Il monte Penna è salito unicamente col sentiero CAI 225 facendo un’andata ritorno, quindi con questo giro mi propongo di esplorare il suo versante sud occidentale con l’idea di trovare una soluzione di ritorno. Altresì non mi risulta che nessuno abbia mai fatto una traversata integrale del Poggio Cornacchia, cima anonima e priva d’interesse ma proprio per questo motivo stimolante per la mia idea di montagna. Itinerario selvaggio /esplorativo di grande difficoltà rispetto i facili standard delle Foreste Casentinesi, riferito a escursionisti esperti, conoscitori della zona e con capacità alpinistiche per risolvere eventuali problematiche che si possono avere nel crinale NE del Poggio Cornacchia (Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, appennino tosco-romagnolo)
DATA: 3 novembre 2024
PARTENZA: Con la
superstrada E.45 Cesena-Perugia usciamo a Bagno di Romagna, attraversiamo il
paese e prendiamo dopo circa 2 km la SS.71 che valica il passo dei Mandrioli e
scende a Badia Prataglia (In provincia di Arezzo, Toscana. A 20 km da quando
abbiamo lasciato la E 45). Dal centro del paese presso la piazzetta XIII
Aprile, risaliamo la stradina a destra con indicazioni per l’eremo di Camaldoli
esattamente per 4,3 km superando le Tre Cascate e il ristorante Il Capanno fino
arrivare in località Aia di Guerrino dove troviamo sul bordo destro i cartelli
CAI e il sentiero (Dopo il ristorante Il Capanno, il proseguo della stradina
continua all’interno del bosco e diventa carrozzabile, nel periodo invernale in
presenza di neve non è accessibile)
ITINERARIO: Aia di Guerrino q.1223 (Dalla carrozzabile saliamo a destra il sentiero CAI 225/CAI 00 indicato dai cartelli) - Bivio q.1240 (Biforcazione e cartelli: a destra in salita prosegue il CAI 00 per il passo della Crocina, noi andiamo dritto sul CAI 225 a mezzacosta verso il monte Penna) - Bivio q.1288 (Il sentiero si divide, a sinistra non è segnato, rimaniamo sul CAI 225 a destra in ripida salita) - Monte Penna q.1331 (Il sentiero CAI 225 termina sulla cima priva di indicazioni, ottimo punto panoramico verso la diga di Ridracoli. Torniamo indietro pochi metri, poi lasciamo il CAI 225 e prendiamo a destra una marcata traccia di passaggio non segnata che costeggia il precipizio boscoso, direzione ovest) - Deviazione q.1272 (La marcata traccia continua perdere quota nel fitto bosco, poi curvando a sinistra è destinata a ricollegarsi sul CAI 225. In questo punto la lasciamo, vediamo una T rovesciata incisa nel tronco, quindi cominciamo scendere fuori sentiero a destra nel ripido pendio boscoso ma con passaggio agevole costeggiando l’area interdetta ma non recintata della “Conservazione Integrale del Parco delle Foreste Casentinesi”, di fatto seguiamo i cartelli affissi con direzione SO) - Quota 1216 (Seguendo i cartelli con direzione SO, arriviamo nel punto quotato 1216 metri dalla mappa IGM Toscana, il proseguo ad oltranza non è possibile perché c’è un cospicuo balzo. Evitiamo di andare a destra, poco logico ed inoltre si entrerebbe nella zona interdetta, viriamo quindi a sinistra costeggiando con direzione sud il bordo del balzo per trovare un punto debole dal quale scendere, in breve notiamo sotto di noi dei grandi macigni rocciosi isolati che risaltano nel fitto bosco, quindi trovato un punto dal quale calare continuiamo a perdere quota mantenendo quest’ultima direzione, udiamo in lontananza il rumore del corso d’acqua che ci guida) - Fosso dei Fangacci q.1060 (Continuando scendere con direzione sud, intercettiamo d’obbligo il fosso dei Fangacci, nell’imminente arrivo il terreno è particolarmente ripido. Appena guadato siamo sul CAI 227 e lo prendiamo a destra in discesa verso La Lama, poco sotto vediamo il ponticello di legno sul corso d’acqua) - Ponte q. 1050 (Ponticello di legno sul fosso dei Fangacci, il sentiero CAI 227 si sposta sul bordo destro) - Punto panoramico q.902 - Cascata degli Scalandrini q.810 (Scendiamo un bel tratto scalinato delimitato dalla parete rocciosa attrezzata con cavo corrimano, insistendo per pochi metri lasciando e il sentiero ufficiale possiamo vedere la cascata) - Bivio q.780 (Al termine della discesa ci innestiamo sulla pista forestale CAI 229 che si sviluppa parallela al fosso della Lama, la seguiamo a destra in falsopiano) - La Lama q.694 (Giunti presso la fonte di Francesco scartiamo sulla destra l’inizio del sentiero CAI 223 per il passo della Bertesca, avanziamo e nella radura sulla destra ci compare il grande rifugio della Lama, poco sopra altri vecchi edifici che comunque non dobbiamo raggiungere. La forestale si divide e in entrambe le soluzioni comincia salire: tralasciamo di