La modesta lunghezza del percorso non deve far sottovalutare
questo giro nelle Alpi Apuane (Toscana), si svolge completamente fuori sentiero o labili tracce, su
terreno selvaggio e poco frequentato, solo persone esperte del posto possono
mitigare le difficoltà di orientamento, l’uso del GPS risulta in tal caso
obbligatorio.
DATA: 19 giugno 2020
PARTENZA: Con
l’autostrada A12 usciamo al casello di Massa (Toscana), attraversiamo il centro
della città in direzione della montagna per intraprendere la “via Bassa
Tambura” o SP.5 con cartello che indica il paese di Forno, lo raggiungiamo dopo
circa 8 km dal centro di Massa, quindi proseguiamo per altri 2 km fino al
termine della stradina asfaltata in località Biforco (sbarra e inizio della
marmifera di servizio alle cave).
ITINERARIO:
Biforco q.375 (Fine dell’asfaltata, segni
CAI su un traliccio di cemento: dalla piazzola oltrepassiamo la sbarra e
iniziamo a percorrere la marmifera che è CAI 167/CAI 168) – Bivio q.380 (Bivio della
marmifera dopo pochi metri che siamo partiti, cartelli: dritto la marmifera
segue il canale di Cerignano per Vettolina ed è CAI 36, prendiamo la marmifera CAI
167/CAI 168 a sinistra che segue in salita il canale detritico del
Fondone) – Incrocio q.487 (A destra la marmifera
curva a gomito e si esaurisce, a sinistra la marmifera attraversa il canale del
Fondone per poi risalirlo e sarebbe il CAI 168 che prendiamo, davanti a noi il
CAI 167 continua su via di lizza in direzione della valle degli Alberghi) – Deviazione
q.485 (Appena attraversato il canale detritico del
Fondone la marmifera CAI 168 inizia a salire parallela verso l’omonima cava,
noi la lasciamo e ci dirigiamo a sinistra verso il palo della luce poco
distante, poi attacchiamo il ripido pendio di affioramenti rocciosi misto paleo
con direzione ovest, si procede a vista senza segni, in breve compaiono i primi
arbusti) – Cava
q.613 (Arriviamo a una piccola piazzola saggio di un’antica cava.
Tenendocela a sinistra, procediamo in ripida salita con direzione nord/ovest, incontrando in breve l’ardita via di
lizza che scende dalla cava dei Focarelli, la pendenza è sostenuta ma è ancora
in buone condizioni) – Cava dei Focarelli q.791 (Anche cava di
Natalino. Alla piccola piazzola cosparsa di sfasciumi rocciosi con la
testimonianza dell’antica cava termina la via di lizza, tenendocela alla nostra
sinistra arrampichiamo la crestina rocciosa che la delimita, direzione ovest
con qualche passaggio di 1°/1°+) – Sella
q.880 (Breve selletta rocciosa affilata) – Serra
dei Focarelli q.975
(Mantenendo rigorosamente la direzione ovest, nella parte finale la
cresta si modifica in un ripidissimo pendio di fitti arbusti utilissimi per far
presa. Volendo si potrebbe evitare la cima bypassandola con un traverso a
destra sempre nel fitto bosco e che conduce immediatamente alla sella dei
Focarelli da qui poco visibile. Scegliendo a nostro piacere i passaggi che
riteniamo meno pericolosi e facendo molta attenzione a non scivolare, usciamo
dalla ripidissima macchia boschiva guadagnando l’aerea crestina rocciosa che
percorriamo fino al suo punto alto privo di segni o indicazioni, dalla parte
opposta disarrampichiamo alla sottostante sella, direzione nord/ovest con
passaggi di 1°+) – Sella dei Focarelli q.958 (Scendendo
dalla Serra dei Focarelli raggiungiamo immediatamente l’omonima sella priva di
indicazioni, alla nostra destra c’è il margine del bosco, a sinistra scende
trasversalmente nel pendio detritico l’esile traccia poco evidente verso il CAI 37 segnata da sporadici bolli rossi,
manteniamoci sulla cresta che subito guadagna quota con
direzione nord, ancora bolli rossi. Volutamente dopo circa 5 minuti manteniamo
l’ascesa sull’ampia cresta lasciando la traccia segnata che transita poco sotto,
in più occasioni comunque ritroveremo il vecchio sentierino finché sui 1100 m mantenendo
la direzione nord condurrà verso le case Rapalli, antichi insediamenti
pastorali di sasso, mentre la nostra cresta virerà a nord/ovest direttamente al
Picco di Navola che ancora ci rimane celato) – Picco
di Navola q.1272 (La cresta che percorriamo a vista altalena
tratti di bosco a semplici passaggi rocciosi, sui 1200 m esce definitivamente
dal bosco negli ampi e verdi declivi orientali. Decidiamo di raggiungere la cima
arrampicando con passaggi di 1°/1+ la stratificazione rocciosa che ci presenta
coscienti che il versante occidentale precipita sul
canale Regolo, in alternativa e più facilmente possiamo aggirare la
conformazione rocciosa sul versante orientale e intraprendere il ripidissimo
scivolo erboso che ci appare. La cima è panoramica ma priva di indicazioni,
caratterizzata dal versante occidentale che
precipita verticalmente, mentre quello orientale scema in un verde pendio.
