Itinerario inconsueto sulla montagna più alta delle Alpi Apuane (Toscana), il giro è riferito a escursionisti
esperti con attitudini alpinistiche e conoscitori del posto, l’ascesa dal rio
Sambuco e il ritorno dalle foci del Pizzo di Mezzo avviene in ambiente
solitario e selvaggio dove si procede a vista o per intuito.
DATA: 29 giugno 2019
PARTENZA: Con
l’autostrada A 15 Parma-La Spezia usciamo a Aulla e seguiamo le indicazioni per
Casola in Lunigiana e Minucciano. Lasciato quest’ultimo paesino, la strada
attraversa una galleria per poi scendere al paese di Gramolazzo, noi invece
andiamo a destra iniziando a entrare nella valle di Orto di Donna (indicazioni
per i rifugi alpini). Lasciamo l’auto nel parcheggio del campeggio sulla curva a U della stradina appena oltrepassato il
rifugio Val Serenaia dove inizia il CAI 178.
Stralcio della mappa 4LAND 200 - Alpi Apuane https://4land.it/it/
(Via San Quirino, 40 Bolzano, tel.+39 3666454014, mail nardini@4land.it)
(Via San Quirino, 40 Bolzano, tel.+39 3666454014, mail nardini@4land.it)
ITINERARIO:
Partenza q.1066 (Dal parcheggio iniziamo
tenendo la sterrata o meglio ancora il sentiero cementato poco sotto che
proseguono paralleli e oltrepassano il vicino camping Val Serenaia, siamo sul
CAI 178) – Ponte q.1080 (Ponticello di legno sul
rio Sambuco. Se siamo stati sul sentiero cementato lo lasciamo appena oltrepassato il ponticello perché curva a
sinistra, teniamo il CAI 178 dritto a destra su largo sentiero) – Casetta q.1092 (Su alcune mappe indicata come ex deposito di esplosivi. Piccola casetta in
sasso recintata nella radura, la oltrepassiamo e in breve il CAI 178 inizia a
risalire all’interno del bosco su sentiero) – Deviazione q.1195 (Siamo all’interno
del fitto bosco, quando alla nostra sinistra notiamo due enormi macigni che
appoggiati tra loro formano una specie di “tetto” sotto i quali sono presenti
dei vecchi muretti, lasciamo il sentiero CAI 178 che continua a salire,
intraprendiamo un esile traccia evidenziata da sporadici omini di sasso che
passando poco sopra i macigni prosegue in costante ascesa con direzione est,
segni assenti) – Rio Sambuco q.1319 (L’esile traccia
che seguiamo grazie a sporadici omini e al nostro intuito, procede parallela e
sul lato meridionale del rio Sambuco che causa il fitto bosco non vediamo, ora
ci porta fuori dalla macchia e terminano di fatto gli omini di sasso.
Attraversiamo nell’immediato un primo canale proveniente dal Pizzo di Mezzo, e
in breve siamo nel largo canale detritico del rio Sambuco, lo iniziamo a
risalire faticosamente a vista stando al suo interno o sul bordo destro, direzione
est, scegliendo a nostro piacimento il passaggio più agevole) – Galleria q.1615
(Risalendo il rio Sambuco, raggiungiamo a vista l’entrata della grande galleria
naturale situata nella parete nord occidentale del Pizzo Maggiore. Possiamo
bypassarla aggirandola facilmente sulla sinistra, noi invece ci inoltriamo al
suo interno con passaggio di 2° e terreno roccioso instabile. Usciti dalla parte
opposta ci appare di fronte a noi l’enorme torrione squadrato dello Zucco Nero senza toponimo
sulla mappe e quotato 1765 da IGM o 1763,8 da CTR Toscana, sotto di noi c’è il
canale detritico del rio Sambuco ormai nella sua fase conclusiva, risaliamo a
destra il crinalino che subito si esaurisce e delimita dall’alto il canale,
quindi ci portiamo al suo interno percorrendolo in salita dove si sviluppa
virando naturalmente a sinistra per aggirare di fatto il torrione alla sua base
orientale) – Foce q.1723 (Il canale
detritico virando a sinistra entra in un “vicolo cieco” delimitato alla nostra
sinistra dalla base del torrione squadrato dello Zucco Nero quotato 1765 da IGM o 1763,8 da CTR
Toscana, alla nostra destra dalla cresta nord del Pizzo Maggiore, in alto
davanti a noi possiamo vedere la piccola rampa erbosa che dobbiamo raggiungere.
