martedì 5 aprile 2022

Balza Rosa (EE)

Itinerario su rilievi poco conosciuti nel comprensorio del monte Nerone (appennino Marchigiano), la gita è riferita a escursionisti esperti con senso dell’orientamento e che si sappiano muovere al di fuori dei consueti sentieri segnati. 

DATA: 21 novembre 2021 

PARTENZA: Con la superstrada E45 Cesena-Roma si esce a Città di Castello e si prende la strada principale di Apecchio SP 237 arrivando a Piobbico (circa 40 km), attraversiamo il paese in direzione di Acqualagna e dopo circa 2,2 km dopo il ponte sul fiume Candigliano c’è la nostra partenza.

 

Per la carta escursionistica scala 1:25000 Foglio 14-Monte Nerone, si ringrazia Monti Editore  https://www.iga-cartografia.it/  Via Uberti, 9 – 47521  Cesena (FC)    info@iga-cartografia.it - tel. 328-2279646 

ITINERARIO: SP 237 q.326 (Oltrepassato il ponte sul fiume Candigliano, iniziamo prendendo il CAI 208 ex CAI 8 a destra in discesa, cartello indica il fosso dell’Eremo)    Ponte q.321 (Piccolo ponticello di cemento sul fosso dell’Eremo)    Cancello q.332   –   Edificio q.322 (Abbandonato)  –  Ponte q.327 (Ponticello di cemento)  –   Palestra di roccia q.336 (Un ponte di legno alla nostra destra porta sotto le pareti di roccia con numerose vie d’arrampicata)   –   Bivio q.340 (Cartelli assenti: dritto il sentiero prosegue parallelo al fosso dell’Eremo, noi risaliamo a sinistra e poco sopra ci sono i ruderi dell’eremo di Santa Maria Morimondo)   –   Eremo di Santa Maria Morimondo q.355 (Dell’antico eremo datato XI secolo rimangono solo i ruderi di poche mura, lo oltrepassiamo e il CAI 208 nel proseguo si riporta sul fosso dell’Eremo, lo seguiamo fedelmente guadandolo numerose volte)   –   Rudere q.405 (Rimangono solo pochi muri)   –   Incrocio q.411 (Cartelli assenti: dritto il sentiero prosegue parallelo al fosso d’acqua, a destra sale con segni gialli, noi teniamo il CAI 208 che scende a sinistra e guadato il fosso dell’Eremo risale dalla parte opposta)    –   Bivio q.411 (Cartelli assenti: a destra non è segnato, teniamo il CAI 208 a sinistra)   –   Bivio q.416 (Cartelli assenti: lasciamo il CAI 208 che curva a gomito a destra e prosegue verso il paese di Baciardi, stiamo dritto a sinistra per sentierino privo di indicazioni che si sviluppa in piano)   -  Fosso del Trogolone q.406 (Guadiamo più volte il fosso d’acqua per assestarci definitivamente sulla riva sinistra, in seguito notiamo in lontananza in alto sulla nostra destra le abitazioni di Baciardi)   -  Bivio q.450 (In questo punto il sentiero sembra scomparire nella macchia di bosco, il bivio è difficilmente individuabile: a destra la traccia guada subito il fosso del Trogolone e risale alle case di Colcelletto e Cardella, continuiamo dritto tenendoci sempre paralleli al corso d’acqua con la traccia invisibile che prende quota, poi poco sopra ci riappare ben marcata)  -  Bivio q.466 (Pur mantenendoci paralleli al corso d’acqua, la traccia si è alzata allontanandosi e ora siamo fuori dalla macchia di bosco, a sinistra a ritroso sale trasversalmente una marcata traccia, noi andiamo dritto cominciando a calare per riportarci vicino al fosso Trogolone, la traccia diventa molto incerta confusa dal passaggio di cavalli)  -  Bivio q.465 (Come nel bivio precedente, a sinistra a ritroso sale trasversalmente una marcata traccia, manteniamo la direzione paralleli al corso d’acqua, appena sopra la nostra testa possiamo notare un cavo metallico)  -   Prateria q.476 (Il buon sentierino termina, evitiamo di andare dritto nel sottile e angusto solco boschivo