Escursione selvaggio/esplorativa su due cime anonime, sconosciute e prive d’interesse, è riferita a escursionisti molto esperti della zona dotati di GPS, attratti dal carattere avventuroso dell’itinerario che ci fa visitare alcuni ruderi di vecchie case (Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi)
DATA: 15 aprile 2022
PARTENZA: Da
Forlì (Emilia Romagna) prendiamo la SS.9 TER arrivando dopo 40,5 km a
Premilcuore, quindi continuiamo tenere la statale esattamente per altri 8,5 km
quando individuiamo alla nostra destra le indicazioni della stradina che risale
al borgo di Castel dell’Alpe in prossimità dell’azienda agricola Poggioli,
parcheggiamo sul bordo della statale.
Per la carta escursionistica scala 1:25000 Foglio 21-Alpe di San Benedetto, si ringrazia Monti Editore https://www.iga-cartografia.it/ Via Uberti, 9 – 47521 Cesena (FC) info@iga-cartografia.it - tel. 328-2279646
ITINERARIO: SS.9 TER q.736 (Dalla statale saliamo a destra la strada per Castel dell’Alpe presso l’azienda agricola Poggioli) – Castel dell’Alpe q.792 (Al culmine della salita la strada asfaltata termina all’ingresso della borgata di Castel dell’Alpe, evitiamo di passare tra le case e iniziamo la pista forestale senza indicazioni subito alla nostra sinistra in leggera ascesa, in breve superiamo una sbarra metallica, indicazioni assenti) – Farfareta q.870 (Ruderi di due case sul bordo sinistro della forestale) – Bivio q.934 (Biforcazione della pista forestale: quella principale continua ed è destinata a esaurirsi in breve presso una piazzola, ci spostiamo a sinistra e individuiamo poco sotto la forestale abbandonata per la casa di Ponticelli, nessuna indicazione e bivio poco evidente) – Ponticelli q.894 (La forestale abbandonata sembra esaurirsi arrivando al rudere della grande casa, aggiriamo sulla sinistra l’edificio e la ritroviamo che continua in falsopiano oltrepassando una fonte-abbeveratoio, ignoriamo in seguito quello che sembra essere un antico sentiero che sale a destra) – Bivio q.867 (La forestale ben presto è ostruita da alberi e rami caduti e si riduce a sentierino in stato di abbandono, in questo punto poco definito si biforca: dritto a sinistra cala verso il fosso di Ripiastrelli del quale si sente scorrere l’acqua, stiamo dritto a destra in falsopiano su sentiero incerto) – Fosso d’acqua q.874 (Affluente del fosso di Ripiastrelli) – Fosso di Ripiastrelli q.880 (Guadiamo anche il secondo fosso d’acqua identico al precedente, il tracciato molto incerto si alza dalla parte opposta con direzione sud) – Fine sentiero q.885 (Dopo pochi minuti avere guadato il fosso di Ripiastrelli il sentiero già molto labile sembra svanire, risaliamo faticosamente camminando a vista e aiutati del GPS, non ci sono punti di riferimento nel fitto bosco ma il passaggio è agevole, manteniamoci rigorosamente con direzione sud) – Crinale S/E monte della Soda q.1022 (Procedendo con direzione sud ci innestiamo d’obbligo in un punto imprecisato dell’anonimo crinale sud orientale del monte della Soda, lo percorriamo a destra in costante ascesa sfruttando una marcata traccia di passaggio, la copertura boschiva gradualmente diminuisce offrendoci qualche veduta panoramica) – Monte della Soda nord q.1112 (Raggiungiamo l’anonima cima nord del monte della Soda N che è quotata 1111,7 da CTR Emilia Romagna, il punto più alto quotato 1112,3 m è spostato più a sud ed è distaccato dal crinale principale che stiamo camminando. Manteniamo il crinale e la logica direzione nord/ovest) – Forestale q.1113 (Innesto sulla forestale CAI 401, la teniamo a sinistra) – Poggio dei Tramiti q.1080 (La forestale bypassa il punto alto) – Bivio q.1022 (Bivio della forestale: a destra a ritroso scende alla casa di monte Gralli adibita a bivacco, continuiamo dritto che è sempre CAI 401) – Bivio q.1024 (A destra dietro una recinzione c’è un largo sentiero non segnalato che potrebbe passare inosservato, rimaniamo sulla forestale) – Deviazione q.1012 (Lasciamo la pista forestale CAI 401, dobbiamo individuare un sentierino abbandonato che cala a sinistra a ritroso. Arrivati alla macchia boschiva sottostante sembra svanire, l’attraversiamo e procediamo a vista e guidati dal GPS con direzione est in leggera discesa, insistendo riusciamo a ritrovare il tracciato originario) – Ca’ Val di Castellana q.956 (Per CTR Toscana 956,3 m. Il rudere compare all’improvviso sulla nostra sinistra appena fuori dal bosco, ritorniamo sui nostri passi per pochi metri e riprendiamo l’antico sentiero nel bosco che si abbassa aggirando sulla destra la casa) – Rio di Valcastella q.965 (Il sentiero che si è allargato cala fino a raggiungere il corso d’acqua, quindi ora prende a salire ripidamente mantenendosi parallelo. Noi lo dobbiamo lasciare guadando a destra il rio di Valcastella, poi rivolgendoci a destra ignoriamo il tracciato in falsopiano che segue il bordo del corso d’acqua, mentre dobbiamo individuare quello che obliqua in salita mantenendosi poco sopra, direzione sud) – Fonte q.990 (Nella parte finale forse non riusciamo a mantenere il percorso originario e procediamo a vista e per intuito fin quando la grande fonte-abbeveratoio compare inaspettata, ora il sentiero pianeggiante è largo e palese) – Tramiti q.977 (Il grande rudere di cui resistono ancora poche mura è quotato 977,3 m dalla mappa CTR Emilia Romagna. Aggiriamo sulla destra l’edificio portandoci dalla parte opposta dove c’è la porta d’ingresso, proseguiamo evitando di calarci nella invitante “radura” di radi arbusti dove la mappa CTR Emilia Romagna segnala una traccia, andiamo dritto in falsopiano individuando con fatica il sentiero parzialmente infrascato, direzione sud/est) – Bivio q.953 (Individuato il sentierino, questo si mantiene in falsopiano con direzione sud/est finché non compie una marcata curva a sinistra, in questo punto lo lasciamo e andiamo dritto mantenendo la direzione sempre nel fitto bosco su traccia di passaggio ma priva di punti di riferimento. Nel proseguo capiamo di essere su una dorsale, se perdiamo la traccia rimaniamo sempre sul punto più alto tenendo la direzione) – SS.9 TER q.862 (Mantenendo la direzione ci innestiamo d’obbligo sulla strada asfaltata, il punto è quotato 862 m dalla mappa IGM, IGA e Selca. Solo gli ultimi metri sono per largo sentiero, sul ciglio della strada c’è un tombino di metallo. Andiamo a sinistra per pochi metri finché individuiamo l’apertura nel guard-rail e un macigno roccioso, quindi lasciamo la strada e scendiamo il marcato sentierino a destra senza indicazioni) – Fosso del Forcone q.832 (Quando il sentierino svanisce ormai siamo al corso d’acqua, in qualsiasi punto lo guadiamo dalla parte opposta ci innestiamo sul sentiero CAI 305, prendendolo a sinistra chiudiamo il giro tornando all’auto, andiamo a destra) – Rio del Forcone q.842 (Affluente del fosso del Forcone. Dopo il guado il sentiero inizia a salire, non si vede l’omonimo rudere situato nei paraggi menzionato dalle mappe) – Bivio q.871 (Teniamoci sul CAI 305 in ripida salita che si è allargato a sterrata, sulla sinistra cala un largo tracciato verso il rio del Forcone. Durante la salita ignoriamo brevi e ininfluenti bivi del CAI 305 che comunque riportano sempre sulla sterrata) – Forestale