Siamo nelle Piccole Dolomiti in Veneto nel gruppo del Carega, percorriamo il Vajo Scuro raggiungendolo con la ferrata Lontelovare, una variante che ci conduce direttamente all'attacco del canalone. Attraverso la cresta tormentata del Fumante passiamo dal rifugio Scalorbi e proseguiamo per andare a prendere il CAI 113 dell'Omo e la Dona che in ripidissima discesa ci riporta all'auto.
DATA: 24 dicembre 2016
PARTENZA: Con
l’autostrada A4 Verona-Padova usciamo al casello di Montecchio e prendiamo la
SP.246 per Valdagno (che oltrepassiamo dopo 25 km) fino a Recoaro Terme (34 km
dal casello autostradale). Arrivati alla rotonda in centro al paese, a sinistra
c’è la funivia, noi andiamo dritto seguendo le indicazioni per il rifugio
Battisti alla Gazza dove termina la strada, ci fermiamo 200 metri prima di
arrivarci in prossimità di un parcheggio sulla curva della strada dal quale
inizia il CAI 105, cartelli e tabella.
ITINERARIO:
Parcheggio q.1248 (Iniziamo percorrendo il
sentiero CAI 105 in falsopiano, cartelli) – Incrocio
q.1286 (Cartelli e fonte: a sinistra a ritroso sale il CAI 113 che sarà il
nostro ritorno, a destra poco sotto di noi c’è l’abbandonata malga Lorecche,
andiamo dritto in salita sul CAI 105) – Bivio
q.1234 (Uscendo dal bosco arriviamo in una vallata detritica, il sentiero
si biforca, cartelli assenti: a sinistra sale il CAI 114 per il Vajo di
Pelagatta, noi teniamo il CAI 105 a mezzacosta destinato a rientrare nel bosco)
– Bivio q.1335 (Cartelli nel bosco: dritto è sentiero CAI 143 per
Madonna dei Sentieri, noi risaliamo a sinistra tenendo il CAI 105 con
indicazioni per il Vajo Scuro) – Selletta
Poe q.1515 (Al termine della salita arriviamo alla stretta forcella
fiancheggiata dalle due caratteristiche guglie rocciose, ora si prosegue a
mezzacosta per raggiungere in breve il Vajo di Lovaraste) – Vajo di Lovaraste q.1545
(Il sentiero a mezzacosta arriva all’angusto Vajo di Lovaraste, ci caliamo al
suo interno grazie l’aiuto di cavi d’acciaio che costringono a mettere imbrago
e set da ferrata) – Ferrata Lontelovare q.1515 (Arrivati
sul fondo del Vajo di Lovaraste, risaliamo dalla parte opposta per sentiero e
in breve ci appaiono i cavi d’acciaio che danno inizio alla ferrata, il CAI 105
invece continua il suo tragitto verso il Vajo Scuro. La ferrata inizia
attrezzata con cavo d’acciaio senza particolari difficoltà, poi arrivati a una
parete verticale che sicuramente è il tratto più difficile della via, numerose
staffe di metallo ci vengono in aiuto sia per l’appoggio dei piedi che per la
presa delle mani. Al termine una facile cengia ci conduce all’interno del Vajo
Scuro unendosi all’attacco originale) – Vajo
Scuro q.1643 (Giunti al Vajo Scuro, dove all’interno del canalone detritico
arriva la via originale, la risaliamo pochi metri arrivando alla seconda parte
della ferrata, quella più antica che ci porta a entrare in uno stretto e buio
camino, ne usciamo nella parte soprastante e ora la via a tratti attrezzata
percorre senza possibilità d’errore l’angusto e tetro canalone) – Forcella q.1810 (Ci arriviamo al
termine della salita che conclude il Vajo Scuro, ora si segue a sinistra il
sentiero a mezzacosta che aggira la conca detritica e ci porta dalla parte
opposta dove troviamo un primo canalino detritico che ignoriamo, avanti pochi
metri ne troviamo un secondo che iniziamo a risalire passando sotto un macigno
incastrato, segni molto sbiaditi) – Forcella
q.1835 (Passati sotto il macigno incastrato arriviamo sullo stretto
intaglio quindi aiutati da cavi d’acciaio ci caliamo nella parte opposta con
passaggi impegnativi che ci fanno arrivare sul sentierino sottostante, lo
percorriamo con attenzione perché i cavi sono ostruiti dai mughi, e voltandoci
indietro possiamo ammirare lo stretto intaglio e il torrione roccioso
dell’Orecchio del Diavolo) – Forcella della Scala q.1850
(La via ferrata nel frattempo è terminata, oltre il panorama verso l’Orecchio
del Diavolo, sotto di noi abbiamo potuto notare il grande masso sospeso della
“Porta dell’Inferno”. Ora scendiamo dalla parte opposta il facile pendio del
Giaron della Scala tra sfasciumi di roccia) – Bivio q.1825 (Innesto sul CAI 195,
cartelli assenti: a destra scende al passo di Campogrosso, noi lo risaliamo a
sinistra attraverso il ripido pendio detritico) – Forcella
