lunedì 26 ottobre 2020

Serra dei Focarelli (cresta est) - Picco di Navola (cresta sud/est) EE+

La modesta lunghezza del percorso non deve far sottovalutare questo giro nelle Alpi Apuane (Toscana), si svolge completamente fuori sentiero o labili tracce, su terreno selvaggio e poco frequentato, solo persone esperte del posto possono mitigare le difficoltà di orientamento, l’uso del GPS risulta in tal caso obbligatorio.

DATA: 19 giugno 2020

PARTENZA: Con l’autostrada A12 usciamo al casello di Massa (Toscana), attraversiamo il centro della città in direzione della montagna per intraprendere la “via Bassa Tambura” o SP.5 con cartello che indica il paese di Forno, lo raggiungiamo dopo circa 8 km dal centro di Massa, quindi proseguiamo per altri 2 km fino al termine della stradina asfaltata in località Biforco (sbarra e inizio della marmifera di servizio alle cave).







ITINERARIO: Biforco q.375 (Fine dell’asfaltata, segni CAI su un traliccio di cemento: dalla piazzola oltrepassiamo la sbarra e iniziamo a percorrere la marmifera che è CAI 167/CAI 168)        Bivio q.380 (Bivio della marmifera dopo pochi metri che siamo partiti, cartelli: dritto la marmifera segue il canale di Cerignano per Vettolina ed è CAI 36, prendiamo la marmifera CAI 167/CAI 168 a sinistra che segue in salita il canale detritico del Fondone)     Incrocio q.487 (A destra la marmifera curva a gomito e si esaurisce, a sinistra la marmifera attraversa il canale del Fondone per poi risalirlo e sarebbe il CAI 168 che prendiamo, davanti a noi il CAI 167 continua su via di lizza in direzione della valle degli Alberghi)   Deviazione q.485 (Appena attraversato il canale detritico del Fondone la marmifera CAI 168 inizia a salire parallela verso l’omonima cava, noi la lasciamo e ci dirigiamo a sinistra verso il palo della luce poco distante, poi attacchiamo il ripido pendio di affioramenti rocciosi misto paleo con direzione ovest, si procede a vista senza segni, in breve compaiono i primi arbusti)      Cava q.613 (Arriviamo a una piccola piazzola saggio di un’antica cava. Tenendocela a sinistra, procediamo in ripida salita con direzione nord/ovest, incontrando in breve l’ardita via di lizza che scende dalla cava dei Focarelli, la pendenza è sostenuta ma è ancora in buone condizioni)   Cava dei Focarelli q.791 (Anche cava di Natalino. Alla piccola piazzola cosparsa di sfasciumi rocciosi con la testimonianza dell’antica cava termina la via di lizza, tenendocela alla nostra sinistra arrampichiamo la crestina rocciosa che la delimita, direzione ovest con qualche passaggio di 1°/1°+)      Sella q.880 (Breve selletta rocciosa affilata)     Serra dei Focarelli q.975 (Mantenendo rigorosamente la direzione ovest, nella parte finale la cresta si modifica in un ripidissimo pendio di fitti arbusti utilissimi per far presa. Volendo si potrebbe evitare la cima bypassandola con un traverso a destra sempre nel fitto bosco e che conduce immediatamente alla sella dei Focarelli da qui poco visibile. Scegliendo a nostro piacere i passaggi che riteniamo meno pericolosi e facendo molta attenzione a non scivolare, usciamo dalla ripidissima macchia boschiva guadagnando l’aerea crestina rocciosa che percorriamo fino al suo punto alto privo di segni o indicazioni, dalla parte opposta disarrampichiamo alla sottostante sella, direzione nord/ovest con passaggi di 1°+)    Sella dei Focarelli q.958 (Scendendo dalla Serra dei Focarelli raggiungiamo immediatamente l’omonima sella priva di indicazioni, alla nostra destra c’è il margine del bosco, a sinistra scende trasversalmente nel pendio detritico l’esile traccia poco evidente verso il CAI 37 segnata da sporadici bolli rossi, manteniamoci sulla cresta che subito guadagna quota con direzione nord, ancora bolli rossi. Volutamente dopo circa 5 minuti manteniamo l’ascesa sull’ampia cresta lasciando la traccia segnata che transita poco sotto, in più occasioni comunque ritroveremo il vecchio sentierino finché sui 1100 m mantenendo la direzione nord condurrà verso le case Rapalli, antichi insediamenti pastorali di sasso, mentre la nostra cresta