q.966 (Innesto sul tornante della pista forestale, il CAI 305 la tiene a destra in salita verso il valico dei Tre Faggi, andiamo a sinistra in discesa) – Bivio q.945 (Biforcazione della forestale: dritto a sinistra perde quota, stiamo dritto a destra in salita su quella principale) – Dorsale q.996 (Per CTR Toscana 996,1. Al culmine della salita la pista forestale vira a destra e procede a mezzacosta riducendosi, alla nostra sinistra inizia una marcata traccia pianeggiante che percorre l’ampia dorsale che evitiamo) – Sella q.1004 (La forestale si esaurisce arrivando alla sella di crinale quotata 1004,3 da CTR Toscana, in loco non vi sono indicazioni ma qualche insignificante segno rosso. Dalla parte opposta si nota una recinzione e traccia indefinita scende verso il rudere di Pian di Castagno, il crinale a destra si direziona verso il Poggio Usciaioli, noi lo percorriamo a sinistra con direzione nord/est seguendo una buona traccia di passaggio) – Bivio q.1011 (Manteniamo la traccia di crinale, sulla destra oltre la recinzione scende una traccia verso il rudere di Casina, in loco c’è una scaletta di legno) – Bivio q.1007 (Manteniamo la traccia di crinale e la direzione, a destra a ritroso scende un evidente sentiero in stato di abbandono verso il rudere di Casina) – Monte Rozzo Sud q.1035 (Per CTR Toscana q.1035,4 per IGM, IGA e Selca q.1031 m. Nel frattempo la buona traccia svanisce, insistiamo sul crinale arrivando al piatto monte Rozzo Sud, completamente anonimo e insignificante identificabile solo grazie al GPS, proseguiamo a vista mantenendo la direzione) – Monte Rozzo Nord q.1032 (Per CTR Toscana q.1032,2 per IGM, IGA e Selca viene quotato sempre 1031 m come la cima sud. La cima è più angusta rispetto la piatta meridionale, anche questa è completamente anonima e insignificante, identificabile solo grazie al GPS. Teniamo il filo del crinale alberato che ora comincia a perdere quota) – Pianoro q.999 (La veloce discesa dal monte Rozzo Nord ci fa guadagnare l’ampio pianoro di radi arbusti, è quotato 999,3 m da CTR Toscana, o 1005 m da IGM, IGA e Selca che è riferito al punto alto. Di fatto sancisce la fine del crinale, ci spostiamo per costeggiare il margine sinistro notando che poco sotto il pendio boscoso precipita, poi avanzando si individua subito il punto debole, cioè la dorsale boscosa che cala con direzione nord/ovest) – Sentiero q.738 (Seguendo la naturale discesa della dorsale boscosa, nella seconda parte la direzione da nord/ovest vira a nord fino a innestarci su una marcata traccia a mezzacosta, evitiamo di prenderla a destra o sinistra e avanziamo camminando sul crinalino di arbusti che ci si presenta in direzione del fosso dei Poggioli che sentiamo poco sotto di noi. Prestiamo attenzione che alla nostra sinistra il crinalino precipita di svariati metri, nella parte terminale del breve crinalino dobbiamo superare un facile salto roccioso) – Fosso dei Poggioli q.705 (Calati dal crinalino siamo nella forra del fosso dei Poggioli, lo guadiamo portandoci sulla riva opposta e lo costeggiamo andando a sinistra. Ora possiamo notare le bastionate rocciose del crinalino appena disceso che delimitano la sponda del fosso dei Poggioli, prendiamole come riferimento perché quando finiscono noi iniziamo a risalire il ripidissimo pendio alla nostra destra consapevoli che poco sopra transita il CAI 305) – CAI 305 q.734 (Innesto in un punto imprecisato del CAI 305, lo percorriamo a destra) – SS.9 TER q.757 (Innesto sulla strada asfaltata, andiamo a destra) – SS.9 TER q.736 (Arrivo al bivio con la strada che sale a Castel dell’Alpe).
