lunedì 7 settembre 2020

Dosso d’Enziana - M. Cogorna (dalla ferrata Signora delle Acque) EEA

Arrampichiamo la suggestiva e difficile ferrata Signora delle Acque che risale la grande cascata del rio Ruzza (valli Giudicarie, Trentino A.A.), poi al termine proseguiamo compiendo un lungo e impegnativo giro che ci porta sui rilievi alpestri del Dosso d'Enziana e il monte Cogorna, facciamo ritorno sull'abbandonato e dismesso CAI 462 che si rivelerà più impegnativo della ferrata stessa.

DATA: 20 giugno 2020

PARTENZA: Usciamo da Riva del Garda (Trentino A.A.) in direzione di Arco con la SS.45 bis che lasciamo dopo circa 1 km prendendo a sinistra la SS.421, indicazioni per il lago di Tenno e il passo del Ballino, arrivando dopo circa 28 km al paese di Ballino.




Stralcio della mappa interattiva Kompass dal sito https://www.kompass.de/wanderkarte/

ITINERARIO: Ballino q.755 (Dalla grande fonte/lavatoio di fronte alla chiesa di Ballino, iniziamo a camminare sulla stradina asfaltata che ben presto lascia l’abitato, tabella inerente la cascata del rio Ruzza e la sua ferrata)   Cimitero q.757 (Eventualmente si può iniziare il giro anche da qui, pochi posti auto)      Rio Ruzza q.775 (Manteniamo la stradina asfaltata che compie un tornante sul corso d’acqua, ignoriamo la sterrata che scende a sinistra)      Casa q.781 (Casa uso vacanze alla nostra sinistra)   Deviazione q.785 (Lasciamo la stradina asfaltata che vira a sinistra, andiamo dritto in salita su carrozzabile)     Incrocio q.793 (Ignoriamo un largo sentiero alla nostra sinistra e successivamente lo stradello a destra che dà accesso alla casa di Saiand situata nell’ampia prateria, manteniamo il tracciato principale ora cementato che risale)     Bivio q.836 (Manteniamo il largo tracciato ora sterrato transitando di fatto sopra il podere di Saiand, a destra si stacca una piccola sterrata che conduce direttamente alla ben visibile casa) –  Incrocio q.860 (Ignoriamo due larghi sentieri che in successione risalgono alla nostra sinistra, manteniamo la pista sterrata pianeggiante delimitata da una staccionata di legno)    Bivio q.876 (Stiamo sulla pista forestale, a destra c’è ancora uno stradello d’accesso per la casa di Saiand)     Deviazione q.874 (Cartelli con indicazioni della cascata: lasciamo la pista forestale che continua superando il rio Ruzza, prendiamo il sentiero che sale a sinistra e attraversa il ponte di legno poco sopra)    Cascata del rio Ruzza q.922 (Arriviamo alla cascata, ignoriamo il sentiero a destra che è un’altra via d’accesso e ci portiamo presso la parete rocciosa dove immediatamente inizia la via ferrata Signora delle Acque)     Ferrata Signora delle Acque      Forestale q.1055 (Al termine della cascata, la via ferrata si sposta a destra entrando nel bosco dove troviamo il libro delle firme che sancisce la fine della via, camminiamo su sentierino con cavo corrimano e usciamo nella piazzola dalla quale inizia la pista forestale che si percorre in leggera discesa)   Forestale CAI 420 q.1003 (Innesto sulla forestale CAI 420 della Rocchetta, a destra possiamo tornare velocemente a Ballino, la teniamo a sinistra in salita)  –   Sbarra q.1125 (Sbarra di metallo sulla forestale CAI 420 della Rocchetta)      Coste Alte di Indos q.1160 (Bivio e cartello: a destra in discesa inizia il sentiero CAI 462/B, manteniamo