giovedì 23 marzo 2023

Zucco del Chiasso, Cimetta e Penna Rossa (EE/F)

Itinerario selvaggio semi alpinistico sui rilievi minori delle Alpi Apuane (Toscana) 

DATA: 18 marzo 2023 

PARTENZA: Con l’autostrada A12 usciamo al casello di Massa (Toscana), attraversiamo la città in direzione della montagna per individuare la “via Bassa Tambura” o SP.5 con cartello che indica il paese di Resceto. La percorriamo per circa 7 km arrivando alla frazione di Gronda, quindi lasciamo le indicazioni per Resceto e teniamo quelle per Renara andando a destra, guidiamo per circa 1 km fino al termine della stradina asfaltata, poi insistiamo su carrozzabile di pietrisco per altri 500 metri giungendo alla località Renara dove è presente un vecchio edificio di cavatori e un allevamento d’ovini, cartelli del CAI 42 ex CAI 162 e della monorotaia Denham. 

 


Traccia reale del GPS sullo stralcio della mappa CTR Toscana  

ITINERARIO: Renara q.310 (Termina la carrozzabile in una piccola piazzola nei pressi di un capanno prefabbricato, iniziamo seguendo il CAI 42 ex CAI 162 puntando al grande edificio abbandonato dei cavatori che vediamo appena sopra di noi)   –  Edificio q.338 (Complesso abbandonato ad uso dei lavori di cava, lasciamo il CAI 42 che segue il canale detritico e saliamo a sinistra portandoci sopra l’edificio dove c’è un taglio di cava visibile già dal piazzale sottostante. Insistiamo e ci appare la camionabile che conserva ancora il fondo cementato e si sviluppa parallela al canale di Renara, indicazioni per la monorotaia Denham)   –  Bivio q.505 (Il tratto cementato della camionabile nel frattempo è scomparso, continuando a salire sull’ampio tracciato in parte deteriorato e stando sempre paralleli al canale di Renara, notiamo alla nostra destra che dall’alto proviene il canale dei Paloni percorso da un esile traccia, è poco evidente e non rientra nella nostra gita, probabilmente passa inosservato)      Poggio Caricatore q.543 (Anche località Carcandra. L’antica camionabile si esaurisce presso il minuscolo casotto di servizio alla monorotaia Denham, già verso la conclusione ci appare la verticale parete gialla dello Zucco del Chiasso che è il nostro primo obiettivo. Iniziamo a risalire la ripida monorotaia che si alza parallela al detritico fosso del Chiasso alla nostra sinistra agevolati dai gradoni di cemento, da notare alla nostra destra l’ingresso della tetra forra della Buchetta)    Deviazione q.570 (Smettiamo di risalire la monorotaia Denham, alla nostra sinistra dobbiamo individuare l’esile traccia di passaggio che cala per farci entrare all’interno del fosso detritico del Chiasso e risalire sulla ripida sponda opposta tenendoci di fatto lo Zucco del Chiasso alla nostra sinistra, omini di sasso e un segno rosso sulla monorotaia cancellato con vernice grigia)      Bivio q.655 (Attraversato e risaliti dal fosso del Chiasso, entriamo nella rada macchia boschiva dove la traccia sembra scomparire, il bivio di fatto è in un punto incerto. Procedendo a vista ora notiamo sopra di noi un evidente forcella che saliremo successivamente, mentre invece dobbiamo inerpicare verso la stretta forcella alla nostra sinistra, segni e omini di sasso sono assenti)      Sella q.670 (Stretta forcella che separa la Cima quotata 700,8 metri da CTR Toscana alla nostra destra, dallo Zucco del Chiasso alla nostra sinistra. Risaliamo la ripida cresta rocciosa nord/occidentale dello Zucco del Chiasso con facili passaggi di 1°, attenzione che la sponda sinistra della cresta precipita verticalmente quindi è logico tenersi spostati sulla destra invasa da fastidiosi arbusti)  –  Zucco del Chiasso q.705 (Localmente chiamato Zucco del Chiasso, è senza toponimo e quotato 705,4 m da CTR Toscana. Sull’angusta e selvaggia cima non vi sono indicazioni, ritorniamo indietro)      Sella q.670      Bivio q.655 (Siamo ridiscesi nella macchia boschiva sottostante, ora risaliamo a vista costeggiando la parete rocciosa alla nostra sinistra che sarebbe la base del promontorio quotato 700,8 metri da CTR Toscana e puntiamo alla soprastante forcella che traspare tra gli arbusti)   Sella q.675 (Usciamo dal bosco sulla sella tra paleo e roccette affioranti, alla nostra sinistra c’è la parete verticale della Cima quotata 700,8 metri da CTR Toscana, risaliamo il facile pendio della dorsale a destra su buona traccia evidenziata da sporadici segni rossi e omini di sasso, direzione nord)      Deviazione q.725 (Risalendo il pendio della