virerà a nord/ovest direttamente al Picco di Navola che ancora ci rimane celato)  –   Picco di Navola q.1272 (La cresta che percorriamo a vista altalena tratti di bosco a semplici passaggi rocciosi, sui 1200 m esce definitivamente dal bosco negli ampi e verdi declivi orientali. Decidiamo di raggiungere la cima arrampicando con passaggi di 1°/1+ la stratificazione rocciosa che ci presenta coscienti che il versante occidentale precipita sul canale Regolo, in alternativa e più facilmente possiamo aggirare la conformazione rocciosa sul versante orientale e intraprendere il ripidissimo scivolo erboso che ci appare. La cima è panoramica ma priva di indicazioni, caratterizzata dal versante occidentale che precipita verticalmente, mentre quello orientale scema in un verde pendio. Evitiamo di intraprendere la cosiddetta “Via Normale” che scende nel prato con direzione nord/est-nord e punta all’evidente mole del monte Rasori, ben visibile in lontananza è la traccia che taglia trasversalmente il suo versante occidentale, perdiamo invece quota con rigorosa direzione nord entrando nella scarna e breve macchia boschiva sotto di noi che delimita il precipizio, poi ne usciamo perseguendo su questa rotta fino a individuare una netta traccia a mezzacosta, parallela di fatto alla più alta Via Normale. Nel proseguo si attraversano dei fossetti d’acqua poi la traccia inizia a virare in direzione delle Capanne di Navola sul CAI 37, ma senza raggiungerle cambiamo radicalmente rotta compiendo un giro a semicerchio e con l’obiettivo di puntare a sud passando sotto il verticale versante occidentale del Picco di Navola dove transita l’antico sentiero della Gengiva su cengia)      Paletto di metallo q.950 (Sottile e lunga asta di metallo sul sentiero della Gengiva, lo menziono unicamente come riferimento)      Sperone roccioso q.836 (Procediamo sulla buona cengia con diversi sali/scendi che ci fanno oltrepassare degli spalloni, lungo il tragitto notiamo sotto di noi i ruderi degli insediamenti pastorali di “Cercapidocchi”. Lo sviluppo naturale della cengia modifica gradualmente la direzione da nord a est per raggiungere la sella dei Focarelli, evitiamo questa inutile salita e puntiamo alla sella sotto il grande sperone roccioso che notiamo alla nostra destra, quotato 836 m da IGM o 835,2 m da CTR Toscana. Raggiunta a vista la sella, dalla parte opposta scendiamo l’ampia vallata detritica/erbosa nella quale si sviluppa la traccia che dal CAI 37 nel fondovalle del canale Regolo risale alla sella dei Focarelli. La traccia che nella parte alta è poco evidente, è evidenziata da sporadici bolli rossi e ometti di sasso, comunque senza difficoltà scendiamo seguendo l’andamento naturale della vallata, direzione sud/ovest)       Casotto q.500 (Al termine dell’ampio vallone e ormai in prossimità del canale Regolo situato poco sotto di noi, superiamo un minuscolo casotto abbandonato in muratura anticamente in uso ai lavori di cava, in loco vecchie attrezzature)   –    CAI 37 q.486 (Guadato il canale Regolo, risaliamo nella sponda opposta innestandoci sul CAI 37 che teniamo a sinistra)    –   Bivio q.472 (Oltrepassato il “passo del Gatto”, originato da un macigno che si aggira con l’ausilio di corde fisse, ignoriamo a destra un sentierino non segnato e manteniamo il CAI 37 parallelo al canale Regolo)     Mozziconi q.435 (La mulattiera CAI 37 termina innestandosi sul tornante della stradina asfaltata in località Mozziconi, quotata 435,4 da CTR Toscana, in loco 410 m).

 
NOTE:
LUNGHEZZA: 5,5 km
DIFFICOLTA: EE+
DISLIVELLO TOTALE: 1010 m
QUOTA MASSIMA: Picco di Navola q.1272









Sentieri



-Itinerario che parte da Biforco e termina a Mozziconi, sono necessarie due autovetture altrimenti bisogna percorrere 3 km di stradina asfaltata che separa le due località.

- La modesta lunghezza del percorso non deve far sottovalutare questo giro, si svolge completamente fuori sentiero o labili tracce, su terreno selvaggio e poco frequentato, solo persone esperte del posto possono mitigare le difficoltà di orientamento, l’uso del GPS risulta in tal caso obbligatorio.

