Itinerario complesso, selvaggio e molto
impegnativo dal punto di vista fisico, per orientamento e con un tratto di
arrampicata su roccia, tranne i pochi profondi conoscitori del posto risulta
indispensabile l’uso del GPS. (Appennino della Val di Lima, Toscana)
DATA: 9 ottobre 2021
PARTENZA: Dal
valico tosco/emiliano del passo dell’Abetone scendiamo nel versante toscano per
circa 18 km arrivando al paese de La Lima, da qui andiamo a destra percorrendo
la SS.12 per Bagni di Lucca fino alla località Pontecoccia (9 km da La Lima),
quindi lasciamo la statale e risaliamo a destra la stradina che conduce e
termina al paese di Vico Pancellorum (Oltrepassata la pieve di San Paolo e in
prossimità del ristorante Baldabò, dobbiamo tenere la stradina a sinistra che
aggira l’abitato e conduce fino alla parte alta del paese presso un parcheggio
e punto di fermata del bus, esattamente 4,2 km dalla SS.12)
ITINERARIO: Vico Pancellorum q.656 (Nell’area parcheggio di Vico Pancellorum alto, a destra inizia il vicolo “via Fosso” che è interdetto al transito delle auto e conduce all’interno del paese, a sinistra c’è una stradina asfaltata che iniziamo a camminare subito sopra il sentiero per la Croce di Castello) – Bivio q.625 (Manteniamo la stradina asfaltata che compie un ampio tornante perdendo quota, subito dopo alla nostra sinistra ignoriamo una carrozzabile che scende) – Bivio q.621 (Eventualmente parcheggiando l’auto sul ciglio della strada possiamo iniziare la gita anche da qui. Lasciamo la stradina asfaltata principale che ora continua in piano scendiamo la stradina a sinistra con cartello di divieto d’accesso) – Bivio q.609 (In loco c’è una croce di metallo. A destra c’è una larga mulattiera, andiamo dritto su carrozzabile superando l’isolata casa ristrutturata poco distante, siamo sul Cammino di San Bartolomeo evidenziato da qualche cartello e segni gialli) – Bivio q.591 (Arriviamo in un castagneto e c’è il bivio della pista, a sinistra conduce e termina presso una grande tettoia, andiamo a destra continuando a perdere quota e seguendo i segni gialli del Cammino di San Bartolomeo) – Ovile q.560 (Area recintata con fatiscente casotto in muratura) – Bivio q.540 (Biforcazione della pista, in loco c’è una croce di legno: quella principale continua dritto a destra, prendiamo la pista più infrascata dritto a sinistra in ripida discesa che è sempre Cammino di San Bartolomeo) – Alle Grotte q.510 (Rudere addossato alla parete rocciosa, continuiamo sulla mulattiera con vista panoramica sull’aguzzo versante occidentale del Montale. Da segnalare l’antico sentiero che scende al fosso del Fiescio ma passa inosservato perché è molto infrascato) – Bivio q.568 (Terminato il muretto di sassi che delimita questa parte della mulattiera c’è la biforcazione: dritto a destra scende un largo sentiero che porta al rio della Capriana, stiamo sulla mulattiera pianeggiante) – Bivio q.540 (Nel frattempo la mulattiera si riduce a sentiero erboso, sulla nostra sinistra notiamo la fonte caratterizzata da un piccolo tubo d’acqua, e dopo pochi metri c’è la biforcazione: andando dritto inizia il sentiero che risale il rio Capriana dall’imbocco poco evidente, il sentiero principale ci porta a curvare a destra guadando proprio il rio Capriana) – Rio Capriana q.540 (Dopo il guado il sentiero poi comincia ad alzarsi, siamo sempre sul Cammino di San Bartolomeo con segni gialli) – Bivio q.554 (Il bivio passa inosservato, ma appena risaliti dal rio Capriana alla nostra destra inizia il sentiero che scende a guadare la parte bassa del rio Capriana riportandoci