DATA: 26 luglio 2020
PARTENZA:e seguendo le indicazioni per Casola in Lunigiana e
Minucciano 35 km), seguiamo le indicazioni per il lago e Gorfigliano. Dopo
appena 1,2 km arriviamo all’incrocio presso la borgata di Molino, scartiamo a
sinistra la stradina per il lago e il campeggio, risaliamo a destra la stradina
che immediatamente oltrepassa il cimitero e senza entrare nell’abitato continua
con indicazioni della “Chiesa Vecchia”. Alla biforcazione dopo 500 metri
tralasciamo la stradina che a destra scende alla “Chiesa Vecchia” e procediamo
dritto in salita esattamente per altri 2,2 km iniziando a percorrere una
stretta e malmessa carrozzabile raggiungendo l’anonima località di Pianellaccio
priva di ogni indicazione (Minuscola piazzola alla nostra destra per 2/3 posti
auto, i 2,2 km di carrozzabile sono percorribili solo tramite fuoristrada)
Traccia reale del GPS sullo stralcio della mappa interattiva webmapp tratta dal sito http://www.webmapp.it/
ITINERARIO: Pianellaccio q.945 (Parcheggiamo
l’auto nella minuscola piazzola alla nostra destra, la carrozzabile continua e
sarà il nostro ritorno, a sinistra notiamo la traccia nell’alto manto erboso
che immediatamente ci porta a salire nel bosco con
direzione est, segni o indicazioni assenti) – Sella q.1004 (Sella boscosa quotata
1004,1 da CTR Toscana. Il buon sentierino raggiunge il punto alto, a sinistra
in breve esce dal bosco nell’ampio e tozzo promontorio del monte Calamaio, noi
ora dobbiamo risalire a destra con direzione sud/ovest iniziando di fatto la
cresta nord/est del monte Mirandola. Purtroppo
questa parte iniziale è infrascata e priva di qualsiasi traccia o segno, si
procede a vista e per intuito) – Cima q.1442 (La ripida ascesa alterna
rada macchia boschiva a passaggi di 1° su affioramenti rocciosi e culmina
sull’anticima nord orientale del monte Mirandola che ora si manifesta imponente
di fronte a noi. Continuiamo sulla cresta ben delineata e aerea ma priva di
difficoltà) – Monte
Mirandola q.1565 (Omino di sassi sulla cima con il panorama che spazia a
360°. Procediamo poche decine di metri e risulta evidente l’impossibilità di
andare oltre perché la cresta rocciosa precipita, quindi scendiamo a destra la
parete occidentale che è l’unico punto debole. In loco c’è un anello di corda
per calarsi in doppia, noi scendiamo in libera e a vista con passaggi su paleo
e roccette affioranti di 1°, tecnicamente facile ma il pendio è molto ripido e
discretamente esposto, la discesa è da fare con molta cautela e terreno
asciutto. Giunti alla base perdendo 45/50 metri di quota, appare naturale il
proseguo aggirando i piedi dell’enorme torrione quotato 1543,6 da CTR Toscana mantenendo
la direzione sud/ovest su ripido paleo misto roccia)
– Anfratto q.1590 (Procedendo
logicamente ai piedi della cresta rocciosa, faticosamente ma senza difficoltà,
ci appare alla nostra sinistra l’anfratto naturale utile come riparo
temporaneo. Manteniamo la direzione in ripida ascesa
portandoci sulla cresta superando arditi passaggi su paleo a tratti esposto,
solo un occhio molto scrupoloso può cogliere esili segni di passaggio) – Cresta
sud/est del Pisanino q.1914 (Risalendo la ripida cresta con direzione
sud/ovest, si manifesta la grande verticalità del suo versante meridionale che
precipita sulle cave Pungitopo e Barcolaia, quindi giungiamo al termine
innestandoci sulla via normale del monte Pisanino evidenziata da segni azzurri,
risaliamo l’aerea cresta a destra) – Monte
Pisanino q.1947 (Sulla vetta è situata una nicchia di sassi con statuetta
