mercoledì 13 settembre 2023

Monte Roccandagia (dalla cresta del Grondalpo) PD+/AD-

Ascesa alpinistica al monte Roccandagia percorrendo la cresta del Grondalpo (Alpi Apuane, Toscana)

DATA: 16 luglio 2023 

PARTENZA: Dalla diga di Vagli (provincia di Lucca, Toscana) ci portiamo al paese di Vagli di Sotto, poi seguiamo le buone indicazioni che ci fanno aggirare l’abitato di Vagli di Sopra fino arrivare dopo circa 5 km a Campocatino dove termina la strada, antico alpeggio di pastori con le case di sasso ora convertite a seconda casa (Parcheggio). 

 

Stralcio della mappa interattiva webmapp tratta dal sito http://www.webmapp.it/ 

ITINERARIO: Campocatino q.1000 (Lasciata la macchina al parcheggio dove è presente anche una statua della Madonna dei Cavatori, risaliamo la strada acciottolata tra le vecchie case. Tralasciamo il CAI 177 che scende sulla sinistra al paese di Vagli e giunti presso la fontana scartiamo sempre a sinistra anche il CAI 147 che sale all’eremo di San Viviano, andiamo a destra con lo stradello acciottolato che è il CAI 177 per il passo della Tombaccia dove incontriamo una statua di marmo di David Bowie, gradualmente usciamo dal nucleo di case sparse camminando in lieve salita su sentiero che delimita la verde conca di Campocatino ai piedi delle pareti orientali del Grondalpo e del monte Roccandagia)   -  Bivio q.1128 (Quota da mappa IGM Toscana. Tralasciamo il sentiero dritto a destra destinato a perdere quota verso Gorfigliano, allo stato attuale c’è un cartello della Garfagnana Epic, e stiamo sul CAI 177 a sinistra che mantiene la direzione NO alzandoci sopra un costone erboso, poi successivamente entriamo nel bosco)   -   Passo della Tombaccia q.1360 (Incontriamo un breve tratto attrezzato, poi continuando a salire nel bosco perveniamo al passo della Tombaccia, scritta sulla roccia nel terreno. Avanziamo e ora il CAI 177 si sposta sul versante opposto dove intravvediamo per la prima volta la mole del monte Pisanino, noi invece dobbiamo lasciare il sentiero segnato presso un omino di sassi e salire a sinistra su traccia di passaggio priva di ogni indicazione. Attraversati i pochi alberi, ci compare subito lo sviluppo della cresta rocciosa lambita da arbusti che cominciamo a percorrere con direzione sud, in questo frangente raramente mettiamo mano su roccia e le difficoltà sono modeste)   -  Cima q.1650 (Superando un tratto roccioso e rotto dove dobbiamo prestare attenzione ad eventuali scariche di pietre, la cresta si amplia in un verde crinale, che seppur aereo, ci porta con una facile camminata sul punto alto quotato 1650,2 m da CTR Toscana. Ora per la prima volta ci appare e tutta l’affilata e temuta cresta rocciosa del Grondalpo/Roccandagia, caliamo con attenzione ma senza grosse difficoltà alla sella sottostante)  -  Sella q.1625 (Quotata 1625,1 da CTR Toscana. Riprendiamo a salire tra ripide placche rocciose e paleo, in breve siamo alla famosa “Trave”, un’affilatissima cresta di placca rocciosa larga circa 1 metro e lunga circa 100 metri con il piano inclinato. All’inizio della Trave è presente solo uno spit che risulta di scarsa utilità perché lungo il tragitto non ve ne sono altri, l’esposizione è estrema su entrambi i versanti, avanziamo a “4 zampe” con molta cautela e concentrazione perché ogni minimo errore ha inevitabili conseguenze fatali)  -  Grondalpo q.1673 (Senza toponimo su CTR Toscana che quota la vetta 1672,7 metri. Nel frattempo la Trave è terminata ma non le difficoltà, la cresta rimane sempre molto esposta e dobbiamo superare alcuni blocchi