mercoledì 30 giugno 2021

Traversata in cresta dal monte Grande al Pizzo dell’Aquila (F)

Itinerario in ambiente selvaggio sulle Alpi Apuane (Toscana), la gita è riferita a persone molto esperte, in ottime condizioni fisiche con capacità alpinistiche, di intuito e orientamento, necessario l’uso del GPS.

DATA: 9 maggio 2021

PARTENZA: Con l’autostrada A15 Parma-La Spezia, usciamo al casello di Aulla e prendiamo la SS.63 seguendo le indicazioni per Fivizzano arrivando al paese di Rometta, lo attraversiamo e dopo 1,5 km voltiamo a destra (12,5 km da Aulla) dove troviamo i cartelli per Equi Terme e Vinca. Oltrepassiamo i paesi di Cassano, Gragnola, Monzone scartando dopo quest’ultimo la strada per Vinca a favore di quella per Equi Terme, lasciamo l’auto al parcheggio di fianco l’albergo La Posta dove è situata la statua in memoria ai caduti di guerra (circa 23 km dal casello autostradale di Aulla)

 

 

 


 ITINERARIO: Equi Terme q.254 (Dal parcheggio ci riportiamo di fronte l’albergo La Posta, attraversiamo il ponte sul torrente Lucido e dalla parte opposta ignoriamo a destra la strada che è anche CAI 39 per le grotte di Equi Terme che sarà il nostro ritorno, e a sinistra la stradina per il Solco di Equi Terme, andiamo dritto entrando in un vicolo tra le case con divieto d’accesso alle auto. Giunti alla piazzetta soprastante con fontana, di fronte a noi ci appare un porticato, dobbiamo mantenere il vicolo acciottolato che continua a salire a gomito a sinistra fino al punto alto dal quale sulla destra inizia la piccola mulattiera per il Santuario Madonna del Bosco con cartello)      Madonna del Bosco q.468 (La piccola mulattiera si esaurisce presso l’antico oratorio, lo aggiriamo sulla sinistra dietro il quale si continua su marcato sentierino non segnato)     Cresta N/O monte Grande q.487 (Il sentierino esce presso un punto panoramico che è l’inizio della cresta nord occidentale del monte Grande, quindi curviamo a gomito a sinistra e la risaliamo tra bassa vegetazione verso l’evidente e affilata sagoma del monte Grande, che di fatto ci porta a transitare sopra l’oratorio)   –   Deviazione q.550 (Quando la cresta diventa rocciosa e affilata la lasciamo, bisogna individuare a fatica qualche sbiadito bollo rosso che ci fa scendere a destra per pochi metri, poi ci manteniamo a mezzacosta sempre sui 550 metri di quota con direzione sud/est-sud cercando di cogliere qualche esilissima e remota traccia di passaggio o il successivo bollo rosso, stiamo transitando sotto il versante occidentale del monte Grande)     Deviazione q.584 (Avvistati due bolli rossi sulla roccia, ora il proseguo bollato sembra svanire come pure l’esilissima traccia. Decidiamo di evitare di insistere a mezzacosta con direzione sud, cominciamo ad arrampicarci a sinistra nell’infido versante occidentale del monte Grande, direzione nord/est, tra fastidiosi arbusti e passaggi di 1°/1°+ su roccia infida, si procede a vista e per intuito ma soprattutto guidati dal GPS)     Sella q.668 (Quota da CTR Toscana. Raggiungiamo la cresta che unisce il monte Grande al Pizzo dell’Aquila, precisamente siamo nella sella sotto il versante meridionale del primo, andiamo a sinistra con direzione nord per conquistare facilmente la vicina cima)     Monte Grande q.692 (Cima panoramica priva di qualsiasi indicazione, appare evidente tutta la linea di cresta che dobbiamo affrontare per arrivare al lontano Pizzo dell’Aquila, così pure la grande esposizione che caratterizza sia il versante orientale che precipita sul Solco d’Equi, sia il versante occidentale sul fosso di Fagli anche se è più contenuta, torniamo sui nostri passi)      Sella q.668 (Continuiamo sulla cresta con direzione sud, in questo frangente è aerea ma priva di difficoltà)     Balzo q.694 (Quota da CTR Toscana. Si tratta di un “salto” di circa 4/5 metri sulla sottile cresta rocciosa, l’esposizione sul versante del Solco d’Equi è totale, quella sul versante del fosso di Fagli più contenuta. Dall’alto non si comprende il punto ottimale di discesa celato dalla verticalità del passaggio, un 2°/2°+, per sicurezza attrezziamo una doppia sfruttando l’unica e robusta pianta sommitale. Superato questo ostacolo la cresta rocciosa si mantiene sempre molto aerea su roccia infida da testare continuamente lambita saltuariamente da piccoli arbusti, i passaggi non superano il 1°/1°+)     Cima q.724 (Per CTR Toscana 724,2 metri. L’esposizione e le difficoltà si interrompono giungendo al tozzo promontorio ricoperto da ciuffi erbosi, ora la cresta molto larga d’aspetto appenninico perde quota)     Sella q.664 (Depressione del largo crinale, il punto è quotato 664 metri da CTR Toscana. Attraversata una minuscola macchia boschiva, davanti a noi si manifesta la sottile e ripida cresta rocciosa che culmina all’aguzzo promontorio quotato 715 metri, passaggio di 2°)      Cima q.715 (Quota da CTR Toscana. Conquistato questo promontorio, ora osserviamo il successivo da raggiungere proprio sopra di noi che è quotato 828 metri. Teniamo il crinale che in breve lasciamo, una buona traccia di passaggio ci inoltra nel bosco facendoci spostare a sinistra a mezzacosta, poi successivamente compie un tornante continuando a salire il suo versante orientale e quando si esaurisce siamo ormai fuori dal bosco, la cresta è poco sopra di noi e la riprendiamo faticosamente salendo a vista il ripido pendio)     Cima q.828 (Ampio promontorio quotato 828 metri da CTR Toscana. La cima è in corrispondenza delle cave situate nella testata del fondovalle del Solco d’Equi Terme proprio sotto di noi alla nostra sinistra, distinguibili fin da quando eravamo sul monte Grande. Scendiamo per riprendere in seguito l’ascesa entrando nella macchia boschiva, in questo frangente la cresta si perde, quindi cerchiamo di tenerci spostati sempre verso il Solco d’Equi Terme con l’obiettivo di seguire il filo del precipizio, questa ripidissima salita è tutt’altro che piacevole causa i fitti arbusti che ostacolano)      Cima q.915 (Al culmine della ripida salita, infrascata dagli arbusti e rasentando il ciglio del precipizio sul Solco d’Equi, siamo sul punto alto dal quale inizia una sottile cresta rocciosa in grande esposizione quotata 915 metri da CTR Toscana)   –   Sella q.883 (Dalla sottile cresta quotata 915 metri, segue una ripida discesa priva di difficoltà che ci fa pervenire alla sella quotata 883 metri da CTR Toscana, siamo in prossimità della grande parete di placche rocciose che sotto di noi strapiombano sulle cave del Solco d’Equi. Avanziamo in costante salita perseguendo la direzione sud tra boscaglia e spazi aperti su ampio ed elementare pendio tenendoci distanti circa 15/20 metri dal precipizio)      Pizzo dell’Aquila q.1288 (Procedendo a vista e mantenendo la direzione, la costante e faticosa salita nel bosco ci fa trovare una crestina rocciosa che anticipa l’arrivo in vetta, passaggi di 1° su buona roccia lambita in entrambi i lati dalla vegetazione. Conquistata la piatta e anonima cima rocciosa, il panorama ci ricompensa di tutte le fatiche e in particolar modo il versante sud orientale dove si sviluppa la lunga cresta di Nattapiana che culmina con l’ardita vetta del Pizzo d’Uccello. Iniziamo a perdere quota percorrendo la facile cresta occidentale, segni e indicazioni assenti)   –   Colle di Nattapiana q.1242 (Ampia depressione di placche e ciottoli rocciosi, saliamo l’ampio promontorio soprastante)   –   Cima q.1258 (Alcune ipotesi identificano questo promontorio come il Pizzo dell’Aquila. Ora cambiamo direzione, nord/ovest, scendendo ripidamente ma senza difficoltà per riprendere il largo crinale roccioso