La maestosa traversata della Cresta della Pitturina sul sentiero ferrato Corrado d'Ambros con ascesa alla Cima Vallona, La Pitturina e il monte Cavallino (Alpi Carniche sul confine tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Austria)
DATA: 5/6 agosto 2018
PARTENZA: Dal
paese di Sega Digon (5,6 km da Santo Stefano di Cadore) situato sulla SS.52 che
collega San Candido (Trentino Alto Adige) a Santo Stefano di Cadore (in
provincia di Belluno, Veneto), proprio nel punto in cui la statale compie una
marcata curva a U, la lasciamo e iniziamo a percorrere la via Caduti di Cima
Vallona attraverso la valle del torrente Digon, arrivando dopo 1,2 km a
una biforcazione della stradina in prossimità della cappella Caduti di Cima Vallona. Tralasciamo la strada a destra
per Costa e il rifugio De Doo, continuiamo a sinistra per altri 3,8 km
arrivando all’ampia zona parcheggio alla nostra destra con indicazioni per la
casera Melin.
Stralcio
della mappa interattiva Kompass dal sito http://www.kompass.de/touren-und-regionen/wanderkarte/
ITINERARIO:
Partenza q.1458 (Dalla stradina della val Digon lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio sulla nostra
destra sopra il quale iniziamo a percorrere in salita la carrozzabile d’accesso
alla casera Melin a tratti asfaltata, cartelli) – Bivio q.1540 (Nei pressi di una piccola
fonte, a sinistra inizia una forestale chiusa da sbarra, stiamo sulla
nostra stradina) – Bivio q.1568 (A destra un sentiero forestale
scende verso il rio Melin, indicazioni assenti, stiamo sulla nostra
stradina in salita)
–
Bivio q.1582 (Dopo poche
decine di metri dal bivio precedente, oltrepassiamo il detritico rio Mandrette
e c’è la biforcazione: dritto a destra inizia una forestale,
la nostra stradina continua dritto a sinistra in salita, cartelli assenti) – Bivio
q.1622 (Presso un tavolo da pic-nic, cartelli
assenti: a sinistra a ritroso sale una
forestale chiusa da sbarra per la località Pian Minoldo, stiamo sulla
nostra carrozzabile) – Serbatoio Melin q.1651
(Casotto in mattoni sul bordo della stradina)
– Casera Melin q.1673 (La
stradina termina, ignoriamo la sterrata CAI 161 a
destra di fianco la fonte abbeveratoio, continuiamo dritto risalendo la
mulattiera nella prateria poco sopra la casera, segni assenti) – Bivio q.1717 (Bivio con cartelli:
dritto sale il largo CAI 165 per il passo
Palombino, noi andiamo a sinistra sul CAI 144/CAI 161 per larga mulattiera/forestale
delimitata da un muretto di cemento, indicazioni per il bivacco Piva) – Bivio
q.1782 (Indicazioni sul muretto di cemento: teniamo la mulattiera/forestale
che curva a U a destra e continua a salire come CAI 144, dritto invece prosegue
il CAI 161 su sentiero per la casera Pian di Formaggio) – Traliccio
Enel q.1921 (Enorme traliccio della luce, in questo tratto la larga
mulattiera è stata cementata) – Traliccio
Enel q.2019 (Enorme traliccio della luce, anche in questo tratto la mulattiera
è stata cementata) – Traliccio Enel q.2195 (Oltrepassato un
piccolo corso d’acqua il grande traliccio rimane alla nostra sinistra, il
bivacco Piva non lo vediamo ma è situato poco sopra, continuiamo sulla mulattiera)
–
Bivio q.2225 (Cartelli:
la mulattiera entra nella vallata del Cadin di Vallona e continua come CAI 160 per il
passo di Vallona, noi la lasciamo e risaliamo a sinistra con l’esile CAI 191 su
sentierino, indicazioni per il bivacco Piva e la ferrata d’Ambros) – Bivacco A. Piva q.2250 (L’enorme
bivacco in lamiera ci appare all’improvviso, quotato erroneamente in loco a
2216 m. Dalla targa in memoria affissa sulla roccia, il CAI 191 risale sopra il
bivacco e continua in salita in direzione di un cippo commemorativo che
oltrepassiamo tenendocelo alla nostra sinistra portandoci di fatto sul crinale
del Costone delle Mandrette, esile
sentierino e direzione nord/ovest, pochi segni) – Costone delle Mandrette q.2320
(Risaliti dal bivacco raggiungiamo il filo di
cresta dove ci sono i cartelli, incrocio: a
sinistra nel versante opposto, ovest, scende il CAI 160 per il Costone Pian
Minoldo, il CAI 160 a destra aggira la testata della vallata del Cadin di Vallona per raggiungere il passo di