Evitiamo di intraprendere la cosiddetta “Via Normale”
che scende nel prato con direzione nord/est-nord e punta all’evidente mole del
monte Rasori, ben visibile in lontananza è la traccia che taglia
trasversalmente il suo versante occidentale, perdiamo invece quota con rigorosa
direzione nord entrando nella scarna e breve macchia boschiva sotto di noi che
delimita il precipizio, poi ne usciamo perseguendo su questa rotta fino a
individuare una netta traccia a mezzacosta, parallela di fatto alla più alta Via
Normale. Nel proseguo si attraversano dei fossetti d’acqua poi la traccia
inizia a virare in direzione delle Capanne di Navola sul CAI 37, ma senza
raggiungerle cambiamo radicalmente rotta compiendo un giro a semicerchio e con
l’obiettivo di puntare a sud passando sotto il verticale versante occidentale del
Picco di Navola dove transita l’antico sentiero della Gengiva su cengia) – Paletto di metallo q.950 (Sottile e
lunga asta di metallo sul sentiero della Gengiva, lo menziono unicamente come
riferimento) – Sperone
roccioso q.836 (Procediamo sulla buona cengia con diversi sali/scendi che
ci fanno oltrepassare degli spalloni, lungo il tragitto notiamo sotto di noi i
ruderi degli insediamenti pastorali di “Cercapidocchi”. Lo sviluppo naturale
della cengia modifica gradualmente la direzione da nord a est per raggiungere la
sella dei Focarelli, evitiamo questa inutile salita e puntiamo alla sella sotto
il grande sperone roccioso che notiamo alla nostra destra, quotato 836 m da IGM
o 835,2 m da CTR Toscana. Raggiunta a vista la sella, dalla parte opposta
scendiamo l’ampia vallata detritica/erbosa nella quale si sviluppa la traccia
che dal CAI 37 nel fondovalle del canale Regolo risale
alla sella dei Focarelli. La traccia che nella parte alta è poco evidente, è
evidenziata da sporadici bolli rossi e ometti di sasso, comunque senza
difficoltà scendiamo seguendo l’andamento naturale della vallata, direzione
sud/ovest) – Casotto
q.500 (Al termine dell’ampio vallone e ormai in prossimità del canale Regolo situato poco sotto di noi, superiamo
un minuscolo casotto abbandonato in muratura anticamente in uso ai lavori di
cava, in loco vecchie attrezzature) – CAI 37 q.486 (Guadato il canale Regolo, risaliamo nella sponda
opposta innestandoci sul CAI 37 che teniamo a sinistra) – Bivio q.472
(Oltrepassato il “passo del Gatto”, originato da un macigno che si aggira con
l’ausilio di corde fisse, ignoriamo a destra un sentierino non segnato e
manteniamo il CAI 37 parallelo al canale Regolo) – Mozziconi
q.435 (La mulattiera CAI 37 termina innestandosi sul tornante della
stradina asfaltata in località Mozziconi, quotata 435,4 da CTR Toscana, in loco
410 m).
