mercoledì 24 marzo 2021

Traversata in cresta del Gobbo, cime del Garnerone, Grondilice (PD)

Itinerario semi alpinistico che ripercorre una parte della Cresta del Garnerone (Alpi Apuane, Toscana), toccando le vette del Gobbo, Garnerone Nord, Garnerone Centrale, Garnerone Sud e Grondilice.

DATA: 31 ottobre 2020

PARTENZA: Con l’autostrada A 15 Parma-La Spezia usciamo a Aulla e seguiamo le indicazioni per Casola in Lunigiana e Minucciano. Lasciato quest’ultimo paesino, la strada attraversa una galleria per poi scendere al paese di Gramolazzo, noi invece andiamo a destra iniziando a entrare nella valle di Orto di Donna (indicazioni per i rifugi alpini) continuando fino al termine della strada transitabile presso il rifugio Donegani.

Traccia reale del GPS riportata sullo stralcio della mappa interattiva webmapp tratta dal sito http://www.webmapp.it/

 ITINERARIO: Rifugio Donegani q.1121 (Di fronte al rifugio risaliamo il sentierino CAI 37 che entra nel bosco, cartelli)   –   Marmifera q.1165 (Innesto sulla strada ad uso della cava, andiamo a sinistra)      Bivio q.1192 (Il CAI 37 lascia la marmifera e sale a destra per sentiero con pietrisco che sarà anche il nostro ritorno. Proseguiamo sulla carrozzabile ignorando subito a destra l’ingresso di un’area di cava)      Bivio q.1203 (Bivio della marmifera: alla nostra sinistra c’è una torretta dell’Enel dismessa, lasciamo la marmifera principale che continua dritto e ne prendiamo quella che sale a destra dove ben presto risulta in disuso e si esaurisce, in seguito saliamo fuori sentiero e a vista il ripido pendio costeggiando inizialmente la sottostante area di cava)      Marmifera q.1313 (Il punto è quotato 1313,4 metri da CTR Toscana. Risalendo a vista il ripido pendio ci innestiamo nella soprastante marmifera, dalla parte opposta è delimitata da un enorme muro di blocchi di marmo, quindi l’attraversiamo e continuiamo in ripida salita tra paleo e rocce affioranti, direzione sud/ovest)     Cisterna q.1386 (Grande cisterna di cemento inutilizzata, alla nostra destra possiamo notare a poca distanza la marmifera che con un giro più ampio ci poteva eventualmente far giungere in questo punto più agevolmente, procediamo a vista la ripida ascesa con direzione ovest su crinale che gradualmente diventa particolarmente affilato)   –    CAI 179 q.1509 (Innesto sul CAI 179, sulla destra a pochi minuti c’è l’ampia e verde sella della Foce di Giovo, andiamo a sinistra)   –   Deviazione q.1502 (Lasciamo il CAI 179 che in breve è destinato a perdere quota, prendiamo come riferimento lo “scivolo” di placche rocciose sotto il sentiero, saliamo senza traccia a destra e procediamo a vista e a mezzacosta in costante ascesa con l’obiettivo di mantenere la direzione sud, evitando quindi di puntare alla cresta ma camminando paralleli tra roccette, paleo e arbusti)   –   Cima q.1652 (Dopo circa 15/20 minuti, ci appare l’ampia vallata di detriti e ghiaie che caratterizza il versante orientale del complesso Gobbo/Garnerone Nord. In lontananza è evidente la grande colata di ghiaia che scende dalla foce del Gobbo che separa quest’ultimo dalla Punta del Garnerone Nord, tangibile è la sottile colata di ghiaia che scende dalla stretta forcella nord del Gobbo proprio sopra di noi e che potremmo intraprendere, optiamo invece per la ripidissima salita a destra di quest’ultima colata, tra paleo e roccia guadagnando la cima senza toponimo quotata 1652,4 metri da CTR Toscana, aguzzo promontorio roccioso a nord de Il Gobbo sulla nota cresta del Garnerone.  