in salita la pista forestale)   La Rocchetta q.1325 (La pista forestale si esaurisce arrivando sotto La Rocchetta, il CAI 420 continua su sentierino di cengia)     Cascata Alta del rio Ruzza q.1314 (Modesta cascatella sul sentiero CAI 420, si continua su cengia panoramica fino ad arrivare all’interno del bosco, qui il sentiero comincerà a guadagnare costantemente quota sviluppandosi in numerose serpentine)     Pra’ dei Camosci q.1710 (Al termine della lunga salita usciamo dal bosco presso uno spallone, il panorama spazia su tutta l’alta Valle dell’Inferno compresa tra il Dosso della Torta e il Dosso d’Enziana, in lontananza si può scorgere la malga Nardis che dobbiamo raggiungere, il CAI 420 ora avanza per sentiero pianeggiante a mezzacosta)      Fonte di Nardis q.1763   Malga Nardis q.1784 (Malga incustodita. Ci portiamo pochi metri sopra l’edificio e iniziamo a percorrere a destra l’esile sentierino CAI 461 che transita di fatto parallelo al sentiero CAI 420 dal quale siamo venuti, segni sporadici e direzione nord-nord/est)   Bocchetta di Nardis q.1930 (La salita trasversale del sentierino ci fa raggiungere la sella che separa il Dosso d’Enziana alla nostra destra, dalla cima senza toponimo quotata 1961m da IGM, il CAI 461 continua a mezzacosta dalla parte opposta)     Dosso d’Enziana q.1973 (Aspro promontorio roccioso, il CAI 461 transita a mezzacosta nel suo versante nord)   Bivio q.1851 (Quota da mappa IGM. Aggirato il versante nord del Dosso d’Enziana, il CAI 461 si riporta sul crinale arrivando al bivio con cartelli: il sentiero segnato ora scende dritto a sinistra lasciando di fatto il crinale in direzione della malga Cogorna, noi invece lo manteniamo procedendo tra pini mughi e rododendri, si cammina senza difficoltà guadagnando quota su esile traccia ma soprattutto a vista, segni e indicazioni assenti)     Cima q.1872 (Promontorio ricoperto da pini mughi e rododendri, quotato 1872,3 m da CTR Trentino)     Monte Cogorna q.1866 (Quota da mappa IGM, in loco nessuna indicazione. Manteniamo il crinale con direzione nord/est, in breve è ricoperto da una fitta vegetazione di arbusti, la segnatura è assente ma la marcata traccia ci guida evitando i tratti impenetrabili)   CAI 462 q.1748 (Innesto sul CAI 462 che in questo punto attraversa il crinale, un cartello ci indica che il sentiero è dismesso: a sinistra le indicazioni fanno entrare nel fitto bosco per uscirne alla vicina malga Cogorna, dritto il crinale prosegue nel bosco, teniamo il CAI 462 che scende la dorsalina su verde pendio alla nostra destra, segni sporadici e direzione sud/est. Attenzione che dopo circa 10 minuti lascia la dorsale che è destinata a esaurirsi, e perde quota a destra con la traccia ormai scomparsa, direzione sud, per intercettare il canalone detritico sottostante)     Canalone q.1615 (Con molta cautela ci caliamo nell’angusto canalone franoso e lo percorriamo per circa 15/20 metri trovando i segni CAI che invitano a prendere l’esile sentierino sulla sponda opposta, attenzione che i primi metri sono un po’esposti)     Canalone q.1528 (Ritroviamo il medesimo canalone detritico lasciato in precedenza, l’originario sentiero cala tra i pini mughi che allo stato attuale lo hanno sepolto, quindi entrati nel canalone bisogna individuare il segno CAI sulla sponda opposta che si risale