al Bivio q.568, l’imbocco è infrascato e nascosto quindi non ci sono problemi a mantenere il sentiero principale in ascesa con i segni gialli) – Bivio q.584 (A sinistra a ritroso c’è un largo sentiero ma che per il nostro senso di marcia potremmo non vederlo, continuiamo dritto) – Incrocio q.593 (Continuiamo dritto sul nostro cammino di San Bartolomeo dove oltre la segnatura gialla se ne aggiunge una bianca proveniente da una traccia alla nostra sinistra, a destra invece scende un sentierino abbandonato) – Deviazione q.608 (Arrivati sul punto alto del sentierino, ora comincia a scendere verso il rio Dordoio, lasciamo quindi il Cammino di San Bartolomeo e andiamo a sinistra con direzione nord intraprendendo di fatto la cresta della Schiena d’Asino, segnatura e indicazioni assenti. In questo primo frangente il crinalino è ricoperto da fitti alberelli, dopo pochi minuti ci appare la sottile cresta rocciosa che ci fa mettere mano su roccia anche se priva di reali difficoltà, terminata la quale si cammina tra arbusti sempreverdi e scorci panoramici verso il Balzo Nero) – Schiena d’Asino q.802 (Senza fatica prendiamo gradualmente quota finché la cresta, ora particolarmente aerea e rocciosa, ci fa arrampicare qualche elementare passaggio di 1°- arrivando sul punto alto privo di ogni indicazione e quotato 802,2 m da CTR Toscana. Manteniamo il filo della cresta con direzione nord procedendo con cautela e disarrampicando qualche salto di 1°, attenzione che il versante occidentale, cioè quello rivolto sul Balzo Nero è molto esposto) – Valico a Seri q.757 (Ampia sella boscosa quotata 757,1 m da CTR Toscana. Un esile sentiero si stacca alla nostra sinistra calando verso il rio Capriana, insistiamo sul crinale con direzione nord ora guidati da una buona segnatura rossa iniziando ad alzarci nel bosco) – Deviazione q.827 (Lasciamo la buona traccia con bolli rossi, che presso due macigni di roccia si sposta a destra a mezzacosta attraversando subito un minuscolo colatoio di pietrisco e continua per la vetta del Balzo Rosso. Optiamo per una soluzione più impegnativa a carattere alpinistico, quindi manteniamo la logica direzione nord salendo il faticoso e ripido pendio di arbusti, si procede a vista, in breve siamo ai piedi dei contrafforti rocciosi della indefinita cresta sud del Balzo Rosso, cominciamo ad arrampicare senza una via obbligata valutando i passaggi in base alla nostra esperienza, nel nostro caso si attestano max. 2°+ in discreta esposizione su buona roccia scalinata) – Balzo Rosso q.1056 (Sulla cima coperta da una rada macchia di bosco c’è una vistosa scritta sul tronco di un albero, seguiamo la buona traccia di passaggio e la segnatura rossa che segue la dorsale nord/est) – Piano al Forno q.991 (Ampia e brulla depressione senza indicazioni, in loco resiste un antico cippo di sasso. Manteniamo la direzione nord/est e risaliamo su terreno aperto con pochi arbusti, si cammina a vista senza traccia di passaggio, poi durante l’ascesa si entra nella macchia di bosco dove è possibile incontrare qualche rilievo roccioso affiorante che superiamo direttamente o aggirandolo in base alla nostra esperienza) – CAI 100 q.1285 (Nella seconda parte della salita, sfruttiamo una vecchia traccia nel bosco che generalmente si mantiene poco sotto la linea della dorsale, quindi al termine ci innestiamo sul sentiero CAI 100, con l’obiettivo di raggiungere la cima della Piastra lo prendiamo a sinistra) – Deviazione q.1326 (Il CAI 100 che si manteneva a mezzacosta raggiunge il crinale e continua a sinistra con direzione nord/ovest. In