de La Guardia o “Spianata della Guardia”)   –   Cima q.1040 (Quota da GPS. Minuscolo e anonimo promontorio, lo menzionano solo perché sancisce la fine dell’ampio crinale de La Guardia ma non della cresta che ora cambia direzione, nord, e continua aerea ed esposta sul versante del fosso di Fagli, comunque percorribile senza difficoltà. Dopo circa 7/8 minuti avere superato questo tratto di cresta aerea, dobbiamo prestare attenzione agli sporadici bolli rossi con l’esilissima traccia di passaggio che gradualmente ci fanno virare a sinistra inoltrandoci nel bosco con direzione nord/ovest, allontanandoci di fatto dalla cresta che è destinata a raggiungere la sella de La Guardia)      Rudere q.925 (Il tragitto nel bosco è privo di punti di riferimento, la facciamo mantenendo la direzione nord/ovest e seguendo la sporadica segnatura con traccia di passaggio pressoché inesistente, ma soprattutto guidati dal GPS. Giunti al rudere del quale rimangono poche mura di sasso, lo superiamo e il sentiero diventa ben delineato anche grazie la presenza di vecchi muretti, si mantiene la direzione procedendo in falsopiano nel fitto bosco)      Bivio q.890 (Ci innestiamo in una piccola mulattiera, la teniamo a destra in falsopiano, indicazioni assenti)     Eremo di San Giorgio q.900 (La mulattiera si esaurisce in una verde piazzola, un cartello indica il punto dove sorgeva l’antico eremo, celate tra gli alberi persistono poche testimonianze, torniamo sui nostri passi)      Bivio q.890 (Manteniamo la mulattiera che ora scende ripidamente con numerose serpentine sempre all’interno del fitto bosco)      Rudere q.845 (Rudere e bivio con cartelli, in loco è situata una croce di cemento in memoria: dritto il sentiero passa davanti al rudere dietro il quale c’è un casotto in muratura e conduce al paese di Vinca, noi curviamo a destra mantenendo la mulattiera in discesa per i paesi di Aiola e Equi Terme)  –   Crostone q.690 (Una vecchia scritta sulla roccia indica il costone roccioso alla sinistra del sentiero)      Bivio q.495 (Biforcazione con cartelli, innesto sul CAI 39: a sinistra conduce alla Torre del Castellaccio e al paese di Vinca, stiamo a destra per Aiola)   –   Bivio q.475 (Cartelli: a sinistra il sentiero si raccorda al CAI 39 per la Torre del Castellaccio, stiamo sul CAI 39 a destra in discesa)   Bivio q.367 (Cartelli: a sinistra il sentiero conduce sempre verso la Torre del Castellaccio, stiamo sul CAI 39 a destra in vista del paese di Aiola)      Aiola q.335 (Il sentiero arriva sopra l’abitato, al primo vicolo scendiamo portandoci di fronte alla chiesa dove ci sono i segni CAI e una fontana. Tralasciamo il vicolo che scende sotto la fontana con indicazioni per Monzone, tralasciamo il vicolo scalinato che scende di fronte il portone della chiesa, prendiamo il vicolo a destra in piano che è sempre CAI 39 e via Baracca)   –   Fonte/lavatoio q.334 (Usciamo dal vicolo e dalla prima parte del borgo, ignoriamo la stradina che scende a sinistra e continuiamo dritto dove la via Baracca e il CAI 39 riprendono entrando nella seconda porzione del borgo)      Cimitero q.317 (Usciti dalla seconda porzione del borgo di Aiola, il CAI 39 continua su sentiero pianeggiante. Successivamente ci innestiamo nella carrozzabile di accesso al cimitero situato sulla destra a breve distanza, lo andiamo ad aggirare portandoci dietro dove il CAI 39 riprende come sentiero in piano nel bosco)      Asfaltata q.261 (Il sentiero termina innestandosi sulla strada asfaltata e alle prime abitazioni di Equi Terme, andiamo a destra con la strada che scende)      Ponte q.250 (Ponte sul fosso di Fagli, di fianco possiamo notare l’antico ponte in sasso a schiena d’asino)     Equi Terme q.254 (Passati davanti al centro visite siamo al ponte sul torrente Lucido presso l’albergo La Posta).