Dalla cima, la cresta del Garnerone a destra si dirige verso la Guglia di Vinca, noi scendiamo a sinistra guadagnando facilmente la stretta forcella di paleo che ci separa dal Gobbo)      Foce q.1640 (Forcella nord del Gobbo. Il muro di placche rocciose che ci si presenta dalla parte opposta si vince sfruttando la ripida linea obliqua di paleo, passaggi di 1°+ in esposizione)      Il Gobbo q.1672 (Arrampicato il muro di placche guadagniamo la selletta soprastante dove è situata una sosta, la massima elevazione del Gobbo si discosta dalla cresta principale del Garnerone sbalzando sul versante occidentale, quello di Vinca, quindi facciamo la dovuta deviazione arrampicando a destra pochi metri di 2°, poi in aderenza la placca obliqua che ne segue. Dal punto alto possiamo ripercorrere a ritroso la breve digressione appena fatta, optiamo invece di aggirare sul versante nord la rampa di paleo e pietrisco. Tornati sulla selletta, procediamo pochi metri per individuare la fenditura sul versante di Vinca che ci fa abbandonare il filo di cresta e abbassarci fino alla maestosa foce del Gobbo, si disarrampica tra roccia e pietrisco con passaggi di 2°-)   –   Foce del Gobbo q.1623 (Forcella sud del Gobbo, per CTR Toscana q.1623,2 metri. La lunga disarrampicata ci ha depositato poco sotto la foce del Gobbo, l’ampia forcella che ci separa dalla Punta del Garnerone Nord. Mantenendoci sul versante di Vinca, cominciamo ad aggirare la parete nord/occidentale della Punta del Garnerone Nord arrampicandoci in direzione di una selletta originata dallo sperone roccioso)     Sperone q.1633 (Raggiungiamo lo sperone sul versante occidentale della Punta del Garnerone Nord, è quotato 1632,8 da CTR Toscana, dalla parte opposta si manifesta la buona cengia naturale che in normale esposizione si percorre senza problemi, pochi istanti prima si può notare una piccola cavità e in seguito una sosta per calata in doppia)   –   Punta del Garnerone Nord q.1726 (Giungiamo sull’ampia cima salendo ripidamente ma senza difficoltà su paleo e sfasciumi di roccia. Di fatto abbiamo riguadagnato la cresta e ora perdiamo quota fiancheggiando un foro naturale fino alla sottostante forcella)   –    Foce q.1714 (Quota da GPS, forcella che separa la Punta del Garnerone Nord dalla Punta del Garnerone centrale. Scendiamo facilmente a questa forcella, ma ora dobbiamo arrampicare circa due metri di 2°, poi salire in aderenza le placche rocciose in discreta esposizione)      Punta del Garnerone Centrale q.1722 (Si presenta come una aguzza ma modesta elevazione sotto la Punta del Garnerone Nord, si procede su aerea cresta)     Parete Punta del Garnerone Sud q.1728 (L’affilata cresta ci fa raggiungere la verticale parete rocciosa del versante nord della Punta del Garnerone Sud. Ci abbassiamo a destra, versante di Vinca, portandoci a camminare senza problemi il cengione alla sua base e notando in successione due sottili fenditure che solcano la parete e che comporterebbero un’arrampicata di 4°, poi saliamo il successivo costone di facili placche)      Punta del Garnerone Sud q.1739 (Conquistiamo senza problemi l’ultima cima del Garnerone. Avanziamo disarrampicando un breve passaggio di 2°- che ci deposita nel sottostante terrazzo di infido pietrisco dal quale si evince subito che non è possibile calarci ulteriormente sfruttando sia il versante rivolto sull’Orto di Donna che quello rivolto a Vinca perché precipitano. E’ giocoforza avanzare cautamente nel pietrisco per individuare la crestina sotto di noi, solo apparentemente inaccessibile ma che si rivela di ottima roccia, quindi disarrampichiamo per circa quindici metri in buona esposizione con passaggi di 2°+ la sua paretina, quella rivolta verso Vinca, eventualmente in loco c’è una sosta per calare in doppia fino alla foce del Garnerone)      Foce del Garnerone q.1709 (Si continua camminando con attenzione sulla cresta)      Foce q.1739 (Un’ampia ed esposta cengia precede l’arrivo alla grande foce, dove se il versante orientale degrada nell’Orto di Donna, a