questo punto lo lasciamo e lo percorriamo a destra a ritroso con direzione sud/est facendoci spazio tra le felci, poi entrando nel bosco si notano i vecchi segni bianco/rossi del CAI su esile sentiero palesemente poco frequentato e ostruito da rami caduti) – La Piastra q.1407 (I segni del CAI che ci guidano nel crinale boscoso si interrompono sulla cima, avanziamo ancora per alcuni metri fino al punto panoramico. Logicamente potremmo continuare sul crinale con direzione sud per ricollegarci al CAI 100, ma la conclusione della gita è ancora lontana. Temendo di perdere tempo perché ora il proseguo non è più segnato e appare infrascato, torniamo sui nostri passi) – Deviazione q.1326 – CAI 100 q.1285 (Siamo sul punto dove ci siamo collegarci al CAI 100 provenendo dal Piano al Forno, manteniamo il sentiero segnato) – Bivio q.1125 (Bivio del largo sentiero, il CAI 100 scende a sinistra) – Bivio q.1120 (Bivio del largo sentiero appena sotto il precedente, il CAI 100 lo tiene a destra) – Pian dei Rasoi q.1082 (Innesto sulla larga pista forestale e incrocio: ignoriamo la pista a sinistra, lasciamo il CAI 100 che continua su largo sentiero dalla parte opposta e scende a Pian di Lagneti, iniziamo a camminare la pista forestale prendendola a destra) – Colle Alto q.1062 – Sbarra q.1050 – Bivio q.1042 (Manteniamo la carrozzabile pianeggiante, alla sua destra sale un sentiero sterrato che entra nel bosco) – Bivio q.1007 (A sinistra scende una pista sterrata, stiamo sulla carrozzabile oltrepassando un palo della luce) – Deviazione q.989 (Lasciamo la carrozzabile che compie un tornante a sinistra arrivando alle case Vallone, prendiamo la pista sterrata a destra senza indicazioni) – Incrocio q.986 (Il sentiero sterrato si divide in tre parti, stiamo su quello in centro che è il principale perdendo quota) – Bivio q.968 (Attenzione che il tracciato principale compie un tornante a sinistra, noi dobbiamo intraprendere quello spostato a destra che è un po’ infrascato, in entrambi i casi si continuerebbe a scendere) – Capanno q.908 (Fatiscente capanno di caccia) – Tanabetti q.890 (Arriviamo su un sentiero pianeggiante sempre senza alcuna indicazione, a sinistra si dirige verso il Sasso Caldo, andiamo a destra su mulattiera in stato di abbandono e immediatamente ci compare il rudere di Tanabetti) – Fosso di Tanabetti q.888 (Con poca acqua) – Collacchia q.885 (Quota da CTR Toscana. Usciamo dal bosco e siamo in un’ampia e pianeggiante dorsale di terriccio e sedimenti, il tracciato continua a mezzacosta rientrando tra gli alberi ma purtroppo in seguito svanisce o tende a confondersi con altre presunte tracce. Nel caso molto probabile perdessimo la via, insistiamo mantenendoci a mezzacosta assestandoci sugli 870 metri ritrovando il percorso originario) – Fosso q.887 (Esile fosso d’acqua affluente del rio Certobuono) – Rio Certobuono q.865 (Il sentierino abbandonato ora è evidente, guadiamo il corso d’acqua e appena risaliti c’è la fonte, un minuscolo tubo con acqua) – Sella q.865 (Il sentierino esce dal bosco presso una brulla sella di terriccio circondata dagli alberi, poco prima di arrivarci si poteva scorgere il rilievo roccioso del Balzo della Colonnetta. Alla nostra destra il proseguo del tracciato condurrebbe verso il Piano al Forno ma è poco visibile, più intuibile la buona traccia spostata a sinistra che si alza davanti a noi nella dorsale boscosa con direzione sud/ovest) – Sella q.919 (Al termine della salita siamo sull’anonima sella boscosa che separa le due cime del Balzo della Colonnetta, non ci sono indicazioni, andiamo