continuare dritto verso la casa di Siepe dell’Orso e Casanova dell’Alpe, andiamo a sinistra oltrepassando il fosso della Lama) - Deviazione q.699 (Il punto è quotato 699 metri da IGM Emilia Romagna o 702 metri dalla mappa IGA delle Foreste Casentinesi. Quando la forestale compie un netto tornante a sinistra la dobbiamo lasciare, in loco c’è una tabella, in teoria dovremmo inerpicare a sinistra iniziando di fatto il lungo crinale nord orientale del Poggio Cornacchia, appare evidente che questa soluzione è proibitiva, quindi torniamo indietro 15/20 metri per individuare un tratto più accessibile. Individuato il punto cominciamo inerpicare molto faticosamente facendo presa sugli arbusti, anche questa soluzione comunque è molto delicata e potenzialmente pericolosa, poi conquistato il filo del crinale boschivo circa 20/30 metri sopra di noi cessano momentaneamente le difficoltà, avanziamo in costante ascesa seguendo i cartelli del confine della riserva naturale integrale di Sasso Fratino) - Quota 832 (Punto anonimo quotato 832 metri da IGM Emilia Romagna) - Quota 927 (Punto anonimo quotato 927 metri da IGM Emilia Romagna) - 1°Balzo roccioso q.967 (Quota da GPS. Fino a questo momento percorrendo il crinale non abbiamo avuto difficoltà, ora s’interpone un balzo roccioso alto pochi metri, alla sua sinistra è caratterizzato da una vistosa linea di lastre spioventi che degradano, bypassiamo a destra su buona traccia di animali per poi riportarci successivamente sul crinale) - Quota 1041 (Punto anonimo quotato 1041 metri da IGM Emilia Romagna) - 2° Balzo roccioso q.1110 (Anche questo secondo balzo interrompe il proseguo sul crinale boschivo, è alto 4/5 metri ma sbalza leggermente in fuori e la parte soprastante è coperta da muschio, un’arrampicata diretta la valuto sul 2°/2°+. Aggiriamo a sinistra per pochi metri poi inerpichiamo alla bene e meglio per riguadagnare la parte alta, anche questa soluzione rimane comunque molto delicata da affrontare con attenzione) - 3° Balzo roccioso q.1180 (Giungiamo sotto una serie di enormi e verticali stratificazioni rocciose, con molta attenzione riusciamo risalire il ripido pendio erboso che l’umidità del terreno ha reso molto infido, poi arrivati alla base delle pareti cominciamo a contornarle a sinistra su esilissimo appoggio per i piedi fino individuare un canalino che appare l’unica soluzione da intraprendere. Arrampichiamo il verticale canalino terroso racchiuso dalle pareti, le radici diventano fondamentali per far presa alle mani, anche questa soluzione valutata al momento è potenzialmente pericolosa) - Poggio Cornacchia q.1236 (Conquistiamo l’anonima vetta salendo senza percorso obbligato il ripidissimo pendio coperto da rada boscaglia, l’umidità del terreno ha reso tutto più difficile. Ora cominciamo calare sulla selvaggia dorsale boschiva occidentale senza alcun punto di riferimento, procediamo a vista e aiutati dal GPS, nella parte iniziale siamo sempre sul confine della riserva naturale integrale di Sasso Fratino, poi mantenendo rigorosamente la direzione ovest ce ne allontaniamo) - Acuti q.1169 (Località Acuti. Ci innestiamo sulla curva a gomito della pista forestale CAI 229, bivio con cartelli: a sinistra il CAI 229 ridiscende verso alla Lama, noi la seguiamo in ripida salita, proprio sul tornante ha inizio una forestale in falsopiano non segnata che tralasciamo) - Ponte q.1198 (Quota da IGM Emilia Romagna, ponte sulla pista forestale) - Gioghetto q.1239 (Innesto sul crinale CAI 00 e crocevia di forestali: a destra il crinale si direziona verso Poggio Scali e il passo della Calla, dalla parte opposta scende il CAI 70 per l’eremo di Camaldoli, seguiamo il CAI 00 a sinistra verso Prato alla Penna) - Prato alla Penna q.1248 (Innesto sulla carrozzabile e crocevia con cartelli: a destra in discesa inizia il sentiero CAI 74 per l’eremo di Camaldoli, dalla parte opposta della strada continua il CAI 00 su sentiero, noi seguiamo a sinistra la comoda carrozzabile) - Fonte q.1256 (Sul bordo destro della carrozzabile) - Passo Fangacci q.1228 (In loco c’è il rifugio incustodito dei Fangacci e il crocevia di sentieri: a sinistra scende il sentiero CAI 227 per La Lama, dalla piazzola sulla destra c’è il CAI 00, continuiamo sulla carrozzabile) - Aia di Guerrino q.1223
NOTE: |
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LUNGHEZZA: 13,3 km DIFFICOLTA: EE/F- |
DISLIVELLO TOTALE: 850 m QUOTA MASSIMA: M. Penna
q.1331 |
Sentieri Il monte Penna è salito unicamente col sentiero CAI 225 facendo
un’andata ritorno, quindi con questo giro mi propongo di esplorare il suo
versante sud occidentale con l’idea di trovare una soluzione di ritorno.