e usciamo nella prateria soprastante che si apre dal passaggio di cavalli, la parte alta è quotata 504 metri dalla mappa IGM. Procediamo a vista nella brulla prateria senza traccia alcuna con direzione sud/est puntando al “filare” dei pali della luce, poi quando li abbiamo raggiunti li seguiamo finché iniziano a inerpicarsi verso Cuppio, perseverando con lo sguardo sulla linea dei pali della luce possiamo intravvedere in lontananza qualche edificio. Ci spostiamo a sinistra sempre in costante ascesa paralleli ai pali della luce ma allontanandoci gradualmente che ora distano circa 50 metri, sfruttiamo a piacere le tracce del bestiame tra i cespugli di ginestre e quando ci appare sopra di noi il brullo crinalino caratterizzato dai fianchi in stato di erosione avanziamo ai suoi piedi)   -  Azienda di allevamento q.578 (Al termine della salita ci innestiamo sulla pista sterrata, alla nostra destra c’è un cancello di metallo con la carrozzabile e dei capannoni di una probabile azienda di allevamento di Cuppio, andiamo a sinistra con la pista che sale trasversalmente priva di indicazioni)   -  Bivio q.627 (Biforcazione: rimaniamo sulla pista di pietrisco che risalendo compie un tornante, sulla destra si stacca un sentiero tra i pini mughi che si direziona verso il promontorio quotato 617 metri dalla mappa IGM)  -   Castel del Monte q.698 (Nessuna indicazione sul promontorio che passa inosservato)   -  Incrocio q.677 (La sterrata si biforca, tralasciamo a destra e andando dritto dopo pochi metri si esaurisce in un pianoro erboso, a sinistra scende un largo tracciato evidenziato dal passaggio di mezzi motorizzati, andiamo dritto mantenendo la direzione in ascesa sul verde crinale delle Gorghe seguendo la traccia di sentiero)  -   Pian del Marzo q.782 (Al culmine della salita siamo sull’anonimo promontorio erboso con cespugli sempreverdi, insistiamo sul crinale che si sviluppa con direzione nord verso il monte Paludello)   -  Bivio q.815 (Appena prima della salita finale del verde promontorio del monte Paludello, sulla destra scende una marcata traccia senza indicazioni destinata a innestarsi sulla pista che transita a mezzacosta sul versante orientale)  -  Monte Paludello q.837 (Anonimo promontorio erboso senza indicazioni. Se volessimo mantenere la direzione nord il crinale sarebbe interrotto dagli arbusti, quindi appare logico scendere a sinistra per virare sul crinale occidentale che si sviluppa più in basso. Caliamo costeggiando i cespugli che alla nostra destra delimitano un precipizio, alla nostra sinistra abbiamo come riferimento la vetta del monte Nerone con i suoi vistosi ripetitori, ci riappare la marcata traccia di passaggio che si snoda tra i fitti cespugli nel crinalino che in breve diventa pianeggiante)  -  Cresta della Balza Rosa q.708 (Usciamo finalmente dai fitti cespugli superando inconsapevolmente il promontorio senza toponimo quotato 708 metri dalla mappa IGM, il crinalino che si era ampliato ora si innesta sulla cresta della Balza Rosa. Appare intuibile che la cresta la dobbiamo percorrere risalendo a destra, nord, prestando molta attenzione si cammina sulle roccette con molto disagio perché “stretti” tra il verticale precipizio alla nostra sinistra e la fitta macchia di cespugli che lambisce la cresta ostacolando il passaggio, eventualmente esiste a mezzacosta una marcata traccia che azzera qualsiasi pericolo ma anche il maestoso panorama adrenalinico)   -  Balza Rosa q.720 (Camminando sull’aerea cresta ci appare la parete verticale della Balza Rosa, quindi guadagniamo il punto