mercoledì 12 luglio 2023

Pizzo d’Uccello (dalla ferrata Tordini Galligani e la cresta di Capradossa) EEA/F

Lungo e impegnativo itinerario al Pizzo d'Uccello sulle Alpi Apuane (Toscana). Percorriamo la ferrata Tordini Galligani e proseguiamo sulla cresta di Capradossa che dalla foce Siggioli ci porta arrampicare fino alla vetta (infidi passaggi di 1°+/2°)

DATA: 7 maggio 2023 

PARTENZA: Con l’autostrada A 15 Parma-La Spezia usciamo a Aulla e seguiamo le indicazioni per Casola in Lunigiana e Minucciano. Dopo circa 19,5 km dal casello autostradale e presso la frazione di Codiponte che precede Casola di Lunigiana, lasciamo la SR445 e voltiamo a destra con i cartelli che indicano Ugliancaldo, procediamo per 3 km fino innestarci sulla SP58, scartiamo quindi a destra per Equi Terme e la teniamo a sinistra per Casciana e successivamente giungiamo a Ugliancaldo (28 km dal casello autostradale di Aulla). Attraversiamo la borgata di case fino a portarci sotto il campanile della chiesa dove lasciamo la stradina provinciale che si allarga e voltiamo a destra intraprendendo la carrozzabile malmessa per la cava del Cantonaccio indicata dal cartello (Consigliata auto alta da terra o fuoristrada, la carrozzabile è transitabile solo nelle domeniche e le giornate festive in concomitanza della chiusura dei lavori di cava), guidiamo per 3,5 km finché notiamo sulla sinistra la scalinata di sasso dell’inizio del sentiero CAI 192 che sarà il nostro ritorno (nessuna indicazione), nel caso passasse inosservato e continuassimo sulla carrozzabile troveremmo dopo 100 metri la sbarra che impedisce il proseguo ai mezzi non autorizzati.



