martedì 26 febbraio 2019

Cresta della Pitturina (cime Vallona, Pitturina e Cavallino) EEA


La maestosa traversata della Cresta della Pitturina sul sentiero ferrato Corrado d'Ambros con ascesa alla Cima Vallona, La Pitturina e il monte Cavallino (Alpi Carniche sul confine tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Austria)

DATA: 5/6 agosto 2018

PARTENZA: Dal paese di Sega Digon (5,6 km da Santo Stefano di Cadore) situato sulla SS.52 che collega San Candido (Trentino Alto Adige) a Santo Stefano di Cadore (in provincia di Belluno, Veneto), proprio nel punto in cui la statale compie una marcata curva a U, la lasciamo e iniziamo a percorrere la via Caduti di Cima Vallona attraverso la valle del torrente Digon, arrivando dopo 1,2 km a una biforcazione della stradina in prossimità della cappella Caduti di Cima Vallona. Tralasciamo la strada a destra per Costa e il rifugio De Doo, continuiamo a sinistra per altri 3,8 km arrivando all’ampia zona parcheggio alla nostra destra con indicazioni per la casera Melin.





Stralcio della mappa interattiva Kompass dal sito  http://www.kompass.de/touren-und-regionen/wanderkarte/

ITINERARIO: Partenza q.1458 (Dalla stradina della val Digon lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio sulla nostra destra sopra il quale iniziamo a percorrere in salita la carrozzabile d’accesso alla casera Melin a tratti asfaltata, cartelli)      Bivio q.1540 (Nei pressi di una piccola fonte, a sinistra inizia una forestale chiusa da sbarra, stiamo sulla nostra stradina)      Bivio q.1568 (A destra un sentiero forestale scende verso il rio Melin, indicazioni assenti, stiamo sulla nostra stradina in salita)      Bivio q.1582 (Dopo poche decine di metri dal bivio precedente, oltrepassiamo il detritico rio Mandrette e c’è la biforcazione: dritto a destra inizia una forestale, la nostra stradina continua dritto a sinistra in salita, cartelli assenti)     Bivio q.1622 (Presso un tavolo da pic-nic, cartelli assenti: a sinistra a ritroso sale una forestale chiusa da sbarra per la località Pian Minoldo, stiamo sulla nostra carrozzabile)  –   Serbatoio Melin q.1651 (Casotto in mattoni sul bordo della stradina)      Casera Melin q.1673 (La stradina termina, ignoriamo la sterrata CAI 161 a destra di fianco la fonte abbeveratoio, continuiamo dritto risalendo la mulattiera nella prateria poco sopra la casera, segni assenti)     Bivio q.1717 (Bivio con cartelli: dritto sale il largo CAI 165 per il passo Palombino, noi andiamo a sinistra sul CAI 144/CAI 161 per larga mulattiera/forestale delimitata da un muretto di cemento, indicazioni per il bivacco Piva)     Bivio q.1782 (Indicazioni sul muretto di cemento: teniamo la mulattiera/forestale che curva a U a destra e continua a salire come CAI 144, dritto invece prosegue il CAI 161 su sentiero per la casera Pian di Formaggio)     Traliccio Enel q.1921 (Enorme traliccio della luce, in questo tratto la larga mulattiera è stata cementata)      Traliccio Enel q.2019 (Enorme traliccio della luce, anche in questo tratto la mulattiera è stata cementata)     Traliccio Enel q.2195 (Oltrepassato un piccolo corso d’acqua il grande traliccio rimane alla nostra sinistra, il bivacco Piva non lo vediamo ma è situato poco sopra, continuiamo sulla mulattiera)      Bivio q.2225 (Cartelli: la mulattiera entra nella vallata del Cadin di Vallona e continua come CAI 160 per il passo di Vallona, noi la lasciamo e risaliamo a sinistra con l’esile CAI 191 su sentierino, indicazioni per il bivacco Piva e la ferrata d’Ambros)       Bivacco A. Piva q.2250 (L’enorme bivacco in lamiera ci appare all’improvviso, quotato erroneamente in loco a 2216 m. Dalla targa in memoria affissa sulla roccia, il CAI 191 risale sopra il bivacco e continua in salita in direzione di un cippo commemorativo che oltrepassiamo tenendocelo alla nostra sinistra portandoci di fatto sul crinale del Costone delle Mandrette, esile sentierino e