Logico ritorno al passo del Grostè nelle dolomiti settentrionale del Brenta dopo avere percorso il giorno prima il sentiero alpinistico delle Palete con pernottamento al bivacco Costanzi, itinerario molto lungo e faticoso in quota con tratti ferrati discontinui, solo per escursionisti esperti e in ottime condizioni fisiche.
DATA: 29 luglio 2018
ITINERARIO:
Bivacco Costanzi q.2365 (Dal bivacco
prendiamo il sentiero CAI 365 per il passo di Prà Castron) – Bivio q.2398 (Cartelli
e innesto sul CAI 329: a destra scende per la fonte dei Tartari e la malga
Scale, noi lo teniamo a sinistra in salita per il passo di Prà Castron) – Passo di Pra’ Castron q.2502 (Larga
sella con cartelli: a sinistra il CAI 336 aggira il versante orientale del
Sasso Rosso, dalla parte opposta scende il CAI 310 per la val Madris, noi
iniziamo percorrendo il CAI 336 a destra o sentiero alpinistico Costanzi su
larga dorsale per la cima Benon, direzione sud) – Cima
Benon q.2684 (Il CAI 336 bypassa la cima mantenendosi a mezzacosta sul lato
occidentale) – Schiena dell’Asen q.2632 (Appena
aggirato il versante occidentale della cima Benon, raggiungiamo il crinalino
della Schiena dell’Asen, ritengo che siamo nella parte più pericolosa
dell’intera via. Si sviluppa pressoché pianeggiante, ma nella seconda parte è
talmente affilato che offre passaggio solo a una persona, su entrambi i
versanti precipita letteralmente nel vuoto ed è inutile sottolineare le
conseguenze fatali dovute ad un eventuale caduta. Lungo il crinale sono
presenti sporadici fittoni utili solo se si dispone di una corda) – Ferrata q.2648 (Al termine del
crinalino della Schiena dell’Asen, una targa ci segnala l’inizio del percorso
attrezzato poco sotto Cima Tuenna. Si percorre un piccolo tratto su cengia e
iniziano i cavi d’acciaio che ci fanno risalire pochi metri e poi terminano.
Ora si scende il ripido pendio erboso ma gradinato puntando a un crinalino sotto
di noi) – Bocchetta del Vento q.2582 (Lasciato
un secondo tratto attrezzato si perviene alla stretta forcella, se alla nostra
sinistra scende un ripido canalone, a destra degrada nella valle del Vento dove
possono esserci residui nevosi. Risaliamo il crinale dalla parte opposta e
ritroviamo dei cavi d’acciaio che ci conducono a un traverso attrezzato sopra
un piccolo canalino) – Cima del Vento q.2761 (Il
sentiero alpinistico Costanzi aggira la cima percorrendo sottili cenge erbose
attrezzate nel suo versante orientale) –
Madonna q.2700 (La cengia erbosa
che aggira la Cima del Vento termina arrivati in prossimità di un crinalino
secondario, poco sopra di noi in una fenditura rocciosa è posta la piccola
statua della Madonna che può passare inosservata. I cavi d’acciaio scendono
dalla parte opposta e terminano conducendoci a un ripido canalino terroso ma
scalinato che scendiamo con attenzione) – Sella
q.2698 (Larga sella che separa la Cima del Vento dalla Cima delle Livezze,
sia a destra che a sinistra degradano dei valloni detritici. La traccia ora
risale l’aereo crinale nord/est della Cima delle Livezze) – Cima
delle Livezze q.2780 (Risalito il crinale, aggiriamo il punto alto poco
sopra di noi su sentiero detritico pianeggiante che in breve finisce, ora
iniziano i cavi d’acciaio che ci aiutano nella ripida discesa alla bocchetta
delle Livezze) – Bocchetta
delle Livezze q.2720 (Angusta forcella, si risale ripidamente dalla parte
opposta grazie a una serie di pioli di metallo) – Bocchetta
q.2731 (I cavi metallici risalgono dalla parte opposta) – Cima
Rocca q.2831 (Indicazioni assenti) – Cima
Paradiso q.2838 (Dalla cima priva d’indicazioni ci appare per la prima
volta la vista del bivacco Bonvecchio, in linea d’area non sembra distante, ma
ci occorrono ancora diverse manovre nella discesa attrezzata per raggiungerlo) – Bivacco Bonvecchio q.2780 (Dal bivacco
si risalgono gli sfasciumi fino a raggiungere in breve il punto alto quotato
2826 m dove notiamo un basamento di sasso, quindi si continua su crinale) – Bivio
q.2846 (Biforcazione del sentiero CAI: il CAI 336 aggira a mezzacosta il
versante nord/ovest di Cima Sassara, noi risaliamo l’aereo crinale di sfasciumi
sempre evidenziato dalla segnatura CAI, per raggiungere la grande e ben
visibile croce di vetta) – Cima Sassara q.2894 (Dalla grande
