domenica 5 settembre 2021

Tamer Grande e cima nord di San Sebastiano (Viaz dei Cengioni) F+

Lungo e impegnativo itinerario semi alpinistico nelle dolomiti Bellunesi che ci porta sulle vette del Tamer Grande e della cima di San Sebastiano nord, il ritorno avviene sul bellissimo Viaz dei Cengioni

DATA: 27 agosto 2020

PARTENZA: Dal passo Duran (valico dolomitico in provincia di Belluno, Veneto, situato tra la valle Agordina e quella di Zoldo).

 

  

 

ITINERARIO: Passo Duran q.1605 (Sul passo sono situati i rifugi San Sebastiano e Tomè, di fronte a quest’ultimo inizia il sentiero CAI 524 che sale il verde pascolo, in breve vira a destra, versante Agordino, per entrare nel bosco dove procede in lieve ascesa)         Colatoio q.1742 (Il CAI 524 uscendo dal bosco raggiunge un colatoio di sfasciumi rocciosi, risale lungo il bordo per pochi metri e lo attraversa per continuare su sentierino)     Cengia q.1774 (Procedendo a mezzacosta tra alberi e pini mughi, arriviamo a una cengia rocciosa attrezzata con cavo corrimano sotto il versante occidentale del Sasso di Caleda)      Bivio q.1836 (Cartelli: a destra il sentiero CAI senza numerazione conduce alla malga Caleda Vecchia e alla strada SP.347 del passo Duran, manteniamoci sul CAI 524 a sinistra che in ascesa s’inoltra nella rocciosa valle di Caleda)     Van de Caleda q.2042 (Anfiteatro detritico delimitato dal Sasso di Caleda, dalle cime San Sebastiano e Tamer. A sinistra una traccia nella lingua ghiaiosa si dirige verso l’evidente e isolato monolite roccioso, questo tracciato per la natura del terreno è preferibile farlo in discesa, il CAI 524 vira a destra in salita per guadagnare una dorsale)     Bivio q.2132 (Camminando sulla modesta dorsale con direzione nord/est, questa si esaurisce contro i contrafforti della cima sud di San Sebastiano, alla nostra sinistra possiamo notare i vicini cartelli affissi sulla parete rocciosa. Manteniamo il CAI 524 a destra che costeggiando le imponenti pareti rocciose della cima sud di San Sebastiano ci porta a camminare in ripida ascesa sul pendio di terriccio e ghiaie per conquistare l’evidente intaglio della forcella La Porta)      La Porta q.2326 (La parte finale su faticose ghiaie ci deposita sulla stretta forcella priva di indicazioni, il CAI 524 ora scende nel versante opposto che è il Vant de le Forzele, noi lo lasciamo intraprendendo l’evidente cengia alla nostra destra che ci porta a transitare in dolce salita il versante occidentale del Tamer Piccolo, bolli rossi e direzione sud)      Canalone q.2470 (La cengia gradualmente diventa meno esposta e si esaurisce ai piedi di un canalone di sfasciumi rocciosi, separa il Tamer Piccolo dal Tamer Grande che è il nostro obiettivo. Lo risaliamo con attenzione ma senza grosse difficoltà, poi virando a destra giungiamo ai piedi della paretina rocciosa che si interpone all’arrivo in vetta, sono circa 6 metri di arrampicata con passaggi di 2° non esposto, buoni gli appigli su roccia un po’ levigata)   –   Tamer Grande q.2547 (Cima senza indicazioni caratterizzata da sfasciumi rocciosi, torniamo sui nostri passi)     Canalone q.2470  La Porta q.2326      Bivio q.2132 (Tralasciamo alla nostra sinistra la dorsalina percorsa dal CAI 524 nel Van de Caleda dalla quale siamo venuti, continuiamo a costeggiare la parete rocciosa verso i cartelli poco distanti)      Incrocio q.2126 (Cartelli affissi sulla parete rocciosa e nicchia con statua della Madonna, incrocio di tracce: a sinistra una traccia scende nel Van de Caleda verso l’isolato monolite roccioso notato in salita, una traccia procede dritto aggirando la testata della vallata in direzione dello spallone erboso, teniamo la