a sinistra uscendo immediatamente sulla bella e aerea cresta rocciosa sud) – Balzo della Colonnetta q.939 (Con attenzione ma senza difficoltà siamo sulla cima sud che precipita su tutti i versanti, è quotata 930,8 da CTR Toscana, torniamo sui nostri passi) – Sella q.919 (Continuiamo nel bosco con direzione nord/ovest e anche in questo caso ne usciamo presso la cresta rocciosa, più affilata ed esposta della precedente che ci fa mettere mano su roccia) – Balzo della Colonnetta q.939 (L’affilata cresta rocciosa culmina sulla cima più alta, quella nord quotata 931,1 da CTR Toscana, torniamo sui nostri passi) – Sella q.919 (Pochi metri prima di ritornare sull’esatto punto in cui eravamo saliti dalla Sella q.865, dobbiamo scendere l’invaso alla nostra destra tra radi alberelli, non vi sono segni o traccia di passaggio. Superata la perplessità iniziale e arrivati al margine, solo in questo momento notiamo che non precipita come temevamo, ma con estrema attenzione si riesce a scendere a vista il ripidissimo versante della Lezza Menne) – Miniera q.865 (Scendiamo costeggiando i bastioni rocciosi alla nostra destra, quelli rivolti sul Balzo della Colonnetta nord, pervenendo a una minuscola piazzola che delimita l’accesso all’antica miniera, l’ingresso ci compare inaspettatamente alla nostra destra. Procediamo nell’infida e ripidissima discesa su terreno misto di placche rocciose affioranti, pietrisco, erbe e arbusti, subito stando nella parte centrale dell’invaso, poi ci spostiamo a sinistra per guadagnare la macchia di arbusti valutando il fatto che ci possano tornare utili) – Deviazione q.690 (Scendendo la ripida dorsale boscosa, verso la fine ci riportiamo presso l’invaso che nella sua parte finale si è ridotto a un canalone detritico destinato a immettersi sul rio Diacciarelli. In un punto imprecisato sui 690/700 metri andiamo a sinistra allontanandoci definitivamente dal canalone, procediamo a mezzacosta nel fitto bosco senza punti di riferimento, se abbiamo fortuna riusciamo a scorgere qualche omino di sasso ma molto probabilmente procediamo a vista senza traccia, manteniamo la direzione sud in falsopiano assestandoci sui 660/640 metri di quota) – Grotta del Dordoio q.620 (Grande cavità dalla quale fuoriesce un angusto fosso d’acqua, è logico aggirarla dall’alto su pendio molto erto. Raggiunta l’entrata della grotta, scendiamo ripidamente camminando su una presunta traccia di passaggio, direzione sud) – Fosso di Tanabetti q.605 (Alla fine della discesa siamo presso il fosso di Tanabetti, probabilmente asciutto dal fondo di ciottoli rocciosi, passiamo dalla parte opposta e andiamo a destra procedendo in piano su terreno selvaggio nel fitto bosco, si avanza a vista con direzione ovest) – Sentiero q.586 (Ci innestiamo sul “Cammino di San Bartolomeo” con segni gialli, lo teniamo a destra arrivando subito presso la confluenza infrascata dei fossi Tanabetti e Diacciarelli dove si prende a salire) – Bivio q.600 (Alla nostra sinistra inizia il sentiero che conduce Alle Grotte, potrebbe farci accorciare il rientro ma allo stato attuale è in stato di abbandono e passa inosservato, rimaniamo sul rassicurante sentiero segnato) – Deviazione q.608 (Chiudiamo finalmente l’anello, siamo tornati al punto dove avevamo iniziato la Schiena d’Asino, ripercorriamo fedelmente il tragitto fatto all’andata) – Incrocio q.593 – Bivio q.584 – Bivio q.554 – Rio Capriana q.540 – Bivio q.540 – Bivio q.568 – Alle Grotte q.510 – Bivio q.540 – Ovile q.560 – Bivio q.591 – Bivio q.609 – Bivio q.621 – Bivio q.625 – Vico Pancellorum q.656.