con molta difficoltà perché è alta oltre due metri su fondo terroso, siamo poco sotto il punto quotato 1569 m da IGM. Ora scendiamo con direzione nord/est, su fondo instabile e franoso di ghiaie e detriti, costeggiando le verticali pareti rocciose che ci si presentano)    Anfratto q.1450 (Costeggiando in discesa le verticali pareti rocciose arriviamo presso un anfratto. Ora procediamo mantenendo la direzione nord/est sfruttando una serie di minuscoli canalini detritici che si alternano con passaggi infrascati allontanandoci di fatto dalla grande parete rocciosa che comunque stava terminando, il proseguo è molto difficoltoso per orientamento, l’assenza di qualsiasi traccia di passaggio e la segnatura molto sporadica)     Colatoio q.1260 (Mantenendo la direzione nord/est tra canalini detritici e passaggi infrascati, intercettiamo d’obbligo il largo colatoio di sfasciumi rocciosi nel bosco, lo seguiamo fedelmente calandoci al suo interno virando nettamente verso sud/est. Presumibilmente sui 1180 m, l’originario CAI 462 lasciava il letto detritico e virava a sinistra riprendendo la direzione nord/est, non vediamo alcun segno, quindi decidiamo di mantenerci nell’ampio colatoio che scende dolcemente, ben sapendo che d’obbligo ci andremo ad innestare sulla forestale sottostante abbreviando il ritorno)      Forestale q.1065 (Nella parte finale della discesa, il largo colatoio svanisce gradualmente nel fitto bosco, manteniamo la direzione per alcuni minuti e ci innestiamo d’obbligo nella forestale CAI 462/B, la teniamo a destra)     Deviazione q.1090 (Lasciamo la pista forestale che è destinata a terminare dopo pochi minuti, il CAI 462/B continua dritto a destra per sentierino, cartelli assenti, prendiamo come riferimento i numeri 13 e 12 scritti in giallo sul macigno roccioso, solo in seguito compaiono i normali segni bianco/rossi del CAI)     Deviazione q.1093 (Il sentierino CAI 462/B procede pianeggiante nel bosco, prima che inizi a salire lo lasciamo, prendiamo il sentierino a sinistra senza indicazioni che perde quota, segni azzurri)      Fosso Tovaros q.1070 (Il sentierino finisce arrivando al fosso detritico, dalla parte opposta inizia una piccola forestale erbosa senza segni che prendiamo)     Bivio q.1023 (Bivio della forestale senza segni o indicazioni, il punto è quotato 1023 m da IGM, la teniamo a destra e in breve si sviluppa su fondo cementato)     Incrocio q.975 (Ci innestiamo sul tornante della pista forestale CAI 420, a destra sale verso la malga Nardis, la teniamo a sinistra in discesa, ignoriamo un largo sentiero abbandonato a sinistra a ritroso)     Bivio q.930 (Lasciamo la pista forestale CAI 420 che prosegue la sua discesa verso il passo del Ballino, prendiamo una forestale secondaria a destra con indicazioni della cascata del rio Ruzza)     Bivio q.902 (A destra un sentiero risale direttamente alla cascata del rio Ruzza, stiamo sulla forestale, cartello)     Deviazione q.874 (Chiudiamo il lungo e faticoso anello, a destra c’è il sentiero con il ponticello che avevamo risalito in mattinata per raggiungere la cascata e la ferrata, manteniamo la forestale ripercorrendo il tragitto fatto all’andata)     Bivio q.876      Incrocio q.860  Bivio q.836     Incrocio q.793     Deviazione q.785   –   Casa q.781      Rio Ruzza q.775  Cimitero q.757   Ballino q.755.