dorsale teniamoci spostati a sinistra, comunque traccia e segni sono evidenti, perché ora il nostro percorso svolta a sinistra. Si sviluppa a mezzacosta portandoci in breve ad affrontare una sottile cengia esposta ma su buona roccia che richiede attenzione)    –   Ravaneto q.720 (Le difficoltà cessano arrivando all’ampia colata di pietrisco che ci fa intuire essere vicini alle cave del Valocchione. Il tragitto svanisce tra gli sfasciumi e non vi sono segni, ma qualche sporadico omino, quindi mantenendo la direzione attraversiamo e contemporaneamente risaliamo notando in breve dei muretti di sasso della lizza)      Piazzola q.752 (Risalendo trasversalmente nel ravaneto giungiamo alla piazzola e alla via di lizza, lasciamo momentaneamente il proseguo che si alza nel costone e saliamo a destra con la lizza ormai scomparsa, direzione nord, indicazioni assenti)     Cava alta del Valocchione q.820 (Salendo ripidamente senza via obbligata, guadagniamo la parte superiore della cava della quale non rimangono testimonianze significative, torniamo indietro)      Piazzola q.752 (Dalla piazzola saliamo a destra per riprendere il percorso a mezzacosta, immediatamente guadagniamo il costone e dalla parte opposta ci appare la lizza occidentale del Valocchione in ottimo stato di conservazione che percorriamo in discesa)   –  Cava bassa del Valocchione q.745 (Superato un casotto di sasso, siamo nella parte inferiore della cava evidenziata dal verticale taglio della parete rocciosa. E’ d’obbligo proseguire calando nell’ampio scivolo detritico che costeggia delle placche rocciose, poi in breve quando si interrompe dobbiamo individuare sulla destra l’antico camminamento dei cavatori su traccia a mezzacosta che si sviluppa sui 730 metri di quota)   –   Lizza q.724 (Ci innestiamo sulla lizza meridionale della Cimetta che termina in questo punto, la vetta è sopra di noi, la percorriamo dirigendoci verso la foce della Cimetta dietro la quale s’innalza la sagoma della Penna Rossa Orientale)   –   Foce della Cimetta q.705 (La lizza s’interrompe sulla sella sovrastata da un erto promontorio roccioso dietro il quale si notano le sagome delle due Penne Rosse, il nostro obiettivo immediato è la vetta della Cimetta che ci domina in alto a destra. Caliamo nel versante opposto guadagnando subito la conca detritica testimonianza di un’antica attività estrattiva, ignoriamo il marcato sentiero a sinistra a mezzacosta che si direziona verso la Penna Rossa, e andiamo a destra salendo qualche metro per individuare l’esile sentiero dei cavatori che si sviluppa a mezzacosta nel versante nord occidentale della Cimetta, cioè quello rivolto verso Resceto, segni e indicazioni assenti, ma una volta intrapreso il percorso è sempre evidente)    –   Cresta NO della Cimetta q.715 (Il sentierino ci fa raggiungere una placca rocciosa, per superarla dobbiamo scendere per aggirarla alla sua base, poi risaliamo ripidamente agevolati da vecchi gradoni di sasso guadagnando una cresta minore della Cimetta, dalla parte opposta ritroviamo il sentierino a mezzacosta nel bosco)   –   Cava q.758 (Il buon sentiero svanisce presso un piccolo ravaneto che penetra nel bosco, lo risaliamo e presto usciamo presso un’antica attività estrattiva ormai scomparsa, rimane testimonianza grazie a due blocchi squadrati. Il ravaneto si amplia e prolunga in salita, noi invece puntiamo al casotto di sasso che intravediamo sulla destra tra gli arbusti, lo raggiungiamo e continuiamo in salita indirizzandoci verso la cresta soprastante, si cammina a vista senza particolari difficoltà)  –   Cresta NE della Cimetta q.785 (Siamo sulla cresta nord orientale della Cimetta, la percorriamo a destra con passaggi di 1°/1°+ su roccia generalmente buona. La cresta è discretamente affilata, privilegiamo il versante rivolto su Resceto che è ripido ma coperto di arbusti, quello rivolto su Renara precipita verticalmente)   –  Cimetta q.790 (Senza toponimo su mappa CTR Toscana che la quota a 789,8 metri, la cima è caratterizzata da un grosso macigno sommitale, torniamo indietro)   –   Cresta NE della Cimetta q.785   –  Cava q.758  –  Cresta NO della Cimetta q.715   –   Foce della Cimetta q.705 (Senza riportarci sulla foce, rimaniamo poco sotto nel versante rivolto a Resceto e continuiamo su buon sentierino/traccia che si sviluppa a mezzacosta verso la Penna Rossa Orientale, ignoriamo nel caso notassimo degli omini di sasso di calare nel fondovalle a destra solcato dal canale