sabato 3 febbraio 2024

Monte Alto dalle cave superiori (EE+)

La breve lunghezza e il modesto dislivello non devono fare sottovalutare la complessità di questa gita, si svolge in ambiente molto selvaggio e poco intuitivo dove è necessaria la conoscenza del territorio o l’uso del GPS (Alpi Apuane, Toscana)

DATA: 18 novembre 2023 

PARTENZA: Con l’autostrada A12 Pisa-La Spezia si esce al casello di Versilia seguendo le indicazioni per Forte dei Marmi, Querceta fino a Seravezza (7,5 km dal casello autostradale), da qui si prosegue in direzione di Stazzema con la SP.9 fino oltrepassare l’abitato di Ruosina, e al bivio con la SP.10 andiamo a sinistra arrivando al paese di Retignano, parcheggiamo di fronte la chiesa (circa 17 km dal casello autostradale di Versilia) 

 

Traccia reale del GPS sulla mappa 4LAND 200 Alpi Apuane S scala 1:25000 

ITINERARIO: Retignano q.435 (Parcheggiata l’auto sotto la chiesa siamo sul percorso Sentiero Alta Versilia - S.A.V, tralasciamo le indicazioni che ci invitano a salire dietro la chiesa e iniziamo proseguendo lungo la stradina asfaltata)  -  Deviazione q.436 (La strada transitabile si esaurisce presso un parcheggio, continuiamo pochi metri su stradina ad uso privato poi sulla sinistra prendiamo il sentiero S.A.V per il paese di Volegno entrando nel bosco, cartelli ma segni sporadici)  -  Rudere q.456 (Rudere infrascato e accanto c’è la grande presa d’acqua)  -  Maestà q.475 (Manteniamo il sentiero S.A.V in falsopiano ignorando una traccia che sale sopra la maestà)  -  Bivio q.463 (A destra all’indietro c’è il largo sentiero chiuso da cancello e privo di indicazioni che conduce alle case di Sanatoio e riporta a Retignano, andiamo dritto sulla mulattiera S.A.V in piano)  -   Marginetta q.452   -  Rudere q.441  - Cave di Montalto q.515 (Attraversiamo un ravaneto e salendo siamo alla piazzola panoramica con testimonianze delle antiche attività minerarie indicate da una tabella informativa. Da qui avrebbe inizio la cresta sud del monte Alto, il sentiero S.A.V sale pochi metri e scavalla perdendo quota dalla parte opposta, segnatura sporadica)   -  Deviazione q.550 (Il sentiero S.A.V prende quota arrivando a un piccolo ravaneto, in questo punto dobbiamo lasciarlo, molto in alto si vede la parete di roccia e si scorge la cinta muraria della piazzola della cava sospesa che dovremmo raggiungere. Saliamo a sinistra su esile traccia, possibile omino di sassi, entrando immediatamente nella macchia di arbusti a ridosso della base della parete rocciosa, ci appare l’antica cava del Gabbro, evitiamo di entrare nella strettoia a destra che ci fa terminare subito all’anfratto, a sinistra un altro tracciato termina dopo pochi metri ad un ulteriore saggio di cava, dobbiamo risalire e individuare con difficoltà nella parete di roccia una corda penzolante ad uso degli alpinisti, siamo sulla sponda sinistra della strettoia prima citata. L’integrità della corda va testata meticolosamente, è ancorata in uno spit e nella parte superiore che non possiamo vedere alla base di alberelli, ci aiuta ad arrampicare un passaggio di circa 3 metri che valuto di 3°)  -  Lizza del M. Alto q.600 (Salita la paretina con l’ausilio della corda, entriamo nella macchia boschiva seguendo una traccia di passaggio e in breve ci innestiamo nella parte bassa della lizza che sembra terminare proprio in questo punto, la risaliamo a sinistra uscendo dalla vegetazione in piena parete. La lizza è larga circa 2 metri, è ripidissima e in totale esposizione anche se per via della sua ampiezza non la si avverte, è sporca di pietrisco e arbusti secchi. Un vecchio tubo metallico ci viene in aiuto e lo utilizziamo come corrimano rassicurandoci nell’ascesa ma prestiamo attenzione, anche se sembra ben fissato arrivati nella parte alta si interrompe appoggiando la sua estremità a un arbusto)   -  Cava sospesa q.650 (Gli ultimi metri si inerpicano su terreno molto franoso con pericolo di scarica sassi a chi ci segue, quindi conquistiamo la minuscola piazzola del saggio di cava, un autentico balcone sospeso nel vuoto. Torniamo indietro con molta cautela perché ora le difficoltà nella discesa si amplificano)   -  Lizza del M. Alto q.600 (Siamo di nuovo nella parte bassa della lizza dove si esaurisce, tralasciamo la traccia a destra dalla quale siamo saliti e continuiamo andando dritto. La traccia è molto incerta, procediamo nella macchia di arbusti un po’infrascata tenendoci a pochi metri dalla base della parete rocciosa e seguendo la vecchia tubazione che ora notiamo a intermittenza sotto di noi)  -  Teleferica q.615 (Nella parte intermedia del tragitto vediamo una specie di “Boiler” dove convoglia la tubazione, transitiamo sopra lo stesso sempre nella fitta vegetazione, poi quando il tubo prende a risalire noi lo lasciamo e avanzando pochi metri infrascati ne usciamo nel terrazzo della vecchia teleferica. Ora ci appare la bella cengia dei cavatori, è larga circa 1 metro in totale esposizione, nel