ITINERARIO: Partenza q.720 (Per CTR Toscana 720,1 m. Alla nostra sinistra c’è la scalinata di sasso del CAI 192 dal quale torneremo, iniziamo continuando a seguire la carrozzabile che è sempre CAI 192)      Poggio Zappello q.732 (Una sbarra impedisce l’accesso ai mezzi non autorizzati, l’attraversiamo e la carrozzabile si abbassa verso le cave di marmo)   Bivio q.690 (Biforcazione della marmifera: dritto a destra continua a perdere quota come CAI 192 verso le cave Cattani, andiamo dritto a sinistra che si alza con indicazioni della ferrata Zaccagna e del CAI 190)     Bivio q.776 (Rimaniamo sulla marmifera che in questo punto compie un doppio tornante, alla nostra sinistra si entra in un area di cava)      Bivio q.798 (La marmifera sembra terminare alla cava di Col Pelato, invece continua a destra in salita con fondo di pietrisco e in stato di abbandono, segni CAI)      Deviazione q.818 (La marmifera con fondo di pietrisco curva a gomito a sinistra verso le cave di Capradosso, andiamo dritto inoltrandoci nel “letto” di sfasciumi rocciosi che hanno invaso l’antico tracciato, indicazioni della ferrata sul macigno)     Deviazione q.850 (Lasciamo il proseguo sugli sfasciumi, a sinistra riappare l’antica marmifera abbandonata con segni CAI)      Canale q.868 (Canale detritico che interrompe la marmifera, l’attraversiamo e la ritroviamo dalla parte opposta)      Casa dei Macchinari q.872 (La vecchia marmifera si esaurisce presso il rudere dell’edificio situato alla nostra sinistra, avanziamo nella distesa di sfasciumi seguendo i segni CAI poi virando a destra entriamo nel bosco dove troviamo il sentiero)      Bivio q.880 (Siamo appena entrati nel fitto bosco e subito troviamo il bivio con cartelli: a destra è CAI 190 o sentiero attrezzato Zaccagna per la foce dei Lizzari, andiamo a sinistra iniziando a salire verso l’attacco della ferrata Tordini-Gallicani)      Placche rocciose q.970 (Usciamo dal bosco e attraversiamo le placche rocciose dove un cavo corrimano ci viene in aiuto)      Ferrata Tordini-Galligani q.1050 (Conosciuta anche come ferrata alla foce Siggioli, risale la parete rocciosa con cavo e cambre)     Cresta di Capradossa q.1400 (La ferrata finisce innestandoci sul CAI 181, a sinistra la cresta di Capradossa che localmente è definita “costiera” si direziona verso il poggio Baldozzana e sarà il nostro ritorno, scendiamo a destra alla foce Siggioli appena sotto di noi notando i cartelli CAI)      Foce Siggioli q.1390 (Cartelli: a sinistra scende il CAI 187 per il rifugio Donegani, rimaniamo sul CAI 181 nella macchia di alberi sulla cresta)      Deviazione q.1385 (Nel punto in cui il CAI 181 lascia la cresta per spostarsi a sinistra e abbassarsi a mezzacosta noi lo lasciamo, andiamo dritto continuando a seguire la cresta e notando dei bolli rossi, indicazioni assenti. Nell’immediato si presenta ampia e coperta da radi arbusti, poi gradualmente le difficoltà aumentano anche se i passaggi non superano il 1°, il terreno diventa particolarmente infido con alcuni tratti esposti su roccia poco affidabile)      Picco di Capradossa q.1584 (Senza toponimo ma quotato 1584,1 m da CTR Toscana. Durante l’ascesa superiamo un tratto di cresta affilata sulla quale appare logico tenersi spostati sul versante della Val Serenaia, e successivamente risaliamo un ripidissimo pendio sempre su traccia di passaggio evidenziata dai bolli rossi, conquistiamo il Picco di Capradossa dove cessano le difficoltà. Caliamo portandoci immediatamente sul vasto ripiano di Capradossa e lo attraversiamo tenendoci poco distanti dall’orlo del precipizio, davanti a noi ci appaiono il Torrione di Capradossa di poco più alto del ripiano, e la maestosa sagoma del Pizzo d’Uccello) – Deviazione q.1565 (Attraversato il ripiano di Capradossa troviamo dei radi arbusti, tralasciamo di seguire la traccia con i bolli rossi che è destinata a innestarsi sulla via normale del Pizzo d’Uccello, saliamo a destra il pendio di rocce e pietre mosse per guadagnare senza difficoltà la cima del Torrione di Capradossa appena sopra di noi, segni e indicazioni assenti)   Torrione di Capradossa q.1600 (Pulpito panoramico che precipita sui Cantoni di Neve Vecchia. È d’obbligo tornare sui nostri passi, poi senza riportarci sul tracciato con i bolli rossi stiamo a destra mantenendo la linea del naturale proseguo della cresta rocciosa e sopra il margine boschivo, direzione sud/ovest. Puntiamo a una copia di gendarmi rocciosi con l’obiettivo di bypassarli a destra e iniziare subito ad inerpicare su roccia che si sgretola e pietrisco, arrampichiamo con molta cautela e a distanza ravvicinata per evitare di colpirci con eventuali scariche di sassi, passaggi di 1°+/ 2° tenendoci volutamente spostati il più a destra possibile e quasi a ridosso del precipizio che d’ora in avanti è il nostro unico riferimento, procediamo a vista e per intuito seguendo al momento il passaggio migliore)      Forcella q.1680 (Ci siamo mantenuti a ridosso del precipizio e in questo tratto finale arrampichiamo con molta cautela un sottile canalino dove la roccia va testata con estrema meticolosità, passaggio di 2° e l’uscita molto delicata forse è un 2°+. Arrivati su questo torrione è evidente la forcella appena sotto di noi sulla quale ci portiamo, ora notiamo alla nostra destra il Canale dei Genovesi che ci lambisce ed è generalmente arrampicato in veste invernale per conquistare la vetta del Pizzo d’Uccello, mentre alla nostra sinistra c’è un largo canale di pietrisco che si poteva eventualmente intraprendere per giungere fin qui con minore difficoltà. Ora le complicazioni sono terminate, saliamo il sottile canalino di pietre smosse sopra di noi che vira a sinistra, il proseguo è intuitivo e poco sopra gli spazi si aprono)     Via Normale q.1765 (Innesto sulla via normale al Pizzo d’Uccello, la cima è poco distante)      Pizzo d’Uccello q.1783 (Dalla vetta torniamo sui nostri passi)      Via Normale q.1765 (E’ il punto dal quale siamo arrivati con la Cresta di Capradossa, continuiamo a scendere sulla via normale disarrampicando dei passaggi di 1°/ 1°+)      Variante q.1575 (A sinistra della via normale proviene la traccia con bolli rossi che avevamo percorso fino al Torrione di Capradossa, non si vedono segni e passa inosservata)  –   Foce del Giovetto q.1499 (E ‘senza toponimo ma quotata 1499,3 m da CTR Toscana. Cartelli e incrocio sulla larga sella al termine della discesa con la via normale: a destra scende nel versante di Vinca il CAI 191 per il sentiero attrezzato Piotti, dritto il crinale continua come CAI 181 per foce Giovo, scendiamo a sinistra prendendo il CAI 181 a mezzacosta per Ugliancaldo scartando subito sulla destra il CAI 191 che nel fitto bosco scende al rifugio Donegani)   –   Deviazione q.1385 (Chiudiamo il primo anello, siamo nel punto dove avevamo lasciato il CAI 181 per intraprendere la Cresta di Capradossa in direzione del Picco di Capradossa, rimaniamo sul sentiero verso la foce Siggioli)   –   Foce Siggioli q.1390   –   Cresta di Capradossa q.1400 (Alla nostra sinistra c’è l’uscita della ferrata Tordini-Galligani seguiamo l’aerea cresta attrezzata con cavo corrimano che localmente è definita Costiera di Capradossa)   –   Cima q.1464 (E’ il punto alto della Costiera di Capradossa)   –   Poggio Baldozzana q.1338 (Nel frattempo l’aerea cresta attrezzata è terminata, entriamo nel bosco per uscirne sul verde promontorio sotto il poggio Baldozzana a circa 1290 metri, bivio con cartelli: a destra inizia il CAI 189 per la Foce Rifogliola, manteniamo l’ampio crinale CAI 181/CAI 192 che ci fa perdere quota)  –   Bivio q.1250 (Località Alpe d’Ugliano. Scendendo l’ampio crinale erboso, notiamo a sinistra a mezzacosta una marcata traccia di passaggio che di direziona sotto il versante occidentale del poggio Baldozzana, continuiamo a scendere sul crinale CAI 181/CAI 192)  –  Bivio q.1240 (Biforcazione del sentiero: a destra a mezzacosta prosegue il CAI 181 per poggio di Ragnaia, insistiamo calando nel crinale ora CAI 192)   -   Cenotafio q.1193 (Lapide commemorativa)   -  Bivio q.980 (In entrambe le soluzioni ora si lascia il crinale: a destra il sentiero CAI curva a gomito entrando nel bosco per andarsi a collegare al CAI 181 presso Sant’Antonio, teniamo il CAI 192 che curva a gomito a sinistra tenendosi a mezzacosta in falsopiano)   -  Bivio q.970 (Il CAI 192 curva a gomito a sinistra, dritto prosegue un sentiero non segnato verso una sorgente)  -  Presa d’acqua q.880 (La piccola presa d’acqua è situata pochi metri sopra il sentiero)  -  Arrivo q.720 