Fecorino)   –   Foce q.668 (La traccia su cengia a tratti esposta esce dal bosco sulla cresta rocciosa dominata dalla Penna Rossa orientale che si erge maestosa di fronte a noi. Percorriamo l’aerea e pianeggiante cresta, poi senza arrampicare direttamente alla vetta ci spostiamo sulla destra, versante di Resceto, per riprendere la traccia a mezzacosta tra gli arbusti)   –  Deviazione q.687 (Abbiamo appena iniziato ad aggirare la Penna Rossa est sul versante di Resceto e prima che la traccia cominci a perdere quota la lasciamo, risaliamo a sinistra il breve ma ripido pendio ricoperto di sottili arbusti che ci aiutano nella progressione per raggiungere la vetta, si procede a vista senza traccia o indicazioni)   –   Penna Rossa Est q.707 (Promontorio roccioso e panoramico quotato 707,4 metri da CTR Toscana, torniamo sui nostri passi)   –  Deviazione q.687 (Riprendiamo la traccia a mezzacosta che ora si abbassa portandoci a una grande placca rocciosa, il suo attraversamento seppur facile risulta molto infido e pericoloso, non vi sono possibilità di appigli per le mani ed un eventuale scivolata avrebbe conseguenze fatali)   –   Foce q.662 (Forcella che separa la Penna Rossa orientale dalla quale proveniamo, dalla Penna Rossa occidentale, in loco c’è una minuscola cava di pietra abbandonata e alla nostra destra si può notare la lizza che scende nel bosco. Arrampichiamo direttamente la sottile cresta con passaggio di 2°/2°+, in totale esposizione sul versante di Renana per cui ci teniamo spostati sulla cava, poco sopra viriamo a destra camminando sulla cava stessa e arrampichiamo la placca superiore guadagnando un terrazzo, aggiriamo ancora a destra per la facile salita finale tra roccia e arbusti)   –  Penna Rossa Ovest q.691 (Per mappa CTR Toscana 691,2 m. Nessuna indicazione sulla cima, ora seguiamo la cresta rocciosa che si amplia)   –   Foce q.667 (Stretta forcella che separa la Penna Rossa ovest da un suo satellite roccioso, il versante rivolto a Renana precipita nella cava abbandonata sottostante che dobbiamo raggiungere, quindi bypassiamo il promontorio roccioso calando alcuni metri a destra, versante di Resceto, poi aggiriamo a vista)   –  Cava q.650 (Caliamo tra blocchi rocciosi fino alla cava abbandonata situata sotto il satellite o anticima ovest della Penna Rossa Occidentale, in loco resiste un casotto di sasso senza tetto. Perdiamo quota nel ravaneto intenzionati a intraprendere la cresta sotto di noi, poi raggiunta l’ampia sella possiamo ammirare il precipizio sulla valle di Renana che si contrappone al vasto ravaneto che alla nostra destra degrada verso il Canal Bertone per raggiungere il fondovalle di Resceto, quindi continuiamo sulla facile cresta con direzione sud/ovest)   –  Deviazione q.610 (Camminando sulla facile cresta priva di qualsiasi indicazione verso il Colle della Gronda, vediamo che il versante rivolto a Resceto degrada tra roccia e arbusti mentre quello su Renara che dobbiamo raggiungere precipita ininterrottamente. Arrivati in questa anonima posizione che sulla mappa precede il punto quotato 602,9 m dalla mappa CTR Toscana, appare evidente come ora sia possibile calare a sinistra per chiudere la gita, quindi ci abbassiamo a sinistra nel ripido pendio caratterizzato da alberelli sparsi e terreno di pietrisco misto paleo per circa 30 metri, poi iniziamo a virare a sinistra continuando perdere quota e avendo come riferimento nel fondovalle la piazzola di Renara dove abbiamo lasciato l’auto, si procede a vista senza traccia obbligata e con disagio causato dal terreno instabile e sdrucciolevole, direzione sud/est)   -  Lizza q.447 (Perdendo quota con direzione sud/est e avendo sempre come riferimento il piazzale di Renara, ci innestiamo d’obbligo sulla via di lizza della Penna Rossa in un suo punto imprecisato, la seguiamo a destra in discesa)  -  Spallone q.410 (La lizza scende e si esaurisce sul crinalino, in loco ci sono degli omini di sasso. Evitiamo di tenerci sul crinalino o di scendere a destra, caliamo invece trasversalmente a sinistra verso il canale di Renara cercando di individuare la traccia di passaggio molto confusa e successivamente in leggera esposizione)  -  Renara q.310 (Facciamo qualche manovra per cercare il punto ottimale che ci fa raggiungere la macchia boschiva sottostante, la si attraversa su traccia confusa ma comunque ormai siamo arrivati, ne usciamo presso il canale detritico di Renara dove poco sopra c’è il parcheggio)