suo punto centrale è crollata e un cavo d’acciaio ci permette di metterci in sicurezza)  -  Cava q.620 (La cengia si interrompe alla piccola cava. Saliamo i pochi gradini scavati nella roccia e ci portiamo presso il vecchio argano dal quale riprende la cengia esposta, è delimitata dalla originaria ringhiera di metallo sulla quale non si può più fare affidamento)  -  Cava q.650 (In breve la cengia delimitata dalla ringhiera si abbassa e si esaurisce, dal punto basso prendiamo a salire penetrando nel bosco su traccia di passaggio mantenendoci poco distanti dalla parete. Ci appare l’alta muraglia di sasso che costeggiamo fino al piazzale della cava, è caratterizzata da due enormi arcate e dai binari del vagoncino minerario. Procediamo sull’antico sentierino che segue la base della parete, rinvenendo dopo pochi metri che abbiamo abbandonato la cava l’antico edificio di sasso ad uso dei cavatori)  -  Vasca q.670 (La piccola vasca addossata alla parete rocciosa è affiancata da una piccola cisterna con volta in mattoni. Avanziamo mantenendo la direzione NO su traccia molto incerta nella fitta boscaglia ma con passaggio agevole, avendo sempre come riferimento alla nostra sinistra la base della parete rocciosa poco distante, compare qualche sporadico bollo azzurro al quale non possiamo fare troppo affidamento perché spesso lo perdiamo. Dopo circa 7/8 minuti notiamo sopra di noi una colata di pietrisco che conferma l’entrata in un valloncello, quindi anche nel caso non riuscissimo seguire fedelmente la traccia segnata con bolli azzurri cominciamo a virare a sinistra in costante e ripida ascesa nel fitto bosco)   -   Crinale q.820 (La ripida salita culmina al raggiungimento del sottile crinalino boscoso, non vi sono indicazioni, a destra si direziona verso il monte Sullioni, noi lo seguiamo a sinistra con direzione SO-S. Il crinalino di sottili arbusti a tratti è un po’infrascato, quindi come riferimento ogni qual volta siamo costretti a spostarci riportiamoci sempre sul punto alto, a sprazzi si intravvedono degli scorci sul roccioso monte Alto e il suo satellite nord occidentale)  -  Sella q.852 (Tutto il comprensorio è molto selvaggio e la selletta non è intuitiva, possibile omino o segno di passaggio. A destra si cala per tornare a Retignano, a sinistra una esile traccia cala verso la Buca del Microspeleo, avanziamo su esile traccia che si sposta a destra a mezzacosta con brevi sali/scendi transitando ai piedi del promontorio roccioso senza toponimo quotato 874 metri da CTR Toscana, direzione SE)  -  Forcella q.870 (La traccia a mezzacosta risale ripidamente fino alla stretta forcellina che separa la cima rocciosa quotata 874 metri appena aggirata, dal monte Alto alla nostra destra. Ora dobbiamo affrontare dei passaggi di 1°su roccette ben scalinate in modesta esposizione mantenendo la direzione fino alla cima del monte Alto, indicazioni assenti)   -  Monte Alto q.913 (La cima è molto panoramica e c’è una piccola croce, è anche quotata 908 metri da IGM Toscana, torniamo sui nostri passi)  -  Forcella q.870  -  Sella q.852 (Ora caliamo a sinistra su traccia confusa prestando attenzione ad ogni piccolo indizio, poi tenendo la direzione SO cerchiamo d’individuare il crinalino Poggio del Castello ricoperto di arbusti che ci riporta verso Retignano, indicazioni assenti)  -  Sentiero q.771 (Ci innestiamo nella mulattiera che si sviluppa sulla destra appena sotto il filo del nostro crinalino, ci sono sporadici segni rossi, la seguiamo a sinistra)   –  Croce di Retignano q.601 (È quotata 601 m da IGM, domina sul paese di Retignano. Rimaniamo sulla mulattiera che prima della croce curva a gomito a destra e rientrando nel bosco continua scendere)  -  Bivio q.581 (La nostra mulattiera curva a gomito a sinistra, a destra inizia un sentierino abbandonato in piano che può passare inosservato)  -  Rudere q.543 (La mulattiera curva a gomito a destra, sopra il tornante c’è il rudere)  -  Maestà q.538 (Formella di ceramica con immagine sacra)  Bivio q.533 (A sinistra inizia un sentierino indicato come “Anello del Castello”, rimaniamo sulla mulattiera)  Casa q.510 (Vecchia casa ristrutturata)   -Carrozzabile q.500 (Innesto sulla carrozzabile S.A.V. Sentiero Alta Versilia, scartiamo quella a destra per Campiglia e scendiamo lo stradello cementato)  –  Pian di Scala q.488 (Crocevia e marginetta: scartiamo la carrozzabile a destra, andiamo a sinistra dove c’è un capannone, poi alla biforcazione tralasciamo al sterrata che sale a sinistra e continuiamo sul percorso S.A.V. ora su mulattiera)                  - Marginetta q.481 (La mulattiera curva in vista del paese di Retignano, in loco c’è una marginetta)  -  Retignano q.435 (La mulattiera si esaurisce raccordandosi alla carrozzabile alta di Retignano, in loco c’è una marginetta, attraversiamo e scendiamo il sentiero cementato delimitato da ringhiera di metallo che ci fa raggiungere immediatamente la chiesa e il parcheggio della nostra auto) 