NOTE: |
|
LUNGHEZZA: 17,7 km DIFFICOLTA: EE/F |
DISLIVELLO TOTALE: 1440 m QUOTA MASSIMA: La Piastra q.1407 |
Sentieri Itinerario complesso, selvaggio e molto impegnativo dal punto di vista fisico, per orientamento e con un tratto di arrampicata su roccia, tranne i pochi profondi conoscitori del posto risulta indispensabile l’uso del GPS. Per l’intera gita si attribuisce una difficoltà EE (Escursionisti Esperti), la salita della cresta sud del Balzo Rosso è di stampo alpinistico e l’ho classificato come F (Alpinismo facile) I punti critici della gita sono: Cresta
della Schiena dell’Asino: cresta
selvaggia priva di ogni indicazione, si sviluppa generalmente tra una bassa
vegetazione di arbusti, mentre la parte alta risulta rocciosa ed esposta sul
versante occidentale, passaggi di 1° Cresta
sud del Balzo Rosso: cresta poco
definita e selvaggia, si risalgono a vista senza percorso obbligato i
terrazzamenti rocciosi valutando al momento i passaggi migliori, nel nostro
caso arrampichiamo fino al 2+ su roccia discreta e scalinata. Crinale
Piano al Forno-innesto CAI 100: crinale
privo di indicazioni che si svolge prevalentemente nel fitto bosco,
camminiamo a vista e nella prima parte senza alcuna traccia. Percorso
Tanabetti-Balzo della Colonnetta:
sentiero in stato di abbandono privo di indicazioni, in alcuni tratti si
interrompe con problemi di orientamento per riprendere successivamente. Balzo
della Colonnetta: è
caratterizzata da due vette rocciose, la cresta che culmina alla vetta sud è
aerea ma camminabile, più affilata ed esposta la cresta alla vetta nord. Discesa
dal balzo della Colonnetta dal versante della Lezza Menne: ripidissimo pendio su terreno misto di
placche rocciose affioranti, pietrisco, erbe e arbusti, non vi sono
indicazioni o segni di passaggio, si procede a vista con molta cautela,
indispensabili i bastoncini da trekking (sarebbe auspicabile farlo in salita) Percorso Lezza Menne- Grotta del Dordoio: solo teoricamente ci dovrebbe essere una traccia, sicuramente saremmo costretti procedere a vista stando a mezzacosta nel fitto bosco senza possibilità di avere punti di riferimento, grossi problemi di orientamento (indispensabile il GPS) |
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Rifugi-Bivacchi - Assenti |
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Fonti - Fontana alla partenza dal parcheggio alto di Vico
Pancellorum - Fonte presso il Bivio q.540 (piccolo tubo con acqua
pochi metri prima del bivio) - Piccolo tubo con acqua dopo avere guadato il rio
Certobuono |
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TEMPI RILEVATI NETTI (ore): |
|||||
Vico Pancellorum |
0,00 |
Deviazione
q.1326 |
/ |
Sella q.919 |
/ |
Bivio q.625 |
0,04 |
CAI 100
q.1285 |
/ |
Miniera |
7,12 |
Bivio q.621 |
0,05 |
Bivio q.1125 |
5,05 |
Deviazione q.690 |
/ |
Bivio q.609 |
0,07 |
Bivio q.1120 |
5,07 |
Grotta del Dordoio |
7,40 |
Bivio q.591 |
0,10 |
Pian dei Rasoi |
5,11 |
Fosso di Tanabetti q.605 |
7,50 |
Ovile |
/ |
Colle Alto |
/ |
Sentiero q.586 |
7,57 |
Bivio q.540 |
0,20 |
Sbarra |
5,25 |
Bivio q.600 |
8,11 |
Alle Grotte |
0,26 |
Bivio q.1042 |
5,27 |
Deviazione q.608 |
8,13 |
Bivio q.568 |
0,38 |
Bivio q.1007 |
5,33 |
Incrocio q.593 |
/ |
Bivio q.540 |
0,44 |
Deviazione
q.989 |
5,36 |
Bivio q.584 |
/ |
Rio Capriana |
/ |
Incrocio q.986 |
5,46 |
Bivio q.554 |
/ |
Bivio q.554 |
0,46 |
Bivio q.968 |
5,49 |
Rio Capriana |
/ |
Bivio q.584 |
0,50 |
Capanno |
/ |
Bivio q.540 |
/ |
Incrocio
q.593 |
0,51 |
Tanabetti |
6,00 |
Bivio q.568 |
/ |
Deviazione q.608 |
0,55 |
Fosso di Tanabetti q.888 |
/ |
Alle Grotte |
/ |
Schiena d’Asino |