traccia che risale a destra, direzione nord, che continua di fatto a costeggiare le pareti rocciose, versante occidentale della cima sud di San Sebastiano, sopra di noi vediamo in lontananza l’ampia forcella di San Sebastiano)     Bivio q.2320 (Pochi minuti prima di raggiungere la forcella di San Sebastiano, possiamo notare alla nostra sinistra la traccia ghiaiosa che si sviluppa poco sotto tagliando il pendio in direzione dello spallone erboso visibile in lontananza che sarà il nostro ritorno)   –   Forcella di San Sebastiano q.2340 (Ampia forcella detritica senza indicazioni, attenzione che il versante opposto precipita verticalmente, andiamo a sinistra e cominciamo immediatamente arrampicare il versante orientale della cima nord di San Sebastiano, passaggi di 1° tra roccia e pietrisco, omini di sasso ci guidano)      Cima nord di San Sebastiano q.2488 (Cima pianeggiante con omini di sasso, torniamo sui nostri passi)     Forcella di San Sebastiano q.2340      Bivio q.2320 (Appena scesi dalla forcella di San Sebastiano, dobbiamo individuare la traccia a destra con omini di sasso che transita poco sotto tagliando il pendio detritico, direzione sud/ovest, una volta intrapresa è sempre evidente e si dirige al ben visibile spallone erboso)      Spallone q.2190 (La traccia detritica procede a mezzacosta o su cengia esaurendosi sullo spallone erboso quotato 2190 m dalla mappa Tabacco, una traccia scende a sinistra entrando nel Van de Caleda, scendiamo a destra nel versante opposto, il manto erboso cessa immediatamente e la traccia ripida e sdrucciolevole che si sviluppa a zig-zag ci fa raggiungere subito una paretina rocciosa ed esposta che va disarrampicata, 3/4 metri di 2°-, è l’inizio del Viaz dei Cengioni)    Parete rocciosa q.2177 (La facile cengia che stiamo camminando da poco, ci porta ai piedi di una paretina rocciosa di 4/5 metri che va arrampicata, passaggio di 2°/2°+ non banale con tre fittoni che ci vengono in aiuto, sotto di noi c’è un canalone detritico. Appena sopra prestare attenzione, ci sono degli infidi terrazzamenti di pietrisco che non offrono appigli, poi riprende la cengia)     Canalone di Cima Livia q.2178 (La cengia si sviluppa senza difficoltà arrivando al canalone detritico che solca la parete, lo attraversiamo e in breve la cengia s’interrompe, dobbiamo calare leggermente con passaggio di 1°, e attraversare la parete in grande esposizione sul canalone stesso, nella parte finale sono presenti due fittoni)   –   Canalone di San Sebastiano q.2137 (Come per il canalone di cima Livia dobbiamo superare un passaggio in grande esposizione, il vuoto si avverte sotto di noi)      Canalone di Gravinai q.2096 (Dopo averlo superato si avvistano in lontananza le prime rassicuranti macchie di pini mughi)     Buco q.2048 (La cengia è terminata e stiamo scendendo tra i pini mughi, un masso incastrato in un canalino sbarra la via, possiamo passare nel buco che si è venuto a creare privo di pericoli ma il passaggio è solo riferito a persone di piccola costituzione, altrimenti va bypassato a destra con disarrampicata di circa 4 metri di 2°+)      Bivio q.1626 (Entriamo nel bosco e ci innestiamo sul CAI 536 che sancisce la fine ufficiale del Viaz dei Cengioni, cartelli: a destra conduce alla baita V. Angelini, andiamo a sinistra verso il passo Duran)      Fosso d’acqua q.1568 (Un ponticello su tronchi lo attraversa, poi in successione incontriamo una lingua detritica, un tratto scalinato e una lunga passerella di legno nel manto erboso)     SP.347 q.1586 (Il sentiero CAI 536 termina sulla strada asfaltata, la teniamo a sinistra dove c’è il rifugio San Sebastiano e il passo Duran)   –   Passo Duran q.1605.