rocciosi valutando attentamente come passare, successivamente la cresta coperta parzialmente da paleo si amplia e con una breve camminata siamo sul Grondalpo. Non vi sono indicazioni ma è palese l’impossibilità di avanzare, perché ci scontriamo con un precipizio di 30 metri, in loco è situata una sosta con anello di ferro per effettuare la calata in corda doppia)  -  Spiaggione q.1640 (Al termine della calata in corda doppia, molto probabilmente non riusciremo a posarci direttamente sulla cresta sottostante ma approderemo poco sotto nelle placche inclinate rivolte sulla Carcaraia, quindi rimanendo sempre assicurati recuperiamo i pochi metri persi riportandoci in cresta. Siamo su quello che localmente viene definito “Spiaggione”, in loco è situata una sosta composta da 2 chiodi uniti da una corda, utile per assicurarci mentre recuperiamo le corde. Riprendiamo a camminare, la cresta ora si sviluppa in leggera salita e solo apparentemente non vi sono difficoltà, se il versante alla nostra destra rivolto quindi sulla Carcaraia è caratterizzato ripide placche inclinate sporche di brecciolino, alla nostra sinistra precipita verticalmente, man mano che avanziamo la cresta si assottiglia notevolmente, quindi l’attenzione deve rimanere molto alta perché anche in questo caso una eventuale scivolata sarebbe fatale)  -  Parete q.1670 (La porzione finale della cresta divenuta estremamente affilata ci ferma alla parete rocciosa alta 4 metri che ci sbarra il proseguo, in loco è situata una sosta realizzata da 2 chiodi uniti da un cordino sul quale ci assicuriamo. L’arrampicata diretta della paretina è valutata di 3°, noi la bypassiamo spostandoci a sinistra su esilissima cengia in grande esposizione e roccia mediocre, poi immediatamente riprendiamo il filo della cresta riducendo l’arrampicata sul 2°, poco sopra troviamo uno spit che consente di assicurare chi ci segue. Ora la cresta riprende a salire molto aerea ma dalle difficoltà contenute, alla nostra sinistra c’è la vicinissima cima della Penna di Campocatino che è distaccata dalla cresta principale e che eventualmente potremmo salire disarrampicando alla forcella sottostante)  -  Canale di San Viano q.1692 (L’uscita del canale di San Viano è proprio in corrispondenza della forcella che è appena sotto e che ci separa dalla Penna di Campocatino alla nostra sinistra. La cresta ora procede agevolmente e semi pianeggiante, le difficoltà sono modeste ma l’esposizione rimane notevole su entrambi i versanti)   –   Monte Roccandagia q.1717 (Il punto alto è poco definito e non vi sono indicazioni. Dalla minuscola terrazza ora scendiamo il ripido crinale S/SO di placche sdrucciolevoli che è anche la via normale di salita, bolli azzurri ci rassicurano, non vi sono difficoltà ma comunque caliamo con attenzione per evitare una spiacevole scivolata, l’esposizione è ancora sostenuta)  –  Sella Roccandagia q.1655 (Al termine della discesa il crinale roccioso diventa pianeggiante ma molto aereo ed esposto, camminiamo fino al suo termine dove alla nostra destra scende la marcata traccia di passaggio nel declivio erboso sempre contrassegnata da bolli azzurri che, cambiando direzione, ci fa passare sotto il versante ovest del monte Roccandagia)  -  CAI 177 q.1425 (Innesto sul CAI 177, lo prendiamo a destra con direzione nord, in seguito si oltrepassano dei facili tratti attrezzati utili come corrimano)  –   Passo della Tombaccia q.1360 (Chiudiamo l’anello, ripercorriamo il tragitto fatto all’andata per tornare a Campocatino)   -  Bivio q.1128   –   Campocatino q.1000. 