NOTE:

        LUNGHEZZA: 5,5 km

        DIFFICOLTA: EE/F

DISLIVELLO TOTALE: 700 m

QUOTA MASSIMA: Cava alta del Valocchione q.820

Sentieri

L’intera gita è da classificare con grado di difficoltà EE (Escursionisti Esperti), il grado alpinistico F viene dato per le salite alle vette della Cimetta e della Penna Rossa occidentale. 

Itinerario selvaggio e solitario su dei rilievi minori delle Alpi Apuane, richiede buona conoscenza del territorio e disinvoltura su terreni aspri privi di segnaletica, la breve lunghezza dell’itinerario non deve fare sottovalutare l’impegno necessario per la buona conclusione della gita. 

Cimetta: per raggiungere la sua aguzza vetta percorriamo la sua cresta NE, è molto aerea ma su roccia generalmente buona, il versante rivolto su Renara precipita mentre quello rivolto su Resceto è molto ripido cosparso di arbusti, i passaggi alpinistici si attestano sul 1°/1°+ 

Penna Rossa ovest: la salita finale alla vetta dalla Foce q.662 (cava abbandonata) comporta un’arrampicata di 2°/2°+ su cresta in grande esposizione sulla valle di Renara per cui stiamo spostati sopra la cava, la roccia è buona e arrampichiamo in libera, comunque non sarebbe superfluo l’utilizzo di uno spezzone di corda per i meno esperti. 