direzione nord/ovest, pochi segni)  –   Costone delle Mandrette q.2320 (Risaliti dal bivacco raggiungiamo il filo di cresta dove ci sono i cartelli, incrocio: a sinistra nel versante opposto, ovest, scende il CAI 160 per il Costone Pian Minoldo, il CAI 160 a destra aggira la testata della vallata del Cadin di Vallona per raggiungere il passo di Vallona, teniamo il CAI 191 che si mantiene sulla cresta del Costone delle Mandrette, direzione nord, poi la lascia quando diventa affilata e rocciosa per bypassare questo tratto con un ampio giro a destra, praticamente poco sopra il CAI 160 che conduce al passo di Vallona, le tracce e la scarsa segnatura rendono il percorso ambiguo)       Deviazione q.2455 (Bypassato il tratto affilato e roccioso, il CAI 191 ci riporta sul Costone delle Mandrette, praticamente poco sopra lo stesso, da questo punto ora prosegue a mezzacosta aggirando il versante sud/ovest di Cima Vallona, noi invece risaliamo sulla cima percorrendo una traccia non segnata nella verde dorsale, direzione nord, indicazioni assenti)      Cima Vallona q.2532 (Sulla verde cima c’è una piccola trincea e un cippo di confine con scritta n.119, torniamo sui nostri passi)     Deviazione q.2455 (Riprendiamo il CAI 191che ora a destra a mezzacosta aggira il versante sud/ovest di Cima Vallona per andare a innestarsi sulla Cresta della Pitturina)   –   Ferrata q.2425 (In breve terminata la cengia siamo sulla Cresta della Pitturina che iniziamo percorrere, dopo pochi metri aggiriamo un promontorio roccioso stando a sinistra a mezzacosta, versante italiano, per riprendere la cresta dalla quale ha inizio il sentiero ferrato d’Ambros, targa di metallo. Si risale aiutati dal cavo d’acciaio che presto termina, quindi si percorre l’aerea cresta segnata con bolli rossi senza difficoltà ma con molta attenzione per l’esposizione costante su entrambi i versanti)       Forcella q.2429 (Dalla cresta scendiamo a sinistra, versante italiano, per andare a bypassare uno spigolo verticale sotto di noi che impedisce il proseguo. Ritornati sulla cresta presso una forcella, voltandoci indietro possiamo notare l’imponenza dello spigolo appena aggirato, ora continuiamo risalendo il filo del crinale, camminabile ma esposto)       Libro delle firme q.2380 (Percorrendo la cresta, davanti e poco sotto di noi ci appare un vistoso ago di roccia, quotato 2404. Per la seconda volta scendiamo sul versante italiano per esile traccia molto sdrucciolevole, attenzione che i cavi d’acciaio li ritroviamo nella parte bassa e ci conducono proprio sotto l’ago di roccia dove ci sono due caverne, la prima delle quali contiene il libro delle firme. Da qui si risale la cengia sotto l’ago di roccia che ci fa entrare nella ben visibile galleria sopra di noi sempre attrezzata con cavo corrimano, dopo 15 metri ne usciamo per entrarne in una seconda di uguale lunghezza, poi segue una scala di 7/8 m molto esposta che ci fa risalire la paretina riportandoci sulla cresta, ora larga e priva di difficoltà dove terminano i cavi)       Sella q.2362 (Larga depressione della cresta, la percorriamo e ritroviamo il cavo che ci fa risalire pochi metri, poi in breve abbandoniamo la cresta perdendo quota sul versante italiano)      Forcella q.2386 (Ci riportiamo sulla cresta presso una strettissima forcellina, dal canalino ghiaioso che scende sul versante austriaco sembra fattibile abbandonale la via attrezzata in caso di necessità, mentre invece i cavi procedono sull’affilata cresta per poi abbandonarla di nuovo perdendo nuovamente quota sul versante italiano tramite sottile ed esposta cengia attrezzata solo nella parte bassa che ci fa inoltrare in un camino obliquo)      Forcella q.2356 (Scesi dal camino obliquo siamo sulla forcella, la ferrata ora risale verticalmente uno spigolo dove purtroppo termina giunti nella parte alta, per pochi metri bisogna percorrere la cresta affilatissima ed esposta su entrambi i versanti in libera, poi