  

NOTE:

LUNGHEZZA: 10,6 km

DIFFICOLTA: F+

DISLIVELLO TOTALE: 1270 m

QUOTA MASSIMA: Pizzo dell’Aquila q.1288

 

- Per l’ubicazione del Pizzo dell’Aquila e della sua quota tengo in considerazione la Guida dei Monti d’Italia - Alpi Apuane (vecchia edizione del 1958 di A. Nerli-A. Sabbatini) secondo la quale questa piatta cima rocciosa può essere chiamata anche Punta Nattapiana o Poggio d’Altala (quindi i tre toponimi stanno a indicare un'unica cima).

La mappa CTR Toscana conferma il toponimo di Pizzo dell’Aquila ignorando la quota, definisce invece Punta Nattapiana il monte Bardaiano a q.1407 sulla cresta di Nattapiana.

La mappa IGM Toscana non menziona nessun toponimo, ma quota la cima a 1284 metri.

La mappa 4 Land Alpi Apuane lo conferma come Pizzo dell’Aquila quotandolo a 1286 m, mentre dichiara che la Punta Nattapiana è una cima distinta vicino la Foce dei Lizzari quotandola 1281 m.

Ulteriori cartografie digitali/interattive si riallacciano alla 4 Land, probabilmente unite da un unico disegno cartografico di base. Altre ipotesi dichiarano che il “nostro” Pizzo dell’Aquila in realtà è Punta Nattapiana, mentre il vero Pizzo dell’Aquila è il tozzo promontorio quotato 1258 m che sovrasta il Colle di Nattapiana.

 

Sentieri

- Itinerario in ambiente selvaggio, la gita è riferita a persone molto esperte delle Alpi Apuane, in ottime condizioni fisiche con capacità alpinistiche, di intuito e orientamento, di grande aiuto l’uso del GPS.

 I tempi rilevati sono al netto di qualsiasi sosta e non tengono conto di eventuali perdite di tempo per trovare la giusta via, evitare le calde giornate estive e premunirsi di min. 2 litri d'acqua.

- Il tragitto compreso dopo il Santuario Madonna del Bosco fino al monte Grande lo facciamo a vista, per intuito ma soprattutto guidati dal GPS, l’ambiente è molto selvaggio, arrampichiamo tra roccia e fitta vegetazione il versante occidentale del monte Grande, questa parte è poco gradevole e non è detto che la nostra valutazione di salita sia la migliore, in questo caso la traccia GPS deve essere solo un riferimento e ognuno deve gestire questa ascesa secondo la propria esperienza. 

- La lunga cresta tra il monte Grande e il Pizzo dell’Aquila intervalla tratti camminabili a infrascati e di arrampicata max 2° su roccia infida, alcuni sono molto affilati ed esposti specialmente sul versante del Solco d’Equi Terme. Raccomandata la discesa in corda doppia per superare il Balzo q.694, si tratta di un salto di 4/5 metri in esposizione totale sul Solco d’Equi Terme, la cresta è larga pochi metri, valuto il passaggio di 2°+ ma dall’alto non si percepisce il punto ottimale di discesa e la presa per le mani è minima.

