Sulla ferrata Tridentina non c'è molto da dire, è la più nota e frequentata ferrata di tutte le dolomiti come pure tutto il comprensorio, arrivati al rifugio Cavazza prolunghiamo l'itinerario salendo alla cima Pisciadù a quasi 3000 m, il ritorno avviene per la val Setus parzialmente attrezzata nella sua prima parte.
DATA: 23 luglio 2017
PARTENZA: Dal
passo Gardena (Trentino Alto Adige) scendiamo in direzione di Colfosco per 2,3
km fino ad individuare su un tornante alla nostra destra, il grande piazzale
ghiaioso adibito a parcheggio con cartelli che indicano la ferrata Tridentina.
Stralcio
della mappa interattiva Kompass dal sito http://www.kompass.de/touren-und-regionen/wanderkarte/
ITINERARIO:
Parcheggio q.1956 (Dal parcheggio prendiamo
il sentiero a sinistra in falsopiano con direzione est che è CAI 29/A, buone indicazioni per la ferrata
Tridentina) – Ferrata
Tridentina q.1963 (Inizia la prima parte della ferrata che risale con
numerose staffe di metallo) – Quota 2042 (Termina la prima parte
della ferrata, ora si continua su sentiero in falsopiano con direzione nord)
– Bivio q.2076 (Cartelli:
innesto sul CAI 29: a destra conduce al parcheggio e al passo Gardena, noi
andiamo a sinistra per sentiero a mezzacosta, indicazioni per Colfosco e la
ferrata) – Bivio q.2055 (Cartelli e biforcazione
del sentiero: dritto a sinistra prosegue il CAI 29 per Colfosco, noi andiamo
dritto a destra in leggera salita in vista della cascata, indicazioni per la
ferrata) – Ferrata Tridentina q.2097
(Inizia la seconda parte della ferrata che risale parallela alla cascata
originata dal lago Pisciadù) – Ferrata Tridentina q.2380
(Risaliti paralleli alla cascata arriviamo nell’ampio anfiteatro roccioso,
sotto di noi c’è il corso d’acqua che origina la cascata, cartello: a sinistra a
mezzacosta comincia il sentiero che conduce direttamente al rifugio Cavazza e
ci consente di abbandonare la ferrata, indicazioni “Salita Facile”, noi
continuiamo iniziando la terza parte della ferrata) – Ponte Tibetano q.2460 (Ci fa superare
la stretta gola che separa la Torre Exner dal resto del massiccio roccioso,
appena oltrepassato in breve termina di fatto la ferrata Tridentina, voltandoci
indietro ora possiamo ammirare per la prima volta la sagoma della Torre Exner e
il suo ardito ponte tibetano. Ora si prosegue su facile sentiero in vista del
rifugio, direzione sud/ovest) – Rifugio
Cavazza al Pisciadù q.2585 (Cartelli e incrocio di sentieri: prendiamo il CAI
666 che scende al sottostante lago Pisciadù e aggirandolo risale
trasversalmente a mezzacosta per sentiero detritico, direzione sud, indicazioni
per il rifugio Boè) – Bivio
q.2812 (Al termine della risalita e superati dei facili tratti attrezzati
arriviamo sull’ampio pianoro detritico, cartelli e segni sulla roccia: a destra
continua il CAI 666 per il rifugio Boè, noi andiamo avanti sul pianoro poche
decine di metri poi cominciamo a risalire ripidamente a sinistra su traccia
gradinata e detritica che ci conduce fino alla vetta di Cima Pisciadù, direzione
nord) – Cima
Pisciadù q.2985 (Croce di vetta e antenna/ripetitore, torniamo sui nostri
passi) – Bivio q.2812 – Rifugio Cavazza al Pisciadù q.2585 (Ora
proseguiamo sul CAI 666 poco sopra il rifugio con direzione nord/ovest, indicazioni
per il passo Gardena) – Bivio
q.2657 (Cartelli: a sinistra inizia il CAI 677 per la forcella Ciamorces,
noi stiamo sul CAI 666 che scende ripidamente nella val Setus aiutati da
numerosi cavi d’acciaio utili come corrimano, passaggi facili ma non banali in
caso di residui nevosi o terreno bagnato. Dopo circa 25 minuti finiscono i cavi
d’acciaio e si continua a scendere sempre ripidamente la vallata detritica con
sentierino a zig-zag) – Bivio
q.2220 (Cartelli all’uscita della val Setus: a sinistra il CAI 666 continua
a mezzacosta per il passo Gardena, noi continuiamo a scendere mantenendo la
direzione nord, ora siamo sul CAI 666/A, indicazioni per il parcheggio) – Bivio q.2165 (Cartelli: a destra il
sentiero a mezzacosta conduce verso l’attacco della seconda parte della ferrata
Tridentina e al paese di Colfosco, continuiamo in ripida discesa su sentierino
detritico mantenendo la direzione e il CAI 666/A) – Bivio
q.2070 (Cartelli: a destra il sentiero CAI 29/A conduce la ferrata
Tridentina, continuiamo sul CAI 666/A in vista del sottostante parcheggio) – Parcheggio q.1956.