ritroviamo il cavo e tre staffe che ci aiutano a superare uno spigolo, perdendo ripidamente quota nel pendio di sfasciumi, lato italiano)       Quota q.2375 (Siamo nel punto basso del pendio di sfasciumi sul lato italiano, anche in questo caso sembra che non ci siano problemi ad abbandonale la via continuando a scendere, la ferrata invece ora risale immediatamente un camino obliquo attrezzato con cavo che ci riporta in cresta dove segue un traverso non attrezzato e in discreta esposizione, attenzione ai segni)     Incrocio q.2425 (Termina il sentiero ferrato d’Ambros, targa di metallo e cippo di confine, a destra scende il sentiero segnato bianco/rosso per il rifugio austriaco Filmoor ben visibile poco sotto di noi, a sinistra scende il CAI 160 che riporta verso il bivacco Piva, andiamo dritto tenendo la verde cresta senza problemi)       La Pitturina q.2457 (Cima anonima senza indicazioni con il classico cippo di confine, il rifugio austriaco Filmoor è ben visibile ai nostri piedi, continuiamo sulla verde cresta avendo davanti ai nostri occhi la mole rocciosa del monte Cavallino)     Bivio q.2450 (Scesi dalla Pitturina superiamo una selletta erbosa, risaliamo e arriviamo al bivio, alla nostra destra il sentiero scende passando dei muretti circolari, stiamo sul verde crinale)  –  Forcella del Cavallino q.2453 (Incrocio e cartelli: a destra il sentiero scende al rifugio austriaco Filmoor, dritto a sinistra nelle ghiaie a mezzacosta c’è il CAI 160 per cima Vanscuro, a sinistra scende il CAI 145 per la casera Pian di Formaggio, stiamo sul sentiero dritto a destra in salita nelle ghiaie che si mantiene parallelo al sottostante CAI 160, indicazioni per la cima Cavallino-Kinigat e segni)  –  Bivio q.2649 (Superato qualche tratto con cavo corrimano e risalita la lunga cengia obliqua attrezzata, siamo sul pianoro sommitale di sfasciumi, bivio con cartelli: a sinistra indicazioni per la cima Vanscuro-Pfannspitze, noi risaliamo a destra il sentiero tra sfasciumi che ci conduce alla vetta oltrepassando una piccola edicola con targa, la grande croce è ben visibile)       Monte Cavallino q.2689 (L’ultimo tratto è gradinato con traversine di legno, grandissima croce metallica sulla cima e libro delle firme, torniamo sui nostri passi)       Bivio q.2649      Forcella del Cavallino q.2453 (Ora prendiamo il CAI 160 a destra che lasciamo dopo pochi metri per scendere con il CAI 145 che aggira la testata della val Granda)     Bivio q.2419 (Segni sui sassi: dritto a mezzacosta il CAI 146 continua ad aggirare la testata della vallata, noi invece la iniziamo a scendere a sinistra sul CAI 145 attraverso i verdi pascoli)  –   Le Drofelle q.1975 (Bivio e cartelli nella prateria: a sinistra il sentiero CAI senza numerazione si ricollega al CAI 160 per il bivacco Piva, stiamo sul CAI 145 che continua a scendere a destra)      Bivio q.1900 (Siamo sempre nella prateria, attenzione ai segni CAI: dritto in falsopiano prosegue un sentierino non segnato, mentre il CAI 145 scende a destra per inoltrarsi nel bosco)      Casa q.1827 (Usciti dal bosco, una casa abbandonata precede l’arrivo alle sottostanti e ben visibili stalle della casera Pian di Formaggio)   –   Casera Pian di Formaggio q.1802 (Arrivati alla casera ignoriamo una sterrata a destra e andiamo a sinistra passando davanti alle grandi stalle e alla fonte abbeveratoio dove inizia la carrozzabile d’accesso che percorriamo perdendo quota, ignoriamo anche il sentiero CAI 161 al termine delle stalle per la casera Melin)      Bivio q.1664 (Sulla curva a U della carrozzabile, a sinistra inizia una sterrata che in breve attraversa il rio Pian Formaggio che ignoriamo)      Pian di Tabeli q.1588 (Al termine della lunga discesa, la carrozzabile s’innesta sulla stradina asfaltata, la percorriamo a sinistra)     Bivio q.1565 (A destra della strada inizia una forestale chiusa da sbarra per le Crode, stiamo sull’asfaltata)      Arrivo q.1458.


