Salita al monte Zampa percorrendo la selvaggia Cengia del Cinghiale (Parco nazionale dei monti Sibillini)
DATA: 7 luglio 2024
PARTENZA: Con l’autostrada A14 usciamo a Civitanova Marche e prendiamo la superstrada fino a Macerata ovest (circa 26 km), da qui si prosegue con la SP.78 arrivando a Sarnano, poi seguendo le indicazioni per Ascoli Piceno oltrepassiamo Amandola fino al paese di Montefortino (provincia di Fermo, Marche, circa 74 km dal casello autostradale). Ora i buoni cartelli ci guidano per la gola dell’Infernaccio fino al termine presso il parcheggio in località Valleria (4,5 km da Montefortino di cui 3 km sono di carrozzabile).
Per la carta escursionistica scala 1:25000 Foglio 4 – Monti Sibillini, si ringrazia Monti Editore https://www.iga-cartografia.it/ Via Uberti, 9 – 47521 Cesena (FC) info@iga-cartografia.it - tel. 328-2279646
ITINERARIO: Partenza q.905 (Al termine della carrozzabile presso il parcheggio in località Valleria, si oltrepassa la sbarra di ferro e s’inizia camminare per stradello ghiaioso in leggera discesa che è CAI 221 ex CAI 10 verso la frequentata gola dell’Infernaccio) - Deviazione q.880 (Qualsiasi indicazione è assente: lasciamo la pista che continua calare in direzione della gola dell’Infernaccio, sulla sinistra c’è un muretto di contenimento con sassi ingabbiati nella rete, gli saliamo sopra e inerpichiamo tenendoci spostati a sinistra della colata di pietre) - Parete rocciosa q.935 (Arriviamo alla base di una lunga e verticale parete rocciosa. Andiamo a sinistra iniziando una interminabile e faticosa ascesa su terreno instabile di terra e pietrisco nel sottobosco, il nostro obbiettivo rimane sempre quello di costeggiare la base della parete rocciosa, l’ambiente è selvaggio e privo di qualsiasi indizio ma non possiamo sbagliare, ogni tanto è possibile percepire una traccia di passaggio, direzione SE) - Vallone q.1040 (Costeggiando insistentemente la base della parete rocciosa usciamo gradualmente dal bosco, gli spazi si aprono e l’esile traccia scompare. Continuiamo sempre in ripidissima salita a ridosso della bastionata, poi entrando in un vasto vallone erboso notiamo in lontananza e sopra di noi che lo sviluppo della lunga parete rocciosa che stiamo seguendo compie un netto cambio di direzione a 90°, poco oltre c’è l’appariscente terrazzo con tetto spiovente dal quale ha inizio la Cengia del Cinghiale. L’ascesa diventa sempre più ripida e faticosa, per comodità ci allontaniamo di circa 20 metri dalla base della parete rocciosa portandoci su una costola erbosa parallela al centro del vallone che ci appare più agevole) - Cengia del Cinghiale q.1235 (Un caratteristico ”passo del gatto” ci fa entrare nella cengia che in questo punto è caratterizzata da un grande “tetto spiovente”, si sviluppa in piano e man mano che avanziamo si amplia e allo stesso tempo diventa molto esposta) - Cengia del Cinghiale q.1230 (Superiamo i resti di un ardito stazzo sulla cengia che in questo tratto è molto esposta, allo stato attuale c’è un cancello di legno, poi continuando in breve il cengione si esaurisce. Tralasciamo di seguire la base della parete rocciosa che ora si alza a destra, davanti a noi invece inizia una marcata traccia che cala entrando immediatamente nella piccola macchia boschiva, l’enorme esposizione che non si percepisce ma si intuisce, è celata dalla presenza degli alberi e dalla distanza di svariati metri dalla nostra traccia dal baratro) - Crinale q.1245 (Ben presto usciamo dalla macchia boschiva, la buona traccia a mezzacosta sempre a debita distanza dal baratro ci fa raggiungere l’inizio di un sottile crinalino, attenzione che questo punto è esposto. Nel fondovalle vediamo il parcheggio