alto generalmente senza toponimo ma quotato 720 metri dalle mappe IGM-Istituto Geografico Militare e IGA di Monti Editore, la vetta anonima e priva di indicazioni è invasa da cespugli e arbusti. Insistiamo sulla cresta, mantenendo la direzione nord e facendoci spazio tra la vegetazione ne usciamo immediatamente, ora la cresta si amplia notevolmente e diventa erbosa, avanziamo tenendo il monte Nerone alle nostre spalle e davanti a noi in lontananza ci appare la sagoma rocciosa della Balza della Penna che contrasta con il tozzo e verde rilievo del Montiego in secondo piano. Sulla buona traccia compaiono segni bianco/rossi del CAI e il crinale si divide anche se in loco è incomprensibile: dritto continua verso le balze delle Rocche, più logico è seguire la traccia segnata che ci fa virare a sinistra sulla cresta ovest perdendo quota nella rada vegetazione)  -  Bivio q.668 (Abbiamo perso quota e ora ci innestiamo su una marcata traccia pianeggiante, a destra si sviluppa a mezzacosta e conduce al crinale Balza Rosa-Le Rocche, stiamo a sinistra seguendo i segni CAI uniti a qualche segno azzurro sul brullo crinale pianeggiante di radi arbusti, direzione sud/ovest)  Bivio q.665 (Il bivio è poco evidente, dobbiamo notare un piccolo cumulo di pietrisco sull’ampio crinale. In questo punto la segnatura CAI segue il sentierino che sulla nostra sinistra scende ripidamente inoltrandosi nel bosco e sarà il nostro ritorno, rimaniamo sul crinale mantenendo la direzione e camminando la traccia di passaggio evidenziata da vecchi segni azzurri)   -   Promontorio q.687 (Anonimo promontorio pianeggiante senza toponimo quotato 687 metri dalla mappa IGM, passa inosservato. Nel fondovalle alla nostra destra possiamo intravvedere la cava di Gorgo a Cerbara, avanziamo sull’ampio crinale puntando all’evidente e solitaria elevazione caratterizzata da un satellite alla sua destra)   -  Balzo q.690 (Cima senza toponimo quotata 690 metri dalla mappa IGM e IGA. L’ampio crinale si riduce con la traccia che si alza nella fitta vegetazione, qualche segno azzurro, quindi guadagniamo la vetta rocciosa e panoramica sormontata da un grande omino di sassi, ad oltranza precipita sul fosso dell’Eremo, ritorniamo sui nostri passi)    -  Promontorio q.687   -  Bivio q.665 (Riprendiamo il sentierino segnato CAI che ora lascia il crinale e scende alla nostra destra inoltrandosi nel bosco portandoci a transitare ai piedi dei contrafforti della Balza Rosa)  -  Deviazione q.420 (Al termine della discesa ci innestiamo in un sentierino a mezzacosta e si esaurisce inspiegabilmente anche la segnatura CAI, indicazioni assenti: a destra in breve il sentiero svanisce presso una colata di pietrisco, a sinistra condurrebbe verso il Rudere q.405 innestandosi di fatto sul CAI 208 ex CAI 8 che potremmo intraprendere, invece decidiamo di tagliare mantenendo la direzione scendendo dalla parte opposta senza traccia alcuna e procedendo a vista tra la rada vegetazione, ben sapendo che sotto di noi scorre il fosso dell’Eremo di cui se ne sente il rumore e di conseguenza possiamo ritrovare il CAI 208)  -   Fosso dell’Eremo q.393 (Senza grosse difficoltà raggiungiamo il fosso dell’Eremo e cerchiamo di individuare un punto ottimale per guadare, dalla parte opposta ci innestiamo sul CAI 208 che ora teniamo a destra ripercorrendolo fino all’auto)   –   Eremo di Santa Maria Morimondo q.355   –   Bivio q.340   –   Palestra di roccia q.336  –  Ponte q.327 (Ponticello di cemento)   –   Edificio q.322 (Abbandonato)  –  Cancello q.332   –  Ponte q.321   -  SP 237 q.326