NOTE:

        LUNGHEZZA: 10,1 km

        DIFFICOLTA: EEA/F

DISLIVELLO TOTALE: 1200 m

QUOTA MASSIMA: Pizzo d’Uccello q.1783

Sentieri

Itinerario da fare solo nelle domeniche e nei giorni festivi in concomitanza della chiusura delle cave. 

Ferrata Tordini-Galligani: È attrezzata ottimamente con cavo e cambre, difficoltà medio/facile 

Cresta di Capradossa: La parte più difficile e pericolosa dell’itinerario è la cresta di Capradossa che dopo foce Siggioli risale fino alla vetta del Pizzo d’Uccello. Nella parte iniziale seguiamo la traccia con bolli rossi che intraprendiamo dopo foce Siggioli, alcuni passaggi non sono banali per esposizione e ripidità, poi scesi dal Torrione di Capradossa abbandoniamo il proseguo di questa traccia segnata che è destinata a svilupparsi a mezzacosta fino innestarsi sulla via normale al Pizzo d’Uccello, e iniziamo l’infida ascesa alla vetta. Ora il tragitto privo di segnatura è tutt’altro che intuitivo perché questo versante della montagna è “tormentato” da costoni, canali e rilievi rocciosi, per questo motivo saliamo a vista valutando al momento il passaggio migliore, manteniamo una direzione SO tenendoci volutamente a ridosso del precipizio alla nostra destra che ne fa un punto di riferimento. Arrampichiamo su roccia inaffidabile perché si sgretola e il fondo di pietrisco crea molta instabilità, l’uso del casco è indispensabile come pure procedere a distanza ravvicinata per non essere colpiti da scariche di sassi da chi ci precede. Tenendoci volutamente a ridosso del precipizio, andiamo a scalare un sottile canalino di 2° con le difficoltà di uscita che aumentano, le prese sulla roccia vanno testate con meticolosità e calma, poi sopraggiunti alla Forcella q.1680 che si affaccia sul canale dei Genovesi situato alla nostra destra, notiamo a sinistra che questo intaglio poteva essere raggiunto da un ampio e ripido canale di pietrisco che probabilmente riduceva le difficoltà. Dalla Forcella q.1680 alla vetta del Pizzo d’Uccello il percorso è intuitivo con gli spazi che si aprono, raramente mettiamo mano su roccia. 