NOTE:

        LUNGHEZZA: 6,7 km

        DIFFICOLTA: EE+

DISLIVELLO TOTALE: 580 m

QUOTA MASSIMA: M. Alto q.913

Sentieri

La breve lunghezza e il modesto dislivello non devono fare sottovalutare la complessità di questa gita, si svolge in ambiente molto selvaggio e poco intuitivo dove è necessaria la conoscenza del territorio o l’uso del GPS.

La traccia GPS causa scarsa ricezione potrebbe essere poco affidabile per l’immediata deviazione dal sentiero S.A.V presso la cava del Gabbro. Nella percorrenza della cengia delle cave superiori è necessaria grande attenzione perché sono in grande esposizione, l’uso di un cordino per i meno esperti non sarebbe superfluo, altresì rimane molto difficoltoso per orientamento il ritorno passando dal monte Alto sfruttando esilissime tracce. 

Rifugi-Bivacchi

Assenti 

Fonti

Fontana sotto il campanile della chiesa di San Pietro alla partenza da Retignano

Tracce GPS

 

TEMPI RILEVATI NETTI (ore):

Retignano

0,00

Lizza del M. Alto

/

Sentiero q.771

3,20

Deviazione q.436

0,04

Teleferica

1,40

Croce di Retignano

3,46

Rudere q.456

0,07

Cava q.620

1,45

Bivio q.581

/

Maestà q.475

0,09

Cava q.650

1,53

Rudere q.543

3,54

Bivio q.463

0,12

Vasca

2,00

Maestà q.538

/

Marginetta q.452  

0,16

Crinale q.820

2,30

Bivio q.533

3,57

Rudere q.441 

0,27

Sella q.852

2,35

Casa q.510

/

Cave di M. Alto

0,42

Forcella q.870

2,43

Carrozzabile q.500

4,00

Deviazione q.550

0,52

Monte Alto

2,52

Pian di Scala

4,01

Lizza del M. Alto

1,12

Forcella q.870

/

Marginetta q.481

4,06

Cava sospesa

1,15

Sella q.852

3,10

Retignano

4,12

 


Retignano q.435 (Parcheggiata l’auto sotto la chiesa siamo sul percorso Sentiero Alta Versilia - S.A.V, tralasciamo le indicazioni che ci invitano a salire dietro la chiesa e iniziamo proseguendo lungo la stradina asfaltata) 

La croce di Retignano domina sopra l’abitato

La strada transitabile si esaurisce presso un parcheggio

  Deviazione q.436 (La strada transitabile si esaurisce presso un parcheggio, continuiamo pochi metri su stradina ad uso privato poi sulla sinistra prendiamo il sentiero S.A.V per il paese di Volegno entrando nel bosco, cartelli ma segni sporadici) 

Rudere q.456: Rudere infrascato ….