Vallona, teniamo il CAI 191 che si mantiene sulla cresta del Costone delle Mandrette, direzione nord, poi la lascia quando diventa affilata e
rocciosa per bypassare questo tratto con un ampio giro a destra, praticamente
poco sopra il CAI 160 che conduce al passo di Vallona, le tracce e la scarsa
segnatura rendono il percorso ambiguo) – Deviazione
q.2455 (Bypassato il tratto affilato e roccioso, il CAI 191 ci riporta sul Costone
delle Mandrette, praticamente poco sopra lo
stesso, da questo punto ora prosegue a mezzacosta aggirando il versante
sud/ovest di Cima Vallona, noi invece risaliamo sulla cima percorrendo una
traccia non segnata nella verde dorsale,
direzione nord, indicazioni assenti) – Cima
Vallona q.2532 (Sulla verde cima c’è una piccola trincea e un cippo di
confine con scritta n.119, torniamo sui nostri passi) – Deviazione q.2455 (Riprendiamo il CAI
191che ora a destra a mezzacosta aggira il versante sud/ovest di Cima Vallona
per andare a innestarsi sulla Cresta della Pitturina) – Ferrata q.2425 (In
breve terminata la cengia siamo sulla Cresta della Pitturina che iniziamo
percorrere, dopo pochi metri aggiriamo un promontorio roccioso stando a
sinistra a mezzacosta, versante italiano, per riprendere la cresta dalla quale
ha inizio il sentiero ferrato d’Ambros, targa di metallo. Si risale aiutati dal
cavo d’acciaio che presto termina, quindi si percorre l’aerea cresta segnata
con bolli rossi senza difficoltà ma con molta attenzione per l’esposizione
costante su entrambi i versanti) – Forcella q.2429 (Dalla cresta
scendiamo a sinistra, versante italiano, per andare a bypassare uno spigolo verticale
sotto di noi che impedisce il proseguo. Ritornati sulla
cresta presso una forcella, voltandoci indietro possiamo notare l’imponenza
dello spigolo appena aggirato, ora continuiamo risalendo il filo del crinale,
camminabile ma esposto) – Libro delle firme q.2380 (Percorrendo
la cresta, davanti e poco sotto di noi ci appare un vistoso ago di roccia,
quotato 2404. Per la seconda volta scendiamo sul versante italiano per esile
traccia molto sdrucciolevole, attenzione che i cavi d’acciaio li ritroviamo nella
parte bassa e ci conducono proprio sotto l’ago di roccia dove ci sono due
caverne, la prima delle quali contiene il libro delle firme. Da qui si risale
la cengia sotto l’ago di roccia che ci fa entrare nella ben visibile galleria
sopra di noi sempre attrezzata con cavo corrimano, dopo 15 metri ne usciamo per
entrarne in una seconda di uguale lunghezza, poi segue una scala di 7/8 m molto
esposta che ci fa risalire la paretina riportandoci sulla cresta, ora larga e
priva di difficoltà dove terminano i cavi)
– Sella q.2362 (Larga depressione della
cresta, la percorriamo e ritroviamo il cavo che ci fa risalire pochi metri, poi
in breve abbandoniamo la cresta perdendo quota sul versante italiano) – Forcella
q.2386 (Ci riportiamo sulla cresta presso una strettissima forcellina, dal
canalino ghiaioso che scende sul versante austriaco sembra fattibile
abbandonale la via attrezzata in caso di necessità, mentre invece i cavi
procedono sull’affilata cresta per poi abbandonarla di nuovo perdendo
nuovamente quota sul versante italiano tramite sottile ed esposta cengia
attrezzata solo nella parte bassa che ci fa inoltrare in un camino obliquo) – Forcella
q.2356 (Scesi dal camino obliquo siamo sulla forcella, la ferrata ora
risale verticalmente uno spigolo dove purtroppo termina giunti nella parte alta,
per pochi metri bisogna percorrere la cresta affilatissima ed esposta su
entrambi i versanti in libera, poi ritroviamo il cavo e tre staffe che ci
aiutano a superare uno spigolo, perdendo ripidamente quota nel pendio di
sfasciumi, lato italiano) – Quota
q.2375 (Siamo nel punto basso del pendio di sfasciumi sul lato italiano,
anche in questo caso sembra che non ci siano problemi ad abbandonale la via
continuando a scendere, la ferrata invece ora risale immediatamente un camino
obliquo attrezzato con cavo che ci riporta in cresta dove segue un traverso non
attrezzato e in discreta esposizione, attenzione ai segni) – Incrocio