  

NOTE:

LUNGHEZZA: 13,8 km

DIFFICOLTA: EE

DISLIVELLO TOTALE: 780 m

QUOTA MASSIMA: M. Paludello q.837

Sentieri

- Itinerario per escursionisti esperti con senso dell’orientamento e che si sappiano muovere al di fuori dei consueti sentieri segnati.  

- Qualche disagio per attraversare il fosso dell’Eremo che il CAI 208 ex CAI 8 ci fa guadare numerose volte, in questo periodo la portata d’acqua è aumentata. 

- La cresta della Balza Rosa seppur poco difficile è molto aerea e in grande esposizione sul versante occidentale, escursionisti poco esperti potrebbero avere difficoltà, in tal caso si può sfruttare una buona traccia di passaggio che transita poco sotto.  

Rifugi-Bivacchi

 - Assenti

Fonti

- Assenti

Tracce GPS

 

TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

SP 237

0,00

Incrocio q.677

2,28

Ponte q.321

0,01

Pian del Marzo

2,44

Cancello q.332

0,03

Bivio q.815

2,59

Edificio q.322

0,06

Monte Paludello

3,05

Ponte q.327

0,07

Cresta della Balza Rosa

3,35

Palestra di roccia

0,12

Balza Rosa

3,40

Bivio q.340

0,13

Bivio q.668

3,47

Eremo di S.M. Morimondo

0,14

Bivio q.665

3,50

Rudere q.405

0,53

Balzo q.690

4,05

Incrocio q.411

0,56

Bivio q.665

4,20

Bivio q.411

0,58

Deviazione q.420

4,50

Bivio q.416

1,00

Fosso dell’Eremo q.393

5.00

Fosso del Trogolone q.406

1,05

Eremo di S.M. Morimondo

/

Bivio q.450

1,25

Bivio q.340

/

Bivio q.466

1,29

Palestra di roccia

/

Bivio q.465

1,34

Ponte q.327

/

Prateria q.476

1,43

Edificio q.322

/

Azienda allevamento

2,00

Cancello q.332

/

Bivio q.627

2,13

Ponte q.321

/

Castel del Monte

/

SP 237

5,40

 
 

SP 237 q.326 (Oltrepassato il ponte sul fiume Candigliano, iniziamo prendendo il CAI 208 ex CAI 8 a destra in discesa, cartello indica il fosso dell’Eremo) 

SP 237 q.326 (Oltrepassato il ponte sul fiume Candigliano, iniziamo prendendo il CAI 208 ex CAI 8 a destra in discesa, cartello indica il fosso dell’Eremo) 

Iniziamo prendendo il CAI 208 ex CAI 8

Sul CAI 208 ex CAI 8

Edificio q.322 (Abbandonato) 

Sul CAI 208 ex CAI 8

 

Palestra di roccia q.336 (Un ponte di legno alla nostra destra porta sotto le pareti di roccia con numerose vie d’arrampicata)

Bivio q.340 (Cartelli assenti: dritto il sentiero prosegue parallelo al fosso dell’Eremo, noi risaliamo a sinistra e poco sopra ci sono i ruderi dell’eremo di Santa Maria Morimondo) 

Eremo di Santa Maria Morimondo

Eremo di Santa Maria Morimondo

Eremo di Santa Maria Morimondo

La Madonnina dell’eremo di Santa Maria Morimondo


Qualche disagio per attraversare il fosso dell’Eremo che il CAI 208 ex CAI 8 ci fa guadare numerose volte, in questo periodo la portata d’acqua è aumentata

Qualche disagio per attraversare il fosso dell’Eremo che il CAI 208 ex CAI 8 ci fa guadare numerose volte, in questo periodo la portata d’acqua è aumentata

Sul CAI 208 ex CAI 8

L’ennesimo guado

Dal sentiero CAI 208, alla nostra sinistra si apre uno scorcio sulle bastionate della Balza Rosa


Rudere q.405 (Rimangono solo pochi muri)

Bivio q.416 (Cartelli assenti: lasciamo il CAI 208 che curva a gomito a destra e prosegue verso il paese di Baciardi, stiamo dritto a sinistra per sentierino privo di indicazioni che si sviluppa in piano)