Terminato il canale detritico, arrampichiamo il camino roccioso di fronte a noi
con passaggi di 2+ che ci fa guadagnare la rampa erbosa soprastante arrivando
poi senza problemi fino alla cresta. Nel versante opposto, est, possiamo notare
30 metri sotto di noi la traccia della Via Normale al Pisanino segnata in
azzurro che raggiungiamo scendendo il ripido e verde pendio a vista) – Via
Normale q.1690 (Innesto sulla Via Normale al Pisanino, la teniamo a
sinistra in salita seguendo i segni azzurri) – Foce
q.1704 (La riconosciamo per la presenza di una targa marmorea a ricordo,
continuiamo mantenendoci poco sotto la cresta, versante orientale) – Foce Altare q.1733 (Indicazioni
assenti, ora la traccia della Via Normale si sposta sul versante dell’Orto di
Donna e risale ripidamente il Canale delle Rose, faticosamente ma senza
difficoltà) – Cresta q.1918 (Al
termine della ripida salita del Canale delle Rose siamo sull’aerea cresta
sud/est del Pisanino, la iniziamo a percorrere con attenzione andando a
sinistra) – Monte
Pisanino q.1947 (Sulla vetta c’è una nicchia di sassi con statuetta della
Madonna e libro delle firme, ritorniamo sui nostri passi) – Cresta q.1918 – Foce
Altare q.1733 – Foce q.1704 (Manteniamo la Via Normale
oltrepassando il punto in cui ci eravamo innestati scendendo dalla Foce q.1723,
si sviluppa con traccia aerea a mezzacosta rivolta nel versante della
Carcaraia, direzione sud e buoni segni azzurri) – Deviazione q.1615 (La traccia della Via
Normale che si era mantenuta a mezzacosta ora inizia a scendere ripidamente con
qualche tornante, proprio in questo punto noi la lasciamo e risaliamo a destra
il ripido pendio di paleo, faticosamente e a vista senza percorso obbligato, direzione
ovest) – Foce q.1707 (La ripida
e faticosa salita culmina alla foce senza quota sulle mappe che separa il Pizzo
Maggiore dal Pizzo di Mezzo, possiamo notare a poca distanza l’attacco per
calata in corda doppia sul canale che scende nel versante Orto di Donna e che
riporterebbe al rio Sambuco. Costeggiamo a sinistra la parete del versante orientale
del Pizzo di Mezzo, a vista sul paleo perdendo progressivamente quota senza
difficoltà di rilievo ma prestando attenzione all’alto paleo che nasconde il
terreno per l’appoggio dei piedi, direzione sud) – Foce q.1655 (Costeggiato il versante orientale
del Pizzo di Mezzo, una breve salita ci riporta in cresta sulla foce quotata
1655,2 da CTR Toscana, separa il Pizzo di Mezzo alla nostra destra, dal Pizzo
dell’Altare alla nostra sinistra. Scendiamo dalla parte opposta il verde
canalone su esile traccia, sud/ovest, anche se privo di difficoltà dobbiamo
prestare attenzione all’alto paleo che nasconde l’appoggio per i nostri piedi,
molto scivoloso se bagnato) – CAI 178 q.1577 (L’infida discesa ci fa
innestare d’obbligo sul CAI 178, a sinistra sale alla Foce di Cardeto, lo
teniamo a destra in discesa) – Bivio
q.1300 (Cartelli all’interno del bosco, a sinistra c’è il sentiero CAI di
collegamento sul CAI 180, stiamo a destra sul CAI 178) – Deviazione q.1195 (Chiudiamo l’anello,
siamo nei pressi dei due grandi macigni dai quali avevamo iniziato la risalita
in direzione del rio Sambuco in mattinata, continuiamo sul CAI 178) – Casetta q.1090 – Ponte
q.1080 – Arrivo
q.1066 (Parcheggio).
NOTE:
|
||
LUNGHEZZA: 7,2 km
DIFFICOLTA: F
|
DISLIVELLO TOTALE: 1100 m
QUOTA MASSIMA: M.Pisanino q.1947
|
|
Sentieri
|
L’itinerario è riferito a escursionisti
esperti con attitudini alpinistiche e conoscitori del posto, l’ascesa dal rio
Sambuco e il ritorno dalle foci del Pizzo di Mezzo avviene in ambiente
solitario e selvaggio dove si procede a vista o per intuito, consigliato
l’uso del GPS.