DISLIVELLO TOTALE: 1150 m
QUOTA MASSIMA: Cima Pisciadù
q.2985
LUNGHEZZA: 8 km
DIFFICOLTA: EEA
NOTE:
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Sentieri
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- La ferrata Tridentina è di media difficoltà,
attrezzata con cavo d’acciaio e staffe di metallo la possiamo suddividere in
tre parti:
1) la prima parte di circa 20/25 minuti è generalmente
considerata un avvicinamento alla ferrata vera e propria.
2) la seconda parte risale parallela alla cascata.
3) la terza parte (evitabile una volta terminata la
parte intermedia) è la più tecnica e conduce al famoso ponte tibetano di Torre
Exner.
- Sicuramente la ferrata Tridentina è la più famosa di
tutte le dolomiti, l’affluenza nel periodo estivo è altissima, quindi è
consigliabile partire non più tardi delle 7.00 AM per non trovare “traffico”.
Anche il ritorno per la val Setus con il CAI 666 è molto frequentato, la
parte iniziale è attrezzata con cavi d’acciaio utili come corrimano comunque
non banali in caso di terreno bagnato o sovraffollamento di persone.
- Ben segnata la facile ascesa alla Cima Pisciadù, il
terreno sdrucciolevole e la quota di circa 3000 m non deve essere
sottovalutata.
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TEMPI RILEVATI:
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Tempo
Totale
(ore)
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Parcheggio
|
0,00
|
I°
ferrata
|
0,06
|
Quota 2042
|
0,22
|
Bivio
q.2076
|
0,25
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Bivio
q.2055
|
0,30
|
II°
ferrata
|
0,37
|
III°
ferrata
|
1,38
|
Ponte
Tibetano
|
2,05
|
Rifugio
Cavazza
|
2,30
|
Bivio
q.2812
|
3,02
|
Cima
Pisciadù
|
3,35
|
Bivio
q.2812
|
/
|
Rifugio Cavazza
|
4,40
|
Bivio q.2657
|
4,45
|
Bivio q.2220
|
5,30
|
Bivio q.2165
|
5,34
|
Bivio q.2070
|
5,42
|
Parcheggio
|
5,54
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Ferrata Tridentina q.2380 (Risaliti
paralleli alla cascata arriviamo nell’ampio anfiteatro roccioso, sotto di noi
c’è il corso d’acqua che origina la cascata, cartello: a sinistra a
mezzacosta comincia il sentiero che conduce direttamente al rifugio Cavazza e
ci consente di abbandonare la ferrata, indicazioni “Salita Facile”, noi
continuiamo iniziando la terza parte della ferrata)
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Dal rifugio
prendiamo il CAI 666 che scende al sottostante lago Pisciadù e aggirandolo
risale trasversalmente a mezzacosta per sentiero detritico
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Bivio q.2812 (Al termine della risalita e
superati dei facili tratti attrezzati arriviamo sull’ampio pianoro detritico,
noi andiamo avanti sul pianoro poche decine di metri poi cominciamo a
risalire ripidamente a sinistra su traccia gradinata e detritica che ci
conduce fino alla vetta di Cima Pisciadù, direzione nord)
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