mercoledì 29 marzo 2023

Cima Salimmo (F-)

Via normale alla Cima Salimmo q.3115 (Alpi Retiche del gruppo dell'Adamello, Lombardia)

DATA: 11 agosto 2022 

PARTENZA: Dal paese di Ponte di Legno (Lombardia) prendiamo la seggiovia per Valbione-Corno d’Aola che termina al rifugio Petit Pierre.



ITINERARIO: Rifugio Petit Pierre q.1920 (Saliamo con lo stradello CAI 40 che passa sopra la piccola chiesetta dell’Aola)   –   Deviazione q.1961 (Passata una fonte lo stradello curva a sinistra, noi lo lasciamo e teniamo il CAI 40 ora su sentierino)   –  Bivio q.1965 (Appena risaliti c’è il bivio del sentiero, il CAI 40 lo tiene a destra e si sviluppa su largo sentiero di cengia)   –   Baita di Pozzuolo q.2006 (Arriviamo alla conca di Pozzuolo, poco sopra alla nostra sinistra c’è la baita mentre più evidente è la piccola struttura a semi botte che abbiamo di fronte, incrocio e cartelli: a destra oltrepassando il torrente c’è il CAI 40/A che scende a Valbione e il CAI 41 che sale alla Bocchetta di Casola, noi andiamo dritto per CAI 40 nella conca tra erba e macigni che poi prende a salire su sentierino con direzione sud/ovest)   –   Bivio q.2475 (Grandi scritte sulla roccia: lasciamo il CAI 40 che sale alla bocchetta dei Buoi con indicazioni per La Calotta, andiamo a sinistra iniziando la via normale di Cima Salimmo che si alza su traccia di passaggio con direzione sud, segnatura abbondante del CAI ma non superflua per questa tipologia di terreno caratterizzato da sfasciumi)  –   Bocchetta di Valbione q.2813 (Arrivati nella conca di sfasciumi a circa 2650 m i segni diventano molto sporadici. Mantenendo la direzione sud, si punta alla cresta davanti a noi e alla probabile colata di neve/ghiaccio che scende dalla piccola forcella della bocchetta di Valbione, attenzione che potrebbe scaricare sassi. Con buon innevamento la si potrebbe risalire direttamente, nel nostro caso siamo costretti a tenerci spostati alla destra della colata di ghiaccio per rimontare il pendio franoso e instabile, poi guadagnata la cresta in un punto imprecisato ma poco distante dalla bocchetta di Valbione, andiamo naturalmente a sinistra per raggiungerla. Qui è possibile abbandonare il giro scendendo a vista nel valloncello alla nostra destra, collegandoci al CAI 40 per la bocchetta della Calotta o per la bocchetta dei Buoi, noi seguiamo lo sviluppo della cresta nord occidentale di cima Salimmo individuando i segni e gli omini di sasso che ci fanno sempre mantenere a mezzacosta spostati sul versante meridionale tra sottili cenge e canalini)   –  Sella q.3036 (Abbiamo sempre transitato a mezzacosta e per la prima volta guadagniamo la sommità della cresta in corrispondenza della sella poco sotto la croce di vetta che ci sovrasta. Dalla sella cala nel versante opposto l’angusto canalone Faustinelli frequentato nel periodo invernale ma privo di indicazioni, arrampichiamo gli ultimi passaggi verso la croce)  –   Cima Salimmo q.3115 (La vetta è sormontata da una grande croce di metallo sotto la quale è riportata l’errata quota di 3130 metri, il panorama spazia sulle altre cime di 3000 metri ma soprattutto sulla Vedretta del Pisgana, ripercorriamo tutto il tragitto fatto fino al rifugio Petit Pierre)   –   Sella q.3036   –    Bocchetta di Valbione q.2813  –   Bivio q.2475   –  Baita di Pozzuolo q.2006   –   Bivio q.1965  –   Deviazione q.1961  –   Rifugio Petit Pierre q.1920 (Tornati al rifugio scendiamo la carrozzabile di servizio che inizia sotto la chiesetta)   –   Bivio q.1720 (Sul 4° tornante della carrozzabile, ignoriamo a destra la sterrata di servizio alla pista da sci)   –   Bivio q.1600 (A sinistra a ritroso c’è un sentierino che scende ai campi da golf di Valbione, teniamoci sulla carrozzabile)   –   Valbione q.1517 (Incrocio e cartelli: ignoriamo la carrozzabile a sinistra che passa accanto al lago e agli edifici di Valbione portando alla seggiovia intermedia presa alla mattina. Alla nostra destra sale una pista sterrata e un’altra entra nel bosco che è CAI 72, caliamo nella pista da sci davanti a noi)   –   Incrocio q.1430 (Incrocio di piste da sci: alla nostra sinistra ne proviene una da Valbione, davanti a noi si biforca, quindi tralasciamo di andare dritto e ci spostiamo su quella a destra continuando a scendere oltrepassando il torrente Valle Seria coperto da traversine di legno)   –   Ponte di Legno q.1255 (Arrivo alla stazione di risalita Ponte di Legno-Valbione-Corno d’Aola presa alla mattina).  