in località Valleria dal quale siamo partiti, ora la traccia attraversa il crinalino, punto delicato ed esposto, per continuare a mezzacosta nel versante opposto consentendoci eventualmente di concludere la gita. Volutamente prolunghiamo con l’obiettivo di conquistare la vetta del monte Zampa, quindi ci portiamo sul crinalino erboso e lo risaliamo ovviamente a destra senza alcuna difficoltà, direzione sud, in pochi minuti alla comparsa dei primi radi alberi si esaurisce. Avanziamo a vista e in ripida salita nel vasto declivio erboso caratterizzato da terrazzamenti e cosparso di radi alberelli, durante l’ascesa modifichiamo la traiettoria da sud a sud/ovest con l’intenzione ad ogni passo di virare a destra in direzione del bordo del precipizio sotto il quale si sviluppa la cengia del Cinghiale) - Cresta q.1353 (Salendo molto faticosamente il declivio erboso cosparso di alberelli e virando ad ogni passo a destra in direzione del versante della gola dell’Infernaccio, conquistiamo la cresta presso il punto quotato 1353 metri dalla mappa IGM Marche. Sotto di noi c’è il precipizio verticale della parete rocciosa sotto la quale transita la Cengia del Cinghiale, avanziamo in salita sulla cresta con attenzione ma senza difficoltà avendo come riferimento l’imponente e appariscente cima rocciosa che vediamo in lontananza, è senza toponimo ma quotata 1516 metri da IGM Marche, direzione S/SO) - Cima q.1516 (Tenendoci distanti dal precipizio, la salita nel declivio erboso diventa ripidissima, quindi riusciamo a conquistare la cima senza toponimo quotata 1516 metri dalla mappa IGM Marche, in loco non vi è alcuna indicazione. Appare evidente il nostro proseguo che ora si sviluppa su ampio crinale erboso con direzione S verso la prima serie di rilievi che precedono il monte Zampa, la salita pur rimanendo faticosa si attenua) - Monte Zampa q.1791 (Durante la salita dell’ampio crinale incontriamo sul finire qualche paletto di metallo, possiamo notare nel versante in basso alla nostra sinistra delle barriere paravalanghe. Arrivati in vetta non troviamo alcuna indicazione, per la prima volta ci appare sotto di noi il rifugio Sibilla che dobbiamo raggiungere, continuiamo sul crinale che cala) - CAI 155 q.1785 (Innesto sul CAI 155, nessuna indicazione: appena calati nella sella sottostante la vetta lasciamo il crinale che continua in direzione della Sibilla, scendiamo a sinistra nel solco vallivo poco definito e in breve appare il sentiero per il rifugio della Sibilla) - Carrozzabile q.1567 (Ci innestiamo sul tornante della carrozzabile e la seguiamo a sinistra, in loco c’è un cenotafio) - Deviazione q.1358 (Lasciamo la carrozzabile appena intrapresa che comunque porta al rifugio, scendiamo a sinistra su traccia trasversale di passaggio che taglia) - Rifugio Sibilla q.1540 (Davanti al rifugio scendiamo su traccia di passaggio tra gli alberi che passando presso una torretta dell’Enel taglia e ci deposita sulla carrozzabile, quindi la seguiamo a sinistra perdendo quota) - Deviazione q.1505 (Percorso il primo tornante della carrozzabile ci compaiono i pali della luce che l’attraversano, andiamo avanti pochi metri e la lasciamo, scendiamo a sinistra all’indietro su traccia poco visibile nel manto erboso puntando ai pali appena superati, insistiamo a scendere lungo la linea elettrica e immediatamente si manifesta il marcato sentierino ghiaioso che si sviluppa a mezzacosta con direzione NE) - Presa d’acqua q.1455 (La piccola presa d’acqua è un po' nascosta: tralasciamo quella che sembra essere una traccia che scende a destra, andiamo avanti mantenendo la direzione a mezzacosta allontanandoci di fatto dalla linea elettrica, in questo frangente il