NOTE:
LUNGHEZZA: 16,4 km
DIFFICOLTA: EEA
DISLIVELLO TOTALE: 1430 m
QUOTA MASSIMA: 1930 m













Sentieri



- La ferrata Signora delle Acque è di difficoltà medio/alta e si sviluppa risalendo fedelmente il salto della cascata, è attrezzato con ponticelli tibetani, cavo d’acciaio e staffe metalliche. Quando non sussistono le staffe, ci vengono in aiuto per la presa di mani e piedi i numerosi solchi scalpellati nella roccia. La via ferrata è generalmente molto esposta con le difficoltà che aumentano nella parte alta.

- Possiamo eventualmente compiere solamente la via ferrata (come generalmente fanno tutti) evitando la lunga e impegnativa (ma consigliata) escursione tra il Dosso d’Enziana e il monte Cogorna, facendo ritorno a Ballino con la pista forestale della Rocchetta CAI 420.

- La località che segnalo come La Rocchetta, su mappa IGM viene indicata come Il Pinzon q.1463, avvallo le indicazioni delle mappe Kompass e CTR Trentino A.A. che collocano il Pinzon più a sud quotandolo rispettivamente 1534m e 1532 m.

- Consiglio di percorrere il CAI 462 di ritorno solo a escursionisti molto esperti, da anni il sentiero è dismesso e la segnatura non è sempre evidente, la discesa molto ripida avviene nel versante orientale del monte Cogorna (località Salere). Principalmente si sfruttano ripidissimi canalini di sfasciumi, d’obbligo procedere a distanza ravvicinata per i sassi smossi e l’uso del casco, nel caso perdessimo i segni (…molto probabile…) non avanzare incautamente perché ci sono grandi probabilità di avvicinarsi a dei precipizi. Evitiamo assolutamente il CAI 462 in caso di terreno bagnato o scarsa visibilità, sicuramente allo stato attuale è molto più pericoloso della ferrata Signora delle Aquile. Prendere in considerazione di spezzare il giro in due giorni con pernotto alla malga Nardis (o malga Cogorna che dovrebbe avere un locale sempre aperto), e se decidiamo di evitare il pericoloso CAI 462, procedere dalla malga Cogorna verso il paese di Cornelle (sentiero del Cogorna CAI 461) e fare ritorno con la forestale di Vel-Tombus-Raina (CAI 462/B).


Rifugi-Bivacchi
- Malga di Nardis q.1784: edificio incustodito in discrete condizioni, un locale è sempre aperto ad uso bivacco, all’interno 4 posti letto con coperte, tavolo, sedie, stufa e credenza. Acqua di raccolta piovana (cisterna) ma fonte a 10 minuti dalla malga sul sentiero CAI 420.



Fonti

- Fonte/lavatoio a Ballino
- Fontana al piccolo cimitero di Ballino
- Fonte alla Deviazione q.785
- Fonte di Nardis (sul sentiero CAI 420, precede di circa 10 minuti l’arrivo all’omonima malga)





TEMPI RILEVATI NETTI (ore):
TEMPI RILEVATI NETTI (ore):
Ballino
0,00
Monte Cogorna
4,22
Cimitero
/
CAI 462
4,44
Rio Ruzza
0,04
Canalone q.1615
5,15
Casa q.781
0,10
Canalone q.1528
5,45
Deviazione q.785
0,11
Anfratto q.1450
6,10
Incrocio q.793  
0,13
Colatoio q.1260
/
Bivio q.836
0,17
Forestale q.1065
7,15
Incrocio q.860
0,20
Deviazione q.1090
7,23
Bivio q.876
0,24
Deviazione q.1093
7,27
Deviazione q.874
0,27
Fosso Tovaros
7,30
Cascata del rio Ruzza
0,31
Bivio q.1023
7,36
Ferrata S. delle Acque  
/
Incrocio q.975
7,40
Forestale q.1055
1,15
Bivio q.930
7,46
Forestale CAI 420
1,22
Bivio q.902
7,52
Sbarra
1,38
Deviazione q.874
7,55
Coste Alte di Indos
1,45
Bivio q.876
/
La Rocchetta
2,07
Incrocio q.860
/
Cascata Alta rio Ruzza
2,10
Bivio q.836
/
Pra’ dei Camosci
3,08
Incrocio q.793  
/
Fonte di Nardis
3,22
Deviazione q.785
/
Malga Nardis
3,30
Casa q.781
/
Bocchetta di Nardis
3,52
Rio Ruzza
/
Dosso d’Enziana
/
Cimitero
/
Bivio q.1851
4,13
Ballino
8,20
Cima q.1872
/





Ballino q.755 (Dalla grande fonte/lavatoio di fronte alla chiesa di Ballino, iniziamo a camminare sulla stradina asfaltata che ben presto lascia l’abitato)
Ballino q.755 (Dalla grande fonte/lavatoio di fronte alla chiesa di Ballino, iniziamo a camminare sulla stradina asfaltata che ben presto lascia l’abitato)
Ballino q.755 (Tabella inerente alla cascata del rio Ruzza e la sua ferrata) 
Cimitero q.757 (Eventualmente si può iniziare il giro anche da qui, pochi posti auto)
Sulla stradina asfaltata che ben presto lascia l’abitato

