella q.662

1,16

Fosso q.563

2,37

Strada q.422

5,10

CAI 217 q.655

1,17

Cima q.661

/

Ponte q.414

5,12

Maestà delle Petrose

1,30

Sella q.653

2,53

Molino di Pontevecchio

/

Deviazione q.525

/

Monte Cruccolo

3,15

Arrivo q.430

5,22

  


Partenza q.430 (Iniziamo scendendo la mulattiera CAI 217) 

Partenza q.430 (Iniziamo scendendo la mulattiera CAI 217) 

  Ponte q.394: Oltrepassata una bassa presa d’acqua siamo al grande ponte sul Bidente di Pietrapazza  ….

…. dalla parte opposta la mulattiera prende a salire. 

  Bivio q.444 (Scartiamo a destra un marcato sentierino che sale e stiamo sul CAI 217 che si restringe a sentiero quando ormai siamo in vista di Camorelli)

Sul CAI 217 che si restringe a sentiero quando ormai siamo in vista di Camorelli.


I ruderi delle case di Camorelli

I ruderi delle case di Camorelli

I ruderi delle case di Camorelli

I ruderi delle case di Camorelli

Appena oltrepassati i ruderi delle case infrascate c’è il bivio con cartelli e una maestà: abbandoniamo il proseguo del CAI 217 e andiamo a sinistra su sentiero CAI senza numerazione in direzione di Valcupa e il mulino di Culmolle

Bivio q.423 (In questo punto passiamo una vecchia recinzione e il sentiero CAI curva a destra e comincia a scendere deciso verso il rudere di Valcupa, lo lasciamo e prendiamo il sentiero che sale a destra privo di indicazioni) 

 

Al Bivio q.423 prendiamo il sentiero che sale privo di indicazioni

Pianoro q.440 (La salita e il sentiero si esauriscono in un piccolo pianoro, ora dobbiamo salire a destra senza percorso obbligato penetrando tra gli alberi, sfruttiamo le tracce di animali, iniziando di fatto il lungo crinale nord del Turrione che in questi primi istanti non è ancora delineato)

Il lungo crinale nord del Turrione

Incrocio q.545 (Il buon crinale coperto da una rada vegetazione si sale senza difficoltà, la vecchia recinzione che si esaurisce al crocevia: sia a destra che a sinistra scendono due buoni sentieri, noi continuiamo in salita sul crinale) 

  Piazzola q.576 (Slargo pianeggiante del crinale)

Bivio q.583 (Risaliti dalla piazzola precedente, notiamo dritto a sinistra un sentiero abbandonato che scende, manteniamo il crinale con la direzione sud in costante ascesa) 

 

Il lungo crinale nord del Turrione

Negli istanti finali il crinale vira a SE e uscendo dal sottobosco conquistiamo la cima del Turrione

Il Turrione q.683 (Sulla cima è situata la maestà della Rocchetta con nicchia contenente la statua della Madonna, tavolo e panca di legno)

Dal Turrione continuiamo a seguire l’aperto crinale e la direzione su traccia di passaggio

Deviazione q.673 (Ci spostiamo a sinistra per intraprendere il buon sentiero a mezzacosta nel sottobosco che aggira una cima infrascata del crinale) 


Sella q.662 (Aggirata a mezzacosta la cima infrascata usciamo dal bosco riportandoci sull’aperto crinale, davanti a noi c’è la brulla e anonima Cima delle Petrose che potremmo salire in pochi minuti, il sentiero poco definito invece si sposta a mezzacosta nel versante opposto abbassandosi per raggiungere il CAI 217 che transita appena sotto) 

CAI 217 q.655 (Siamo sotto la Cima delle Petrose, innesto sulla mulattiera CAI 217: a destra riporta ai ruderi di Camorelli, andiamo a sinistra)

Lungo e panoramico crinale di sedimenti e terra

Lungo e panoramico crinale di sedimenti e terra


Lungo e panoramico crinale di sedimenti e terra 

Lungo e panoramico crinale di sedimenti e terra

Percorso il lungo crinale di sedimenti marnosi, il CAI 217 si sposta a sinistra ritrovando la larga mulattiera originaria

Arrivati alla Maestà delle Petrose lasciamo il CAI 217, pochi metri prima della maestà scendiamo a destra su sentiero abbandonato che costeggia una recinzione. 


Arrivati alla Maestà delle Petrose lasciamo il CAI 217, pochi metri prima della maestà scendiamo a destra su sentiero abbandonato che costeggia una recinzione. 

Quando finisce la recinzione continuiamo a mantenere la direzione in discesa sulla brulla dorsale coperta di cespugli e sedimenti

  Deviazione q.525 (Quando finisce la recinzione continuiamo a mantenere la direzione in discesa sulla brulla dorsale coperta di cespugli e sedimenti fino a questo punto, facciamo attenzione che il sentierino con bolli rossi volta a destra e scende trasversalmente) 

Fosso delle Petrose

Bivio q.495 (Il bivio passa inosservato, facciamo attenzione perché ora la buona traccia esce dal sottobosco e si mantiene a mezzacosta alta sul rio Petroso che vediamo sotto di noi e si direziona verso il rudere di Rocchetta di Sotto, noi invece dobbiamo insistere a scendere su esilissima traccia un po’ infrascata per raggiungere il corso d’acqua) 

  Fosso di rio Petroso q.470 (Toponimo e quota 470,4 metri da CTR Emilia-Romagna, la mappa IGM la identifica come fosso delle Petrose. Nella sponda opposta dopo il guado ci innestiamo su una buona traccia, la seguiamo a destra in falsopiano che costeggia il corso d’acqua)