-La percorrenza della galleria comporta un
passaggio di 2°alla sua entrata e terreno franoso all’interno, possiamo
bypassarla (…togliendoci il piacere della peculiarità dell’itinerario...) aggirandola
facilmente a sinistra e intercettando il canale detritico dalla parte opposta
che va risalito portandoci all’uscita della galleria.
- Usciti della galleria risaliamo il
sottostante canale detritico fino al suo termine, quindi arrampichiamo lo
stretto camino che ci si presenta con passaggi di 2/2+ che ci fa guadagnare
la rampa erbosa soprastante e la conseguente Foce q.1723 sulla cresta tra il
Torrione q.1765 (Mappa IGM) e il Pizzo Maggiore (Zucchi di Cardeto).
- Possiamo evitare il ritorno dalle foci
del Pizzo di Mezzo continuando per la via Normale segnata con bolli azzurri
per innestarci sul CAI 178 chiudendo il giro attraverso la foce di Cardeto.
Questa variante la facciamo per esplorare il versante orientale del Pizzo di
Mezzo, l’ascesa nel ripido paleo è faticosa e si procede a vista.
|
|
Rifugi-Bivacchi
|
- Punti di appoggio sono i rifugi Val Serenaia
e Donegani, raggiungibili con l’auto e a poca distanza dal nostro punto di
partenza (sempre aperti nel periodo estivo)
|
|
Fonti
|
-
Fontana tra il parcheggio e il camping Val
Serenaia.
|
|
TEMPI RILEVATI:
|
Tempo
Totale
(ore)
|
Partenza
q.1066
|
0,00
|
Ponte q.1080
|
0,05
|
Casetta q.1092
|
0,07
|
Deviazione q.1195
|
0,18
|
Rio Sambuco
|
0,45
|
Galleria
|
1,35
|
Foce q.1723
|
2,15
|
Via Normale q.1690
|
2,19
|
Foce q.1704
|
2,25
|
Foce Altare
|
2,30
|
Cresta q.1918
|
2,53
|
M. Pisanino
|
3,00
|
Cresta
q.1918
|
/
|
Foce
Altare
|
/
|
Foce
q.1704
|
/
|
Deviazione
q.1615
|
3,50
|
Foce
q.1707
|
4,12
|
Foce
q.1655
|
4,35
|
CAI
178 q.1577
|
4,50
|
Bivio
q.1300
|
5,36
|
Deviazione
q.1195
|
5,52
|
Casetta
q.1092
|
/
|
Ponte
q.1080
|
/
|
Partenza
q.1066
|
6,06
|
Deviazione q.1195 (Siamo all’interno del
fitto bosco, quando alla nostra sinistra notiamo due enormi macigni che
appoggiati tra loro formano una specie di “tetto” sotto i quali sono presenti
dei vecchi muretti, lasciamo il sentiero CAI 178 che continua a salire,
intraprendiamo un esile traccia evidenziata da sporadici omini di sasso che
passando poco sopra i macigni prosegue in costante ascesa con direzione est,
segni assenti)
|
|
Risaliamo faticosamente a vista il rio
Sambuco stando al suo interno o sul bordo destro, direzione est, scegliendo a
nostro piacimento il passaggio più agevole
|
|
|
|
|
Usciti dalla parte opposta ci appare di
fronte a noi l’enorme torrione squadrato dello Zucco Nero senza toponimo sulla mappe e quotato
1765 da IGM o 1763,8 da CTR Toscana, sotto di noi c’è il canale detritico del
rio Sambuco ormai nella sua fase conclusiva, risaliamo a destra il crinalino
che subito si esaurisce e delimita dall’alto il canale, quindi ci portiamo al
suo interno percorrendolo in salita dove si sviluppa virando naturalmente a
sinistra per aggirare di fatto il torrione alla sua base orientale
|
|
|
Il canale detritico virando a sinistra
entra in un “vicolo cieco” delimitato alla nostra sinistra dalla base del
torrione squadrato dello Zucco Nero quotato 1765 da IGM o 1763,8 da CTR Toscana, alla nostra
destra dalla cresta nord del Pizzo Maggiore, in alto davanti a noi possiamo
vedere la piccola rampa erbosa che dobbiamo raggiungere
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Foce q.1655 (Quotata 1655,2 da CTR Toscana,
separa il Pizzo di Mezzo alla nostra destra, dal Pizzo dell’Altare alla
nostra sinistra. Scendiamo dalla parte opposta il verde canalone su esile
traccia, sud/ovest, anche se privo di difficoltà dobbiamo prestare attenzione
all’alto paleo che nasconde l’appoggio per i nostri piedi, molto scivoloso se
bagnato)
|
|