Altresì non mi risulta che nessuno abbia mai fatto una traversata integrale
del Poggio Cornacchia, cima anonima e priva d’interesse ma proprio per
questo motivo stimolante per la mia idea di montagna. Itinerario selvaggio
/esplorativo di grande difficoltà rispetto i facili standard delle Foreste Casentinesi,
riferito a escursionisti esperti, conoscitori della zona e con capacità
alpinistiche per risolvere eventuali problematiche che si possono avere
nel crinale NE del Poggio Cornacchia. Versante SO del monte Penna: La discesa del monte Penna la facciamo seguendo una iniziale traccia di passaggio non segnalata, poi a vista e senza alcuna indicazione nel ripido pendio boschivo del suo versante SO. Tecnicamente non troviamo grosse difficoltà, il passaggio tra gli alberi è sempre molto agevole ma non ci consentono alcun punto di riferimento (Indispensabile l’uso della bussola o del GPS) Crinale NE del Poggio Cornacchia: Il
crinale ha inizio dalla forestale sul tornante quotato 699 metri da IGM
Emilia Romagna e raggiunge direttamente la vetta del Poggio Cornacchia senza
alcuna possibilità di errori. Si sviluppa in costante ascesa nel bosco che
generalmente è ben camminabile, siamo sul confine della riserva naturale
integrale di Sasso Fratino indicata da pochi cartelli iniziali. Alcuni punti
risultano molto infidi e potenzialmente pericolosi per poter essere superati,
soprattutto con terreno bagnato o umido come nel nostro caso (…da evitare
assolutamente!!): 1) L’attacco del crinale già dal tornante quotato
699 metri della forestale è proibitivo per ripidezza, noi siamo tornati
indietro 15/20 metri individuando un punto più “accessibile” ma che
nonostante tutto si è dimostrato instabile e infido, inerpichiamo per circa
20/30 metri facendo presa sugli arbusti, poi guadagnato il filo del crinale
cessano le prime difficoltà. 2) 1°Balzo roccioso q.967: Lo si bypassa facilmente
a destra su traccia di animali 3) 2° Balzo roccioso q.1110. Anche questo secondo
balzo interrompe il proseguo sul crinale boschivo, è alto 4/5 metri ma sbalza
leggermente in fuori e la parte soprastante è coperta da muschio,
un’arrampicata diretta la valuto sul 2°/2°+. Aggiriamo a sinistra per pochi
metri poi inerpichiamo alla bene e meglio per riguadagnare la parte alta,
anche questa soluzione rimane comunque molto delicata da affrontare con
attenzione. 4) 3° Balzo roccioso q.1180. Giungiamo sotto una serie di enormi e verticali bastionate rocciose, arrampicarle direttamente non è possibile. Dopo una lunga valutazione decidiamo di arrampicare un sottile e verticale canalino terroso che abbiamo individuato e fa breccia nella parete rocciosa, quindi ci portiamo alla base delle bastionate rocciose trovando difficoltà a causa della ripidezza e scivolosità del pendio erboso bagnato, il sottile canalino si dimostra difficile per verticalità, terreno terroso friabile e scarsi appigli per le mani, le poche radici si dimostrano provvidenziali (Non sarebbe superfluo l’uso di due picozze e uno spezzone di corda per fare sicura al secondo!!) |
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Rifugi-Bivacchi I rifugi forestali della Lama e dei Fangacci sono generalmente chiusi. |
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Fonti Fonte di San Francesco alla Lama (sul bivio del CAI
223/CAI 229) Fonte al rifugio
Fangacci: è situata sotto il bordo della
carrozzabile all’ingresso del CAI 227 |
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TEMPI RILEVATI NETTI (ore): |
|||
Aia
di Guerrino |
0,00 |
Quota 927 |
/ |
Bivio q.1240 |
0,02 |
1° Balzo roccioso |
3,03 |
Bivio q.1288 |
0,15 |
Quota 1041 |
/ |
Monte Penna |
0,21 |
2° Balzo roccioso |