1,25 |
Collacchia |
6,03 |
Bivio q.540 |
/ |
Valico a Seri |
1,43 |
Fosso q.887 |
/ |
Ovile |
/ |
Deviazione q.827 |
1,55 |
Rio Certobuono |
6,13 |
Bivio q.591 |
/ |
Balzo Rosso |
2,40 |
Sella q.865 |
6,30 |
Bivio q.609 |
/ |
Piano al Forno |
2,53 |
Sella q.919 |
6,40 |
Bivio q.621 |
/ |
CAI 100 q.1285 |
3,40 |
Balzo della Colonnetta S. |
6,44 |
Bivio q.625 |
/ |
Deviazione q.1326 |
3,45 |
Sella q.919 |
/ |
Vico Pancellorum |
9,05 |
La Piastra |
4,03 |
Balzo della Colonnetta N. |
6,54 |
|
|
Vico Pancellorum q.656 (Nell’area parcheggio di Vico Pancellorum alto, a destra inizia il vicolo “via Fosso” che è interdetto al transito delle auto e conduce all’interno del paese, a sinistra c’è una stradina asfaltata che iniziamo a camminare) |
Sulla stradina asfaltata iniziata dal parcheggio di Vico Pancellorum alto |
Bivio q.621 (Eventualmente parcheggiando l’auto sul ciglio della strada possiamo iniziare la gita anche da qui. Lasciamo la stradina asfaltata principale che ora continua in piano scendiamo la stradina a sinistra con cartello di divieto d’accesso) |
Bivio q.609 (In loco c’è una croce di metallo. A destra c’è una larga mulattiera, andiamo dritto su carrozzabile superando l’isolata casa ristrutturata poco distante, siamo sul Cammino di San Bartolomeo evidenziato da qualche cartello e segni gialli) |
Bivio q.591 (Arriviamo in un castagneto e c’è il bivio della pista, a sinistra conduce e termina presso una grande tettoia, andiamo a destra continuando a perdere quota e seguendo i segni gialli del Cammino di San Bartolomeo) |
Ovile |
Croce di legno presso il Bivio q.540 |
Segni gialli del Cammino di San Bartolomeo |
Alle Grotte q.510 (Rudere addossato alla parete rocciosa) |
Alle Grotte q.510 (Rudere addossato alla parete rocciosa) |
Dalle Grotte, continuiamo sulla mulattiera con vista panoramica sull’aguzzo versante occidentale del Montale. |
Il muretto di sassi che precede il Bivio q.568 |
Bivio q.568 (Terminato il muretto di sassi che delimita questa parte della mulattiera c’è la biforcazione: dritto a destra scende un largo sentiero che porta al rio della Capriana, stiamo sulla mulattiera pianeggiante) |
Bivio q.540: Nel frattempo la mulattiera si riduce a sentiero erboso, sulla nostra sinistra notiamo la fonte caratterizzata da un piccolo tubo d’acqua…. |
….. dopo pochi metri c’è la biforcazione, andando dritto inizia il sentiero che risale il rio Capriana dall’imbocco poco evidente, il sentiero principale ci porta a curvare a destra guadando proprio il rio Capriana |
Deviazione q.608 (Arrivati sul punto alto del sentierino, ora comincia a scendere verso il rio Dordoio, lasciamo quindi il Cammino di San Bartolomeo e andiamo a sinistra con direzione nord intraprendendo di fatto la cresta della Schiena d’Asino, segnatura e indicazioni assenti) |
Dopo pochi minuti ci appare la sottile cresta rocciosa che ci fa mettere mano su roccia anche se priva di reali difficoltà |
Dopo pochi minuti ci appare la sottile cresta rocciosa che ci fa mettere mano su roccia anche se priva di reali difficoltà |
Panorama durante la salita della Schiena d’Asino sul Balzo Nero |
Panorama durante la salita della Schiena d’Asino sul Balzo della Colonnetta |
Panorama durante la salita della Schiena d’Asino sul Balzo della Colonnetta nord e il Balzo Rosso |
Sulla Schiena d’Asino |
Sulla Schiena d’Asino |
Sulla Schiena d’Asino |
Schiena d’Asino q.802 |
Il nostro tragitto da fare per la vetta del Balzo Rosso visto durante la discesa dalla Schiena dell’Asino |
Discesa dalla Schiena d’Asino in direzione del Valico a Seri, procediamo con cautela disarrampicando qualche salto di 1° |