della Madonna, ora iniziamo scendere intraprendendo la sua affilata cresta nord/ovest verso la Bagola Bianca, attenzione che se i
passaggi non superano il !° l’esposizione è notevole soprattutto sul versante
della Val Serenaia, segni e indicazioni assenti) – Bagola Bianca q.1806 (Un ultimo tratto
di cresta pianeggiante ma molto affilata ed esposta, ci fa raggiungere la cima
della Bagola Bianca facilmente identificabile per le chiare placche di roccia
del suo versante occidentale, sulla cima c’è un omino di sassi. Manteniamo la
cresta con direzione nord, ora meno affilata ma
sempre in buona esposizione, nel proseguo dobbiamo disarrampicare facili
passaggi di 1° su roccia mal sicura e molto friabile, da fare con molta
cautela) – La Forbice q.1677 (Arriviamo sulla cima biforcuta,
appare palese che non possiamo proseguire in cresta per superare lo stretto
intaglio che si presenta davanti a noi, torniamo sui nostri passi per pochi
minuti fino a riportarsi sull’ampia e verde sella che precede la vetta,
scendiamo a sinistra senza via obbligata il dolce pendio orientale su paleo per
individuare circa 20 metri più sotto la marcata traccia non segnata al margine
della macchia boschiva che ci fa riprendere la direzione
nord transitando di fatto sotto l’intaglio della Forbice, poi in seguito
entrando nel bosco guadagniamo quota per riportarci in cresta) – Crinale
q.1625 (Bypassato l’inconveniente dell’intaglio de La Forbice, usciamo dal
bosco e siamo di nuovo in cresta che ora ci appare come un ampio e verde
crinale, lo percorriamo facilmente in discesa continuando a tenere la direzione
nord. Dopo circa dieci minuti dobbiamo prestare attenzione perché l’ampio
crinale ci fa virare a sinistra verso la Val Serenaia, il nostro obiettivo
invece è quello di portarci sulla evidente crestina rocciosa che notiamo alla
nostra destra, la raggiungiamo a vista senza traccia obbligata attraversando un
breve tratto di bosco infrascato) – Cresta
q.1523 (Ci siamo portati sulla aerea e breve cresta rocciosa, la iniziamo a
percorrere e solo passo dopo passo ci appare meno difficile del previsto perché
si trasforma in un sottile crinale di paleo che perde ripidamente quota con
direzione nord/ovest ai sottostanti Prati del Pisanino) – Prati del Pisanino q.1270 (Nella parte finale, il
sottile e ripido crinalino di paleo si esaurisce nell’ampia prateria dei Prati
del Pisanino. Teniamo la direzione nord/ovest a vista e senza traccia
raggiungendo i primi isolati alberi, facciamo riferimento alla quota. Ora
dobbiamo modificare nettamente la direzione, viriamo a destra mantenendo
rigorosamente la traiettoria est e la quota di 1270 m, purtroppo si cammina a
vista e con disagio tra alte distese di piante di lamponi che potrebbe
scoraggiare, in lontananza possiamo vedere il lago di
Gramolazzo) - Pianellaccio q.945.
NOTE:
|
||
LUNGHEZZA: 8,8 km
DIFFICOLTA: F+
|
DISLIVELLO TOTALE: 1150 m
QUOTA MASSIMA: M. Pisanino q.1947
|
|
Sentieri
|
- La
lunga e faticosa ascesa al monte Pisanino tramite la cresta della Mirandola
avviene in un ambiente solitario e molto selvaggio, si procede a vista e per
intuito principalmente su ripido paleo e rocce affioranti, i rari passaggi
non superano il 2° ma il terreno è molto infido e alcune manovre sono da fare
con molta cautela e terreno asciutto. La discesa sull’affilata/esposta cresta
Bagola Bianca- La Forbice e il ritorno dai Prati del Pisanino sempre in
ambiente molto selvaggio, ne fanno un itinerario per escursionisti molto
esperti con attitudini alpinistiche in ottima forma fisica.