Rifugi-Bivacchi

Assenti

Fonti

Assenti

Tracce GPS


TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

Renara

0,00

Piazzola

1,42

Foce della Cimetta

3,45

Edificio q.338

0,03

Cava alta del Valocchione

1,50

Foce q.668

3,55

Bivio q.505

0,25

Piazzola

1,58

Deviazione q.687

3,57

Poggio Caricatore

0,30

Cava bassa del Valocchione

2,04

Penna Rossa Est

4,00

Deviazione q.570

0,35

Lizza meridionale Cimetta

2,20

Deviazione q.687

/

Bivio q.655

0,52

Foce della Cimetta

2,24

Foce q.662

4,14

Sella q.670

0,55

Cresta NO della Cimetta

2,40

Penna Rossa Ovest

4,22

Zucco del Chiasso

1,02

Cava q.758

2,47

Foce q.674

/

Sella q.670

/

Cresta NE della Cimetta

2,50

Cava q.650

4,35

Bivio q.655

1,15

Cimetta

3,05

Deviazione q.610

4,50

Sella q.675

1,20

Cresta NE della Cimetta

/

Lizza q.447

5,25

Deviazione q.725

1,26

Cava q.758

/

Spallone q.410

5,30

Ravaneto

1,35

Cresta NO della Cimetta

/

Renara

5,55

 

  

Renara q.310 (Termina la carrozzabile in una piccola piazzola nei pressi di un capanno prefabbricato, iniziamo seguendo il CAI 42 ex CAI 162 puntando al grande edificio abbandonato dei cavatori che vediamo appena sopra di noi)  

Iniziamo seguendo il CAI 42 ex CAI 162 puntando al grande edificio abbandonato dei cavatori che vediamo appena sopra di noi

Il taglio di cava visibile già dal piazzale sottostante

Sulla camionabile verso la monorotaia Denham che in questo primo frangente è perfettamente conservata

Il tratto cementato della camionabile nel frattempo è scomparso, continuiamo a salire sull’ampio tracciato in parte deteriorato e stando sempre paralleli al canale di Renara

Verso la conclusione ci appare la verticale parete gialla dello Zucco del Chiasso che è il nostro primo obiettivo


Poggio Caricatore q.543 (Anche località Carcandra. L’antica camionabile si esaurisce presso il minuscolo casotto di servizio alla monorotaia Denham)

Iniziamo a risalire la ripida monorotaia che si alza parallela al detritico fosso del Chiasso alla nostra sinistra agevolati dai gradoni di cemento

Deviazione q.570 (Smettiamo di risalire la monorotaia Denham, alla nostra sinistra dobbiamo individuare l’esile traccia di passaggio che cala per farci entrare all’interno del fosso detritico del Chiasso, omini di sasso e un segno rosso sulla monorotaia cancellato con vernice grigia)

L’esile traccia di passaggio che cala per farci entrare all’interno del fosso detritico del Chiasso


Attraversato il detritico fosso del Chiasso, risaliamo sulla ripida sponda opposta tenendoci di fatto lo Zucco del Chiasso alla nostra sinistra.