Il sentierino non segnato che si sviluppa parallelo al fosso del Trogolone

In seguito notiamo in lontananza in alto sulla nostra destra le abitazioni di Baciardi

Bivio q.466 (Pur mantenendoci paralleli al corso d’acqua, la traccia si è alzata allontanandosi e ora siamo fuori dalla macchia di bosco, a sinistra a ritroso sale trasversalmente una marcata traccia, noi andiamo dritto cominciando a calare per riportarci vicino al fosso Trogolone, la traccia diventa molto incerta confusa dal passaggio di cavalli) 

La traccia diventa molto incerta confusa dal passaggio di cavalli


Il buon sentierino termina, evitiamo di andare dritto nel sottile e angusto solco boschivo …

…. e usciamo nella prateria soprastante che si apre dal passaggio di cavalli, la parte alta è quotata 504 metri dalla mappa IGM

Procediamo a vista nella brulla prateria senza traccia alcuna con direzione sud/est puntando al “filare” dei pali della luce, poi quando li abbiamo raggiunti li seguiamo finché iniziano a inerpicarsi verso Cuppio …

…. quindi ci spostiamo a sinistra sempre in costante ascesa paralleli ai pali della luce ma allontanandoci gradualmente che ora distano circa 50 metri, sfruttiamo a piacere le tracce del bestiame tra i cespugli di ginestre ….

….. e quando ci appare sopra di noi il brullo crinalino caratterizzato dai fianchi in stato di erosione avanziamo ai suoi piedi.

….. e quando ci appare sopra di noi il brullo crinalino caratterizzato dai fianchi in stato di erosione avanziamo ai suoi piedi.


Azienda di allevamento q.578 (Al termine della salita ci innestiamo sulla pista sterrata, alla nostra destra c’è un cancello di metallo con la carrozzabile e dei capannoni di una probabile azienda di allevamento di Cuppio, andiamo a sinistra con la pista che sale trasversalmente priva di indicazioni) 

Retrospettiva verso l’azienda di allevamento

Sulla sterrata che sale a Castel del Monte

Sulla sterrata che sale a Castel del Monte

  Bivio q.627 (Biforcazione: rimaniamo sulla pista di pietrisco che risalendo compie un tornante, sulla destra si stacca un sentiero tra i pini mughi che si direziona verso il promontorio quotato 617 metri dalla mappa IGM) 

Dal Bivio q.627 rimaniamo sulla pista di pietrisco che risalendo compie un tornante


Cavalli al pascolo a Castel del Monte

Dall’Incrocio q.677 teniamo il crinale su traccia di passaggio verso Pian del Marzo

Dall’Incrocio q.677 teniamo il crinale su traccia di passaggio verso Pian del Marzo

Pian del Marzo q.782 (Al culmine della salita siamo sull’anonimo promontorio erboso con cespugli sempreverdi)

Panorama dal crinale delle Gorghe verso il monte Nerone


Sul crinale che da Pian del Marzo conduce verso il monte Paludello.

Bivio q.815 (Appena prima della salita finale del verde promontorio del monte Paludello, sulla destra scende una marcata traccia senza indicazioni destinata a innestarsi sulla pista che transita a mezzacosta sul versante orientale) 

Sul monte Paludello

Panorama dal monte Paludello


Dal monte Paludello appare logico scendere a sinistra per virare sul crinale occidentale che si sviluppa più in basso

Caliamo costeggiando i cespugli che alla nostra destra delimitano un precipizio

Ci riappare la marcata traccia di passaggio che si snoda tra i fitti cespugli nel crinalino che in breve diventa pianeggiante

Usciamo finalmente dai fitti cespugli superando inconsapevolmente il promontorio senza toponimo quotato 708 metri dalla mappa IGM

Usciamo finalmente dai fitti cespugli superando inconsapevolmente il promontorio senza toponimo quotato 708 metri dalla mappa IGM