NOTE:

LUNGHEZZA: 15,5 km

DIFFICOLTA: F-

DISLIVELLO TOTALE salita: 1200 m

DISLIVELLO TOTALE discesa: 1860 m

QUOTA MASSIMA: C. Salimmo q.3115

Sentieri

Itinerario molto solitario e mai banale, da intraprendere con tempo stabile con un eventuale dotazione alpinistica in caso di innevamento. Se non riusciamo fare ritorno tempestivamente al rifugio Petit Pierre per usufruire della seggiovia (ultima corsa alle 17,15/17,30), siamo costretti a prolungare fino a Ponte di Legno aumentando la gita di oltre 1 ora e il dislivello in discesa di 665 metri. 

Bocchetta di Valbione: anche a estate inoltrata permane una colata di ghiaccio/neve che scende dalla forcella, con buon innevamento si risale con ramponi e pendenza di 40°, nel nostro caso era ghiaccio vivo e scaricava ripetutamente sassi (molto pericoloso), abbiamo deciso in loco di risalire alla sua destra il ripido pendio di grosse e instabili pietre riducendo ma non annullando il pericolo. 

Via normale alla Cima Salimmo: Si sviluppa nella sua cresta nord occidentale, dalla bocchetta di Valbione il sottile percorso si mantiene a mezzacosta sempre sotto cresta nel suo versante meridionale, su esile cengia a tratti esposta e attraversando piccoli canalini, si seguono omini di sasso e qualche segno. Questo tragitto necessita di buona visibilità, passo sicuro sui tratti delicati ed esposti con qualche passaggio di 1°, e consapevolezza che non ci sono vie di fuga. In seguito le difficoltà si riducono notevolmente camminando prevalentemente in costante ascesa su pendio detritico. 

Canalone Faustinelli: L’uscita del grande canalone la troviamo alla sinistra della cresta circa 70/80 metri sotto la vetta di Cima Salimmo, non vi sono indicazioni. Se in inverno è una classica ascesa sci alpinistica, nel periodo estivo appare pericoloso per eventuali scariche di sassi che convoglierebbero d’obbligo su di noi (Ipotesi sconsigliata come via di ritorno) 

Rifugi-Bivacchi

Rifugio Petitpierre al Corno d'Aola: È aperto nella stagione invernale insieme alle piste da sci, nella stagione estiva da giugno, dispone di 19 posti letto.