Sentiero CAI 192: Quando ormai l’escursione sta volgendo al termine, il sentiero CAI 192 allo stato attuale è seriamente ostacolato da alberi caduti presso il canale asciutto di Fronchio. L’originaria via lo attraverserebbe e scenderebbe dalla sponda opposta, vista l’impossibilità siamo costretti a fare delle manovre e calare all’interno del canale stesso per alcune decine di metri finché non troviamo un punto debole della sponda sinistra per risalirla e riprendere il sentiero comunque poco evidente.

Rifugi-Bivacchi

Assenti 

Fonti

Presa d’acqua q.880 pochi metri sopra il sentiero CAI 192 (fuori esce acqua)

Tracce GPS


TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

Partenza

0,00

Forcella q.1680

4,00

Poggio Zappello

0,02

Via Normale q.1765

4,20

Bivio q.690

0,09

Pizzo d’Uccello

4,22

Bivio q.776

0,19

Via Normale q.1765

4,24

Bivio q.798

0,22

Variante

/

Deviazione q.818

0,26

Foce del Giovetto

5,10

Deviazione q.850

0,30

Deviazione q.1385

5,50

Canale q.868

0,33

Foce Siggioli

5,53

Casa dei Macchinari

0,36

Cresta di Capradossa

5,56

Bivio q.880

0,40

Cima q.1464

6,06

Placche rocciose

0,53

Poggio Baldozzana

6,35

Ferrata Tordini-Galligani

1,05

Bivio q.1250

6,40

Cresta di Capradossa

2,20

Bivio q.1240

6,41

Foce Siggioli

2,23

Cenotafio

6,45

Deviazione q.1385

2,26

Bivio q.980

7,06

Picco di Capradossa

3,10

Bivio q.970

7,14

Deviazione q.1565

/

Presa d’acqua

7,22

Torrione di Capradossa

3,18

Arrivo

7,50

 


Partenza q.720 (Per CTR Toscana 720,1 m. Alla nostra sinistra c’è la scalinata di sasso del CAI 192 dal quale torneremo, iniziamo continuando a seguire la carrozzabile che è sempre CAI 192)  

  Poggio Zappello q.732 (Una sbarra impedisce l’accesso ai mezzi non autorizzati, l’attraversiamo e la carrozzabile si abbassa verso le cave di marmo) 

Vista sulla parete nord del Pizzo d’Uccello

La carrozzabile si abbassa verso le cave di marmo

Bivio q.690 (Biforcazione della marmifera: dritto a destra continua a perdere quota come CAI 192 verso le cave Cattani, andiamo dritto a sinistra che si alza con indicazioni della ferrata Zaccagna e del CAI 190)

Sulla marmifera

 

Al Bivio q.798 la marmifera sembra terminare alla cava di Col Pelato, invece continua a destra in salita con fondo di pietrisco e in stato di abbandono

Deviazione q.818 (La marmifera con fondo di pietrisco curva a gomito a sinistra verso le cave di Capradosso, andiamo dritto inoltrandoci nel “letto” di sfasciumi rocciosi che hanno invaso l’antico tracciato, indicazioni della ferrata sul macigno)

Alla Deviazione q.818 la marmifera con fondo di pietrisco curva a gomito a sinistra verso le cave di Capradosso, andiamo dritto inoltrandoci nel “letto” di sfasciumi rocciosi che hanno invaso l’antico tracciato

Casa dei Macchinari q.872: La vecchia marmifera si esaurisce presso il rudere dell’edificio situato alla nostra sinistra….

… avanziamo nella distesa di sfasciumi seguendo i segni CAI …


.... poi virando a destra entriamo nel bosco dove troviamo il sentiero. 