Retrospettiva del nostro tragitto appena attraversato il fosso del Chiasso

Risalendo la sponda opposta del fosso del Chiasso, sotto di noi è chiaro lo sviluppo lineare della monorotaia Denham

Risalendo la sponda opposta del fosso del Chiasso

Bivio q.655 (Attraversato e risaliti dal fosso del Chiasso, entriamo nella rada macchia boschiva dove la traccia sembra scomparire, il bivio di fatto è in un punto incerto. Procedendo a vista ora notiamo sopra di noi un evidente forcella che saliremo successivamente, mentre invece dobbiamo inerpicare verso la stretta forcella alla nostra sinistra, segni e omini di sasso sono assenti)

 

Inerpichiamo verso la Sella q.670  

Sella q.670 (Stretta forcella che separa la Cima quotata 700,8 metri da CTR Toscana alla nostra destra, dallo Zucco del Chiasso alla nostra sinistra. Risaliamo la ripida cresta rocciosa nord/occidentale dello Zucco del Chiasso con passaggi di 1°

Attenzione che la sponda sinistra della cresta precipita verticalmente quindi è logico tenersi spostati sulla destra invasa da fastidiosi arbusti

Sullo Zucco del Chiasso

Sullo Zucco del Chiasso: zoomata sulla vertiginosa e ardita monorotaia Denham


Sella q.675 (Usciamo dal bosco sulla sella tra paleo e roccette affioranti, alla nostra sinistra c’è la parete verticale della Cima quotata 700,8 metri da CTR Toscana, risaliamo il facile pendio della dorsale a destra su buona traccia evidenziata da sporadici segni rossi e omini di sasso, direzione nord)  

Risaliamo il facile pendio della dorsale

Deviazione q.725 (Risalendo il pendio della dorsale teniamoci spostati a sinistra, comunque traccia e segni sono evidenti, perché ora il nostro percorso svolta a sinistra e si sviluppa a mezzacosta) 

Dobbiamo affrontare una sottile cengia esposta ma su buona roccia che richiede attenzione

Dobbiamo affrontare una sottile cengia esposta ma su buona roccia che richiede attenzione


Dobbiamo affrontare una sottile cengia esposta ma su buona roccia che richiede attenzione

Ravaneto q.720 (Le difficoltà cessano arrivando all’ampia colata di pietrisco che ci fa intuire essere vicini alle cave del Valocchione. Il tragitto svanisce tra gli sfasciumi e non vi sono segni, ma qualche sporadico omino, quindi mantenendo la direzione attraversiamo e contemporaneamente risaliamo)

Piazzola q.752 (Risalendo trasversalmente nel ravaneto giungiamo alla piazzola e alla via di lizza, lasciamo momentaneamente il proseguo che si alza nel costone e saliamo a destra con la lizza ormai scomparsa, direzione nord, indicazioni assenti)  

Risaliamo portandoci verso la cava alta del Valocchione

Cava alta del Valocchione q.820 (Salendo ripidamente senza via obbligata, guadagniamo la parte superiore della cava della quale non rimangono testimonianze significative, torniamo indietro) 

 

Panorama dalla lizza che cala verso la cava bassa del Valocchione

La lizza che cala verso la cava bassa del Valocchione

Casotto di sasso sulla lizza che cala verso la cava bassa del Valocchione

Cava bassa del Valocchione q.745

Dalla cava bassa del Valocchione è d’obbligo proseguire calando nell’ampio scivolo detritico che costeggia delle placche rocciose, poi in breve quando si interrompe dobbiamo individuare sulla destra l’antico camminamento dei cavatori su traccia a mezzacosta che si sviluppa sui 730 metri di quota  


L’antico camminamento dei cavatori su traccia a mezzacosta che si sviluppa sui 730 metri di quota, collega la cava bassa del Valocchione alla cava sulla foce della Cimetta  

L’antico camminamento dei cavatori su traccia a mezzacosta che si sviluppa sui 730 metri di quota, collega la cava bassa del Valocchione alla cava sulla foce della Cimetta  

Ultimo sguardo dietro di noi alla cava bassa del Valocchione appena lasciata

L’antico camminamento dei cavatori su traccia a mezzacosta che si sviluppa sui 730 metri di quota, collega la cava bassa del Valocchione alla cava sulla foce della Cimetta  

Lizza q.724 (Ci innestiamo sulla lizza meridionale della Cimetta che termina in questo punto)

Arrivo alla foce della Cimetta

 

