DATA: 29 agosto 2019
PARTENZA: Con
l’autostrada A27 Mestre-Belluno, usciamo al casello di Fadalto-Santa Croce,
teniamo le indicazioni per il lago di Santa Croce e quando ci arriviamo lo
costeggiamo tenendocelo alla nostra destra (riva ovest) fino al suo termine in
località La Secca (7,8 km dal casello autostradale). Al bivio andiamo a destra
sulla SP.422 oltrepassando i paesi di Pieve d’Alpago, Puos e Plois (18,7 km dal
casello) per arrivare in località Carota. Alla biforcazione della stradina dopo
appena 500 metri dall’aver passato il ristorante Carota (20,7 km dal casello),
evitiamo di continuare dritto a sinistra in salita verso il rifugio Dolada,
andiamo invece dritto a destra in leggera discesa, indicazioni assenti,
alternando asfalto a carrozzabile fino ad arrivare al bivio di Casera Stabali
q.1050 con cartelli CAI (23,7 km dal casello autostradale). Dritto a sinistra
sale la larga mulattiera CAI 965 che è la nostra partenza, l’auto la possiamo
parcheggiare poche decine di metri più avanti in prossimità di una tettoia.
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ITINERARIO:
Partenza q.1050 (Iniziamo risalendo la larga mulattiera/carrozzabile CAI
965, indicazioni per il passo Valbona) – Casera
Stabili q.1070 (Anche Stalon dei
Girli, l’edificio è sulla nostra destra a pochi minuti dalla partenza) – Scalet
Bassa q.1169 (Anche Venal, casera abbandonata e cartelli. Ignoriamo un
tracciato a sinistra a ritroso poco prima di arrivarci, teniamo il CAI 965 su
larga mulattiera in salita che oltrepassa l’edificio) – Croce
q.1239 (Croce e piazzola circolare, termina la larga mulattiera. Il CAI 965
continua a destra per sentiero che in breve inizia a salire ripidamente nel
bosco del Venal di Montanes tra il canalone infrascato alla nostra sinistra e
la parete rocciosa alla nostra destra, direzione nord/est) – Scalet
Alta q.1590 (Sui 1500 m usciamo dal bosco e si continua in ripida salita
nella vallata del Venal di Montanes arrivando all’incrocio della casera di Scalet
Alta di cui non rimane traccia. Tralasciamo il CAI 930 davanti a noi che in
breve vira a sinistra, risaliamo a destra a ritroso dove pochi metri sopra c’è
l’altro bivio con cartelli: a destra c’è il CAI 930 con direzione sud per la
ferrata Costacurta, andiamo a sinistra tenendo il CAI
965 che percorre la vallata con direzione nord per
il passo Valbona, la traccia nel pendio erboso che costeggia i contrafforti
rocciosi è esile e incerta, attenzione ai segni) – Sella
q.1921 (Risalendo il bordo orientale della vallata dove possiamo notare
alcuni anfratti nei bastioni rocciosi alla nostra destra, arriviamo alla sella
sotto il versante nord del Col di Piero, aguzzo e maestoso sperone roccioso. Evitiamo
di scendere dalla parte opposta, il CAI 965 risale obliquando a sinistra il
pendio di placche e pietraia, direzione est) – Busa Toronda q.1997
(Incrocio con cartelli: a sinistra il CAI 937 conduce alla forcella de La Lastra, a destra sempre il CAI 937
si dirige verso la forcella Bassa dietro il Teverone,
teniamo il CAI 965 in salita per il passo Valbona) – Passo
Valbona q.2130 (Larga e verde sella con cartelli, incrocio: il CAI 965
scende nel versante opposto in direzione di Cellino, a destra c’è il poco
evidente CAI 930 per la ferrata Costacurta, risaliamo a sinistra il ripido
pendio caratterizzato da verdi zolle e placche rocciose affioranti seguendo un
esile traccia di passaggio o a vista, siamo sul CAI 930 con sporadici segni, direzione nord) – Cima Lastei q.2438 (Al termine della
ripida salita possiamo arrivare sulla cima, anonima e senza indicazioni,
lasciando momentaneamente il CAI 930 e guadagnando pochi metri alla nostra
destra su ripido e verde pendio che camminiamo a vista e senza difficoltà.
Tornati sulla traccia CAI 930 procediamo a mezzacosta sul declivio di
pietrisco, subito arriviamo al canalino che disarrampichiamo per pochi metri
con passaggio di 2°, procediamo di nuovo a mezzacosta in salita raggiungendo
l’affilatissima ed esposta cresta che separa Cima
Lastei dal Col Nudo, i primi 5/6 metri estremamente infidi e pericolosi) – Col
Nudo q.2471 (Terminata l’affilata cresta si procede nel pendio
franoso fino alla vetta senza difficoltà ma con attenzione, croce di metallo e
libro delle firme. Avanziamo sulla cresta di pietrisco con direzione nord verso
l’anticima quotata 2460 m, senza segni o indicazioni, si
cammina senza problemi ma l’esposizione sul versante orientale è notevole anche
se non si avverte) – Forcella
q.2458 (Appena lasciato il Col Nudo superiamo un promontorio fino a
calare in una strettissima forcellina, quindi abbandoniamo la cresta che ora
risalirebbe all’anticima quotata 2460 m, scendiamo il sottile e angusto
canalino alla nostra sinistra prestando attenzione a qualche passaggio di 1°.