- Poco
piacevole la parte iniziale che precede l’anticima del monte Mirandola (Cima
q.1442) dove la vegetazione di bassa quota ci può ostacolare nell’ascesa e nell’orientamento,
in seguito il panorama si manifesterà in tutta la sua bellezza.
- Se
la salita al monte Mirandola dalla sua anticima non presenta problemi,
particolare attenzione dobbiamo prestarla nella discesa che avviene nella
parete occidentale. Oltrepassata la vetta individuiamo dopo pochi metri un
anello di corda per discesa in doppia, noi scendiamo in libera con facili
passaggi che non superano il 1°, il pendio di paleo/ roccette è molto ripido
e ovviamente il terreno deve essere perfettamente asciutto per evitare
spiacevoli conseguenze.
- La
discesa dal monte Pisanino la facciamo per la sua cresta nord/ovest che
conduce alla Bagola Bianca, generalmente è percorsa in salita da
escursionisti molto esperti, si presenta molto affilata ed esposta soprattutto
sul versante della val Serenaia, i passaggi probabilmente non superano il 1+
ma le difficoltà sono ampliate dalla discesa in equilibrio precario.
- Le
difficoltà nella cresta tra la Bagola Bianca e La Forbice diminuiscono,
comunque dobbiamo superare un tratto roccioso, affilato e discretamente
esposto con roccia sdrucciolevole che se percorso in discesa invita alla
cautela (passaggi 1°/1°+)
- Allo
stato attuale (2020) l’esile sentiero abbandonato che collega i Prati del
Pisanino alla buca della Speluca, è interrotto da alcuni alberi caduti che ci
costringono a brevi deviazioni.
|
|
Rifugi-Bivacchi
|
-
Assenti
|
|
Fonti
|
- Assenti
|
|
TEMPI RILEVATI NETTI (ore):
|
|
Pianellaccio
|
0,00
|
Sella q.1004
|
0,08
|
Cima q.1442 (Anticima)
|
1,25
|
Monte Mirandola
|
1,55
|
Anfratto
|
2,35
|
Cresta sud/est del Pisanino
|
4,00
|
Monte Pisanino
|
4,10
|
Bagola Bianca
|
4,47
|
La Forbice
|
5,17
|
Crinale q.1625
|
5,30
|
Cresta q.1523
|
/
|
Prati del Pisanino
|
6,16
|
Sentiero q.1270
|
6,30
|
La Speluca
|
7,07
|
Bivio q.1030
|
7,23
|
Carrozzabile q.983
|
7,29
|
Capanno
|
7,38
|
Pianellaccio
|
7,55
|
|
|
Sella q.1004 (Sella boscosa quotata 1004,1
da CTR Toscana. Il buon sentierino raggiunge il punto alto, a sinistra in
breve esce dal bosco nell’ampio e tozzo promontorio del monte Calamaio, noi
ora dobbiamo risalire a destra con direzione sud/ovest iniziando di fatto la
cresta nord/est del monte Mirandola)
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Dopo circa dieci
minuti dobbiamo prestare attenzione perché l’ampio crinale ci fa virare a
sinistra verso la Val Serenaia, il nostro obiettivo invece è quello di
portarci sulla evidente crestina rocciosa che notiamo alla nostra destra, la
raggiungiamo a vista senza traccia obbligata attraversando un breve tratto di
bosco infrascato
|
|
|
|
Prati del Pisanino q.1270 (Scesi ai Prati
del Pisanino presso i primi isolati alberi dobbiamo modificare nettamente la
direzione, viriamo a destra mantenendo rigorosamente la traiettoria est e la
quota di 1270 m, purtroppo si cammina a vista e con disagio tra alte distese
di piante di lamponi che potrebbe scoraggiare)
|
|
|
|