 

Rifugi-Bivacchi

- Assenti

Fonti

- Fontana a Equi Terme

- Fontana di fianco la chiesa di Aiola

- Fonte/lavatoio sul vicolo Baracca tra i due complessi del borgo di Aiola

- Fontana al cimitero di Aiola sul CAI 39

Tracce GPS


TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

Equi Terme

0,00

Cima q.1258

5,35

Madonna del Bosco

0,25

Cima q.1040

5,50

Cresta N/O monte Grande

0,29

Rudere q.925

6,07

Deviazione q.550

0,45

Bivio q.890

6,18

Deviazione q.584

0,57

Eremo di San Giorgio

6,21

Sella q.668

1,35

Bivio q.890

6,24

Monte Grande

1,39

Rudere q.845

6,30

Sella q.668

/

Crostone

6,52

Balzo q.694

1,50

Bivio q.495

7,14

Cima q.724

2,20

Bivio q.475

7,18

Sella q.664

2,40

Bivio q.367

7,32

Cima q.715

2,51

Aiola

7,35

Cima q.828

3,15

Fonte/lavatoio

/

Cima q.915

3,50

Cimitero

7,45

Sella q.883

3,58

Asfaltata

7,56

Pizzo dell’Aquila

5,10

Ponte

8,00

Colle di Nattapiana

5,32

Equi Terme

8,05

 


 

 


Equi Terme q.254 (Parcheggio di fianco l’albergo La Posta)

Equi Terme q.254 (Dal parcheggio ci riportiamo di fronte l’albergo La Posta, attraversiamo il ponte sul torrente Lucido e dalla parte opposta ignoriamo a destra la strada che è anche CAI 39 per le grotte di Equi Terme che sarà il nostro ritorno, e a sinistra la stradina per il Solco di Equi Terme, andiamo dritto entrando in un vicolo tra le case)

Vicolo tra le case

Giunti alla piazzetta soprastante con fontana, di fronte a noi ci appare un porticato, dobbiamo mantenere il vicolo acciottolato che continua a salire a gomito a sinistra

Giunti alla piazzetta soprastante con fontana, di fronte a noi ci appare un porticato, dobbiamo mantenere il vicolo acciottolato che continua a salire a gomito a sinistra

Arrivati sul punto alto, alla destra del vicolo inizia la piccola mulattiera per il santuario Madonna del Bosco con cartello

La piccola mulattiera per il santuario Madonna del Bosco

Santuario Madonna del Bosco

Cresta N/O monte Grande q.487 (Il sentierino esce presso un punto panoramico che è l’inizio della cresta nord occidentale del monte Grande)

Cresta N/O monte Grande q.487 (Il sentierino esce presso un punto panoramico che è l’inizio della cresta nord occidentale del monte Grande, risaliamo tra bassa vegetazione verso l’evidente e affilata sagoma del monte Grande, che di fatto ci porta a transitare sopra l’oratorio)

Deviazione q.550 (Quando la cresta diventa rocciosa e affilata la lasciamo, bisogna individuare a fatica qualche sbiadito bollo rosso che ci fa scendere a destra per pochi metri, poi ci manteniamo a mezzacosta sempre sui 550 metri di quota con direzione sud/est-sud cercando di cogliere qualche esilissima e remota traccia di passaggio o il successivo bollo rosso, stiamo transitando sotto il versante occidentale del monte Grande)

Deviazione q.584 (Avvistati due bolli rossi sulla roccia, ora il proseguo bollato sembra svanire come pure l’esilissima traccia. Decidiamo di evitare di insistere a mezzacosta con direzione sud, cominciamo ad arrampicarci a sinistra nell’infido versante occidentale del monte Grande, direzione nord/est, tra fastidiosi arbusti e passaggi di 1°/1°+ su roccia infida, si procede a vista e per intuito ma soprattutto guidati dal GPS) 

Sella q.668 (Quota da CTR Toscana. Raggiungiamo la cresta che unisce il monte Grande al Pizzo dell’Aquila, precisamente siamo nella sella sotto il versante meridionale del primo, andiamo a sinistra con direzione nord per conquistare facilmente la vicina cima)

Monte Grande q.692 (Cima panoramica priva di qualsiasi indicazione)

Monte Grande q.692 (Cima panoramica priva di qualsiasi indicazione, ci appare evidente tutta la linea di cresta che dobbiamo affrontare per arrivare al lontano Pizzo dell’Aquila, così pure la grande esposizione che caratterizza sia il versante orientale che precipita sul Solco d’Equi, sia il versante occidentale sul fosso di Fagli anche se è più contenuta)