destra precipita in una angusta finestra rocciosa. Davanti a noi dobbiamo arrampicare circa tre metri di 3-)     Sella q.1750 (Ampia sella che separa la cima senza toponimo quotata 1768,5 dall’anticima del Grondilice di fronte a noi. La ripida cresta che ci accingiamo a salire solo all’apparenza sembra proibitiva, seppur molto esposta i passaggi non superano il 1°+, da notare il largo canalone alla nostra destra che ci potrebbe fare abbandonare facilmente la cresta per raggiungere il CAI 186)      Anticima del Grondilice q.1792 (Quotata 1792,3 da CTR Toscana e generalmente non menzionata sulle altre mappe, ora procediamo con attenzione ma senza difficoltà di rilievo sulla cresta che perde quota per poi salire sul monte Grondilice, cerchiamo di privilegiare i passaggi di roccia nel versante sud, perché a nord la parete precipita sull’Orto di Donna)       Grondilice q.1808 (Omino di sassi e possibile scritta, ora perdiamo quota percorrendo la via normale che si sviluppa per traccia sdrucciolevole e roccette da disarrampicare, bolli rossi ci guidano)   –    Finestra del Grondilice q.1743 (Stretta forcella che separa il Grondilice da La Forbice, innesto sul CAI 186: a destra si scende a Foce Rasori, dritto a sinistra al rifugio Orto di Donna, noi lasciamo immediatamente il sentiero CAI 186 e andiamo a sinistra a ritroso con direzione nord transitando di fatto sotto i contrafforti del Grondilice su terreno di pietrisco, si procede a vista senza traccia o segni)      Canale dell’Autista q.1739 (Quota da GPS. Lasciata la Finestra del Grondilice in pochi minuti intercettiamo il canale di pietrisco che scendiamo senza difficoltà ma con cautela per non smuovere sassi, direzione nord/est)   –   Uscita Canale dell’Autista q.1862 (Persi circa 60 metri il canale si esaurisce, cambiamo direzione e ora camminiamo a vista e senza traccia verso nord/ovest puntando all’inconfondibile sagoma del Pizzo d’Uccello, ci abbassiamo gradualmente su terreno di paleo misto pietrisco. A circa 1550 metri si entra nel bosco, ora una buona traccia con ometti di sasso ci guida fino al CAI 179)   –    CAI 179 q.1469 (Innesto sul sentiero CAI 179, a destra conduce al rifugio Orto di Donna, lo teniamo a sinistra in salita)   –   Deviazione q.1502 (Siamo nel punto in cui avevamo lasciato il sentiero segnato per portarci verso Il Gobbo, manteniamo il CAI 179)     CAI 179 q.1509 (E’ il punto in cui ci eravamo innestati all’andata nel CAI 179 provenendo su cresta fuori sentiero dalla cava dell’Orto di Donna, raggiungiamo l’ampia e verde sella della foce di Giovo poco distante)      Foce di Giovo q.1502 (Incrocio di sentieri con cartelli nell’ampia sella erbosa: a sinistra scende il CAI 37/CAI 175 verso il paese di Vinca, dritto c’è il CAI 181 che si dirige verso il Pizzo d’Uccello, scendiamo a destra con il CAI 37 verso l’Orto di Donna)      Bivio q.1410 (A destra continua come CAI 37/A e a pochi metri possiamo notare una cisterna metallica abbandonata, stiamo a sinistra sul CAI 37 che scende bypassando l’area di cava)      Bivio q.1375 (Uscendo dal bosco troviamo i cartelli: a sinistra sale il CAI 191 per la foce del Giovetto, manteniamoci sul CAI 37)      Cava q.1308 (Saggio di cava abbandonato, in loco è presente un abbeveratoio di sasso)   –   Casotto q.1234 (Casotto di sasso abbandonato sopra una grande bancata di cava, il CAI 37 scende per sentiero su fondo di pietrisco)   –  Casotto q.1209 (Casotto di sasso abbandonato alla nostra sinistra)      Bivio q.1192 (Ci innestiamo sulla marmifera percorsa in mattinata dove chiudiamo il secondo anello, andiamo a sinistra per tornare al rifugio Donegani)      Marmifera q.1165 (Lasciamo la marmifera per scendere a destra il sentiero CAI 37 che porta direttamente al rifugio)     Rifugio Donegani q.1121.