 

NOTE:

LUNGHEZZA: 12 km

DIFFICOLTA: F+

DISLIVELLO TOTALE: 1440 m

QUOTA MASSIMA: Tamer Grande q.2547

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sentieri

 

 

 -In generale è un itinerario lungo e faticoso, passaggi vari di 1°/2° che nel caso del Viaz dei Cengioni sono in grande esposizione, consigliata una corda da 30 m e accessori di autoassicurazione (fettucce, friend…), indispensabile il casco. 

Via normale al Tamer Grande:

 La cengia che intraprendiamo dalla forcella La Porta, ci fa transitare nel versante occidentale del Tamer Piccolo senza però portarci in vetta, è generalmente larga per il passaggio di due persone e si sviluppa in dolce salita, sotto di noi l’esposizione è notevole ma tranne qualche passaggio non si avverte quasi mai, anche se non vi sono difficoltà procediamo con cautela perché la cengia è sporca di brecciolino. Anche se presenta qualche semplice passaggio di 1°, il Canalone q.2470 tra il Tamer Piccolo e il Tamer Grande, risulta infido per la roccia marcia che causa facilmente scariche di sassi, se siamo più di una persona procediamo a distanza ravvicinata. La paretina finale che dà accesso alla vetta non è esposta, circa 6 metri con passaggi di 2°, ben appigliata ma non banale causa roccia levigata, allo stato attuale c’è uno spezzone di corda che cala fino a metà parete.

 

Viaz dei Cengioni (punti critici):

1) Paretina subito sotto lo spallone erboso di q.2190 che sancisce l’inizio del Viaz dei Cengioni, sono 3/4 metri in discreta esposizione da disarrampicare, valuto il passaggio 1°+/2°-.

2) Paretina in prossimità di un canalone detritico (Parete q.2177), 4/5 metri di arrampicata non banale di 2°, sono presenti tre fittoni, poi prima di guadagnare la cengia soprastante sono presenti dei terrazzini di infido pietrisco che non offrono una gran presa per le mani. Se percorriamo il Viaz dei Cengioni al contrario non è superfluo superare questo ostacolo in corda doppia (basta una corda da 30 metri).

3) Canalone di Cima Livia: appena superato la cengia s’interrompe, per riprenderla dobbiamo attraversare la parete in grande esposizione sul canalone stesso, passaggio di 1° su roccia sdrucciolevole, due fittoni sono presenti al termine (In caso di percorrenza al contrario, è utile una corda da 30 metri per farsi sicura sui fittoni che in questo caso sarebbero all’inizio).

4) Canalone di San Sebastiano: valgono le stesse avvertenze del canalone di Cima Livia, in loco non ho notato fittoni, passaggio esposto e infido.

5) Buco q.2048: stretto passaggio nel canalino creato da un masso incastrato, se siamo di esile costituzione, passiamo all’interno senza difficoltà, altrimenti bypassiamo a destra disarrampicando 3/4 metri di 2° non banali (ovviamente in salita è tutto facilitato).

 

 

Rifugi-Bivacchi

- I rifugi San Sebastiano e Tomè sono situati sul passo Duran e offrono servizio di ristorazione con possibilità di pernottamento.

 

Fonti

- Assenti

Tracce GPS




TEMPI RILEVATI NETTI (ore):
TEMPI RILEVATI NETTI (ore):
Passo Duran
0,00
Forcella di San Sebastiano
4,35
Colatoio q.1742
0,30
Cima nord di S. Sebastiano
5,05
Cengia q.1774
0,48
Forcella di San Sebastiano
5,28
Bivio q.1836
1,00
Bivio q.2320
5,30
Van de Caleda
1,26
Spallone q.2190
5,47
Bivio q.2132
1,38
Parete rocciosa q.2177
6,02
La Porta
2,08
Canalone di Cima Livia
/
Canalone
2,37
Canalone San Sebastiano
/
Tamer Grande
3,00
Canalone di Gravinai
/
Canalone
/
Buco q.2048
7,35
La Porta
3,45
Bivio q.1626
8,35
Bivio q.2132
4,07
Fosso d’acqua q.1568
8,47
Incrocio q.2126
4,08
SP.347
9,00
Bivio q.2320
4,32
Passo Duran
9,05

 


Passo Duran

Cartelli al Passo Duran

Passo Duran q.1605 (Di fronte al rifugio Tomè inizia il sentiero CAI 524 che sale il verde pascolo)

Sul CAI 524 nel bosco

Colatoio q.1742 (Il CAI 524 uscendo dal bosco raggiunge un colatoio di sfasciumi rocciosi, risale lungo il bordo per pochi metri e lo attraversa per continuare su sentierino)

Panorama verso il Moiazza

 

Sul CAI 524

Cengia q.1774 (Procedendo a mezzacosta tra alberi e pini mughi, arriviamo a una cengia rocciosa attrezzata con cavo corrimano sotto il versante occidentale del Sasso di Caleda)

Cengia q.1774 (Procedendo a mezzacosta tra alberi e pini mughi, arriviamo a una cengia rocciosa attrezzata con cavo corrimano sotto il versante occidentale del Sasso di Caleda)

Sul CAI 524

Bivio q.1836 (Cartelli: a destra il sentiero CAI senza numerazione conduce alla malga Caleda Vecchia e alla strada SP.347 del passo Duran, manteniamoci sul CAI 524 a sinistra che in ascesa s’inoltra nella rocciosa valle di Caleda)  