…. e accanto c’è la grande presa d’acqua. 

 

Il sentiero S.A.V

  Maestà q.475 (Manteniamo il sentiero S.A.V in falsopiano ignorando una traccia che sale sopra la maestà)

Marginetta q.452  

  Rudere q.441

Il sentiero S.A.V

Il ravaneto che precede la salita alle cave di Montalto


Cave di Montalto q.515 (Attraversiamo un ravaneto e salendo siamo alla piazzola panoramica con testimonianze delle antiche attività minerarie indicate da una tabella informativa) 

Panorama verso il monte Forato dal piazzale delle Cave di Montalto

Deviazione q.550 (Il sentiero S.A.V prende quota arrivando a un piccolo ravaneto, in questo punto dobbiamo lasciarlo) 

Deviazione q.550 (Il sentiero S.A.V prende quota arrivando a un piccolo ravaneto, in questo punto dobbiamo lasciarlo) 

Presso la Deviazione q.550, molto in alto si vede la parete di roccia e si scorge la cinta muraria della piazzola della cava sospesa che dovremmo raggiungere

 

La cinta muraria della cava sospesa e la ripidissima lizza

Presso la cava del Gabbro nascosta tra la boscaglia a ridosso della bastionata, dobbiamo risalire e individuare con difficoltà nella parete di roccia una corda penzolante ad uso degli alpinisti

L’integrità della corda va testata meticolosamente, è ancorata in uno spit e nella parte superiore che non possiamo vedere alla base di alberelli, ci aiuta ad arrampicare un passaggio di circa 3 metri che valuto di 3° 

All’uscita del passaggio di 3° superato grazie alla corda situata in loco

L’integrità della corda va testata meticolosamente, è ancorata in uno spit e nella parte superiore che non possiamo vedere alla base di alberelli

Lizza del M. Alto q.600 (Salita la paretina con l’ausilio della corda, entriamo nella macchia boschiva seguendo una traccia di passaggio e in breve ci innestiamo nella parte bassa della lizza che sembra terminare proprio in questo punto, la risaliamo a sinistra uscendo dalla vegetazione in piena parete) 

 

La lizza è larga circa 2 metri, è ripidissima e in totale esposizione anche se per via della sua ampiezza non la si avverte, è sporca di pietrisco e arbusti secchi. Un vecchio tubo metallico ci viene in aiuto e lo utilizziamo come corrimano rassicurandoci nell’ascesa

La lizza è larga circa 2 metri, è ripidissima e in totale esposizione anche se per via della sua ampiezza non la si avverte, è sporca di pietrisco e arbusti secchi. Un vecchio tubo metallico ci viene in aiuto e lo utilizziamo come corrimano rassicurandoci nell’ascesa

La lizza è larga circa 2 metri, è ripidissima e in totale esposizione anche se per via della sua ampiezza non la si avverte, è sporca di pietrisco e arbusti secchi. Un vecchio tubo metallico ci viene in aiuto e lo utilizziamo come corrimano rassicurandoci nell’ascesa

Gli ultimi metri si inerpicano su terreno molto franoso con pericolo di scarica sassi a chi ci segue

 

Cava sospesa q.650 (Un autentico balcone sospeso nel vuoto)

Dalla cava sospesa possiamo notare la teleferica che dobbiamo raggiungere  

Dalla cava sospesa siamo tornati indietro, tralasciamo la traccia a destra dalla quale siamo saliti e continuiamo andando dritto. La traccia è molto incerta, procediamo nella macchia di arbusti un po’infrascata tenendoci a pochi metri dalla base della parete rocciosa e seguendo la vecchia tubazione che ora notiamo a intermittenza sotto di noi

Nella parte intermedia del tragitto vediamo una specie di “Boiler” dove convoglia la tubazione, transitiamo sopra lo stesso sempre nella fitta vegetazione

Teleferica q.615

Teleferica q.615


Dalla teleferica ci appare la bella cengia dei cavatori, è larga circa 1 metro in totale esposizione

Un tratto di cengia crollato, in loco c’è un cavo di metallo che risulta provvidenziale perché l’esposizione è totale

L’esposta cengia

Cava q.620 (La cengia si interrompe alla piccola cava. Saliamo i pochi gradini scavati nella roccia e ci portiamo presso il vecchio argano dal quale riprende la cengia esposta) 