sentierino di pietrisco lascia posto al manto erboso per riapparire definitivamente poco dopo) - Bivio q.1405 (Il sentierino di pietrisco è ben evidente e ora si biforca, scartiamo quello a sinistra che sale e stiamo su quello a destra che scende, compaiono omini di sasso e segni rossi che ci guidano) - Fonte abbeveratoio q.1320 (Rudere di una fonte abbeveratoio) - Incrocio q.1190 (Innesto sulla sterrata senza indicazioni: scartiamo quella a sinistra che sale al casale Piane Lanne e andiamo a destra, poi immediatamente tralasciamo quella che si sviluppa dritto a mezzacosta e curvando a sinistra continuiamo a scendere su quella principale) - Fonte Piane Lanne q.1150 (Fonte abbeveratoio) - Il Poggio q.1130 (Località Il Poggio, quota da GPS. Arrivati a uno slargo la sterrata si divide: tralasciamo quella principale che curva a gomito a destra e scende al paese di Isola San Biagio, prendiamo quella a sinistra che si sviluppa in falsopiano, indicazioni assenti) - Bivio q.1156 (Biforcazione della sterrata, segnalazioni assenti: scartiamo la sterrata secondaria dritto a sinistra che sale e teniamoci dritto a destra che comincia scendere ininterrottamente) - Incrocio q.1078 (Al termine della discesa ci innestiamo sul pianeggiante Sentiero Natura n°5, qualche segno CAI, sulla destra in salita c’è uno sterrato che probabilmente termina. Prendiamo il Sentiero Natura n°5 a sinistra all’indietro che durante il tragitto presenta alcune zone poco definite causa il manto erboso) - Incrocio q.1000 (Arriviamo presso un’area recintata, sulla sterrata c’è anche un cartello con divieto d’accesso ai mezzi motorizzati non autorizzati. Scartiamo la sterrata a sinistra che sale e il tratturo che scende a destra lungo la recinzione, andiamo avanti sulla sterrata principale) - Deviazione q.995 (Dopo pochi metri dal crocevia precedente lasciamo la sterrata “Sentiero Natura n°5”che comincia scendere verso il paese di Rubbiano, saliamo a sinistra su sterrato che abbandoniamo subito per andare percorrere a destra un vasto pianoro erboso privo di ogni traccia di passaggio, non vi è alcuna indicazione, direzione NO) - Sentiero q.1000 (Avanziamo nella radura costeggiando la boscaglia del margine sinistro, quindi giunti al termine del pianoro erboso dobbiamo individuare l’ingresso del sentiero che è probabilmente celato dalla vegetazione. Aperto un varco ci compare immediatamente l’ampio sentiero all’interno del bosco che successivamente si riduce a traccia pur mantenendosi sempre in piano, segni assenti) - Forestale q.950 (L’esile sentierino si innesta in una pista forestale sempre all’interno del fitto bosco, tralasciamo quella meno definita che sale a andiamo avanti mantenendo la direzione su quella pianeggiante) - Arrivo q.905
NOTE: |
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LUNGHEZZA: 10,7 km DIFFICOLTA: EE |
DISLIVELLO TOTALE: 960 m QUOTA MASSIMA: M. Zampa
q.1791 |
Sentieri Il segnale del GPS nel percorso che sale alla Cengia del Cinghiale è debole e disturbato. Itinerario molto complesso e selvaggio,
indicato a escursionisti esperti e conoscitori della zona: nella prima parte
che sale al monte Zampa attraverso la Cengia del Cinghiale non abbiamo
nessuna indicazione, solo in pochi tratti si nota una debole traccia, il
percorso richiede ottima forma fisica, capacità decisionale in base alle
problematiche che si possono incontrare, senso dell’orientamento. Nel ritorno
scendendo dal rifugio della Sibilla invece camminiamo su sterrate e sentieri
abbandonati privi di indicazioni, in questo caso dobbiamo prestare attenzione
ai numerosi bivi. |
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Rifugi-Bivacchi Rifugio
della Sibilla: allo