Deviazione q.785 (Lasciamo la stradina asfaltata che vira a sinistra, andiamo dritto in salita su carrozzabile)

Lo stradello presso l’Incrocio q.793 che dà accesso alla casa di Saiand situata nell’ampia prateria

Manteniamo il largo tracciato ora sterrato transitando di fatto sopra il podere di Saiand
Deviazione q.874 (Cartelli con indicazioni della cascata: lasciamo la pista forestale che continua superando il rio Ruzza, prendiamo il sentiero che sale a sinistra e attraversa il ponte di legno poco sopra)  
Deviazione q.874 (Cartelli con indicazioni della cascata: lasciamo la pista forestale che continua superando il rio Ruzza, prendiamo il sentiero che sale a sinistra e attraversa il ponte di legno poco sopra) 
Inizio della ferrata Signora delle Acque

Ferrata Signora delle Acque
Ferrata Signora delle Acque
Ferrata Signora delle Acque
Ferrata Signora delle Acque

Ferrata Signora delle Acque
Ferrata Signora delle Acque
Ferrata Signora delle Acque
Ferrata Signora delle Acque

Ferrata Signora delle Acque
Ferrata Signora delle Acque
Ferrata Signora delle Acque
Ferrata Signora delle Acque





Ferrata Signora delle Acque
Ferrata Signora delle Acque
Al termine della cascata, la via ferrata si sposta a destra entrando nel bosco dove troviamo il libro delle firme che sancisce la fine della via, camminiamo su sentierino con cavo corrimano

Forestale q.1055 (Usciamo nella piazzola dalla quale inizia la pista forestale che si percorre in leggera discesa) 
Forestale CAI 420 q.1003 (Innesto sulla forestale CAI 420 della Rocchetta, a destra possiamo tornare velocemente a Ballino, la teniamo a sinistra in salita)
Coste Alte di Indos q.1160 (Bivio e cartello: a destra in discesa inizia il sentiero CAI 462/B, manteniamo in salita la pista forestale) 

Sulla forestale CAI 420 della Rocchetta
Cascata Alta del rio Ruzza q.1314 (Modesta cascatella sul sentiero CAI 420) 
Si continua su cengia panoramica
Si continua su cengia panoramica
Si continua su cengia panoramica fino ad arrivare all’interno del bosco, qui il sentiero comincerà a guadagnare costantemente quota sviluppandosi in numerose serpentine
Pra’ dei Camosci q.1710 (Al termine della lunga salita usciamo dal bosco presso uno spallone, il panorama spazia su tutta l’alta Valle dell’Inferno compresa tra il Dosso della Torta e il Dosso d’Enziana, in lontananza si può scorgere la malga Nardis che dobbiamo raggiungere)

Zoomata verso la malga Nardis
Il CAI 420 ora avanza per sentiero pianeggiante a mezzacosta
Fonte di Nardis
Arrivo alla malga Nardis
Malga Nardis
Panorama dalla malga Nardis






Malga Nardis (Locale sempre aperto a uso bivacco)
Malga Nardis (Locale sempre aperto a uso bivacco)
Dalla malga Nardis ci portiamo pochi metri sopra l’edificio e iniziamo a percorrere a destra l’esile sentierino CAI 461 che transita di fatto parallelo al sentiero CAI 420 dal quale siamo venuti
Dalla malga Nardis ci portiamo pochi metri sopra l’edificio e iniziamo a percorrere a destra l’esile sentierino CAI 461 che transita di fatto parallelo al sentiero CAI 420 dal quale siamo venuti
L’esile sentierino CAI 461 che dalla malga Nardis risale alla bocchetta di Nardis
Dalla Bocchetta di Nardis, il CAI 461 continua a mezzacosta dalla parte opposta