Fonti

Fonte sullo stradello CAI 40 dopo pochi minuti avere oltrepassata la chiesetta dell’Aola

Tracce GPS

 

TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

Rifugio Petit Pierre

0,00

Bivio q.2475

/

Deviazione q.1961 

0,06

Baita di Pozzuolo

/

Bivio q.1965

0,08

Bivio q.1965

/

Baita di Pozzuolo

0,30

Deviazione q.1961 

/

Bivio q.2475

1,45

Rifugio Petit Pierre

7,50

Bocchetta di Valbione

3,10

Bivio q.1720

8,15

Sella q.3036

4,03

Bivio q.1600

8,30

Cima Salimmo

4,20

Valbione

8,42

Sella q.3036

/

Incrocio q.1430

8,48

Bocchetta di Valbione

/

Ponte di Legno

8,55

  



Rifugio Petit Pierre

Dal rifugio Petit Pierre con lo stradello CAI 40 che passa sopra la piccola chiesetta dell’Aola

Con lo stradello CAI 40 che passa sopra la piccola chiesetta dell’Aola

Deviazione q.1961 (Passata una fonte lo stradello curva a sinistra, noi lo lasciamo e teniamo il CAI 40 ora su sentierino) 

Il CAI 40 si sviluppa su largo sentiero di cengia

Il CAI 40 si sviluppa su largo sentiero di cengia


Baita di Pozzuolo q.2006 (Arriviamo alla conca di Pozzuolo, poco sopra alla nostra sinistra c’è la baita mentre più evidente è la piccola struttura a semi botte che abbiamo di fronte)

Dalla baita di Pozzuolo rimaniamo sul CAI 40 nella conca tra erba e macigni

Dalla baita di Pozzuolo rimaniamo sul CAI 40 nella conca tra erba e macigni

Dalla baita di Pozzuolo rimaniamo sul CAI 40 nella conca tra erba e macigni

Sul CAI 40

Sul CAI 40


Bivio q.2475 (Grandi scritte sulla roccia: lasciamo il CAI 40 che sale alla bocchetta dei Buoi con indicazioni per La Calotta, andiamo a sinistra iniziando la via normale di Cima Salimmo)

Sul tragitto caratterizzato da sfasciumi che ci indirizza verso la bocchetta di Valbione

Sul tragitto caratterizzato da sfasciumi che ci indirizza verso la bocchetta di Valbione

Sul tragitto caratterizzato da sfasciumi che ci indirizza verso la bocchetta di Valbione

Sul tragitto caratterizzato da sfasciumi che ci indirizza verso la bocchetta di Valbione

Sul tragitto caratterizzato da sfasciumi che ci indirizza verso la bocchetta di Valbione


Arrivati nella conca di sfasciumi a circa 2650 m i segni diventano molto sporadici. Mantenendo la direzione sud, si punta alla cresta davanti a noi e alla probabile colata di neve/ghiaccio che scende dalla piccola forcella della bocchetta di Valbione

Con buon innevamento si potrebbe risalire direttamente la bocchetta di Valbione, nel nostro caso siamo costretti a tenerci spostati alla destra della colata di ghiaccio che scarica ripetutamente sassi per rimontare il pendio franoso e instabile

Con buon innevamento si potrebbe risalire direttamente la bocchetta di Valbione, nel nostro caso siamo costretti a tenerci spostati alla destra della colata di ghiaccio che scarica ripetutamente sassi per rimontare il pendio franoso e instabile

Guadagnata la cresta in un punto imprecisato ma poco distante dalla bocchetta di Valbione, andiamo naturalmente a sinistra per raggiungerla

 

La tormentata cresta che si sviluppa in direzione della bocchetta dei Buoi

Bocchetta di Valbione q.2813 (Dalla nostra sinistra sale il tracciato originale che rimontava la colata di neve/ghiaccio da noi volutamente evitata, continuiamo seguire lo sviluppo della cresta nord occidentale di cima Salimmo individuando i segni e gli omini di sasso che ci fanno sempre mantenere a mezzacosta spostati sul versante meridionale tra sottili cenge e canalini)

Bocchetta di Valbione q.2813 (Alle nostre spalle c’è la cresta tormentata che si sviluppa verso la bocchetta dei Buoi)

Seguiamo lo sviluppo della cresta nord occidentale di cima Salimmo individuando i segni e gli omini di sasso che ci fanno sempre mantenere a mezzacosta spostati sul versante meridionale tra sottili cenge e canalini  