Foce della Cimetta q.705 (La lizza s’interrompe sulla sella sovrastata da un erto promontorio roccioso dietro il quale si notano le sagome delle due Penne Rosse)

Foce della Cimetta q.705 (Il nostro obiettivo immediato è la vetta della Cimetta che ci domina in alto a destra)

Dalla foce della Cimetta caliamo nel versante opposto guadagnando subito la conca detritica testimonianza di un’antica attività estrattiva, ignoriamo il marcato sentiero a sinistra a mezzacosta che si direziona verso la Penna Rossa, e andiamo a destra salendo qualche metro per individuare l’esile sentiero dei cavatori che si sviluppa a mezzacosta nel versante nord occidentale della Cimetta

Il sentierino ci fa raggiungere una placca rocciosa, per superarla dobbiamo scendere per aggirarla alla sua base ….

.... poi risaliamo ripidamente


Dalla placca rocciosa appena aggirata alla sua base, saliamo ripidamente per guadagnare la Cresta NO della Cimetta

Guadagnata una cresta minore della Cimetta, cioè la cresta nord/ovest, l’attraversiamo e dalla parte opposta ritroviamo il sentierino a mezzacosta nel bosco.  

Il buon sentiero svanisce presso un piccolo ravaneto che penetra nel bosco, lo risaliamo e presto usciamo presso un’antica attività estrattiva ormai scomparsa

Cava q.758

Cava q.758 (Rimane testimonianza grazie a due blocchi squadrati e al casotto di sasso che intravediamo sulla destra tra gli arbusti) 

Cresta NE della Cimetta q.785 (Siamo sulla cresta nord orientale della Cimetta, la percorriamo a destra con passaggi di 1°/1°+ su roccia generalmente buona) 


Sviluppo della crest nord orientale che culmina sulla vetta della Cimetta

La cresta è discretamente affilata, privilegiamo il versante rivolto su Resceto che è ripido ma coperto di arbusti, quello rivolto su Renara precipita verticalmente

Sulla Cresta NE della Cimetta

Sulla Cresta NE della Cimetta

Sulla Cresta NE della Cimetta

 

Sulla Cresta NE della Cimetta

Sulla Cresta NE della Cimetta

Sulla Cresta NE della Cimetta

Sulla Cresta NE della Cimetta

 

Sulla vetta della Cimetta

Panorama sul monte Castagnolo, dietro spunta l’inconfondibile sagoma del monte Sagro

Panorama dalla Cimetta: da sinistra La Forbice, monte Contrario e monte Cavallo

Panorama dalla Cimetta verso Renara

Foce della Cimetta q.705 (Senza riportarci sulla foce, rimaniamo poco sotto nel versante rivolto a Resceto e continuiamo su buon sentierino/traccia che si sviluppa a mezzacosta verso la Penna Rossa Orientale, ignoriamo nel caso notassimo degli omini di sasso di calare nel fondovalle a destra solcato dal canale Fecorino)

Tratti su cengia in esposizione  


Tratti su cengia in esposizione  

Foce q.668 (La traccia su cengia a tratti esposta esce dal bosco sulla cresta rocciosa dominata dalla Penna Rossa orientale che si erge maestosa di fronte a noi)

Foce q.668 (Percorriamo l’aerea e pianeggiante cresta, poi senza arrampicare direttamente alla vetta ci spostiamo sulla destra, versante di Resceto, per riprendere la traccia a mezzacosta tra gli arbusti)

Deviazione q.687 (Abbiamo appena iniziato ad aggirare la Penna Rossa est sul versante di Resceto e prima che la traccia cominci a perdere quota la lasciamo, risaliamo a sinistra il breve ma ripido pendio ricoperto di sottili arbusti che ci aiutano nella progressione per raggiungere la vetta, si procede a vista senza traccia o indicazioni)   

Risaliamo il breve ma ripido pendio ricoperto di sottili arbusti che ci aiutano nella progressione per raggiungere la vetta della Penna Rossa est

Sulla Penna Rossa est


Tornati indietro dalla vetta della Penna Rossa est, riprendiamo la traccia a mezzacosta che ora si abbassa portandoci a una grande placca rocciosa, il suo attraversamento seppur facile risulta molto infido e pericoloso, non vi sono possibilità di appigli per le mani ed un eventuale scivolata avrebbe conseguenze fatali.  