Cava q.620 (La cengia si interrompe alla piccola cava)

 

 

Dalla Cava q.620 saliamo al vecchio argano dal quale riprende la cengia esposta, è delimitata dalla originaria ringhiera di metallo sulla quale non si può più fare affidamento

La cengia comincia ad abbassarsi

La cengia comincia ad abbassarsi

In breve la cengia delimitata dalla ringhiera si abbassa e si esaurisce, dal punto basso prendiamo a salire penetrando nel bosco su traccia di passaggio mantenendoci poco distanti dalla parete

Ci appare l’alta muraglia di sasso che costeggiamo fino al piazzale della cava

Alla Cava q.650

 

Alla Cava q.650 rimangono i binari del vagoncino minerario

Cava q.650

Cava q.650

I binari del vagoncino

Cava q.650 (È caratterizzata da due enormi arcate) 

 

Dalla Cava q.650 procediamo sull’antico sentierino che segue la base della parete, rinvenendo dopo pochi metri l’antico edificio di sasso ad uso dei cavatori. 

Avanziamo mantenendo la direzione NO su traccia molto incerta nella fitta boscaglia ma con passaggio agevole, avendo sempre come riferimento alla nostra sinistra la base della parete rocciosa poco distante

Vasca q.670 (La piccola vasca addossata alla parete rocciosa è affiancata da una piccola cisterna con volta in mattoni)

Vasca q.670 (La piccola vasca addossata alla parete rocciosa è affiancata da una piccola cisterna con volta in mattoni)

 Dopo circa 7/8 minuti cominciamo a virare a sinistra in costante e ripida ascesa nel fitto bosco 

Compare qualche sporadico bollo azzurro al quale non possiamo fare troppo affidamento perché spesso lo perdiamo


Crinale q.820 (La ripida salita culmina al raggiungimento del sottile crinalino boscoso, non vi sono indicazioni, a destra si direziona verso il monte Sullioni, noi lo seguiamo a sinistra con direzione SO-S) 

A sprazzi si intravvedono degli scorci sul roccioso monte Alto e il suo satellite nord occidentale 

Sella q.852 (Tutto il comprensorio è molto selvaggio e la selletta non è intuitiva)

Avanziamo su esile traccia che si sposta a destra a mezzacosta con brevi sali/scendi transitando ai piedi del promontorio roccioso senza toponimo quotato 874 metri da CTR Toscana

Forcella q.870 (La traccia a mezzacosta risale ripidamente fino alla stretta forcellina che separa la cima rocciosa quotata 874 metri appena aggirata, dal monte Alto alla nostra destra)

Ora dobbiamo affrontare dei passaggi di 1°su roccette ben scalinate in modesta esposizione mantenendo la direzione fino alla cima del monte Alto, indicazioni assenti


Affrontiamo dei passaggi di 1°su roccette ben scalinate in modesta esposizione mantenendo la direzione fino alla cima del monte Alto, indicazioni assenti

Affrontiamo dei passaggi di 1°su roccette ben scalinate in modesta esposizione mantenendo la direzione fino alla cima del monte Alto, indicazioni assenti

Panorama dal monte Alto

Panorama dal monte Alto

Il selvaggio crinalino Poggio del Castello

Il selvaggio crinalino Poggio del Castello

 

Tratti di mulattiera precedono l’arrivo alla croce di Retignano

Tratti di mulattiera precedono l’arrivo alla croce di Retignano

Croce di Retignano

La croce di Retignano domina sull’abitato

Rimaniamo sulla mulattiera che prima della croce curva a gomito a destra e rientrando nel bosco continua scendere

Rudere q.543 (La mulattiera curva a gomito a destra, sopra il tornante c’è il rudere) 


  Maestà q.538 (Formella di ceramica con immagine sacra) 

Bivio q.533 (A sinistra inizia un sentierino indicato come “Anello del Castello”, rimaniamo sulla mulattiera)

  Casa q.510 (Vecchia casa ristrutturata) 

Pian di Scala

 

Marginetta presso il crocevia di Pian di Scala

Marginetta q.481 (La mulattiera curva in vista del paese di Retignano, in loco c’è una marginetta) 

La mulattiera si esaurisce raccordandosi alla carrozzabile alta di Retignano, in loco c’è una marginetta, attraversiamo e …

… scendiamo il sentiero cementato delimitato da ringhiera di metallo che ci fa raggiungere immediatamente la chiesa e il parcheggio della nostra auto.