DISLIVELLO TOTALE: 1600 m
QUOTA MASSIMA: Monte Cavallino q.2689
LUNGHEZZA: 17,4 km
DIFFICOLTA: EEA


NOTE:




Sentieri



- Indicato come “Sentiero attrezzato d’Ambros” e giudicato “facile”, in realtà è tutt’altro che banale. Percorre la Cresta della Pitturina ed è attrezzato in maniera discontinua, alcuni passaggi in libera risultano infidi ed esposti anche se facili, si richiede assenza di vertigini e terreno asciutto, le due corte gallerie non richiedono l’uso della torcia elettrica. Non vi sono vie di fuga ufficiali se non quelle che possiamo valutare noi al momento.
- La salita al monte Cavallino presenta dei facili cavi corrimano e l’esposizione non si avverte.






Rifugi-Bivacchi

- Per spezzare il lungo itinerario dormiamo in quota al bivacco A. Piva (circa 2 ore e 800 m di dislivello), posizionato al margine del bellissimo Cadin di Vallona e al cospetto di Cima Vallona e del monte Palombino, è dedicato ad Armando Piva, che insieme ad altri tre militari perse la vita in seguito a un atto terroristico su Cima Vallona nel 1967. E’ una grande struttura in lamiera (container) con quattro stanze, purtroppo allo stato attuale è in pessime condizioni (una delle tre porte d’ingresso è parzialmente divelta). Indicato con 12 posti letto, teoricamente ne potrebbe avere circa il triplo, ma all’interno ci sono solo poche brande (reti) prive di materassi e coperte, presenti tavoli e panche con vecchia credenza, no stufa.

- Se si vuole evitare di pernottare al bivacco Piva, si può prendere in considerazione di effettuare il giro al contrario pernottando al rifugio austriaco Filmoor situato poco sotto la forcella del Cavallino.




Fonti

- Fonte sulla carrozzabile che sale alla casera Melin al Bivio q.1540.
- Fonte alla casera Melin.
- Sorgente d’acqua che fuoriesce dal terreno poco sotto al bivacco Piva presso il Bivio q.2225.
- Fonte alla casera Pian di Formaggio.

 