Seguiamo lo sviluppo della cresta nord occidentale di cima Salimmo individuando i segni e gli omini di sasso che ci fanno sempre mantenere a mezzacosta spostati sul versante meridionale tra sottili cenge e canalini  


Seguiamo lo sviluppo della cresta nord occidentale di cima Salimmo individuando i segni e gli omini di sasso che ci fanno sempre mantenere a mezzacosta spostati sul versante meridionale tra sottili cenge e canalini  

Seguiamo lo sviluppo della cresta nord occidentale di cima Salimmo individuando i segni e gli omini di sasso che ci fanno sempre mantenere a mezzacosta spostati sul versante meridionale tra sottili cenge e canalini  

Seguiamo lo sviluppo della cresta nord occidentale di cima Salimmo individuando i segni e gli omini di sasso che ci fanno sempre mantenere a mezzacosta spostati sul versante meridionale tra sottili cenge e canalini  

Seguiamo lo sviluppo della cresta nord occidentale di cima Salimmo individuando i segni e gli omini di sasso che ci fanno sempre mantenere a mezzacosta spostati sul versante meridionale tra sottili cenge e canalini  

Seguiamo lo sviluppo della cresta nord occidentale di cima Salimmo individuando i segni e gli omini di sasso che ci fanno sempre mantenere a mezzacosta spostati sul versante meridionale tra sottili cenge e canalini  

Seguiamo lo sviluppo della cresta nord occidentale di cima Salimmo individuando i segni e gli omini di sasso che ci fanno sempre mantenere a mezzacosta spostati sul versante meridionale tra sottili cenge e canalini  


Seguiamo lo sviluppo della cresta nord occidentale di cima Salimmo individuando i segni e gli omini di sasso che ci fanno sempre mantenere a mezzacosta spostati sul versante meridionale tra sottili cenge e canalini  

Seguiamo lo sviluppo della cresta nord occidentale di cima Salimmo individuando i segni e gli omini di sasso che ci fanno sempre mantenere a mezzacosta spostati sul versante meridionale tra sottili cenge e canalini  

Tratti di cengia esposta

Nel pendio di sfasciumi in vista della vetta


Sella q.3036 (Abbiamo sempre transitato a mezzacosta e per la prima volta guadagniamo la sommità della cresta in corrispondenza della sella poco sotto la croce di vetta che ci sovrasta. Dalla sella cala nel versante opposto l’angusto canalone Faustinelli frequentato nel periodo invernale ma privo di indicazioni, arrampichiamo gli ultimi passaggi verso la croce)

Sella q.3036 (Dalla sella cala nel versante opposto l’angusto canalone Faustinelli frequentato nel periodo invernale)

Dalla Sella q.3036 arrampichiamo gli ultimi passaggi verso la croce

Cima Salimmo q.3115 (La vetta è sormontata da una grande croce di metallo sotto la quale è riportata l’errata quota di 3130 metri)

Cima Salimmo q.3115

 

Dalla cima Salimmo il panorama spazia sulla vedretta del Pisgana

Laghi di fusione del ghiacciaio ai piedi della vedretta del Pisgana

Di fianco la cima Salimmo possiamo ammirare le vicine vette over 3000  


Dalla cima Salimmo ripercorriamo tutto il tragitto fatto fino al rifugio Petit Pierre  

Ritornati alla bocchetta di Valbione ci apprestiamo a ridiscendere dalla cresta per calarci nella conca di sfasciumi

In lontananza scorgiamo la conca di Pozzuolo e il rifugio Petit Pier

 

Tornati al rifugio Petit Pierre intraprendiamo la carrozzabile d’accesso che inizia sotto la chiesetta

A Valbione caliamo nella pista da sci davanti a noi  

Incrocio q.1430 (Incrocio di piste da sci: alla nostra sinistra ne proviene una da Valbione, davanti a noi si biforca, quindi tralasciamo di andare dritto e ci spostiamo su quella a destra continuando a scendere oltrepassando il torrente Valle Seria coperto da traversine di legno)  

In vista del paese di Ponte di Legno