q.2425 (Termina il sentiero ferrato d’Ambros, targa di metallo e cippo di
confine, a destra scende il sentiero segnato bianco/rosso per il rifugio
austriaco Filmoor ben visibile poco sotto di noi, a sinistra scende il CAI 160
che riporta verso il bivacco Piva, andiamo dritto tenendo la verde cresta senza
problemi) – La
Pitturina q.2457 (Cima anonima senza indicazioni con il classico cippo di
confine, il rifugio austriaco Filmoor è ben visibile ai nostri piedi,
continuiamo sulla verde cresta avendo davanti ai nostri occhi la mole rocciosa
del monte Cavallino) – Bivio q.2450 (Scesi dalla Pitturina
superiamo una selletta erbosa, risaliamo e arriviamo al bivio, alla nostra
destra il sentiero scende passando dei muretti circolari, stiamo sul verde
crinale) – Forcella del Cavallino
q.2453 (Incrocio e cartelli: a destra il sentiero scende al rifugio austriaco
Filmoor, dritto a sinistra nelle ghiaie a mezzacosta c’è il CAI 160 per cima
Vanscuro, a sinistra scende il CAI 145 per la casera Pian di Formaggio, stiamo
sul sentiero dritto a destra in salita nelle ghiaie che si mantiene parallelo
al sottostante CAI 160, indicazioni per la cima Cavallino-Kinigat e segni) – Bivio
q.2649 (Superato qualche tratto con cavo corrimano e risalita la lunga
cengia obliqua attrezzata, siamo sul pianoro
sommitale di sfasciumi, bivio con cartelli: a sinistra indicazioni per la cima Vanscuro-Pfannspitze,
noi risaliamo a destra il sentiero tra sfasciumi che ci conduce alla vetta
oltrepassando una piccola edicola con targa, la grande croce è ben visibile) – Monte Cavallino q.2689 (L’ultimo tratto
è gradinato con traversine di legno, grandissima croce metallica sulla cima e
libro delle firme, torniamo sui nostri passi) – Bivio q.2649 – Forcella del Cavallino q.2453 (Ora
prendiamo il CAI 160 a destra che lasciamo dopo pochi metri per scendere con il
CAI 145 che aggira la testata della val Granda) – Bivio
q.2419 (Segni sui sassi: dritto a mezzacosta il CAI 146 continua ad
aggirare la testata della vallata, noi invece la iniziamo a scendere a sinistra
sul CAI 145 attraverso i verdi pascoli) – Le Drofelle q.1975 (Bivio
e cartelli nella prateria: a sinistra il
sentiero CAI senza numerazione si ricollega al CAI 160 per il bivacco Piva, stiamo
sul CAI 145 che continua a scendere a destra) – Bivio q.1900 (Siamo sempre nella
prateria, attenzione ai segni CAI: dritto in
falsopiano prosegue un sentierino non segnato, mentre il CAI 145 scende a
destra per inoltrarsi nel bosco) – Casa
q.1827 (Usciti dal bosco, una casa abbandonata precede l’arrivo alle
sottostanti e ben visibili stalle della casera Pian di Formaggio) – Casera Pian di Formaggio
q.1802 (Arrivati alla casera ignoriamo una sterrata a destra e andiamo a
sinistra passando davanti alle grandi stalle e alla fonte abbeveratoio dove
inizia la carrozzabile d’accesso che percorriamo perdendo quota, ignoriamo
anche il sentiero CAI 161 al termine delle stalle per la casera Melin) – Bivio
q.1664 (Sulla curva a U della carrozzabile, a sinistra inizia una sterrata
che in breve attraversa il rio Pian Formaggio che ignoriamo) – Pian
di Tabeli q.1588 (Al termine della lunga discesa, la carrozzabile s’innesta
sulla stradina asfaltata, la percorriamo a sinistra) – Bivio q.1565 (A destra della
strada inizia una forestale chiusa da sbarra per le
Crode, stiamo sull’asfaltata) – Arrivo q.1458.
DISLIVELLO TOTALE: 1600 m
QUOTA MASSIMA: Monte Cavallino
q.2689
LUNGHEZZA: 17,4 km
DIFFICOLTA: EEA
NOTE:
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Sentieri
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- Indicato come “Sentiero attrezzato d’Ambros” e giudicato “facile”,
in realtà è tutt’altro che banale. Percorre la Cresta della Pitturina ed è
attrezzato in maniera discontinua, alcuni passaggi in libera risultano infidi
ed esposti anche se facili, si richiede assenza di vertigini e terreno
asciutto, le due corte gallerie non richiedono l’uso della torcia elettrica.
Non vi sono vie di fuga ufficiali se non quelle che possiamo valutare noi al
momento.
- La salita al monte Cavallino presenta dei facili cavi
corrimano e l’esposizione non si avverte.