croce di vetta il tracciato su sfasciumi scende a sinistra, versante opposto al
CAI 336, per andare aggirare pochi metri sotto la cima e riportarsi verso il CAI
336 percorrendo il suo crinale nord/ovest privo di difficoltà) – Bivio q.2858 (Scesi dal crinale
nord/ovest di Cima Sassara, in breve ci reinnestiamo sul CAI 336 che aveva
bypassato la vetta stando a mezzacosta, quindi riprendiamo il percorso che ora
si sviluppa su cengia di sfasciumi con direzione sud in lieve discesa) – Bocchetta
q.2835 (Stretta forcella che separa Cima Sassara dal Sasso Alto, la ferrata
riprende in salita dalla parte opposta) – Sasso
Alto q.2897 (Il sentiero alpinistico Costanzi aggira la cima stando sul
versante occidentale, su cengia, poi comincia a perdere quota percorrendo un
aerea cresta con direzione sud sempre aiutati dal cavo d’acciaio) – Scala q.2817 (Scesi da una lunga scala
di metallo termina di fatto la ferrata, il sentiero alpinistico Costanzi
continua perdere quota scendendo l’ampio pendio ghiaioso che ci conduce alla
sottostante e ben visibile sella di Val Gelada) – Passo di Val Gelada q.2686 (Ampia sella
detritica e bivio: a sinistra il CAI 380 scende nella Val Gelada, noi andiamo
dritto con il CAI 336 che risalendo ci porta a percorrere una cengia, in
seguito un breve tratto attrezzato si affronta con facilità, direzione sud/est) – Bocchetta dei Tre Sassi q.2614 (La
sella è caratterizzata dalla presenza di tre macigni che le conferiscono il
toponimo. Bivio e cartelli: a sinistra nel versante opposto il CAI 334 scende
nella Val delle Giare, noi stiamo con il CAI 334/CAI 336 a destra che scende
nella Val Gelada e alla malga Mondifrà, direzione ovest) – Bivio q.2566 (Siamo appena scesi dalla bocchetta
dei Tre Sassi e alla nostra sinistra notiamo una traccia non segnata che
potrebbe agevolarci mantenendosi in quota per aggirare l’enorme conca detritica
ai piedi delle pareti rocciose, le indicazioni sono assenti quindi proseguiamo
la discesa nella vallata con il CAI 334) – Bivio
q.2473 (Siamo poco sopra la conca detritica, dalla parte opposta della
conca ora si può notare la traccia che si manteneva ai piedi delle pareti
rocciose che ci avrebbe agevolato perché non perdeva quota. Il CAI 334 continua
a scendere nella vallata verso malga Mondifrà, noi andiamo a sinistra con il CAI
336 che inizia a salire trasversalmente il pendio ghiaioso, direzione
sud-sud/est) – Bivio q.2530 (La traccia che tagliava
mantenendosi in quota tra la conca detritica e le pareti rocciose, in questo
punto si ricollega al nostro CAI 336) – Dorsale
q.2536 (Al termine della risalita siamo sulla dorsale che collega la Cima
della Vagliana alla Cima della Vaglianella, il CAI 336 ora cambia direzione e
scende a mezzacosta per sentiero ghiaioso portandosi di fatto sotto il versante
occidentale della Cima della Vagliana, direzione sud) – Orti
della Regina q.2522 (Al termine della lunga cengia che si sviluppa
nell’anfiteatro ghiaioso del versante occidentale della Cima della Vagliana, arriviamo
al bivio in località Orti della Regina, cartelli: a sinistra c’è il CAI 390 che
conduce alla ferrata Vidi, stiamo sul CAI 336 che in breve cambia direzione e
percorre un aerea cengia in vista del rifugio Graffer) – Presa d’acqua q.2306 – Bivio q.2266 (A destra i cartelli
indicano il sentiero per la malga Vagliana, andiamo dritto e dopo pochi metri
ci innestiamo sulla carrozzabile di servizio agli impianti, il rifugio Graffer
è appena sopra di noi) – Rifugio Graffer q.2261 (Sosta d’obbligo
dopo la lunga traversata, ora riprendiamo la carrozzabile in discesa, poi a
vista la lasciamo stando nella pista da sci paralleli alla funivia in vista
della stazione intermedia) – Funivia intermedia q.2085
(Di fianco c’è anche il rifugio/ristoro Boch).
DISLIVELLO TOTALE IN SALITA: 1180 m
DISLIVELLO TOTALE IN DISCESA: 1460 m
QUOTA MASSIMA: Cima Sassara q.2894
LUNGHEZZA: 13,6 km
DIFFICOLTA: EEA
NOTE:
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Sentieri
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- Itinerario d’alta quota lungo, faticoso e
solitario, consiglio di partire all’alba dal bivacco Costanzi dove abbiamo pernottato, per compiere
la lunga traversata in tranquillità in modo di arrivare alla stazione della
funivia intermedia in tempo.