TEMPI RILEVATI:
Tempo
      Totale
      (ore)
TEMPI RILEVATI:
Tempo
Totale (ore)
Partenza q.1458
0,00
Sella q.2362
3,23
Bivio q.1540
0,12
Forcella q.2386
/
Bivio q.1568
0,17
Forcella q.2356
3,52
Bivio q.1582
0,18
Quota q.2375
/
Bivio q.1622
0,23
Incrocio q.2425
4,25
Serbatoio Melin
0,27
La Pitturina
4,32
Casera Melin
0,32
Bivio q.2450
4,40
Bivio q.1717
0,38
Forcella del Cavallino
4,44
Bivio q.1782
0,48
Bivio q.2649
5,11
Traliccio Enel q.1921
1,04
Monte Cavallino
5,17
Traliccio Enel q.2019
1,15
Bivio q.2649
/
Traliccio Enel q.2195
1,39
Forcella del Cavallino
5,42
Bivio q.2225
1,43
Bivio q.2419
5,48
Bivacco A. Piva
1,45
Le Drofelle
6,34
Costone delle Mandrette
1,56
Bivio q.1900
6,38
Deviazione q.2455
2,12
Casa q.1827
/
Cima Vallona
2,25
Casera P. di Formaggio
6,50
Deviazione q.2455
/
Bivio q.1664
7,06
Ferrata
2,42
Pian di Tabeli
7,18
Forcella q.2429
/
Bivio q.1565
7,22
Libro delle firme
3,10
Arrivo q.1458
7,40





Partenza q.1458 (Dalla stradina della val Digon lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio sulla nostra destra sopra il quale iniziamo a percorrere in salita la carrozzabile d’accesso alla casera Melin a tratti asfaltata)
Bivio q.1540 (Nei pressi di una piccola fonte, a sinistra inizia una forestale chiusa da sbarra, stiamo sulla nostra stradina)
La carrozzabile d’accesso alla casera Melin
Serbatoio Melin q.1651 (Casotto in mattoni sul bordo della stradina)
Casera Melin q.1673 (La stradina termina, ignoriamo la sterrata CAI 161 a destra di fianco la fonte abbeveratoio, continuiamo dritto risalendo la mulattiera nella prateria poco sopra la casera, segni assenti)

Bivio q.1717 (Bivio con cartelli: dritto sale il largo CAI 165 per il passo Palombino, noi andiamo a sinistra sul CAI 144/CAI 161 per larga mulattiera/forestale delimitata da un muretto di cemento, indicazioni per il bivacco Piva)
Sul CAI 144/CAI 161 per larga mulattiera/forestale delimitata da un muretto di cemento
Bivio q.1782 (Indicazioni sul muretto di cemento: teniamo la mulattiera/forestale che curva a U a destra e continua a salire come CAI 144, dritto invece prosegue il CAI 161 su sentiero per la casera Pian di Formaggio)
Traliccio Enel q.1921 (Enorme traliccio della luce, in questo tratto la larga mulattiera è stata cementata)
Lo sviluppo del CAI 144 che risale al bivacco Piva, sullo sfondo la cresta delle Crode del Longerin
Bivio q.2225 (Cartelli: la mulattiera entra nella vallata del Cadin di Vallona e continua come CAI 160 per il passo di Vallona, noi la lasciamo e risaliamo a sinistra con l’esile CAI 191 su sentierino, indicazioni per il bivacco Piva e la ferrata d’Ambros)

Bivacco A. Piva q.2250
L’interno del bivacco A. Piva q.2250
L’interno del bivacco A. Piva q.2250
Panorama dal bivacco A. Piva
Panorama dal bivacco A. Piva

Le Crode del Longerin viste dal bivacco A. Piva
Risaliamo dal bivacco A. Piva con il CAI 191 in direzione del Costone delle Mandrette
Costone delle Mandrette q.2320 (Risaliti dal bivacco raggiungiamo il filo di cresta dove ci sono i cartelli, incrocio: a sinistra nel versante opposto, ovest, scende il CAI 160 per il Costone Pian Minoldo, il CAI 160 a destra aggira la testata della vallata del Cadin di Vallona per raggiungere il passo di Vallona, teniamo il CAI 191 che si mantiene sulla cresta del Costone delle Mandrette, direzione nord, poi la lascia quando diventa affilata e rocciosa per bypassare questo tratto con un ampio giro a destra, praticamente poco sopra il CAI 160 che conduce al passo di Vallona, le tracce e la scarsa segnatura rendono il percorso ambiguo)  