Placche rocciose q.970 (Usciamo dal bosco e attraversiamo le placche rocciose dove un cavo corrimano ci viene in aiuto)

Attacco della ferrata Tordini-Galligani

Ferrata Tordini-Galligani

Ferrata Tordini-Galligani

Ferrata Tordini-Galligani


Ferrata Tordini-Galligani

Ferrata Tordini-Galligani

Alle nostre spalle notiamo la sagoma del monte Bardaiano

Ferrata Tordini-Galligani

Ferrata Tordini-Galligani

Ferrata Tordini-Galligani

 

Durante l’ascesa della ferrata, alla nostra destra vediamo le cime che andremo a raggiungere

Il panorama che abbiamo alle nostre spalle durante l’ascesa della ferrata (Nel fondovalle ci sono le cave dalle quali proveniamo)

Ferrata Tordini-Galligani

Ferrata Tordini-Galligani

La cresta di Capradossa o Costiera di Capradossa che vediamo alla nostra sinistra quando stiamo per concludere la ferrata, l’andremo a percorrere nel ritorno della gita

La cresta di Capradossa che vediamo alla nostra destra con le vette da scalare appena terminiamo la ferrata

 

La ferrata finisce innestandoci sul CAI 181 della Cresta di Capradossa, scendiamo alla foce Siggioli appena sotto di noi. Alla foce lasciamo a sinistra il CAI 187 per il rifugio Donegani, rimaniamo sul CAI 181 per pochi minuti dove lo lasciamo definitivamente quando si sposta a sinistra a mezzacosta e teniamo la cresta

La parte iniziale della cresta di Capradossa dopo che abbiamo lasciato il CAI 181, in questo frangente non ci sono difficoltà

La parte iniziale della cresta di Capradossa dopo che abbiamo lasciato il CAI 181, in questo frangente non ci sono difficoltà

La parte iniziale della cresta di Capradossa dopo che abbiamo lasciato il CAI 181, in questo frangente non ci sono difficoltà

Gradualmente la cresta si assottiglia

L’aerea cresta che sale al Picco di Capradossa

 

L’aerea cresta che sale al Picco di Capradossa

L’aerea cresta che sale al Picco di Capradossa

L’aerea cresta che sale al Picco di Capradossa

L’aerea cresta che sale al Picco di Capradossa

 

Dal Picco di Capradossa vediamo in primo piano il vicino Torrione di Capradossa e dietro l’imponente sagoma del Pizzo d’Uccello

Panorama dal Picco di Capradossa

Dal Picco di Capradossa caliamo portandoci immediatamente sul vasto ripiano di Capradossa e lo attraversiamo tenendoci poco distanti dall’orlo del precipizio

Dal Picco di Capradossa caliamo portandoci immediatamente sul vasto ripiano di Capradossa e lo attraversiamo tenendoci poco distanti dall’orlo del precipizio in direzione del Torrione di Capradossa


Sul Torrione di Capradossa

Sul Torrione di Capradossa (Ai nostri piedi il fondovalle dal quale abbiamo iniziato l’escursione)

Panorama dal Torrione di Capradossa

Dal Torrione di Capradossa è d’obbligo tornare sui nostri passi, poi senza riportarci sul tracciato con i bolli rossi stiamo a destra mantenendo la linea del naturale proseguo della cresta rocciosa e sopra il margine boschivo, direzione sud/ovest. Puntiamo a una copia di gendarmi rocciosi con l’obiettivo di bypassarli a destra


Dal Torrione di Capradossa è d’obbligo tornare sui nostri passi, poi senza riportarci sul tracciato con i bolli rossi stiamo a destra mantenendo la linea del naturale proseguo della cresta rocciosa e sopra il margine boschivo

Dal Torrione di Capradossa è d’obbligo tornare sui nostri passi, poi senza riportarci sul tracciato con i bolli rossi stiamo a destra mantenendo la linea del naturale proseguo della cresta rocciosa e sopra il margine boschivo, direzione sud/ovest. Puntiamo a una copia di gendarmi rocciosi con l’obiettivo di bypassarli a destra

Dai gendarmi iniziamo subito ad inerpicare su roccia che si sgretola e pietrisco, arrampichiamo con molta cautela e a distanza ravvicinata per evitare di colpirci con eventuali scariche di sassi