Sella q.668 (Continuiamo sulla cresta con direzione sud, in questo frangente è molto aerea ma priva di difficoltà)

Sulla cresta

Balzo q.694 (Quota da CTR Toscana. Si tratta di un “salto” di circa 4/5 metri sulla sottile cresta rocciosa, l’esposizione sul versante del Solco d’Equi è totale, quella sul versante del Fosso di Fagli più contenuta)

La cresta rocciosa si mantiene sempre molto aerea

La cresta rocciosa si mantiene sempre molto aerea su roccia infida da testare continuamente lambita saltuariamente da piccoli arbusti, i passaggi non superano il 1°/1°+

La cresta rocciosa si mantiene sempre molto aerea su roccia infida da testare continuamente lambita saltuariamente da piccoli arbusti, i passaggi non superano il 1°/1°+

La cresta rocciosa si mantiene sempre molto aerea su roccia infida da testare continuamente lambita saltuariamente da piccoli arbusti, i passaggi non superano il 1°/1°+

Cima q.724 (Per CTR Toscana 724,2 metri. L’esposizione e le difficoltà si interrompono giungendo al tozzo promontorio ricoperto da ciuffi erbosi, ora la cresta è molto larga d’aspetto appenninico)

Dalla Cima q.724, ora la cresta molto larga d’aspetto appenninico perde quota

Dalla Cima q.724 verso la Sella q.664

Sella q.664 (La Cima q.724 appena scesa)

Dalla Sella q.664 e attraversata una minuscola macchia boschiva, davanti a noi si manifesta la sottile e ripida cresta rocciosa che culmina all’aguzzo promontorio quotato 715 metri, passaggio di 2° 

Cima q.715

Dalla Cima q.715 teniamo il crinale che in breve lasciamo, una buona traccia di passaggio ci inoltra nel bosco facendoci spostare a sinistra a mezzacosta ….

…. poi successivamente compie un tornante continuando a salire il suo versante orientale e quando si esaurisce siamo ormai fuori dal bosco, la cresta è poco sopra di noi e la riprendiamo faticosamente salendo a vista il ripido pendio.  

Zoomata sul paese di Equi Terme dal quale siamo partiti

Zoomata dalla Cima q.828 sulle cave dell’alto Solco d’Equi Terme

Discesa dalla Cima q.828

Dalla Cima q.828 scendiamo per riprendere in seguito l’ascesa entrando nella macchia boschiva, in questo frangente la cresta si perde, quindi cerchiamo di tenerci spostati sempre verso il Solco d’Equi Terme con l’obiettivo di seguire il filo del precipizio…

….. questa ripidissima salita è tutt’altro che piacevole causa i fitti arbusti che ostacolano.

Cima q.915 (Al culmine della ripida salita, infrascata dagli arbusti e rasentando il ciglio del precipizio sul Solco d’Equi, siamo sul punto alto dal quale inizia una sottile cresta rocciosa in grande esposizione quotata 915 metri da CTR Toscana)

La sottile cresta rocciosa in grande esposizione quotata 915 metri da CTR Toscana

La sottile cresta rocciosa in grande esposizione quotata 915 metri da CTR Toscana

La sottile cresta rocciosa in grande esposizione quotata 915 metri da CTR Toscana

Sella q.883 (Dalla sottile cresta quotata 915 metri, segue una ripida discesa priva di difficoltà che ci fa pervenire alla sella quotata 883 metri da CTR Toscana, siamo in prossimità della grande parete di placche rocciose che sotto di noi strapiombano sulle cave del Solco d’Equi. Avanziamo in costante salita perseguendo la direzione sud tra boscaglia e spazi aperti su ampio ed elementare pendio tenendoci distanti circa 15/20 metri dal precipizio)  

Avanziamo verso il Pizzo dell’Aquila in costante salita perseguendo la direzione sud tra boscaglia e spazi aperti su ampio ed elementare pendio

Avanziamo verso il Pizzo dell’Aquila in costante salita perseguendo la direzione sud tra boscaglia e spazi aperti su ampio ed elementare pendio