/ |
Deviazione q.1272 |
0,26 |
3°
Balzo roccioso |
/ |
Quota 1216 |
0,36 |
Poggio Cornacchia |
4,40 |
Fosso dei Fangacci |
1,10 |
Acuti |
5,02 |
Ponte q.1050 |
1,02 |
Ponte q.1198 |
5,09 |
Cascata degli Scalandrini |
1,36 |
Gioghetto |
5,30 |
Bivio q.780 |
1,42 |
Prato alla Penna |
5,42 |
La Lama |
1,58 |
Fonte |
5,44 |
Deviazione q.699 |
2,12 |
Passo Fangacci |
6,06 |
Quota
832 |
/ |
Aia
di Guerrino |
6,10 |
Aia di Guerrino q.1223 (Dalla carrozzabile saliamo a destra il sentiero CAI 225/CAI 00 indicato dai cartelli) |
Bivio q.1240 (Biforcazione e cartelli: a destra in salita prosegue il CAI 00 per il passo della Crocina, noi andiamo dritto sul CAI 225 a mezzacosta verso il monte Penna) |
Sul CAI 225 |
Bivio q.1288 (Il sentiero si divide, a sinistra non è segnato, rimaniamo sul CAI 225 a destra in ripida salita) |
Monte Penna q.1331 (Il sentiero CAI 225 termina sulla cima priva di indicazioni) |
Monte Penna q.1331 (Il sentiero CAI 225 termina sulla cima priva di indicazioni) |
Dalla vetta del monte Penna torniamo indietro pochi metri, poi lasciamo il CAI 225 e prendiamo a destra una marcata traccia di passaggio non segnata che costeggia il precipizio boscoso |
Dalla vetta del monte Penna torniamo indietro pochi metri, poi lasciamo il CAI 225 e prendiamo a destra una marcata traccia di passaggio non segnata che costeggia il precipizio boscoso |
Deviazione q.1272 (La marcata traccia continua perdere quota nel fitto bosco, poi curvando a sinistra è destinata a ricollegarsi sul CAI 225. In questo punto la lasciamo, vediamo una T rovesciata incisa nel tronco, quindi cominciamo scendere fuori sentiero a destra nel ripido pendio boscoso ma con passaggio agevole costeggiando l’area interdetta ma non recintata della “Conservazione Integrale del Parco delle Foreste Casentinesi”) |
Seguiamo i cartelli affissi con direzione SO |
Scendiamo fuori sentiero nel ripido pendio boscoso ma con passaggio agevole |
Scendiamo fuori sentiero nel ripido pendio boscoso ma con passaggio agevole |
Dalla Quota 1216 viriamo a sinistra costeggiando con direzione sud il bordo del balzo per trovare un punto debole dal quale scendere, in breve notiamo sotto di noi dei grandi macigni rocciosi isolati che risaltano nel fitto bosco |
Trovato un punto dal quale calare continuiamo a perdere quota mantenendo quest’ultima direzione, sud. |
Perdiamo quota con direzione sud, in lontananza sentiamo l’acqua del fosso dei Fangacci che ci guida |
Perdiamo quota con direzione sud, in lontananza sentiamo l’acqua del fosso dei Fangacci che ci guida |
Fosso dei Fangacci q.1060 (Continuando scendere con direzione sud, intercettiamo d’obbligo il fosso dei Fangacci, nell’imminente arrivo il terreno è particolarmente ripido. Appena guadato siamo sul CAI 227 e lo prendiamo a destra in discesa verso La Lama) |
Ponte q. 1050 (Ponticello di legno sul fosso dei Fangacci, il sentiero CAI 227 si sposta sul bordo destro) |
Fosso dei Fangacci |
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Sul sentiero CAI 227 |
Sul sentiero CAI 227 |
Scendiamo un bel tratto scalinato delimitato dalla parete rocciosa attrezzata con cavo corrimano |
Scendiamo un bel tratto scalinato delimitato dalla parete rocciosa attrezzata con cavo corrimano |
Cascata degli Scalandrini |
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Bivio q.780 (Al termine della discesa ci innestiamo sulla pista forestale CAI 229 che si sviluppa parallela al fosso della Lama, la seguiamo a destra in falsopiano) |
La pista forestale CAI 229 si sviluppa parallela al fosso della Lama |
La fonte di Francesco che precede la casa forestale della Lama |