Procediamo a vista e per intuito seguendo al momento il passaggio migliore

Arrampichiamo con passaggi di 1°+/ 2° tenendoci volutamente spostati il più a destra possibile e quasi a ridosso del precipizio che d’ora in avanti è il nostro unico riferimento, procediamo a vista e per intuito seguendo al momento il passaggio migliore

Arrampichiamo con passaggi di 1°+/ 2° tenendoci volutamente spostati il più a destra possibile e quasi a ridosso del precipizio che d’ora in avanti è il nostro unico riferimento, procediamo a vista e per intuito seguendo al momento il passaggio migliore


Ci siamo mantenuti a ridosso del precipizio e in questo tratto finale arrampichiamo con molta cautela un sottile canalino dove la roccia va testata con estrema meticolosità, passaggi di 2°

Ci siamo mantenuti a ridosso del precipizio e in questo tratto finale arrampichiamo con molta cautela un sottile canalino dove la roccia va testata con estrema meticolosità, passaggi di 2°

Ci siamo mantenuti a ridosso del precipizio e in questo tratto finale arrampichiamo con molta cautela un sottile canalino dove la roccia va testata con estrema meticolosità, passaggio di 2°

L’uscita del canalino sul torrione

  Arrivati su questo torrione caliamo alla evidente la Forcella q.1680 appena sotto di noi, ora notiamo alla nostra destra il Canale dei Genovesi che ci lambisce, mentre alla nostra sinistra c’è un largo canale di pietrisco che si poteva eventualmente intraprendere per giungere fin qui con minore difficoltà. Ora le complicazioni sono terminate, saliamo il sottile canalino di pietre smosse sopra di noi che vira a sinistra

 

 

Alla Forcella q.1680 le complicazioni sono terminate, saliamo il sottile canalino di pietre smosse sopra di noi che vira a sinistra

Alla Forcella q.1680 le complicazioni sono terminate, saliamo il sottile canalino di pietre smosse sopra di noi che vira a sinistra

Gli spazi si aprono

La vetta del Pizzo d’Uccello sopra di noi

Panorama dal Pizzo d’Uccello verso il monte Pisanino a sinistra e i monti Cavallo e Contrario a destra

Panorama dal Pizzo d’Uccello sulla Cresta di Capradossa o Costiera di Capradossa dalla quale faremo ritorno

 

Panorama dal Pizzo d’Uccello verso il gruppo La Forbice/Grondilice/Garnerone

Panorama dal Pizzo d’Uccello verso il monte Sagro

Discesa dal Pizzo d’Uccello sulla via normale

Discesa dal Pizzo d’Uccello sulla via normale

Discesa dal Pizzo d’Uccello sulla via normale

Discesa dal Pizzo d’Uccello sulla via normale


Discesa dal Pizzo d’Uccello sulla via normale

Discesa dal Pizzo d’Uccello sulla via normale

Foce del Giovetto q.1499 (Cartelli e incrocio sulla larga sella al termine della discesa con la via normale: a destra scende nel versante di Vinca il CAI 191 per il sentiero attrezzato Piotti, dritto il crinale continua come CAI 181 per foce Giovo, scendiamo a sinistra prendendo il CAI 181 a mezzacosta per Ugliancaldo scartando subito sulla destra il CAI 191 che nel fitto bosco scende al rifugio Donegani)  

Sul CAI 181 che dalla foce del Giovetto ci riporta alla foce Siggioli

Sul CAI 181 che dalla foce del Giovetto ci riporta alla foce Siggioli

 

Sulla cresta di Capradossa o Costiera di Capradossa attrezzata con cavo corrimano

Sulla cresta di Capradossa o Costiera di Capradossa attrezzata con cavo corrimano

Sulla cresta di Capradossa o Costiera di Capradossa attrezzata con cavo corrimano

Nel frattempo l’aerea cresta attrezzata è terminata, entriamo nel bosco

Poggio Baldozzana

Dal poggio Baldozzana manteniamo l’ampio crinale CAI 181/CAI 192 che ci fa perdere quota


Cenotafio q.1193 (Lapide commemorativa)

Bivio q.980 (In entrambe le soluzioni ora si lascia il crinale: a destra il sentiero CAI curva a gomito entrando nel bosco per andarsi a collegare al CAI 181 presso Sant’Antonio, teniamo il CAI 192 che curva a gomito a sinistra tenendosi a mezzacosta in falsopiano)

Presa d’acqua q.880 (La piccola presa d’acqua è situata pochi metri sopra il sentiero) 

  Arrivo