Cresta della Balza Rosa q.708 (Il crinalino che si era ampliato ora si innesta sulla cresta della Balza Rosa)

Appare intuibile che la cresta la dobbiamo percorrere risalendo a destra, nord, prestando molta attenzione si cammina sulle roccette con molto disagio perché “stretti” tra il verticale precipizio alla nostra sinistra e la fitta macchia di cespugli che lambisce la cresta ostacolando il passaggio

Si cammina sulle roccette con molto disagio perché “stretti” tra il verticale precipizio alla nostra sinistra e la fitta macchia di cespugli che lambisce la cresta ostacolando il passaggio


Sulla cresta della Balza Rosa

Sulla cresta della Balza Rosa

Balza Rosa q.720 (Camminando sull’aerea cresta ci appare la parete verticale della Balza Rosa) 


Panorama dalla Balza Rosa sul tragitto che abbiamo fatto 

Dalla Balza Rosa insistiamo sulla cresta, mantenendo la direzione nord e facendoci spazio tra la vegetazione ne usciamo immediatamente, ora la cresta si amplia notevolmente e diventa erbosa, avanziamo tenendo il monte Nerone alle nostre spalle e davanti a noi in lontananza ci appare la sagoma rocciosa della Balza della Penna che contrasta con il tozzo e verde rilievo del Montiego in secondo piano.

Alle nostre spalle s’intravvede la cresta della Balza Rosa appena lasciata 

Dall’anonimo Promontorio q.687, avanziamo sull’ampio crinale puntando all’evidente e solitaria elevazione caratterizzata da un satellite alla sua destra. 


Nel fondovalle alla nostra destra possiamo intravvedere la cava di Gorgo a Cerbara

Il Balzo senza toponimo quotato 690 metri dalle mappe, solitaria elevazione caratterizzata da un satellite alla sua destra. 

Salita finale al Balzo q.690

Sul Balzo q.690

Retrospettiva dal Balzo q.690 sulle cime salite


Il precipizio del Balzo q.690

Ritorniamo al Bivio q.665 sul quale c’è un cumulo di pietrisco e riprendiamo il sentierino segnato CAI che ora lascia il crinale e scende alla nostra destra inoltrandosi nel bosco

Ritorniamo al Bivio q.665 sul quale c’è un cumulo di pietrisco e riprendiamo il sentierino segnato CAI che ora lascia il crinale e scende alla nostra destra inoltrandosi nel bosco

Il sentiero CAI transita ai piedi delle bastionate della Balza Rosa

Il sentiero CAI transita ai piedi delle bastionate della Balza Rosa

Il sentiero CAI transita ai piedi delle bastionate della Balza Rosa


Sul sentiero CAI che scende verso il fosso dell’Eremo

Sul sentiero CAI che scende verso il fosso dell’Eremo

Deviazione q.420 (Al termine della discesa ci innestiamo in un sentierino a mezzacosta e si esaurisce inspiegabilmente anche la segnatura CAI, indicazioni assenti: a destra in breve il sentiero svanisce presso una colata di pietrisco, a sinistra condurrebbe verso il Rudere q.405 innestandosi di fatto sul CAI 208 ex CAI 8 che potremmo intraprendere, invece decidiamo di tagliare mantenendo la direzione scendendo dalla parte opposta senza traccia alcuna e procedendo a vista tra la rada vegetazione, ben sapendo che sotto di noi scorre il fosso dell’Eremo di cui se ne sente il rumore e di conseguenza possiamo ritrovare il CAI 208) 

Scendiamo senza traccia alcuna e procedendo a vista tra la rada vegetazione, ben sapendo che sotto di noi scorre il fosso dell’Eremo di cui se ne sente il rumore e di conseguenza possiamo ritrovare il CAI 208

Arrivo al fosso dell’Eremo

Fosso dell’Eremo q.393 (Senza grosse difficoltà raggiungiamo il fosso dell’Eremo e cerchiamo di individuare un punto ottimale per guadare, dalla parte opposta ci innestiamo sul CAI 208 che ora teniamo a destra ripercorrendolo fino all’auto)