NOTE:

        LUNGHEZZA: 7,7 km

        DIFFICOLTA: PD+/AD-

DISLIVELLO TOTALE: 850 m

QUOTA MASSIMA: M. Roccandagia q.1717

Sentieri

Itinerario alpinistico su cresta estremamente esposta, necessaria grande esperienza e disinvoltura per le problematiche che si possono creare, inutile sottolineare che le condizioni meteo devono essere perfette e non è possibile commettere errori perché avrebbero conseguenze fatali. Passaggi alpinistici max 2° (la paretina di 3° dopo lo Spiaggione la possiamo aggirare a sinistra in grande esposizione riducendo la difficoltà al 2°, eventualmente assicurandoci alla sosta presente in loco). 

Menziono la possibilità di scendere dal Grondalpo senza calare in corda doppia, sfruttando una esile cengia naturale sul versante di Campocatino. Tale cengia, ormai percorsa da pochi a discapito della più rassicurante discesa in corda doppia, risulta essere in estrema esposizione (Molto pericolosa) 

Materiale utilizzato:

Imbrago, casco, discensore, fettucce e moschettoni vari che possono sempre essere utili per autoassicurarsi, 2 corde minimo da 40 metri ciascuna (Magari sono sufficienti solo due da 30 metri ma non avremmo la garanzia di arrivare completamente in fondo)

Rifugi-Bivacchi

Assenti 

Fonti

Fontana a Campocatino

Tracce GPS

 

TEMPI RILEVATI NETTI (ore)

Campocatino

0,00

Bivio q.1128

0,30

Passo della Tombaccia

1,00

Cima q.1650

2,10

Sella q.1625

2,30

Grondalpo

3,00

Spiaggione

4,00

Parete

4,20

Canale di San Viano

4,35

M. Roccandagia

4,55

Sella Roccandagia

5,15

CAI 177 q.1425

5,50

Passo della Tombaccia

6,25

Bivio q.1128

/

Campocatino

7,20





Campocatino

La fontana a Campocatino

La statua dedicata a David Bowie

Campocatino

Le vette da raggiungere viste da Campocatino

 

Gradualmente usciamo dal nucleo delle case sparse di Campocatino

Sul CAI 177

Le pareti orientali del Grondalpo e del monte Roccandagia

Sul CAI 177

Il tratto attrezzato sul CAI 177 che precede l’arrivo al passo della Tombaccia

Al passo della Tombaccia dobbiamo lasciare il sentiero segnato presso un omino di sassi e salire a sinistra su traccia di passaggio priva di ogni indicazione

 

Il monte Pisanino e gli Zucchi di Cardeto visti dal passo della Tombaccia

Attraversati i pochi alberi, ci compare subito lo sviluppo della cresta rocciosa lambita da arbusti che cominciamo a percorrere con direzione sud, in questo frangente raramente mettiamo mano su roccia e le difficoltà sono modeste 

Sulla cresta che inizia sopra il passo della Tombaccia

Sulla cresta che inizia sopra il passo della Tombaccia

Sulla cresta che inizia sopra il passo della Tombaccia

 

Panorama sulle vette del monte Cavallo

Panorama verso il monte Tambura

Alle nostre spalle l’inconfondibile sagoma del monte Pisanino

La cresta si amplia in un verde crinale, che seppur aereo, ci porta con una facile camminata sulla Cima q.1650

La cresta si amplia in un verde crinale, che seppur aereo, ci porta con una facile camminata sulla Cima q.1650

Vista su Campocatino dal quale siamo partiti

 

Verso la Cima q.1650

Arrivo alla Cima q.1650

Dalla Cima q.1650 per la prima volta ci appare e tutta l’affilata e temuta cresta rocciosa del Grondalpo/Roccandagia

Dalla Cima q.1650 caliamo con attenzione ma senza grosse difficoltà alla Sella q.1625

Dalla Sella q.1625 riprendiamo a salire tra ripide placche rocciose e paleo per raggiungere la “Trave

 

All’inizio della Trave

All’inizio della Trave

Sulla Trave avanziamo a “4 zampe” con molta cautela e concentrazione perché ogni minimo errore ha inevitabili conseguenze fatali

 

Sulla Trave avanziamo a “4 zampe” con molta cautela e concentrazione perché ogni minimo errore ha inevitabili conseguenze fatali

Sulla Trave avanziamo a “4 zampe” con molta cautela e concentrazione perché ogni minimo errore ha inevitabili conseguenze fatali

Nel frattempo la Trave è terminata ma non le difficoltà, la cresta rimane sempre molto esposta e dobbiamo superare alcuni blocchi rocciosi valutando attentamente come passare

 

Ultime difficoltà prima di arrivare in vetta al Grondalpo

Ultime difficoltà prima di arrivare in vetta al Grondalpo

Grondalpo q.1673

Sul Grondalpo ci prepariamo ad allestire la discesa in corda doppia

Discesa in corda doppia dalla vetta del Grondalpo

 