 

NOTE:

LUNGHEZZA: 6,7 km

DIFFICOLTA: PD

DISLIVELLO TOTALE: 950 m

QUOTA MASSIMA: Grondilice q.1808

 

 

 

 

 

 

Sentieri

 

 

 

- Indispensabile il GPS se non si è profondi conoscitori del posto, soprattutto per raggiungere la Cima q.1652 dopo che abbiamo lasciato il CAI 179 e nella discesa dalla Finestra del Grondilice sfruttando lo sconosciuto Canale dell’Autista.

- Il canale detritico situato a pochi minuti sul versante nord della Finestra del Grondilice, assume la denominazione di “Canale dell’Autista” dalla cavità naturale (Buca dell’Autista) ubicata a breve distanza dall’uscita del canalone stesso.

- Sulla cresta Il Gobbo/cime del Garnerone/Grondilice, bisogna affrontare una serie di passaggi vari in salita/discesa max 2°+ (ma generalmente di 1+ e 2°) su roccia infida e sdrucciolevole, l’uso della corda può essere utile solo se non si ha confidenza a disarrampicare le difficoltà sopracitate, consigliato l’uso del caschetto.

 

 

 

 

 

Rifugi-Bivacchi

 

- Rifugio Guido Donegani: raggiungibile in auto, generalmente è aperto da aprile a ottobre tutti i giorni, nei fine settimana il resto dell’anno http://www.rifugiodonegani.it/

- Rifugio Orto di Donna: sul sentiero CAI 179 sotto il passo delle Pecore, aperto da maggio a ottobre

- Rifugio Val Serenaia: sulla strada asfaltata della val Serenaia, è aperto da giugno a settembre e nei fine settimana, servizio di ristoro e pernottamento, sono a disposizione 30 posti letto

 

 

Fonti

- Assenti

Tracce GPS



TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

Rifugio Donegani

0,00

Foce q.1739

3,31

Marmifera q.1105

0,07

Sella q.1750

3,42

Bivio q.1192

0,10

Anticima del Grondilice

3,48

Bivio q.1203

0,12

Grondilice

4,00

Marmifera q.1313

0,29

Finestra del Grondilice

4,10

Cisterna

0,38

Canale dell’Autista

4,15

CAI 179 q.1509

1,02

Uscita Canale dell’Autista

4,30

Deviazione q.1502

1,12

CAI 179 q.1469

5,00

Cima q.1652

1,50

Deviazione q.1502

5,10

Foce q.1640

1,53

CAI 179 q.1509

5,18

Il Gobbo

2,00

Foce di Giovo

5,20

Foce del Gobbo

2,10

Bivio q.1410

5,27

Sperone q.1633

2,21

Bivio q.1375

5,37

Punta del Garnerone Nord

2,40

Cava q.1308

5,46

Foce q.1714

2,45

Casotto q.1234

5,56

Punta Garnerone Centrale

2,50

Casotto q.1209

5,59

Parete Garnerone Sud

3,02

Bivio q.1192

6,00

Punta del Garnerone Sud

3,10

Marmifera q.1165

/

Foce del Garnerone

/

Rifugio Donegani

6,08

 