NOTE:
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LUNGHEZZA: 5,5 km
DIFFICOLTA: EE+
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DISLIVELLO TOTALE: 1010 m
QUOTA MASSIMA: Picco di Navola q.1272
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Sentieri
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-Itinerario
che parte da Biforco e termina a Mozziconi, sono necessarie due autovetture
altrimenti bisogna percorrere 3 km di stradina asfaltata che separa le due
località.
- La modesta lunghezza del percorso non deve far sottovalutare
questo giro, si svolge completamente fuori sentiero o labili tracce, su
terreno selvaggio e poco frequentato, solo persone esperte del posto possono
mitigare le difficoltà di orientamento, l’uso del GPS risulta in tal caso
obbligatorio.
- Il
“Sentiero della Gengiva” è una traccia su cengia che nella sua parte iniziale
(percorrenza del nostro giro) è generalmente poco visibile o infrascata dalle
felci, si sviluppa sotto il versante occidentale del
Picco di Navola, anche se non vi sono difficoltà tecniche di rilievo da affrontare,
il giro deve essere percorso con buona visibilità e terreno asciutto.
-
Passaggi su roccia di 1°/1°+ dopo la cava dei Focarelli (di Natalino), e
sulle stratificazioni rocciose che precedono l’arrivo in vetta al Picco di
Navola (eventualmente possiamo bypassarle camminando ai piedi della
conformazione rocciosa fino a individuare la ripida rampa di paleo che
culmina in vetta). Molto infidi gli ultimi metri che culminano sulla Serra
dei Focarelli, il pendio di arbusti è ripidissimo e bisogna prestare molta
attenzione a non scivolare scegliendo i passaggi migliori.
- Di
particolare interesse è la ripidissima via di lizza che termina alla cava dei
Focarelli (di Natalino) ancora in buono stato.
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Rifugi-Bivacchi
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- Assenti
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Fonti
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- Assenti
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TEMPI RILEVATI NETTI (ore):
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Biforco
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0,00
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Bivio q.380
|
0,02
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Incrocio q.487
|
0,12
|
Deviazione q.485
|
0,13
|
Cava q.613
|
0,35
|
Cava dei Focarelli
|
0,55
|
Sella q.880
|
1,12
|
Serra dei Focarelli
|
1,44
|
Sella dei Focarelli
|
1,48
|
Picco di Navola
|
3,00
|
Paletto di metallo q.950
|
4,00
|
Sperone roccioso q.836
|
5,05
|
Casotto q.500
|
5,40
|
CAI 37 q.486
|
5,45
|
Bivio q.472
|
5,48
|
Mozziconi
|
5,53
|
Deviazione q.485 (Appena attraversato il
canale detritico del Fondone la marmifera CAI 168 inizia a salire parallela
verso l’omonima cava, noi la lasciamo e ci dirigiamo a sinistra verso il palo
della luce poco distante, poi attacchiamo il ripido pendio di affioramenti
rocciosi misto paleo con direzione ovest, si procede a vista senza segni, in
breve compaiono i primi arbusti)
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Sella dei Focarelli q.958 (Alla nostra
destra c’è il margine del bosco, a sinistra scende trasversalmente nel pendio
detritico l’esile traccia poco evidente verso il CAI 37 segnata da sporadici
bolli rossi, manteniamoci sulla cresta che subito guadagna quota con
direzione nord, ancora bolli rossi. Volutamente dopo circa 5 minuti
manteniamo l’ascesa sull’ampia cresta lasciando la traccia segnata che
transita poco sotto)
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Sperone roccioso q.836 (Lo sviluppo
naturale della cengia modifica gradualmente la direzione da nord a est per
raggiungere la sella dei Focarelli, evitiamo questa inutile salita e puntiamo
alla sella sotto il grande sperone roccioso che notiamo alla nostra destra,
quotato 836 m da IGM o 835,2 m da CTR Toscana)
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Mozziconi q.435 (La mulattiera C AI 137 ex CAI 37 termina innestandosi sul tornante
della stradina asfaltata in località Mozziconi, quotata 435,4 da CTR Toscana,
in loco 410 m)
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