Raggiunto il vasto pendio di fini detriti seguiamo la traccia di passaggio
senza segni che perde leggermente quota con direzione ovest, bypassiamo di
fatto il versante meridionale dell’anticima) – Forcella
Bassa del Col Nudo q.2334 (È la
forcella caratterizzata da enormi placche oblique rocciose sulla cresta che
collega l’anticima q. 2460 alla
cima Secca, possiamo anche evitare di raggiungerla perché la traccia
sull’ampio declivio di ghiaie e pietrisco procede poco sotto, perdendo quota
sotto i contrafforti rocciosi del versante
orientale della cima Secca) – Incrocio q.2043 (Innesto sul
CAI 937, segni ma cartelli assenti: a destra
sale alla cresta meridionale di cima Degnon,
a sinistra si ricollega alla Busa Toronda,
procediamo con la traccia a mezzacosta nel pendio di pietrisco con direzione sud/ovest, qualche sporadico bollo rosso) – Bivio
q.1600 (Innesto sul CAI 960, a
destra porta alla forcella de La Lastra, andiamo a
sinistra con direzione est su
sentiero palesemente poco frequentato) – Scalet Alta q.1590 (Superate le poche fondamenta
della casera, risaliamo fino ai cartelli chiudendo di fatto l’anello,
ripercorriamo in discesa il CAI 965 fino all’auto) – Croce q.1239 – Scalet
Bassa q.1169 – Casera Stabili q.1070 – Arrivo
q.1050.
NOTE:
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LUNGHEZZA: 9,7 km
DIFFICOLTA: F-
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DISLIVELLO TOTALE: 1430 m
QUOTA MASSIMA: Col Nudo q.2471
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Sentieri |
-La
ripida salita dal passo Valbona alla cima Lastei (versante meridionale) è
faticosa ma con difficoltà contenuta, qualche problema può insorgere a
individuare la segnatura nel pendio tra zolle erbose e placche di roccia
affioranti.
- Le
difficoltà maggiori si hanno nel percorrere la cresta che collega cima Lastei
al Col Nudo, particolarmente affilatissima ed esposta per 5/6 metri, risulta
sdrucciolevole e non vi sono possibilità di assicurarsi, è da fare solo con
ottima visibilità e da persone in assenza di vertigini, non è superfluo
affrontarla a cavalcioni, non facciamoci ingannare dalla segnatura CAI che
potrebbe farci sottovalutare la via che è prettamente alpinistica.
- La
discesa dal Col Nudo la facciamo percorrendo la cresta in direzione
dell’anticima per poi lasciarla in corrispondenza della stretta forcellina
che la precede e scendendo uno stretto e angusto canalino, la roccia è
discreta con qualche passaggio di 1°, la segnatura è completamente assente.
- Con
buona visibilità, non vi sono problemi a percorrere la traccia non segnata
nelle ghiaie a mezzacosta che dalla forcella Bassa del Col Nudo ci conduce a
intersecare il CAI 937 proseguendo fino all’innesto sul CAI 960
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Rifugi-Bivacchi |
-
Anfratto naturale pochi metri sotto il passo Valbona, un cartello lo indica
come “bivacco”
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Fonti |
- Fonte alla presa d’acqua sotto la casera
di Scalet Bassa.
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TEMPI RILEVATI NETTI (ore):
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Partenza q.1050
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0,00
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Casera Stabili
|
0,03
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Scalet Bassa
|
0,15
|
Croce
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0,22
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Scalet Alta
|
1,10
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Sella q.1921
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2,05
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Busa Toronda
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2,13
|
Passo Valbona
|
2,30
|
Cima Lastei
|
3,15
|
Col Nudo
|
3,35
|
Forcella q.2458
|
3,40
|
Forcella B. del Col Nudo
|
3,55
|
Incrocio q.2043
|
4,23
|
Bivio q.1600
|
5,00
|
Scalet Alta
|
5,16
|
Croce
|
/
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Scalet Bassa
|
/
|
Casera Stabili
|
/
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Arrivo q.1050
|
6,24
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Raggiunto
il vasto pendio di fini detriti seguiamo la traccia di passaggio senza segni
che perde leggermente quota con direzione ovest, bypassiamo di fatto il
versante meridionale dell’anticima. Eventualmente
possiamo anche evitare di raggiungere la forcella Bassa del Col Nudo perché
la traccia sull’ampio declivio di ghiaie e pietrisco procede poco sotto,
perdendo quota sotto i contrafforti rocciosi del
versante orientale della cima Secca
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