 

Rifugio Donegani

Di fronte al rifugio risaliamo il sentierino CAI 37 che entra nel bosco

Marmifera q.1165 (Innesto sulla strada ad uso della cava, andiamo a sinistra)

Saliamo fuori sentiero e a vista il ripido pendio costeggiando inizialmente la sottostante area di cava

Marmifera q.1313 (Il punto è quotato 1313,4 metri da CTR Toscana. Risalendo a vista il ripido pendio ci innestiamo nella soprastante marmifera, dalla parte opposta è delimitata da un enorme muro di blocchi di marmo, quindi l’attraversiamo e continuiamo in ripida salita tra paleo e rocce affioranti) 

Continuiamo in ripida salita tra paleo e rocce affioranti

Cisterna q.1386 (Grande cisterna di cemento inutilizzata)

Procediamo a vista la ripida ascesa con direzione ovest su crinale che gradualmente diventa particolarmente affilato

Procediamo a vista la ripida ascesa con direzione ovest su crinale che gradualmente diventa particolarmente affilato

Procediamo a vista la ripida ascesa con direzione ovest su crinale che gradualmente diventa particolarmente affilato

In vista della foce Giovo e il Pizzo d’Uccello

Sul CAI 179

Deviazione q.1502 (Lasciamo il CAI 179 che in breve è destinato a perdere quota, prendiamo come riferimento lo “scivolo” di placche rocciose sotto il sentiero, saliamo senza traccia a destra)

Procediamo a vista e a mezzacosta in costante ascesa con l’obiettivo di mantenere la direzione sud, evitando quindi di puntare alla cresta ma camminando paralleli tra roccette, paleo e arbusti

Dopo circa 15/20 minuti, ci appare l’ampia vallata di detriti e ghiaie che caratterizza il versante orientale del complesso Gobbo/Garnerone Nord. In lontananza è evidente la grande colata di ghiaia che scende dalla foce del Gobbo che separa quest’ultimo dalla Punta del Garnerone Nord

Panoramica dell’ascesa al Gobbo vista sulla via del ritorno dopo essere scesi dal canale dell’Autista

Tangibile è la sottile colata di ghiaia che scende dalla stretta forcella nord del Gobbo proprio sopra di noi e che potremmo intraprendere, optiamo invece per la ripidissima salita a destra di quest’ultima colata, tra paleo e roccia

Optiamo invece per la ripidissima salita a destra di quest’ultima colata, tra paleo e roccia guadagnando la cima senza toponimo quotata 1652,4 metri da CTR Toscana

Arrivo alla cima senza toponimo quotata 1652,4 metri da CTR Toscana

Sulla cima senza toponimo quotata 1652,4 metri da CTR Toscana

Cima q.1652 (Dalla cima scendiamo a sinistra guadagnando facilmente la stretta forcella di paleo che ci separa dal Gobbo)

Cima q.1652 (Dalla cima scendiamo a sinistra guadagnando facilmente la stretta forcella di paleo che ci separa dal Gobbo)

Foce q.1640 (Forcella nord del Gobbo. Il muro di placche rocciose che ci si presenta dalla parte opposta si vince sfruttando la ripida linea obliqua di paleo, passaggi di 1°+ in esposizione)  

Il muro di placche rocciose che ci si presenta dalla parte opposta della Foce q.1640 si vince sfruttando la ripida linea obliqua di paleo, passaggi di 1°+ in esposizione

Salita dalla Foce q.1640 o Forcella nord del Gobbo al Gobbo

Il Gobbo q.1672 (Arrampicato il muro di placche guadagniamo la selletta soprastante dove è situata una sosta, la massima elevazione del Gobbo si discosta dalla cresta principale del Garnerone sbalzando sul versante occidentale, quello di Vinca, quindi facciamo la dovuta deviazione arrampicando a destra pochi metri di 2°, poi in aderenza la placca obliqua che ne segue) 