Guadato il fosso di Rio Petroso, seguiamo la buona traccia a destra in falsopiano che costeggia il corso d’acqua

Il rudere del Molino delle Petrose

Il sentierino che dal Molino delle Petrose sale a ca’ Vauccio

Bivio q.574 (Bolli rossi in entrambe le soluzioni, a sinistra il sentiero si abbassa e sarà il nostro proseguo, ora andiamo a destra per raggiungere la vicina Ca’ Vauccio) 

Ca’ Vauccio q.587 (Ruderi di una grande casa)


Ritornati al Bivio q.574 andiamo dritto perdendo leggermente quota, poi si riprende a salire

Bivio q.568 (Al culmine della breve salita si curva a destra e c’è immediatamente una biforcazione, il sentierino più marcato e con bolli rossi si mantiene alto sulla destra, noi lo dobbiamo lasciare e intraprendere quello che si abbassa, è poco evidente e senza alcuna indicazione) 

Sul sentierino verso il fosso di Vauccio

Fosso di Vauccio q.550

Fosso q.563: attraversiamo un sottile fosso un po’ incassato, il passaggio è leggermente esposto …

… poi appena risaliti dalla parte opposta lasciamo il proseguo dell’esile traccia a mezzacosta e inerpichiamo a destra a vista e senza passaggi obbligati su ripido pendio, direzione NE


Man mano che inerpichiamo, il pendio poco definito si trasforma in un’aperta dorsale, in lontananza sulla destra ci appare il monte Cruccolo e tutto il suo lungo crinale NO

Sella q.653 (Abbiamo transitato a mezzacosta su traccia aerea bypassando la Cima q.661 e ci siamo portati sul crinale principale, quello NO del monte Cruccolo. Ora risaliamo tenendoci rigorosamente sul filo del crinale panoramico, direzione SE, tralasciando l’invitante sentiero che cala a destra a mezzacosta) 

Ora risaliamo tenendoci rigorosamente sul filo del crinale panoramico

Salita finale al monte Cruccolo

Monte Cruccolo q.773 (La salita culmina sull’anonima vetta boschiva)

Retrospettiva sul monte Cruccolo appena sceso


Il crinale che dal monte Cruccolo ci direziona verso la Cima q.820

Il crinale che dal monte Cruccolo ci direziona verso la Cima q.820

Il crinale che dal monte Cruccolo ci direziona verso la Cima q.820

Alla Cima q.820 si divide il crinale, prendiamo quello meno evidente calando a destra con direzione NO     

Il crinale che si sviluppa con direzione NO


Il crinale che si sviluppa con direzione NO

Sella q.767 (È una delle tante selle che ci sono sul crinale, ma questa è caratterizzata da un enorme masso solitario alla nostra destra, sempre da questa parte ha inizio un sentiero a mezzacosta nel bosco, noi ci manteniamo sul crinale, comunque è indifferente)

Il crinale che si sviluppa con direzione NO

Nella discesa del crinale dobbiamo affrontare un balzo roccioso particolarmente delicato

Incrocio q.698 (La zona è caratterizzata da una bella lastricatura marnosa, in loco c’è un omino di sasso, a destra cala una invisibile traccia che riconduce al rudere di Vauccio, noi caliamo a sinistra innestandoci immediatamente sul CAI 203 che proviene dal rudere di Quadalto e ora prosegue lungo il nostro crinale) 

Alla Sella q.691 scartiamo a destra la buona traccia con bolli rossi che scende a Ca’ Vauccio e lasciamo il CAI 203 che si sposta a sinistra e scende verso Cà di Veroli, rimaniamo sul crinale caratterizzato più in alto da una vistosa “cintura rocciosa”


Cima q.725: siamo nella cima sopra la “cintura rocciosa” ….

…. seguiamo il crinale con direzione NO inizialmente coperto da sottili arbusti ….

…. poi ne usciamo e diventa ampio con fondo di sedimenti marnosi. Ben presto la macchia boschiva interrompe lo spoglio e pianeggiante crinale ….

…. caliamo spostandoci a destra per ritrovarlo

Ripida discesa tra i fitti arbusti dalla Cima q.708

Retrospettiva della ripida discesa tra i fitti arbusti dalla Cima q.708 che ci fa pervenire all’aperto crinale di sedimenti


Percorso l’aperto crinale di sedimenti marnosi, all’inizio del quale notiamo un minuscolo rudere di pietra sulla destra

L’aperto crinale di sedimenti sotto la Cima q.708

Percorso l’aperto crinale di sedimenti marnosi, nel fondovalle alla nostra sinistra vediamo la carrozzabile di Cà di Veroli

Quota 620 (Percorso l’aperto crinale di sedimenti marnosi, il proseguo sembra ancora interrompersi, nel fondovalle alla nostra sinistra vediamo la carrozzabile di Cà di Veroli e appare invitante abbassarsi sull’aperto pendio puntandola. Noi dobbiamo mantenere invece sempre la direzione NO penetrando nella fitta boscaglia, la discesa è molto ripida e si avanza con cautela e disagio)

Sentiero q.535 (Mantenendo la direzione NO, la ripidissima discesa nel fitto bosco ci fa innestare d’obbligo su un sentiero abbandonato, lo prendiamo a sinistra)

Il sentiero abbandonato che scende al molino di Pontevecchio


In vista del Molino di Pontevecchio

Caliamo trasversalmente per raggiungere la strada

Strada q.422 (Innesto sulla strada asfaltata, la seguiamo a destra scendendo verso il Molino di Pontevecchio) 

Molino di Pontevecchio