Discesa dalla Schiena d’Asino in direzione del Valico a Seri, procediamo con cautela disarrampicando qualche salto di 1° |
Valico a Seri |
Dal Valico a Seri, insistiamo sul crinale con direzione nord ora guidati da una buona segnatura rossa iniziando ad alzarci nel bosco |
Deviazione q.827 (Lasciamo la buona traccia con bolli rossi, che presso due macigni di roccia si sposta a destra a mezzacosta attraversando subito un minuscolo colatoio di pietrisco e continua per la vetta del Balzo Rosso) |
Optiamo per una soluzione più impegnativa a carattere alpinistico, quindi manteniamo la logica direzione nord salendo il faticoso e ripido pendio di arbusti, si procede a vista…… |
…. in breve siamo ai piedi dei contrafforti rocciosi della indefinita cresta sud del Balzo Rosso, cominciamo ad arrampicare senza una via obbligata valutando i passaggi in base alla nostra esperienza… |
…. nel nostro caso si attestano max. 2°+ in discreta esposizione su buona roccia scalinata |
Passaggi di 2°+ in discreta esposizione su buona roccia scalinata |
Salita della indefinita cresta sud del Balzo Rosso |
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Panorama durante la salita del Balzo Rosso sulla Schiena d’Asino dalla quale proveniamo |
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La parte conclusiva che culmina sulla vetta del Balzo Rosso |
La parte conclusiva che culmina sulla vetta del Balzo Rosso |
Balzo Rosso q.1056 (Sulla cima coperta da una rada macchia di bosco c’è una vistosa scritta sul tronco di un albero) |
Dalla vetta del Balzo Rosso seguiamo la buona traccia di passaggio e la segnatura rossa che segue la dorsale nord/est |
Dalla vetta del Balzo Rosso seguiamo la buona traccia di passaggio e la segnatura rossa che segue la dorsale nord/est |
Piano al Forno q.991 (Ampia e brulla depressione senza indicazioni, in loco resiste un antico cippo di sasso. Manteniamo la direzione nord/est e risaliamo su terreno aperto con pochi arbusti, si cammina a vista senza traccia di passaggio) |
Piano al Forno q.991 (Ampia e brulla depressione senza indicazioni) |
Sul crinale che dal Piano al Forno si collega al CAI 100, si procede a vista |
Sul CAI 100 |
Deviazione q.1326 (Il CAI 100 che si manteneva a mezzacosta raggiunge il crinale e continua a sinistra con direzione nord/ovest. In questo punto lo lasciamo e lo percorriamo a destra a ritroso con direzione sud/est) |
Ci facciamo spazio tra le felci…. |
….., poi entrando nel bosco si notano i vecchi segni bianco/rossi del CAI su esile sentiero palesemente poco frequentato e ostruito da rami caduti |
La Piastra |
Tabelle CAI |
Punto panoramico sul sentiero CAI 100 |
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Pian dei Rasoi q.1082 (Innesto sulla larga pista forestale e incrocio: ignoriamo la pista a sinistra, lasciamo il CAI 100 che continua su largo sentiero dalla parte opposta e scende a Pian di Lagneti, iniziamo a camminare la pista forestale prendendola a destra) |
Pista forestale |
Bivio q.1007 (A sinistra scende una pista sterrata, stiamo sulla carrozzabile oltrepassando un palo della luce) |
Deviazione q.989 (Lasciamo la carrozzabile che compie un tornante a sinistra arrivando alle case Vallone, prendiamo la pista sterrata a destra senza indicazioni) |
Incrocio q.986 (Il sentiero sterrato si divide in tre parti, stiamo su quello in centro che è il principale perdendo quota) |
Bivio q.968 (Attenzione che il tracciato principale compie un tornante a sinistra, noi dobbiamo intraprendere quello spostato a destra che è un po’ infrascato, in entrambi i casi si continuerebbe a scendere) |