NOTE: |
|
LUNGHEZZA: 15 km DIFFICOLTA: EE |
DISLIVELLO TOTALE: 970 m. QUOTA MASSIMA: 1113 m. |
Sentieri Nella relazione metto a confronto i dati del GPS con le mappe CTR Emilia Romagna e Toscana (Carta Tecnica Regionale), IGM (Istituto Geografico Militare), IGA (Istituto Geografico Adriatico di Longiano del quale pubblico la mappa), Carta escursionistica delle Foreste Casentinesi edito da SELCA Escursione selvaggio/esplorativa su due cime anonime, sconosciute e prive d’interesse, è riferita a escursionisti molto esperti della zona dotati di GPS, attratti dal carattere avventuroso dell’itinerario che ci fa visitare alcuni ruderi di vecchie case (Prima del nostro passaggio in data aprile 2022, delle case di Tramiti e Val di Castellana non ho trovato notizie/immagini che ci potessero aiutare). I tempi di percorrenza come sempre sono al netto di qualsiasi sosta e non tengono conto delle grandi perdite di tempo occorse a rilevare le antiche tracce. Per l’ascesa al monte della Soda, la parte più impegnativa è il tratto tra il rudere di Ponticelli e il raggiungimento del crinale sud orientale, l’antica forestale gradualmente si riduce a esile sentierino che svanisce presso il fosso di Ripiastelli, il proseguo si fa a vista e per intuito (indispensabile il GPS) L’antico sentiero che dalla forestale CAI 401 scende passando i ruderi delle case di Val Castellana e Tramiti alterna buoni tratti a tracce labili dove è richiesto senso dell’orientamento e capacità a individuare ogni minimo indizio, probabilmente non riusciamo sempre a mantenere il percorso originario. Completamente selvaggio il ritorno passando dallo sconosciuto monte Rozzo, il crinale è percorso da una esile traccia mentre la discesa al fosso dei Poggioli la facciamo a vista senza via obbligata calando su una dorsale boscosa che non offre punti di riferimento. |
|
Rifugi-Bivacchi |
|
Fonti - Fontana a Castel dell’Alpe - Fonte q.990: vecchia fonte abbeveratoio che precede
l’arrivo al rudere di Val Castellana, dal tubo fuoriesce ancora pochissima acqua |
|
TEMPI RILEVATI NETTI (ore): |
|||
SS.9 TER (Partenza) |
0,00 |
Bivio q.953 |
2,57 |
Castel
dell’Alpe |
0,07 |
SS.9 TER q.862 |
3,05 |
Farfareta |
0,17 |
Fosso del
Forcone |
3,11 |
Bivio q.934 |
0,33 |
Rio del
Forcone |
3,19 |
Ponticelli |
0,43 |
Bivio q.871 |
3,22 |
Bivio q.867 |
0,56 |
Forestale q.966 |
3,35 |
Fosso
d’acqua q.874 |
0,59 |
Bivio q.945 |
3,40 |
Fosso di
Ripiastrelli |
1,00 |
Dorsale
q.996 |
3,52 |
Fine
sentiero |
1,04 |
Sella q.1004 |
3,55 |
Crinale S/E |
1,30 |
Bivio q.1011 |
4,08 |
Monte della
Soda N |
1,52 |
Bivio q.1007 |
4,14 |
Forestale
q.1113 |
1,58 |
Monte Rozzo
sud |
4,28 |
Poggio dei Tramiti |
/ |
Monte Rozzo nord |
4,34 |
Bivio q.1022 |
2,11 |
Pianoro |
4,39 |
Bivio q.1024 |
2,15 |
Sentiero q.738 |
5,10 |
Deviazione q.1012 |
2,19 |
Fosso dei Poggioli |
5,15 |
Ca’ Val di Castellana |
2,30 |
CAI 305 q.734 |
5,22 |
Rio di Valcastella |
2,36 |
SS.9 TER q.757 |
5,24 |
Fonte q.990 |
2,48 |
SS.9 TER (Arrivo) |
5,32 |
Tramiti |
2,51 |
|
|
SS.9 TER q.736 (Dalla statale saliamo a destra la strada per Castel dell’Alpe presso l’azienda agricola Poggioli) |
L’azienda agricola Poggioli |
Castel dell’Alpe q.792 (Al culmine della salita la strada asfaltata termina all’ingresso della borgata di Castel dell’Alpe, evitiamo di passare tra le case e iniziamo la pista forestale senza indicazioni subito alla nostra sinistra) |