Costone delle Mandrette
Costone delle Mandrette q.2320 (Teniamo il CAI 191 che si mantiene sulla cresta del Costone delle Mandrette, direzione nord, poi la lascia quando diventa affilata e rocciosa per bypassare questo tratto con un ampio giro a destra, praticamente poco sopra il CAI 160 che conduce al passo di Vallona, le tracce e la scarsa segnatura rendono il percorso ambiguo)
Deviazione q.2455 (Bypassato il tratto affilato e roccioso, il CAI 191 ci riporta sul Costone delle Mandrette, praticamente poco sopra lo stesso, da questo punto ora prosegue a mezzacosta aggirando il versante sud/ovest di Cima Vallona, noi invece risaliamo sulla cima percorrendo una traccia non segnata nella verde dorsale, direzione nord, indicazioni assenti)
Cima Vallona q.2532 (Sulla verde cima c’è una piccola trincea e un cippo di confine con scritta n.119, torniamo sui nostri passi)
Panorama dalla cima Vallona q.2532

Panorama dalla cima Vallona q.2532
Deviazione q.2455 (Riprendiamo il CAI 191che ora a destra a mezzacosta aggira il versante sud/ovest di Cima Vallona per andare a innestarsi sulla Cresta della Pitturina)
Riprendiamo il CAI 191che ora a destra a mezzacosta aggira il versante sud/ovest di Cima Vallona per andare a innestarsi sulla Cresta della Pitturina
Arrivo alla ferrata d’Ambros alla cresta della Pitturina   
Targa di metallo   

Ferrata q.2425 (Si risale aiutati dal cavo d’acciaio che presto termina)
Si risale aiutati dal cavo d’acciaio che presto termina
Si risale aiutati dal cavo d’acciaio che presto termina
Terminato il tratto iniziale ferrato, si percorre l’aerea cresta segnata con bolli rossi senza difficoltà ma con molta attenzione per l’esposizione costante su entrambi i versanti
Sotto di noi vediamo i laghi austriaci Oberer e Unterer
Forcella q.2429

Dalla Forcella q.2429 continuiamo risalendo il filo del crinale, camminabile ma esposto
Percorrendo la cresta, davanti e poco sotto di noi ci appare un vistoso ago di roccia, quotato 2404
Per la seconda volta scendiamo sul versante italiano per esile traccia molto sdrucciolevole, attenzione che i cavi d’acciaio li ritroviamo nella parte bassa e ci conducono proprio sotto l’ago di roccia dove ci sono due caverne, la prima delle quali contiene il libro delle firme.
Per la seconda volta scendiamo sul versante italiano per esile traccia molto sdrucciolevole, attenzione che i cavi d’acciaio li ritroviamo nella parte bassa e ci conducono proprio sotto l’ago di roccia dove ci sono due caverne, la prima delle quali contiene il libro delle firme.
Per la seconda volta scendiamo sul versante italiano per esile traccia molto sdrucciolevole, attenzione che i cavi d’acciaio li ritroviamo nella parte bassa e ci conducono proprio sotto l’ago di roccia dove ci sono due caverne, la prima delle quali contiene il libro delle firme.

Libro delle firme.

Oltrepassato il libro delle firme si risale la cengia sotto l’ago di roccia che ci fa entrare nella ben visibile galleria sopra di noi sempre attrezzata con cavo corrimano
Oltrepassato il libro delle firme si risale la cengia sotto l’ago di roccia che ci fa entrare nella ben visibile galleria sopra di noi sempre attrezzata con cavo corrimano
Nella prima galleria
Dopo 15 metri ne usciamo per entrarne in una seconda di uguale lunghezza
All’uscita della seconda galleria ne segue una scala di 7/8 m molto esposta che ci fa risalire la paretina riportandoci sulla cresta, ora larga e priva di difficoltà dove terminano i cavi 
All’uscita della seconda galleria ne segue una scala di 7/8 m molto esposta che ci fa risalire la paretina riportandoci sulla cresta, ora larga e priva di difficoltà dove terminano i cavi 