- Il “Sentiero della Gengiva” è una traccia su cengia che nella sua parte iniziale (percorrenza del nostro giro) è generalmente poco visibile o infrascata dalle felci, si sviluppa sotto il versante occidentale del Picco di Navola, anche se non vi sono difficoltà tecniche di rilievo da affrontare, il giro deve essere percorso con buona visibilità e terreno asciutto.

- Passaggi su roccia di 1°/1°+ dopo la cava dei Focarelli (di Natalino), e sulle stratificazioni rocciose che precedono l’arrivo in vetta al Picco di Navola (eventualmente possiamo bypassarle camminando ai piedi della conformazione rocciosa fino a individuare la ripida rampa di paleo che culmina in vetta). Molto infidi gli ultimi metri che culminano sulla Serra dei Focarelli, il pendio di arbusti è ripidissimo e bisogna prestare molta attenzione a non scivolare scegliendo i passaggi migliori.

- Di particolare interesse è la ripidissima via di lizza che termina alla cava dei Focarelli (di Natalino) ancora in buono stato.


Rifugi-Bivacchi
- Assenti

Fonti
- Assenti




TEMPI RILEVATI NETTI (ore):
Biforco
0,00
Bivio q.380
0,02
Incrocio q.487
0,12
Deviazione q.485
0,13
Cava q.613
0,35
Cava dei Focarelli
0,55
Sella q.880
1,12
Serra dei Focarelli
1,44
Sella dei Focarelli
1,48
Picco di Navola
3,00
Paletto di metallo q.950
4,00
Sperone roccioso q.836
5,05
Casotto q.500
5,40
CAI 37 q.486
5,45
Bivio q.472
5,48
Mozziconi
5,53

 


Partenza da Biforco
Biforco q.375 (Fine dell’asfaltata, segni CAI su un traliccio di cemento)
Bivio q.380 (Bivio della marmifera dopo pochi metri che siamo partiti, cartelli: dritto la marmifera segue il canale di Cerignano per Vettolina ed è CAI 36, prendiamo la marmifera CAI 167/CAI 168 a sinistra che segue in salita il canale detritico del Fondone) 
Bivio q.380 (Bivio della marmifera dopo pochi metri che siamo partiti, cartelli: dritto la marmifera segue il canale di Cerignano per Vettolina ed è CAI 36, prendiamo la marmifera CAI 167/CAI 168 a sinistra che segue in salita il canale detritico del Fondone)
Incrocio q.487 (A destra la marmifera curva a gomito e si esaurisce, a sinistra la marmifera attraversa il canale del Fondone per poi risalirlo e sarebbe il CAI 168 che prendiamo, davanti a noi il CAI 167 continua su via di lizza in direzione della valle degli Alberghi)
Deviazione q.485 (Appena attraversato il canale detritico del Fondone la marmifera CAI 168 inizia a salire parallela verso l’omonima cava, noi la lasciamo e ci dirigiamo a sinistra verso il palo della luce poco distante, poi attacchiamo il ripido pendio di affioramenti rocciosi misto paleo con direzione ovest, si procede a vista senza segni, in breve compaiono i primi arbusti)

Attacchiamo il ripido pendio di affioramenti rocciosi misto paleo con direzione ovest, si procede a vista senza segni, in breve compaiono i primi arbusti
Attacchiamo il ripido pendio di affioramenti rocciosi misto paleo con direzione ovest, si procede a vista senza segni, in breve compaiono i primi arbusti
Sulla cresta est della Serra dei Focarelli
Sotto di noi l’Incrocio q.487
Cava q.613 (Arriviamo a una piccola piazzola saggio di un’antica cava) 
Cava q.613 (Arriviamo a una piccola piazzola saggio di un’antica cava) 

 Risalendo dalla Cava q.613 con direzione nord/ovest, incontriamo in breve l’ardita via di lizza che scende dalla cava dei Focarelli, la pendenza è sostenuta ma è ancora in buone condizioni
L’ardita via di lizza che scende dalla cava dei Focarelli
L’ardita via di lizza che scende dalla cava dei Focarelli
Cava dei Focarelli q.791 (Anche cava di Natalino)
L’immancabile foro del piro

Tenendoci la cava dei Focarelli alla nostra sinistra, arrampichiamo la crestina rocciosa che la delimita, direzione ovest con qualche passaggio di 1°/1°+
Tenendoci la cava dei Focarelli alla nostra sinistra, arrampichiamo la crestina rocciosa che la delimita, direzione ovest con qualche passaggio di 1°/1°+
Panorama verso il gruppo Grondilice/La Forbice
Panorama verso il gruppo Cima della Croce/Mandriola
Sulla cresta est della Serra dei Focarelli
Sella q.880 (Breve selletta rocciosa affilata)