Dal Bivio q.1836 manteniamoci sul CAI 524 a sinistra che in ascesa s’inoltra nella rocciosa valle di Caleda  

Guglie sopra di noi

Van de Caleda q.2042 (Anfiteatro detritico delimitato dal Sasso di Caleda, dalle cime San Sebastiano e Tamer. A sinistra una traccia nella lingua ghiaiosa si dirige verso l’evidente e isolato monolite roccioso, questo tracciato per la natura del terreno è preferibile farlo in discesa, il CAI 524 vira a destra in salita per guadagnare una dorsale) 

Bivio q.2132 (Camminando sulla modesta dorsale con direzione nord/est, questa si esaurisce contro i contrafforti della cima sud di San Sebastiano, alla nostra sinistra possiamo notare i vicini cartelli affissi sulla parete rocciosa. Manteniamo il CAI 524 a destra che costeggiando le imponenti pareti rocciose della cima sud di San Sebastiano ci porta a camminare in ripida ascesa sul pendio di terriccio e ghiaie per conquistare l’evidente intaglio della forcella La Porta)

 

Il CAI 524 che sale faticosamente all’intaglio della Porta

Il CAI 524 che sale faticosamente all’intaglio della Porta

Il CAI 524 che sale faticosamente all’intaglio della Porta

Arrivo alla forcella della Porta

Forcella della Porta

 

La Porta q.2326 (Il CAI 524 ora scende nel versante opposto che è il Vant de le Forzele, noi lo lasciamo intraprendendo l’evidente cengia alla nostra destra che ci porta a transitare in dolce salita il versante occidentale del Tamer Piccolo, bolli rossi e direzione sud) 

Sulla cengia che dalla forcella La Porta ci guida verso la vetta del Tamer Grande

Sulla cengia che dalla forcella La Porta ci guida verso la vetta del Tamer Grande

Sulla cengia che dalla forcella La Porta ci guida verso la vetta del Tamer Grande

Sulla cengia che dalla forcella La Porta ci guida verso la vetta del Tamer Grande

Sulla cengia che dalla forcella La Porta ci guida verso la vetta del Tamer Grande

 

La cengia gradualmente diventa meno esposta e si esaurisce ai piedi del Canalone q.2470

Canalone q.2470 (La cengia gradualmente diventa meno esposta e si esaurisce ai piedi di un canalone di sfasciumi rocciosi, separa il Tamer Piccolo dal Tamer Grande che è il nostro obiettivo, lo risaliamo con attenzione ma senza grosse difficoltà)

Canalone q.2470 (La cengia gradualmente diventa meno esposta e si esaurisce ai piedi di un canalone di sfasciumi rocciosi, separa il Tamer Piccolo dal Tamer Grande che è il nostro obiettivo, lo risaliamo con attenzione ma senza grosse difficoltà)

Giungiamo ai piedi della paretina rocciosa che si interpone all’arrivo in vetta, sono circa 6 metri di arrampicata con passaggi di 2° non esposto, buoni gli appigli su roccia un po’ levigata

Giungiamo ai piedi della paretina rocciosa che si interpone all’arrivo in vetta, sono circa 6 metri di arrampicata con passaggi di 2° non esposto, buoni gli appigli su roccia un po’ levigata

Arrampicata la paretina rocciosa in pochi minuti raggiungiamo la cima del Tamer Grande

Arrampicata la paretina rocciosa in pochi minuti raggiungiamo la cima del Tamer Grande

Arrampicata la paretina rocciosa in pochi minuti raggiungiamo la cima del Tamer Grande

Tamer Grande

Tamer Grande

 

Dalla vetta del Tamer Grande in primo piano c’è il Tamer Piccolo e in lontananza il Pelmo

Zoomata sul Pelmo dalla vetta del Tamer Grande

Dalla cima del Tamer Grande ripercorriamo a ritroso il tragitto appena fatto per tornare alla forcella La Porta

Dalla cima del Tamer Grande ripercorriamo a ritroso il tragitto appena fatto per tornare alla forcella La Porta

Dalla cima del Tamer Grande ripercorriamo a ritroso il tragitto appena fatto per tornare alla forcella La Porta

Dalla cima del Tamer Grande ripercorriamo a ritroso il tragitto appena fatto per tornare alla forcella La Porta

 

Incrocio q.2126 (Cartelli affissi sulla parete rocciosa e nicchia con statua della Madonna)