Sul CAI 461, alle nostre spalle la Bocchetta di Nardis che abbiamo attraversato in precedenza
Sul CAI 461
Sul CAI 461
Cartelli al Bivio q.1851
Sul monte Cogorna

Panorama dal monte Cogorna
Dal monte Cogorna manteniamo il crinale con direzione nord/est, in breve è ricoperto da una fitta vegetazione di arbusti, la segnatura è assente ma la marcata traccia ci guida evitando i tratti impenetrabili
Alle nostre spalle la vetta del monte Cogorna che abbiamo lasciato
CAI 462 q.1748 (Innesto sul CAI 462 che in questo punto attraversa il crinale, un cartello ci indica che il sentiero è dismesso) 
CAI 462 q.1748 (Teniamo il CAI 462 che scende la dorsalina su verde pendio alla nostra destra, segni sporadici e direzione sud/est) 

Attenzione che dopo circa 10 minuti lascia la dorsale che è destinata a esaurirsi, e perde quota a destra con la traccia ormai scomparsa, direzione sud, per intercettare il canalone detritico sottostante
Attenzione che dopo circa 10 minuti lascia la dorsale che è destinata a esaurirsi, e perde quota a destra con la traccia ormai scomparsa, direzione sud, per intercettare il canalone detritico sottostante
Arrivo al canalone
Canalone q.1615 (Con molta cautela ci caliamo nell’angusto canalone franoso e lo percorriamo per circa 15/20 metri trovando i segni CAI che invitano a prendere l’esile sentierino sulla sponda opposta)
Canalone q.1615 (Con molta cautela ci caliamo nell’angusto canalone franoso e lo percorriamo per circa 15/20 metri trovando i segni CAI che invitano a prendere l’esile sentierino sulla sponda opposta)

Il dismesso CAI 462
Il dismesso CAI 462
Riattraversato il canalone alla quota di circa q.1528, scendiamo con direzione nord/est, su fondo instabile e franoso di ghiaie e detriti, costeggiando le verticali pareti rocciose che ci si presentano
Scendiamo con direzione nord/est, su fondo instabile e franoso di ghiaie e detriti, costeggiando le verticali pareti rocciose che ci si presentano
Scendiamo con direzione nord/est, su fondo instabile e franoso di ghiaie e detriti, costeggiando le verticali pareti rocciose che ci si presentano
Anfratto q.1450 (Costeggiando in discesa le verticali pareti rocciose arriviamo presso un anfratto) 

Dall’Anfratto q.1450 procediamo mantenendo la direzione nord/est sfruttando una serie di minuscoli canalini detritici che si alternano con passaggi infrascati allontanandoci di fatto dalla grande parete rocciosa che comunque stava terminando, il proseguo è molto difficoltoso per orientamento, l’assenza di qualsiasi traccia di passaggio e la segnatura molto sporadica
Colatoio q.1260 (Mantenendo la direzione nord/est tra canalini detritici e passaggi infrascati, intercettiamo d’obbligo il largo colatoio di sfasciumi rocciosi nel bosco, lo seguiamo fedelmente calandoci al suo interno virando nettamente verso sud/est)
Forestale q.1065 (Nella parte finale della discesa, il largo colatoio svanisce gradualmente nel fitto bosco, manteniamo la direzione per alcuni minuti e ci innestiamo d’obbligo nella forestale CAI 462/B, la teniamo a destra) 
Deviazione q.1090 (Lasciamo la pista forestale che è destinata a terminare dopo pochi minuti, il CAI 462/B continua dritto a destra per sentierino, cartelli assenti, prendiamo come riferimento i numeri 13 e 12 scritti in giallo sul macigno roccioso) 
Il sentierino CAI 462/B
Il sentierino intrapreso dal Bivio q.1023 quando avevamo lasciato il CAI 462/B finisce arrivando al fosso detritico di Tovaros….

………., dalla parte opposta inizia una piccola forestale erbosa senza segni che prendiamo
Bivio q.1023 (Bivio della forestale senza segni o indicazioni, il punto è quotato 1023 m da IGM, la teniamo a destra e in breve si sviluppa su fondo cementato)