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Rifugi-Bivacchi
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- Per spezzare il lungo itinerario dormiamo
in quota al bivacco A. Piva (circa 2 ore e
800 m di dislivello), posizionato al
margine del bellissimo Cadin di Vallona e al cospetto di Cima Vallona e del
monte Palombino, è dedicato ad Armando Piva, che insieme ad altri tre
militari perse la vita in seguito a un atto terroristico su Cima Vallona nel
1967. E’ una grande struttura in lamiera (container) con quattro stanze, purtroppo
allo stato attuale è in pessime condizioni (una delle tre porte d’ingresso è parzialmente divelta).
Indicato con 12 posti letto, teoricamente ne potrebbe avere circa il triplo,
ma all’interno ci sono solo poche brande (reti) prive di materassi e coperte,
presenti tavoli e panche con vecchia credenza, no stufa.
- Se si vuole evitare di pernottare al bivacco Piva, si
può prendere in considerazione di effettuare il giro al contrario pernottando
al rifugio austriaco Filmoor situato poco sotto la forcella del Cavallino.
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Fonti
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- Fonte sulla carrozzabile che
sale alla casera Melin al Bivio q.1540.
- Fonte alla casera Melin.
- Sorgente d’acqua che
fuoriesce dal terreno poco sotto al bivacco Piva presso il Bivio q.2225.
- Fonte alla casera Pian di
Formaggio.
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TEMPI RILEVATI:
|
Tempo
Totale
(ore)
|
TEMPI RILEVATI:
|
Tempo
Totale (ore)
|
Partenza
q.1458
|
0,00
|
Sella
q.2362
|
3,23
|
Bivio
q.1540
|
0,12
|
Forcella
q.2386
|
/
|
Bivio
q.1568
|
0,17
|
Forcella
q.2356
|
3,52
|
Bivio
q.1582
|
0,18
|
Quota
q.2375
|
/
|
Bivio
q.1622
|
0,23
|
Incrocio q.2425
|
4,25
|
Serbatoio
Melin
|
0,27
|
La
Pitturina
|
4,32
|
Casera
Melin
|
0,32
|
Bivio
q.2450
|
4,40
|
Bivio
q.1717
|
0,38
|
Forcella
del Cavallino
|
4,44
|
Bivio
q.1782
|
0,48
|
Bivio q.2649
|
5,11
|
Traliccio
Enel q.1921
|
1,04
|
Monte
Cavallino
|
5,17
|
Traliccio
Enel q.2019
|
1,15
|
Bivio
q.2649
|
/
|
Traliccio
Enel q.2195
|
1,39
|
Forcella
del Cavallino
|
5,42
|
Bivio q.2225
|
1,43
|
Bivio q.2419
|
5,48
|
Bivacco A. Piva
|
1,45
|
Le
Drofelle
|
6,34
|
Costone delle Mandrette
|
1,56
|
Bivio q.1900
|
6,38
|
Deviazione
q.2455
|
2,12
|
Casa q.1827
|
/
|
Cima Vallona
|
2,25
|
Casera P. di Formaggio
|
6,50
|
Deviazione q.2455
|
/
|
Bivio q.1664
|
7,06
|
Ferrata
|
2,42
|
Pian di Tabeli
|
7,18
|
Forcella q.2429
|
/
|
Bivio q.1565
|
7,22
|
Libro delle firme
|
3,10
|
Arrivo
q.1458
|
7,40
|
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Costone delle Mandrette q.2320 (Risaliti
dal bivacco raggiungiamo il filo di cresta dove ci sono i cartelli, incrocio:
a sinistra nel versante opposto, ovest, scende il CAI 160 per il Costone Pian
Minoldo, il CAI 160 a destra aggira la testata della vallata del Cadin di
Vallona per raggiungere il passo di Vallona, teniamo il CAI 191 che si
mantiene sulla cresta del Costone delle Mandrette, direzione nord, poi la
lascia quando diventa affilata e rocciosa per bypassare questo tratto con un
ampio giro a destra, praticamente poco sopra il CAI 160 che conduce al passo
di Vallona, le tracce e la scarsa segnatura rendono il percorso ambiguo)
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Costone
delle Mandrette q.2320 (Teniamo il CAI 191 che si mantiene sulla cresta del
Costone delle Mandrette, direzione nord, poi la lascia quando diventa
affilata e rocciosa per bypassare questo tratto con un ampio giro a destra,
praticamente poco sopra il CAI 160 che conduce al passo di Vallona, le tracce
e la scarsa segnatura rendono il percorso ambiguo)
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Deviazione q.2455 (Bypassato il tratto
affilato e roccioso, il CAI 191 ci riporta sul Costone delle Mandrette,
praticamente poco sopra lo stesso, da questo punto ora prosegue a mezzacosta
aggirando il versante sud/ovest di Cima Vallona, noi invece risaliamo sulla
cima percorrendo una traccia non segnata nella verde dorsale, direzione nord,
indicazioni assenti)
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