Tornati indietro dalla vetta della Penna Rossa est, riprendiamo la traccia a mezzacosta che ora si abbassa portandoci a una grande placca rocciosa, il suo attraversamento seppur facile risulta molto infido e pericoloso, non vi sono possibilità di appigli per le mani ed un eventuale scivolata avrebbe conseguenze fatali.  

Foce q.662 (Forcella che separa la Penna Rossa orientale dalla quale proveniamo, dalla Penna Rossa occidentale che ci sovrasta, in loco c’è una minuscola cava di pietra abbandonata) 

Dalla Foce q.662 arrampichiamo direttamente la sottile cresta con passaggio di 2°/2°+, in totale esposizione sul versante di Renana per cui ci teniamo spostati sulla cava

Dalla Foce q.662 arrampichiamo direttamente la sottile cresta con passaggio di 2°/2°+, in totale esposizione sul versante di Renana per cui ci teniamo spostati sulla cava


Poco sopra la cava arrampichiamo la placca superiore guadagnando un terrazzo

Penna Rossa Ovest

Dalla vetta della Penna Rossa Ovest seguiamo la cresta rocciosa che si amplia 

Foce q.667 (Stretta forcella che separa la Penna Rossa ovest da un suo satellite roccioso, il versante rivolto a Renana precipita nella cava abbandonata sottostante che dobbiamo raggiungere, quindi bypassiamo il promontorio roccioso calando alcuni metri a destra, versante di Resceto, poi aggiriamo a vista)

L’aggiramento del satellite roccioso della Penna Rossa ovest, caliamo tra blocchi rocciosi fino alla cava abbandonata situata sotto

Cava q.650 (Cava abbandonata situata sotto il satellite o anticima ovest della Penna Rossa Occidentale, in loco resiste un casotto di sasso senza tetto. Perdiamo quota nel ravaneto intenzionati a intraprendere la cresta sotto di noi)

 

Retrospettiva della Penna Rossa ovest appena scesa

Testimonianza dell’attività estrattiva

Sulla facile cresta in direzione del Colle della Gronda

Sulla facile cresta in direzione del Colle della Gronda

Alla Deviazione q.610 lasciamo la cresta e ci abbassiamo a sinistra nel ripido pendio caratterizzato da alberelli sparsi e terreno di pietrisco misto paleo avendo come riferimento nel fondovalle la piazzola di Renara dove abbiamo lasciato l’auto, si procede a vista senza traccia obbligata e con disagio causato dal terreno instabile e sdrucciolevole, direzione sud/est

Lizza q.447 (Perdendo quota con direzione sud/est e avendo sempre come riferimento il piazzale di Renara, ci innestiamo d’obbligo sulla via di lizza della Penna Rossa in un suo punto imprecisato, la seguiamo a destra in discesa) 

 

Spallone q.410 (La lizza scende e si esaurisce sul crinalino, in loco ci sono degli omini di sasso. Evitiamo di tenerci sul crinalino o di scendere a destra, caliamo invece trasversalmente a sinistra verso il canale di Renara cercando di individuare la traccia di passaggio molto confusa e successivamente in leggera esposizione)

Caliamo trasversalmente verso il canale di Renara cercando di individuare la traccia di passaggio molto confusa e successivamente in leggera esposizione

Caliamo trasversalmente verso il canale di Renara cercando di individuare la traccia di passaggio molto confusa e successivamente in leggera esposizione

Usciamo presso il canale detritico di Renara dove poco sopra c’è il parcheggio