La placca finale per la vetta de Il Gobbo

Il Gobbo q.1672

Il Gobbo q.1672 (Dal punto alto possiamo ripercorrere a ritroso la breve digressione appena fatta, optiamo invece di aggirare sul versante nord la rampa di paleo e pietrisco) 

Tornati sulla selletta, procediamo pochi metri per individuare la fenditura sul versante di Vinca che ci fa abbandonare il filo di cresta e abbassarci fino alla maestosa foce del Gobbo, si disarrampica tra roccia e pietrisco con passaggi di 2°-

Panorama da Il Gobbo del percorso d’affrontare per raggiungere la Punta del Garnerone Nord

Vista de Il Gobbo e la discesa effettuata per raggiungere la Foce del Gobbo

Dalla foce del Gobbo ci manteniamo sul versante di Vinca, cominciamo ad aggirare la parete nord/occidentale della Punta del Garnerone Nord arrampicandoci in direzione di una selletta originata dallo sperone roccioso

Dalla foce del Gobbo ci manteniamo sul versante di Vinca, cominciamo ad aggirare la parete nord/occidentale della Punta del Garnerone Nord arrampicandoci in direzione di una selletta originata dallo sperone roccioso

Arrivati allo sperone sul versante occidentale della Punta del Garnerone Nord, è quotato 1632,8 da CTR Toscana, dalla parte opposta si manifesta la buona cengia naturale che in normale esposizione si percorre senza problemi

La cengia naturale sul versante occidentale della Punta del Garnerone Nord che percorriamo dopo avere oltrepassato lo Sperone q.1633

La cengia naturale sul versante occidentale della Punta del Garnerone Nord che percorriamo dopo avere oltrepassato lo Sperone q.1633

La cengia naturale sul versante occidentale della Punta del Garnerone Nord che percorriamo dopo avere oltrepassato lo Sperone q.1633

Salita finale alla Punta del Garnerone Nord

Punta del Garnerone Nord

Panorama dalla Punta del Garnerone Nord sullo sviluppo del tragitto da fare

Dalla Punta del Garnerone Nord perdiamo quota fiancheggiando un foro naturale fino alla sottostante forcella  

Foce q.1714 (Quota da GPS, forcella che separa la Punta del Garnerone Nord dalla Punta del Garnerone centrale. Ora dobbiamo arrampicare circa due metri di 2°, poi salire in aderenza le placche rocciose in discreta esposizione)

Punta del Garnerone Centrale q.1722

Sulla cresta dopo avere lasciato la Punta del Garnerone Centrale

Sulla cresta dopo avere lasciato la Punta del Garnerone Centrale

L’affilata cresta ci fa raggiungere la verticale parete rocciosa del versante nord della Punta del Garnerone Sud

Parete Punta del Garnerone Sud q.1728 (L’affilata cresta ci fa raggiungere la verticale parete rocciosa del versante nord della Punta del Garnerone Sud. Ci abbassiamo a destra, versante di Vinca, portandoci a camminare senza problemi il cengione alla sua base e notando in successione due sottili fenditure che solcano la parete e che comporterebbero un’arrampicata di 4°, poi saliamo il successivo costone di facili placche)  

Parete Punta del Garnerone Sud q.1728 (L’affilata cresta ci fa raggiungere la verticale parete rocciosa del versante nord della Punta del Garnerone Sud. Ci abbassiamo a destra, versante di Vinca, portandoci a camminare senza problemi il cengione alla sua base e notando in successione due sottili fenditure che solcano la parete e che comporterebbero un’arrampicata di 4°, poi saliamo il successivo costone di facili placche) 

Punta del Garnerone Sud q.1739

Dalla Punta del Garnerone Sud avanziamo disarrampicando un breve passaggio di 2°- che ci deposita nel sottostante terrazzo di infido pietrisco