Dall’Incrocio q.2126 teniamo la traccia che risale a destra, direzione nord, che continua di fatto a costeggiare le pareti rocciose, versante occidentale della cima sud di San Sebastiano)

Sopra di noi vediamo in lontananza l’ampia forcella di San Sebastiano

Van de Caleda sotto di noi

Forcella di San Sebastiano

Forcella di San Sebastiano

Dalla forcella di San Sebastiano arrampichiamo per la Cima nord di San Sebastiano

Dalla forcella di San Sebastiano arrampichiamo per la Cima nord di San Sebastiano

Dalla forcella di San Sebastiano arrampichiamo per la Cima nord di San Sebastiano

Dalla forcella di San Sebastiano arrampichiamo per la Cima nord di San Sebastiano

Dalla forcella di San Sebastiano arrampichiamo per la Cima nord di San Sebastiano

Cima nord di San Sebastiano

Il Tamer Grande visto dalla Cima nord di San Sebastiano

Dalla Cima nord di San Sebastiano torniamo a ritroso alla omonima forcella

Dalla Cima nord di San Sebastiano torniamo a ritroso alla omonima forcella

Bivio q.2320 (Appena scesi dalla forcella di San Sebastiano, dobbiamo individuare la traccia a destra con omini di sasso che transita poco sotto tagliando il pendio detritico, direzione sud/ovest, una volta intrapresa è sempre evidente e si dirige al ben visibile spallone erboso) 

Bivio q.2320 (Appena scesi dalla forcella di San Sebastiano, dobbiamo individuare la traccia a destra con omini di sasso che transita poco sotto tagliando il pendio detritico, direzione sud/ovest, una volta intrapresa è sempre evidente e si dirige al ben visibile spallone erboso) 

Spallone q.2190 (La traccia detritica procede a mezzacosta o su cengia esaurendosi sullo spallone erboso quotato 2190 m dalla mappa Tabacco) 

Disarrampicata la paretina subito sotto lo spallone erboso di q.2190, inizia il Viaz dei Cengioni

Paretina in prossimità di un canalone detritico (Parete q.2177), 4/5 metri di arrampicata non banale di 2°, sono presenti tre fittoni, poi prima di guadagnare la cengia soprastante sono presenti dei terrazzini di infido pietrisco che non offrono una gran presa per le mani

Paretina in prossimità di un canalone detritico (Parete q.2177), 4/5 metri di arrampicata non banale di 2°, sono presenti tre fittoni, poi prima di guadagnare la cengia soprastante sono presenti dei terrazzini di infido pietrisco che non offrono una gran presa per le mani

Viaz dei Cengioni

Viaz dei Cengioni

Viaz dei Cengioni

Viaz dei Cengioni

Viaz dei Cengioni

Canalone di Cima Livia q.2178 (La cengia si sviluppa senza difficoltà arrivando al canalone detritico che solca la parete, lo attraversiamo e in breve la cengia s’interrompe, dobbiamo calare leggermente con passaggio di 1°, e attraversare la parete in grande esposizione sul canalone)

Canalone di Cima Livia q.2178 (La cengia si sviluppa senza difficoltà arrivando al canalone detritico che solca la parete, lo attraversiamo e in breve la cengia s’interrompe, dobbiamo calare leggermente con passaggio di 1°, e attraversare la parete in grande esposizione sul canalone)

Viaz dei Cengioni

Il passo Duran visto dal Viaz dei Cengioni

Viaz dei Cengioni

La cengia è terminata e stiamo scendendo tra i pini mughi verso il Buco q.2048

Buco q.2048 (Un masso incastrato in un canalino sbarra la via, possiamo passare nel buco che si è venuto a creare privo di pericoli ma il passaggio è solo riferito a persone di piccola costituzione)

Buco q.2048 (Un masso incastrato in un canalino sbarra la via, possiamo passare nel buco che si è venuto a creare privo di pericoli ma il passaggio è solo riferito a persone di piccola costituzione)

Uscita dal Buco q.2048

Discesa finale per innestarci sul CAI 536

Discesa finale per innestarci sul CAI 536

Bivio q.1626 (Entriamo nel bosco e ci innestiamo sul CAI 536 che sancisce la fine ufficiale del Viaz dei Cengioni)

Lunga passerella di legno nel manto erboso

SP.347 q.1586 (Il sentiero CAI 536 termina sulla strada asfaltata, la teniamo a sinistra dove c’è il rifugio San Sebastiano e il passo Duran)