Avanziamo verso il Pizzo dell’Aquila in costante salita perseguendo la direzione sud tra boscaglia e spazi aperti su ampio ed elementare pendio

Procedendo a vista e mantenendo la direzione, la costante e faticosa salita nel bosco ci fa trovare una crestina rocciosa che anticipa l’arrivo in vetta, passaggi di 1° su buona roccia lambita in entrambi i lati dalla vegetazione

 

 

Procedendo a vista e mantenendo la direzione, la costante e faticosa salita nel bosco ci fa trovare una crestina rocciosa che anticipa l’arrivo in vetta, passaggi di 1° su buona roccia lambita in entrambi i lati dalla vegetazione

Conquistata la piatta cima del Pizzo dell’Aquila, il panorama ci ricompensa di tutte le fatiche e in particolar modo il versante sud orientale dove si sviluppa la lunga cresta di Nattapiana che culmina con l’ardita vetta del Pizzo d’Uccello.

Panorama dal Pizzo dell’Aquila sulla cresta del Garnerone e il monte Grondilice

Pizzo dell’Aquila q.1288 (Iniziamo a perdere quota percorrendo la facile cresta occidentale, segni e indicazioni assenti)

Iniziamo a perdere quota percorrendo la facile cresta occidentale, segni e indicazioni assenti

Panorama sul paese di Vinca sovrastato dalla mole del monte Sagro

In vista del Colle di Nattapiana

Arrivo al Colle di Nattapiana

Il largo crinale roccioso de La Guardia o “Spianata della Guardia”

Il largo crinale roccioso de La Guardia o “Spianata della Guardia”

Presso la Cima q.1040 (Quota da GPS) si esaurisce l’ampio crinale de La Guardia ma non della cresta che ora cambia direzione, nord, e continua aerea ed esposta sul versante del fosso di Fagli, comunque percorribile senza difficoltà.

Dopo circa 7/8 minuti avere superato questo tratto di cresta aerea, dobbiamo prestare attenzione agli sporadici bolli rossi con l’esilissima traccia di passaggio che gradualmente ci fanno virare a sinistra inoltrandoci nel bosco con direzione nord/ovest

Rudere q.925 (Del rudere rimangono poche mura di sasso)

Superato il Rudere q.925, il sentiero diventa ben delineato anche grazie la presenza di vecchi muretti

Poche testimonianze dell’eremo di San Giorgio

Poche testimonianze dell’eremo di San Giorgio

Poche testimonianze dell’eremo di San Giorgio

Poche testimonianze dell’eremo di San Giorgio

Poche testimonianze dell’eremo di San Giorgio

Panorama dall’eremo di San Giorgio sul Pizzo d’Uccello a sinistra e il monte Sagro a destra

Ritornati al Bivio q.890, manteniamo la mulattiera che ora scende ripidamente con numerose serpentine sempre all’interno del fitto bosco  

Rudere q.845 (Rudere e bivio con cartelli, in loco è situata una croce di cemento in memoria: dritto il sentiero passa davanti al rudere dietro il quale c’è un casotto in muratura e conduce al paese di Vinca, noi curviamo a destra mantenendo la mulattiera in discesa per i paesi di Aiola e Equi Terme)

Rudere q.845 (Rudere e bivio con cartelli, in loco è situata una croce di cemento in memoria: dritto il sentiero passa davanti al rudere dietro il quale c’è un casotto in muratura e conduce al paese di Vinca, noi curviamo a destra mantenendo la mulattiera in discesa per i paesi di Aiola e Equi Terme)

Crostone q.690 (Una vecchia scritta sulla roccia indica il costone roccioso alla sinistra del sentiero)

Arrivo al paese di Aiola

Al primo vicolo scendiamo portandoci di fronte alla chiesa

Chiesa di San Maurizio a Aiola

 

Scendiamo portandoci di fronte alla chiesa dove ci sono i segni CAI e una fontana

Fonte/lavatoio q.334

Il cimitero di Aiola

Dietro il cimitero continua il CAI 39 su sentiero pianeggiante