Castel dell’Alpe q.792 (Al culmine della salita la strada asfaltata termina all’ingresso della borgata di Castel dell’Alpe, evitiamo di passare tra le case e iniziamo la pista forestale senza indicazioni subito alla nostra sinistra) |
In breve superiamo una sbarra metallica |
I ruderi di Farfareta |
I ruderi di Farfareta |
Particolare del capitello |
Interno di Farfareta |
Il numero civico sulla porta d’ingresso |
Sulla forestale dopo avere oltrepassato Farfareta |
Sulla forestale dopo avere oltrepassato Farfareta |
Bivio q.934 (Biforcazione della pista forestale: quella principale continua ed è destinata a esaurirsi in breve presso una piazzola, ci spostiamo a sinistra e individuiamo poco sotto la forestale abbandonata per la casa di Ponticelli) |
La forestale abbandonata per la casa di Ponticelli |
Il rudere di Ponticelli |
Il rudere di Ponticelli |
Il rudere di Ponticelli |
Il rudere di Ponticelli |
Il rudere di Ponticelli |
La vecchia fonte abbeveratoio che incontriamo dopo avere lasciato il ridere di Ponticelli |
La forestale ben presto è ostruita da alberi e rami caduti e si riduce a sentierino in stato di abbandono |
Bivio q.867 (Il sentiero in questo punto poco definito si biforca: dritto a sinistra cala verso il fosso di Ripiastrelli del quale si sente scorrere l’acqua, stiamo dritto a destra in falsopiano su sentiero incerto) |
Fosso d’acqua q.874 (Affluente del fosso di Ripiastrelli) |
Fosso di Ripiastrelli |
Sul sentiero dopo avere guadato il fosso di Ripiastrelli |
Fine sentiero q.885 (Dopo pochi minuti avere guadato il fosso di Ripiastrelli il sentiero già molto labile sembra svanire, risaliamo faticosamente camminando a vista e aiutati del GPS, non ci sono punti di riferimento nel fitto bosco ma il passaggio è agevole, manteniamoci rigorosamente con direzione sud) |
Risaliamo a vista per guadagnare il crinale |
Risaliamo a vista per guadagnare il crinale |
Ci innestiamo d’obbligo in un punto imprecisato dell’anonimo crinale sud orientale del monte della Soda |
Sul crinale sud orientale del monte della Soda |
Panorama verso i monti Falco e Falterona |
Sul crinale sud orientale del monte della Soda |
Raggiungiamo l’anonima cima nord del monte della Soda N |
Forestale q.1113 (Innesto sulla forestale CAI 401, la teniamo a sinistra) |
Bivio q.1022 (Bivio della forestale: a destra a ritroso scende alla casa di monte Gralli adibita a bivacco, continuiamo dritto che è sempre CAI 401) |
Deviazione q.1012 (Lasciamo la pista forestale CAI 401, dobbiamo individuare un sentierino abbandonato che cala a sinistra a ritroso) |
Arrivati alla macchia boschiva sottostante il sentiero sembra svanire, l’attraversiamo e procediamo a vista e guidati dal GPS con direzione est in leggera discesa |
Arrivati alla macchia boschiva sottostante il sentiero sembra svanire, l’attraversiamo e procediamo a vista e guidati dal GPS con direzione est in leggera discesa |
Insistendo riusciamo a ritrovare il tracciato originario |
Insistendo riusciamo a ritrovare il tracciato originario |
Il rudere di Val di Castellana |
Il rudere di Val di Castellana |
Il rudere di Val di Castellana |
Il rudere di Val di Castellana |
Il sentiero prosegue aggirando sulla destra il rudere Val di Castellana |
Rio di Valcastella q.965 (Il sentiero che si è allargato cala fino a raggiungere il corso d’acqua, quindi ora prende a salire ripidamente mantenendosi parallelo. Noi lo dobbiamo lasciare guadando a destra il rio di Valcastella) |