Capanno q.908 (Fatiscente capanno di caccia) |
Tanabetti q.890 (Arriviamo su un sentiero pianeggiante sempre senza alcuna indicazione, a sinistra si dirige verso il Sasso Caldo, andiamo a destra su mulattiera in stato di abbandono e immediatamente ci compare il rudere di Tanabetti) |
Il rudere di Tanabetti |
Il rudere di Tanabetti |
Collacchia q.885 (Quota da CTR Toscana. Usciamo dal bosco e siamo in un’ampia e pianeggiante dorsale di terriccio e sedimenti) |
La traccia che da Tanabetti ci direziona verso il Balzo della Colonnetta |
Rio Certobuono |
Guadiamo il corso d’acqua del rio Certobuono e appena risaliti c’è la fonte, un minuscolo tubo con acqua |
La traccia che da Tanabetti ci direziona verso il Balzo della Colonnetta |
Sella q.865 (Il sentierino esce dal bosco presso una brulla sella di terriccio circondata dagli alberi. Alla nostra destra il proseguo del tracciato condurrebbe verso il Piano al Forno ma è poco visibile, più intuibile la buona traccia spostata a sinistra che si alza davanti a noi nella dorsale boscosa con direzione sud/ovest) |
Sulla traccia che dalla Sella q.865 sale alla Sella q.919 |
Sella q.919 (Al termine della salita siamo sull’anonima sella boscosa che separa le due cime del Balzo della Colonnetta, non ci sono indicazioni) |
Sulla cresta per la vetta del Balzo della Colonnetta sud |
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Arrivo alla vetta del Balzo della Colonnetta sud |
Panorama dal Balzo della Colonnetta sud |
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Sulla cresta che culmina al Balzo della Colonnetta nord |
Balzo della Colonnetta nord |
Vista del Balzo della Colonnetta sud mentre stiamo per arrivare sulla vetta del Balzo della Colonnetta nord |
Sella q.919 (Pochi metri prima di ritornare sull’esatto punto in cui eravamo saliti dalla Sella q.865, dobbiamo scendere l’invaso alla nostra destra tra radi alberelli, non vi sono segni o traccia di passaggio) |
Superata la perplessità iniziale e arrivati al margine, solo in questo momento notiamo che non precipita come temevamo, ma con estrema attenzione si riesce a scendere a vista il ripidissimo versante della Lezza Menne |
Scendiamo costeggiando i bastioni rocciosi alla nostra destra, quelli rivolti sul Balzo della Colonnetta |
L’ingresso della miniera |
Dalla miniera procediamo nell’infida e ripidissima discesa su terreno misto di placche rocciose affioranti, pietrisco, erbe e arbusti |
Dalla miniera procediamo nell’infida e ripidissima discesa su terreno misto di placche rocciose affioranti, pietrisco, erbe e arbusti |
Procediamo nell’infida e ripidissima discesa su terreno misto di placche rocciose affioranti, pietrisco, erbe e arbusti, subito stando nella parte centrale dell’invaso, poi ci spostiamo a sinistra per guadagnare la macchia di arbusti valutando il fatto che ci possano tornare utili |
Deviazione q.690 (Scendendo la ripida dorsale boscosa, verso la fine ci riportiamo presso l’invaso che nella sua parte finale si è ridotto a un canalone detritico destinato a immettersi sul rio Diacciarelli, in un punto imprecisato sui 690/700 metri andiamo a sinistra allontanandoci definitivamente dal canalone ) |
Procediamo a mezzacosta nel fitto bosco senza punti di riferimento, se abbiamo fortuna riusciamo a scorgere qualche omino di sasso ma molto probabilmente procediamo a vista senza traccia |
Grotta del Dordoio |
Fosso di Tanabetti q.605 (Alla fine della discesa siamo presso il fosso di Tanabetti, probabilmente asciutto dal fondo di ciottoli rocciosi) |
Testimonianza di una formella attaccata su un macigno roccioso |