In procinto di arrivare alla Sella q.2362, larga depressione della cresta
Forcella q.2386 (Ci riportiamo sulla cresta presso una strettissima forcellina)
Dalla Forcella q.2386 i cavi procedono sull’affilata cresta per poi abbandonarla di nuovo perdendo nuovamente quota sul versante italiano tramite sottile ed esposta cengia attrezzata solo nella parte bassa
Dalla Forcella q.2386 i cavi procedono sull’affilata cresta per poi abbandonarla di nuovo perdendo nuovamente quota sul versante italiano tramite sottile ed esposta cengia attrezzata solo nella parte bassa
Dalla Forcella q.2386 i cavi procedono sull’affilata cresta per poi abbandonarla di nuovo perdendo nuovamente quota sul versante italiano tramite sottile ed esposta cengia attrezzata solo nella parte bassa

Forcella q.2356 (Scesi dal camino obliquo siamo sulla forcella, la ferrata ora risale verticalmente uno spigolo)
Dalla Forcella q.2356 la ferrata ora risale verticalmente uno spigolo 
Dalla Forcella q.2356 la ferrata ora risale verticalmente uno spigolo 
Per pochi metri bisogna percorrere la cresta affilatissima ed esposta su entrambi i versanti in libera, poi ritroviamo il cavo e tre staffe
Cresta della Pitturina

Oltrepassate le tre staffe che ci aiutano a superare uno spigolo, perdiamo ripidamente quota nel pendio di sfasciumi, lato italiano
Oltrepassate le tre staffe che ci aiutano a superare uno spigolo, perdiamo ripidamente quota nel pendio di sfasciumi, lato italiano
Sceso il pendio di sfasciumi siamo alla Quota q.2375, punto basso sul lato italiano, la ferrata ora risale immediatamente un camino obliquo attrezzato con cavo che ci riporta in cresta
Sceso il pendio di sfasciumi siamo alla Quota q.2375, punto basso sul lato italiano, la ferrata ora risale immediatamente un camino obliquo attrezzato con cavo che ci riporta in cresta
La ferrata ora risale immediatamente un camino obliquo attrezzato con cavo che ci riporta in cresta

La parte terminale della cresta della Pitturina
Incrocio q.2425 (Termina il sentiero ferrato d’Ambros, targa di metallo e cippo di confine)
Targa di metallo all’Incrocio q.2425
Il rifugio austriaco Filmoor ben visibile poco sotto l’Incrocio q.2425
Zoomata sulla cima del monte Cavallino che dovremmo raggiungere

Dall’Incrocio q.2425 andiamo dritto tenendo la verde cresta senza problemi 
Arrivo a La Pitturina q.2457
La Pitturina q.2457 (Cima anonima senza indicazioni con il classico cippo di confine)
Da La Pitturina q.2457 continuiamo sulla verde cresta avendo davanti ai nostri occhi la mole rocciosa del monte Cavallino 

Stiamo per arrivare alla forcella del Cavallino
Muretti circolari
Dalla forcella del Cavallino risaliamo il sentiero ghiaioso per la cima del Cavallino
Superiamo qualche tratto con cavo corrimano e risaliamo la lunga cengia obliqua attrezzata
Superiamo qualche tratto con cavo corrimano e risaliamo la lunga cengia obliqua attrezzata

La piccola edicola con targa che precede l’arrivo in vetta
La piccola edicola con targa che precede l’arrivo in vetta
Arrivo in vetta al monte Cavallino q.2689 
L’ultimo tratto è gradinato con traversine di legno
Monte Cavallino q.2689
Monte Cavallino q.2689

Tornati alla forcella del Cavallino, prendiamo il CAI 160 a destra che lasciamo dopo pochi metri per scendere con il CAI 145 che aggira la testata della val Granda
I bastioni rocciosi del monte Cavallino alle nostre spalle mentre scendiamo sul sentiero CAI 145
Sul sentiero CAI 145 prossimi al bivio de Le Drofelle
Usciti dal bosco notiamo le visibili stalle della casera Pian di Formaggio
Casera Pian di Formaggio
Casera Pian di Formaggio