Dalla Punta del Garnerone Sud avanziamo disarrampicando un breve passaggio di 2°- che ci deposita nel sottostante terrazzo di infido pietrisco dal quale si evince subito che non è possibile calarci ulteriormente sfruttando sia il versante rivolto sull’Orto di Donna che quello rivolto a Vinca perché precipitano, in loco c’è una sosta per calare in doppia fino alla foce del Garnerone

Dal terrazzo di pietrisco è giocoforza avanzare cautamente per individuare la crestina sotto di noi, solo apparentemente inaccessibile ma che si rivela di ottima roccia, quindi disarrampichiamo per circa quindici metri in buona esposizione con passaggi di 2°/2°+ la sua paretina, quella rivolta verso Vinca

Disarrampichiamo per circa quindici metri in buona esposizione con passaggi di 2°/2°+ la sua paretina, quella rivolta verso Vinca

Disarrampichiamo per circa quindici metri in buona esposizione con passaggi di 2°/2°+ la sua paretina, quella rivolta verso Vinca

Foce del Garnerone

Un’ampia ed esposta cengia precede l’arrivo alla grande Foce q.1739 

Il versante a destra della Foce q.1739 precipita in una angusta finestra rocciosa

Dalla Foce q.1739 dobbiamo arrampicare circa tre metri di 3-

La cima senza toponimo quotata 1768,5 da CTR Toscana

Sella q.1750 (Ampia sella che separa la cima senza toponimo quotata 1768,5 dall’anticima del Grondilice di fronte a noi. La ripida cresta che ci accingiamo a salire solo all’apparenza sembra proibitiva, seppur molto esposta i passaggi non superano il 1°+)  

Salita all’anticima del Grondilice quotata 1792,3 da CTR Toscana

Anticima del Grondilice q.1792 (Quotata 1792,3 da CTR Toscana e generalmente non menzionata sulle altre mappe, ora procediamo con attenzione ma senza difficoltà di rilievo sulla cresta che perde quota per poi salire sul monte Grondilice) 

Cerchiamo di privilegiare i passaggi di roccia nel versante sud, perché a nord la parete precipita sull’Orto di Donna

Grondilice q.1808

Panorama dal Grondilice sul monte Pisanino

Panorama dal Grondilice sul monte Contrario in primo piano, e le gobbe del monte Cavallo

Panorama dal Grondilice sul Pizzo d’Uccello

Panorama dal Grondilice sul monte Sagro e la cresta dello Spallone

Discesa dal Grondilice alla Finestra del Grondilice con la sua “via normale”

Discesa dal Grondilice alla Finestra del Grondilice con la sua “via normale”

Arrivo alla Finestra del Grondilice

Dalla Finestra del Grondilice andiamo a sinistra a ritroso con direzione nord transitando di fatto sotto i contrafforti del Grondilice su terreno di pietrisco, si procede a vista senza traccia o segni

Canale dell’Autista

Canale dell’Autista

Uscita Canale dell’Autista q.1862 (Persi circa 60 metri il canale si esaurisce, cambiamo direzione e ora camminiamo a vista e senza traccia verso nord/ovest puntando all’inconfondibile sagoma del Pizzo d’Uccello

A circa 1550 metri si entra nel bosco, ora una buona traccia con ometti di sasso ci guida fino al CAI 179

Foce Giovo (Sullo sfondo la sagoma del Pizzo d’Uccello)

Bivio q.1410 (A destra continua come CAI 37/A e a pochi metri possiamo notare una cisterna metallica abbandonata, stiamo a sinistra sul CAI 37 che scende bypassando l’area di cava)

Sul CAI 37 che scende bypassando l’area di cava

Sul CAI 37 che scende bypassando l’area di cava

Cava q.1308 (Saggio di cava abbandonato, in loco è presente un abbeveratoio di sasso)

Arrivo alla grande bancata di cava dove è situato il Casotto q.1234

Casotto q.1234 (Casotto di sasso abbandonato sopra una grande bancata di cava, il CAI 37 scende per sentiero su fondo di pietrisco)

Cava presso l’uscita del CAI 37 sulla marmifera