- Il sentiero alpinistico Costanzi si svolge attraverso
creste, canalini e cenge attrezzate in maniera discontinua, tecnicamente non
è difficile, ma la lunghezza, la quota e alcuni passaggi in esposizione ne
fanno una via sicuramente non banale e riservata a escursionisti in ottima
forma fisica. Portare buona scorta d’acqua e valutare attentamente le
condizioni meteo.
- Il tratto più pericoloso ritengo che sia
l’attraversamento della Schiena dell’Asen, il crinalino è talmente affilato
che permette il passaggio di una persona alla volta, è richiesta completa
assenza di vertigini e terreno asciutto, su entrambi i versanti precipita per
alcune centinaia di metri e una scivolata sarebbe sicuramente fatale. Alcuni
sporadici fittoni possono essere utili solo se si dispone di una corda.
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Rifugi-Bivacchi
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- Bivacco
Costanzi q.2365 (circa 30 minuti dal passo di Prà Castron sotto
il versante occidentale del Sasso Rosso): struttura a casetta di legno in
ottime condizioni, all’interno 10/12 posti letto (due letti a castello da tre
posti con ulteriori posti nel soppalco), panche, tavolo, coperte e alcuni
suppellettili nelle mensole, no stufa o camino.
- Bivacco Bonvecchio q.2780 (Bivacco in lamiera con sei posti letto,
all’interno è molto spazioso e completamente rivestito di legno, in ottime
condizioni)
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Fonti
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- Fonte a 7/8 minuti dal
bivacco Costanzi: uscendo dalla porta ignoriamo il sentiero CAI 336/A o
Sentiero G. Albasini che risale trasversalmente alla selletta di Nana,
percorriamo la buona traccia a sinistra in falsopiano o leggera discesa che
in breve conduce alla copiosa fonte.
- Possibile
acqua di fusione dei residui nevosi in prossimità del bivacco Bonvecchio
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TEMPI RILEVATI:
|
Tempo
Totale
(ore)
|
TEMPI RILEVATI:
|
Tempo
Totale (ore)
|
Bivacco Costanzi
|
0,00
|
Cima
Sassara
|
4,00
|
Bivio
q.2398
|
0,07
|
Bivio
q.2858
|
4,05
|
Passo
di Pra’ Castron
|
0,25
|
Bocchetta q.2835
|
4,11
|
Cima
Benon
|
/
|
Sasso
Alto
|
/
|
Schiena
dell’Asen
|
0,55
|
Scala q.2817
|
4,30
|
Ferrata
q.2648
|
1,05
|
Passo
di Val Gelada
|
4,42
|
Bocchetta
del Vento
|
1,35
|
Bocchetta
dei Tre Sassi
|
5,12
|
Cima
del Vento
|
/
|
Bivio
q.2566
|
5,17
|
Madonna
|
2,00
|
Bivio q.2473
|
5,23
|
Sella
q.2698
|
2,20
|
Bivio
q.2530
|
5,35
|
Cima
delle Livezze
|
/
|
Dorsale
q.2536
|
5,38
|
Bocchetta
delle Livezze
|
2,35
|
Orti
della Regina
|
6,10
|
Bocchetta q.2731
|
2,45
|
Presa d’acqua q.2306
|
6,50
|
Cima Rocca
|
/
|
Bivio q.2266
|
7,00
|
Cima Paradiso
|
3,15
|
Rifugio Graffer
|
7,06
|
Bivacco Bonvecchio
|
3,40
|
Funivia intermedia
|
7,25
|
Bivio q.2846
|
3,52
|
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Risaliamo il crinale dalla parte opposta e
ritroviamo dei cavi d’acciaio che ci conducono a un traverso attrezzato sopra
un piccolo canalino
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Il sentiero alpinistico Costanzi aggira la
cima del Vento percorrendo sottili cenge erbose attrezzate nel suo versante
orientale
|
Madonna q.2700 (La cengia erbosa che aggira
la Cima del Vento termina arrivati in prossimità di un crinalino secondario,
poco sopra di noi in una fenditura rocciosa è posta la piccola statua della
Madonna che può passare inosservata)
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Sella q.2698 (Larga sella che separa la
Cima del Vento dalla Cima delle Livezze, sia a destra che a sinistra
degradano dei valloni detritici. La traccia ora risale l’aereo crinale
nord/est della Cima delle Livezze)
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Bocchetta delle Livezze q.2720 (Angusta
forcella, si risale ripidamente dalla parte opposta grazie a una serie di
pioli di metallo)
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Dalla cima Paradiso ci occorrono ancora
diverse manovre nella discesa attrezzata per raggiunge il bivacco
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Dal Bivio
q.2846 risaliamo l’aereo crinale di sfasciumi sempre evidenziato dalla
segnatura CAI, per raggiungere la grande e ben visibile croce di vetta di
cima Sassara a q.2894
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Il sentiero
alpinistico Costanzi continua perdere quota scendendo l’ampio pendio ghiaioso
che ci conduce alla sottostante e ben visibile sella di Val Gelada
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