Discesa in corda doppia dalla vetta del Grondalpo

Discesa in corda doppia dalla vetta del Grondalpo

Al termine della calata in corda doppia, molto probabilmente non riusciremo a posarci direttamente sulla cresta sottostante ma approderemo poco sotto nelle placche inclinate rivolte sulla Carcaraia

Spiaggione q.1640 (In loco è situata una sosta composta da 2 chiodi uniti da una corda, utile per assicurarci mentre recuperiamo le corde)

 

Vista del salto di 30 metri superato con la discesa in corda doppia

Lasciandoci il Grondalpo alle nostre spalle, riprendiamo a camminare sulla cresta che si sviluppa in leggera salita. Solo apparentemente non vi sono difficoltà, se il versante alla nostra destra rivolto quindi sulla Carcaraia è caratterizzato ripide placche inclinate sporche di brecciolino, alla nostra sinistra precipita verticalmente

Risaliamo la cresta dello Spiaggione

Risaliamo la cresta dello Spiaggione

 

Man mano che avanziamo la cresta si assottiglia notevolmente, quindi l’attenzione deve rimanere molto alta perché anche in questo caso una eventuale scivolata sarebbe fatale 

Parete q.1670 (La porzione finale della cresta divenuta estremamente affilata ci ferma alla parete rocciosa alta 4 metri che ci sbarra il proseguo, in loco è situata una sosta realizzata da 2 chiodi uniti da un cordino sul quale ci assicuriamo) 

Parete q.1670 (La porzione finale della cresta divenuta estremamente affilata ci ferma alla parete rocciosa alta 4 metri che ci sbarra il proseguo, in loco è situata una sosta realizzata da 2 chiodi uniti da un cordino sul quale ci assicuriamo)

L’arrampicata diretta della paretina è valutata di 3°, noi la bypassiamo spostandoci a sinistra su esilissima cengia in grande esposizione

Superata la paretina, la cresta riprende a salire molto aerea ma dalle difficoltà contenute


Superata la paretina, la cresta riprende a salire molto aerea ma dalle difficoltà contenute

Superata la paretina, la cresta riprende a salire molto aerea ma dalle difficoltà contenute

Canale di San Viano q.1692 (L’uscita del canale di San Viano è proprio in corrispondenza della forcella che è appena sotto e che ci separa dalla Penna di Campocatino alla nostra sinistra)

Dal punto di uscita in corrispondenza del canale di San Viano, la cresta ora procede agevolmente e semi pianeggiante, le difficoltà sono modeste ma l’esposizione rimane notevole su entrambi i versanti

Dal punto di uscita in corrispondenza del canale di San Viano, la cresta ora procede agevolmente e semi pianeggiante, le difficoltà sono modeste ma l’esposizione rimane notevole su entrambi i versanti

 

Tratto finale della cresta che culmina sul monte Roccandagia

Sul terrazzino del monte Roccandagia

Discesa dal monte Roccandagia con la “via normale”

Discesa dal monte Roccandagia con la “via normale”

 

Discesa dal monte Roccandagia con la “via normale”

Discesa dal monte Roccandagia con la “via normale”

Sella Roccandagia q.1655 (Al termine della discesa il crinale roccioso diventa pianeggiante ma molto aereo ed esposto, camminiamo fino al suo termine dove alla nostra destra scende la marcata traccia di passaggio nel declivio erboso sempre contrassegnata da bolli azzurri)

 

Scendiamo sulla traccia della via normale sempre contrassegnata da bolli azzurri che, cambiando direzione, ci fa passare sotto il versante ovest del monte Roccandagia

Scendiamo sulla traccia della via normale sempre contrassegnata da bolli azzurri che, cambiando direzione, ci fa passare sotto il versante ovest del monte Roccandagia

Scendiamo sulla traccia della via normale sempre contrassegnata da bolli azzurri che, cambiando direzione, ci fa passare sotto il versante ovest del monte Roccandagia

Scendiamo sulla traccia della via normale sempre contrassegnata da bolli azzurri che, cambiando direzione, ci fa passare sotto il versante ovest del monte Roccandagia

Transitiamo sotto la cresta del Grondalpo (zoomata)

Sul CAI 177 che ci riporta verso il passo della Tombaccia

 

Sul CAI 177 che ci riporta verso il passo della Tombaccia

Cave sotto il CAI 177

Tratti attrezzati ci aiutano a risalire al passo della Tombaccia

Arrivo a Campocatino