Serra dei Focarelli q.975
Dalla parte opposta disarrampichiamo alla sottostante sella dei Focarelli, direzione nord/ovest con passaggi di 1°+
Dalla parte opposta disarrampichiamo alla sottostante sella dei Focarelli, direzione nord/ovest con passaggi di 1°+

Sella dei Focarelli q.958 (Alla nostra destra c’è il margine del bosco, a sinistra scende trasversalmente nel pendio detritico l’esile traccia poco evidente verso il CAI 37 segnata da sporadici bolli rossi, manteniamoci sulla cresta che subito guadagna quota con direzione nord, ancora bolli rossi. Volutamente dopo circa 5 minuti manteniamo l’ascesa sull’ampia cresta lasciando la traccia segnata che transita poco sotto)
Volutamente dopo circa 5 minuti manteniamo l’ascesa sull’ampia cresta lasciando la traccia segnata che transita poco sotto
Cresta sud/est del Picco di Navola
Cresta sud/est del Picco di Navola
Cresta sud/est del Picco di Navola
Zoomata sul torrione Figari con il caratteristico masso di vetta, e Punta Questa alla sua destra

In vista della cima del Picco di Navola
Cresta sud/est del Picco di Navola
La cresta che percorriamo a vista altalena tratti di bosco a semplici passaggi rocciosi, sui 1200 m esce definitivamente dal bosco negli ampi e verdi declivi orientali
Panorama
Zoomata sul Campanile di Colonnata

Decidiamo di raggiungere la cima arrampicando con passaggi di 1°/1+ la stratificazione rocciosa che ci presenta
Picco di Navola
Panorama dalla vetta del Picco di Navola sulla mole del monte Rasori davanti a noi e lo sviluppo della via normale
Evitiamo di intraprendere la cosiddetta “Via Normale” che scende nel prato con direzione nord/est-nord e punta all’evidente mole del monte Rasori, perdiamo invece quota con rigorosa direzione nord entrando nella breve e scarna macchia boschiva
Manteniamo la direzione nord/est-nord procedendo a vista

Manteniamo la direzione nord/est-nord procedendo a vista ….
…..fino a individuare una netta traccia a mezzacosta, parallela di fatto alla più alta Via Normale
Una netta traccia a mezzacosta, parallela di fatto alla più alta Via Normale
Ruderi delle capanne alte di Navola (quelle basse sono in prossimità del CAI 37)
Versante occidentale del Picco di Navola

Sul sentiero della Gengiva
Sul sentiero della Gengiva
Paletto di metallo q.950 (Sottile e lunga asta di metallo sul sentiero della Gengiva, lo menziono unicamente come riferimento)
Sul sentiero della Gengiva

Sul sentiero della Gengiva
Sul sentiero della Gengiva
Procediamo sulla buona cengia con diversi sali/scendi che ci fanno oltrepassare degli spalloni
Lungo il tragitto notiamo sotto di noi i ruderi degli insediamenti pastorali di “Cercapidocchi”
Sul sentiero della Gengiva

Sul sentiero della Gengiva
Sul sentiero della Gengiva
Sperone roccioso q.836 (Lo sviluppo naturale della cengia modifica gradualmente la direzione da nord a est per raggiungere la sella dei Focarelli, evitiamo questa inutile salita e puntiamo alla sella sotto il grande sperone roccioso che notiamo alla nostra destra, quotato 836 m da IGM o 835,2 m da CTR Toscana)
Raggiunta a vista la sella, dalla parte opposta scendiamo l’ampia vallata detritica/erbosa nella quale si sviluppa la traccia che dal CAI 37 nel fondovalle del canale Regolo risale alla sella dei Focarelli
In vista del sentiero CAI 37 di fondovalle parallelo al canale Regolo
Casotto q.500 (Al termine dell’ampio vallone e ormai in prossimità del canale Regolo situato poco sotto di noi, superiamo un minuscolo casotto abbandonato in muratura anticamente in uso ai lavori di cava, in loco vecchie attrezzature) 

Guadiamo il canale Regolo, risaliamo nella sponda opposta innestandoci sul CAI 137 ex CAI 37
Oltrepassiamo il “passo del Gatto”, originato da un macigno che si aggira con l’ausilio di corde fisse
Sul CAI 137 ex CAI 37
Mozziconi q.435 (La mulattiera C AI 137 ex  CAI 37 termina innestandosi sul tornante della stradina asfaltata in località Mozziconi, quotata 435,4 da CTR Toscana, in loco 410 m)