Guadato il rio Valcastella dobbiamo individuare l’antico sentiero che obliqua a destra in salita |
La fonte abbeveratoio che precede l’arrivo al rudere di Tramiti |
Il rudere di Tramiti |
Il rudere di Tramiti (sorprendentemente dopo decenni di abbandono resistono intatte vecchie bottiglie) |
Il rudere di Tramiti |
Particolare dei tiranti |
Il rudere di Tramiti |
Dal rudere di Tramiti proseguiamo evitando di calarci nella invitante “radura” di radi arbusti e andiamo dritto in falsopiano individuando con fatica il sentiero parzialmente infrascato |
Individuato il Bivio q.953 andiamo dritto mantenendo la direzione sempre nel fitto bosco su traccia di passaggio ma priva di punti di riferimento. Nel proseguo capiamo di essere su una dorsale, se perdiamo la traccia rimaniamo sempre sul punto più alto tenendo la direzione |
SS.9 TER q.862 (Mantenendo la direzione ci innestiamo d’obbligo sulla strada asfaltata, il punto è quotato 862 m dalla mappa IGM, IGA e Selca. Andiamo a sinistra per pochi metri finché individuiamo l’apertura nel guard-rail e un macigno roccioso, quindi lasciamo la strada e scendiamo il marcato sentierino a destra senza indicazioni) |
SS.9 TER q.862 (Mantenendo la direzione ci innestiamo d’obbligo sulla strada asfaltata, il punto è quotato 862 m dalla mappa IGM, IGA e Selca. Andiamo a sinistra per pochi metri finché individuiamo l’apertura nel guard-rail e un macigno roccioso, quindi lasciamo la strada e scendiamo il marcato sentierino a destra senza indicazioni) |
Il sentierino che scende al fosso del Forcone |
Fosso del Forcone q.832 (Quando il sentierino svanisce ormai siamo al corso d’acqua, in qualsiasi punto lo guadiamo dalla parte opposta ci innestiamo sul sentiero CAI 305, prendendolo a sinistra chiudiamo il giro tornando all’auto, andiamo a destra) |
Sul sentiero CAI 305 |
Sul CAI 305 in ripida salita che dopo avere guadato il rio del Forcone si è allargato a sterrata |
Forestale q.966 (Innesto sul tornante della pista forestale, il CAI 305 la tiene a destra in salita verso il valico dei Tre Faggi, andiamo a sinistra in discesa) |
Pista forestale |
Bivio q.945 (Biforcazione della forestale: dritto a sinistra perde quota, stiamo dritto a destra in salita su quella principale) |
Sella q.1004 (La forestale si esaurisce arrivando alla sella di crinale quotata 1004,3 da CTR Toscana, in loco non vi sono indicazioni ma qualche insignificante segno rosso. Dalla parte opposta si nota una recinzione e traccia indefinita scende verso il rudere di Pian di Castagno, il crinale a destra si direziona verso il Poggio Usciaioli, noi lo percorriamo a sinistra con direzione nord/est seguendo una buona traccia di passaggio) |
Sella q.1004 (In loco non vi sono indicazioni ma qualche insignificante segno rosso) |
Sul crinale verso monte Rozzo |
Cippo di sasso sul crinale |
Bivio q.1007 (Manteniamo la traccia di crinale e la direzione, a destra a ritroso scende un evidente sentiero in stato di abbandono verso il rudere di Casina) |
Sul crinale verso monte Rozzo |
Nella vallata sotto di noi intravvediamo il rudere della Poderina |
Nel frattempo la buona traccia svanisce, insistiamo sul crinale arrivando al piatto monte Rozzo Sud, completamente anonimo e insignificante identificabile solo grazie al GPS |