del Lovaraste q.1919 (Se raggiungiamo la forcella, dalla parte opposta possiamo
ammirare Punta Lovaraste con la sua grande croce raggiungibile facendo una
breve deviazione, il CAI 195 invece continua poco sotto la Forcella Lovaraste) – Cima Centrale q.1983 (Nessuna
indicazione) – Forcella del Fumante q.1905
(Il sentiero perde quota e arriva nella parte alta della grande vallata
detritica di Pra’ dei Angeli, sopra di noi ci sono alcune guglie rocciose, si
continua iniziando a risalire il crinale con direzione sud/ovest) – Bivio q.2035 (Cartelli assenti, segni
CAI: a destra inizia il CAI 196 per il monte Obante, noi teniamo il CAI 195 in
discesa nella prateria con direzione sud/ovest, traccia e segni CAI sono
praticamente assenti, si procede a vista prendendo come obbiettivo il sottostante
ed evidente stradello militare CAI 109) – Bivio q.1906 (Al termine della discesa
raggiungiamo lo stradello militare CAI 109, lo teniamo a sinistra) – Deviazione
q.1862 (Lo stradello militare continua in falsopiano conducendo con un
ampio giro al rifugio Scalorbi, noi tagliamo scendendo a sinistra in direzione
del Vajo di Pelagatta, direzione sud/ovest, segni sporadici, cartelli assenti) – Rifugio Scalorbi q.1767
(Dal rifugio prendiamo lo stradello militare CAI 182 che passa sopra la piccola
cappella) – Deviazione q.1858
(Lasciamo lo stradello militare CAI 182, a sinistra iniziano il sentiero CAI
111 che sale e il sentiero CAI 113 che prendiamo, cartelli e indicazioni per l’Omo
e la Dona. Dopo una breve discesa e aggirata una piccola conca, si risale verso
dei grandi macigni di roccia, oltrepassati, il CAI 113 scende molto ripidamente
a zig-zag con passaggi tra i pini mughi) – Bivio
q.1430 (Al termine della ripida discesa tra i pini mughi il CAI continua a
destra in falsopiano, sempre con andamento a zig-zag ma con pendenze più dolci,
a sinistra invece inizia un sentierino non segnato a mezzacosta che ignoriamo,
cartelli assenti) – Incrocio
q.1286 (Chiudiamo l’anello e ci innestiamo sul CAI 105, lo prendiamo a
destra) – Parcheggio
q.1248.
DISLIVELLO TOTALE: 1150 m
QUOTA MASSIMA: 2035 m
LUNGHEZZA: 9,5 km
DIFFICOLTA:
EEA
NOTE:
|
|
Sentieri
|
- La variante Lontelovare anticipa l’arrivo
al Vajo Scuro, la ferrata è da
considerarsi difficile nella prima parte, poi su facile cengia ci conduce
all’interno del Vajo Scuro in prossimità dell’attacco dell’omonima ferrata.
- La ferrata del
Vajo Scuro (che inizia all’interno dell’omonimo canalone), dopo la salita
difficile all’interno dello stretto camino, continua facilmente nell’angusto
canalone, con tratti attrezzati che si presentano in maniera discontinua.
- Attenzione che la segnatura del Vajo Scuro è
sporadica e sbiadita, le fitte nebbie che caratterizzano il comprensorio
soprattutto nel periodo estivo possono creare molti problemi d’orientamento.
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Fonti
|
- Fonte all’Incrocio q.1286
sul CAI 105 circa dieci minuti dalla partenza.
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TEMPI RILEVATI:
|
Tempo
Totale
(ore)
|
Parcheggio
|
0,00
|
Incrocio
q.1286
|
0,09
|
Bivio
q.1324
|
0,17
|
Bivio
q.1335
|
0,24
|
Selletta
Poe
|
0,53
|
Vajo
di Lovaraste
|
1,00
|
Ferrata
Lontelovare
|
1,10
|
Vajo
Scuro
|
1,55
|
Forcella
q.1810
|
2,30
|
Forcella
q.1835
|
2,40
|
Forcella
della Scala
|
2,55
|
Bivio
q.1825
|
3,03
|
Forcella
Lovaraste
|
3,18
|
Cima
Centrale
|
/
|
Forcella
Fumante
|
3,40
|
Bivio
q.2035
|
4,07
|
Bivio q.1906
|
4,20
|
Deviazione
q.1862
|
4,26
|
Rifugio
Scalorbi
|
4,36
|
Deviazione
q.1858
|
4,56
|
Bivio q.1430
|
5,56
|
Incrocio
q.1286
|
6,15
|
Parcheggio
|
6,24
|
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Selletta Poe
q.1515 (Al termine della salita arriviamo alla stretta forcella fiancheggiata
dalle due caratteristiche guglie rocciose)
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Forcella
q.1835 (Passati sotto il macigno incastrato arriviamo sullo stretto intaglio
quindi aiutati da cavi d’acciaio ci caliamo nella parte opposta con passaggi
impegnativi che ci fanno arrivare sul sentierino sottostante)
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Forcella del
Fumante q.1905 (Il sentiero perde quota e arriva nella parte alta della
grande vallata detritica di Pra’ dei Angeli, sopra di noi ci sono alcune
guglie rocciose)
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