Giunti presso la fonte di Francesco scartiamo sulla destra l’inizio del sentiero CAI 223 per il passo della Bertesca …. |
… avanziamo e nella radura sulla destra ci compare il grande rifugio della Lama. |
La Lama |
Presso la casa forestale della Lama la forestale si divide e in entrambe le soluzioni comincia salire: tralasciamo di continuare dritto verso la casa di Siepe dell’Orso e Casanova dell’Alpe, andiamo a sinistra oltrepassando il fosso della Lama. |
Deviazione q.699 (Il punto è quotato 699 metri da IGM Emilia Romagna o 702 metri dalla mappa IGA delle Foreste Casentinesi. Quando la forestale compie un netto tornante a sinistra la dobbiamo lasciare, in loco c’è una tabella, in teoria dovremmo inerpicare a sinistra iniziando di fatto il lungo crinale nord orientale del Poggio Cornacchia, appare evidente che questa soluzione è proibitiva) |
Torniamo indietro 15/20 metri per individuare un tratto più accessibile. Individuato il punto cominciamo inerpicare molto faticosamente facendo presa sugli arbusti, anche questa soluzione comunque è molto delicata e potenzialmente pericolosa |
Torniamo indietro 15/20 metri per individuare un tratto più accessibile. Individuato il punto cominciamo inerpicare molto faticosamente facendo presa sugli arbusti, anche questa soluzione comunque è molto delicata e potenzialmente pericolosa |
Conquistato il filo del crinale boschivo cessano momentaneamente le difficoltà |
Avanziamo in costante ascesa seguendo i cartelli del confine della riserva naturale integrale di Sasso Fratino |
Sul crinale NE del Poggio Cornacchia |
Sul crinale NE del Poggio Cornacchia |
1°Balzo roccioso q.967 (Quota da GPS. Fino a questo momento percorrendo il crinale non abbiamo avuto difficoltà, ora s’interpone un balzo roccioso alto pochi metri) |
Sul crinale NE del Poggio Cornacchia |
Siamo sotto al 3° Balzo roccioso q.1180, una serie di enormi e verticali stratificazioni rocciose (la foto minimizza l’imponenza del balzo) |
3° Balzo roccioso q.1180 (Con molta attenzione riusciamo risalire il ripido pendio erboso che l’umidità del terreno ha reso molto infido, poi arrivati alla base delle pareti cominciamo a contornarle a sinistra su esilissimo appoggio per i piedi) |
3° Balzo roccioso q.1180 (Arrampichiamo il verticale canalino terroso racchiuso dalle pareti, le radici diventano fondamentali per far presa alle mani, anche questa soluzione valutata al momento è potenzialmente pericolosa) |
3° Balzo roccioso q.1180 (Arrampichiamo il verticale canalino terroso racchiuso dalle pareti, le radici diventano fondamentali per far presa alle mani, anche questa soluzione valutata al momento è potenzialmente pericolosa. Anche in questo caso l’immagine non fa comprendere appieno la verticalità del canalino) |
Ultimi aggiramenti sotto la vetta per cercare un punto ottimale da salire |
Sull’anonima cima del Poggio Cornacchia |
Dal Poggio Cornacchia cominciamo calare sulla selvaggia dorsale boschiva occidentale senza alcun punto di riferimento |
Mentre scendiamo notiamo sotto di noi alla nostra sinistra un costone roccioso che affiora nel bosco |
Acuti q.1169 (Località Acuti. Ci innestiamo sulla curva a gomito della pista forestale CAI 229) |
Ponte q.1198 |
Sulla pista forestale CAI 229 |
Gioghetto q.1239 (Innesto sul crinale CAI 00 e crocevia di forestali: a destra il crinale si direziona verso Poggio Scali e il passo della Calla, dalla parte opposta scende il CAI 70 per l’eremo di Camaldoli, seguiamo il CAI 00 a sinistra verso Prato alla Penna) |
Sul CAI 00 verso Prato alla Penna |
Arrivo a Prato alla Penna |
Sulla carrozzabile che dal Prato alla Penna ci conduce al passo Fangacci |
Passo Fangacci q.1228 (In loco c’è il rifugio incustodito dei Fangacci) |