stato attuale il rifugio è chiuso per manutenzione (2024) |
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Fonti Fonte al rifugio
della Sibilla Fonte abbeveratoio
q.1320 (dismessa e senz’acqua) Fonte Piane Lanne (in
località Il Poggio) |
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TEMPI RILEVATI NETTI (ore): |
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Partenza |
0,00 |
Presa d’acqua |
4,15 |
Deviazione q.880 |
0,06 |
Bivio q.1405 |
4,19 |
Parete rocciosa |
0,15 |
Fonte abbeveratoio (rudere) |
4,27 |
Cengia del Cinghiale q.1235 |
1,30 |
Incrocio q.1190 |
4,40 |
Cengia del Cinghiale q.1230 |
1,40 |
Fonte
Piane Lanne |
4,45 |
Crinale q.1245 |
1,45 |
Il Poggio |
4,48 |
Cresta
q.1353 |
2,10 |
Bivio q.1156 |
5,00 |
Cima q.1516 |
2,45 |
Incrocio q.1078 |
5,10 |
Monte Zampa |
3,35 |
Incrocio
q.1000 |
5,23 |
CAI 155 q.1785 |
3,38 |
Deviazione q.995 |
5,24 |
Carrozzabile q.1567 |
3,58 |
Sentiero q.1000 |
5,28 |
Deviazione q.1558 |
4,01 |
Forestale q.950 |
5,40 |
Rifugio
della Sibilla |
4,03 |
Arrivo |
5,50 |
Deviazione
q.1505 |
4,10 |
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Partenza q.905 (Al termine della carrozzabile presso il parcheggio in località Valleria) |
Deviazione q.880 (Qualsiasi indicazione è assente: lasciamo la pista che continua calare in direzione della gola dell’Infernaccio, sulla sinistra c’è un muretto di contenimento con sassi ingabbiati nella rete, gli saliamo sopra e inerpichiamo tenendoci spostati a sinistra della colata di pietre) |
Inerpichiamo tenendoci spostati a sinistra della colata di pietre |
Inerpichiamo tenendoci spostati a sinistra della colata di pietre |
Parete rocciosa q.935 (Arriviamo alla base di una lunga e verticale parete rocciosa. Andiamo a sinistra iniziando una interminabile e faticosa ascesa su terreno instabile di terra e pietrisco nel sottobosco) |
Il nostro obbiettivo rimane sempre quello di costeggiare la base della parete rocciosa, l’ambiente è selvaggio e privo di qualsiasi indizio ma non possiamo sbagliare, ogni tanto è possibile percepire una traccia di passaggio |
Il nostro obbiettivo rimane sempre quello di costeggiare la base della parete rocciosa, l’ambiente è selvaggio e privo di qualsiasi indizio ma non possiamo sbagliare, ogni tanto è possibile percepire una traccia di passaggio |
Il nostro obbiettivo rimane sempre quello di costeggiare la base della parete rocciosa, l’ambiente è selvaggio e privo di qualsiasi indizio ma non possiamo sbagliare, ogni tanto è possibile percepire una traccia di passaggio |
Il nostro obbiettivo rimane sempre quello di costeggiare la base della parete rocciosa, l’ambiente è selvaggio e privo di qualsiasi indizio ma non possiamo sbagliare, ogni tanto è possibile percepire una traccia di passaggio |
Iniziamo uscire dalla macchia boschiva |
Vallone q.1040 (Costeggiando insistentemente la base della parete rocciosa usciamo gradualmente dal bosco, gli spazi si aprono e l’esile traccia scompare. Continuiamo sempre in ripidissima salita a ridosso della bastionata, poi entrando in un vasto vallone erboso notiamo in lontananza e sopra di noi che lo sviluppo della lunga parete rocciosa che stiamo seguendo compie un netto cambio di direzione a 90°, poco oltre c’è l’appariscente terrazzo con tetto spiovente dal quale ha inizio la Cengia del Cinghiale) |
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L’ascesa diventa sempre più ripida e faticosa |
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In vista della cengia |
Arrivo alla Cengia del Cinghiale |
Un caratteristico” passo del gatto” ci fa entrare nella cengia |
Cengia del Cinghiale q.1235 (In questo punto è caratterizzata da un grande “tetto spiovente”) |
Cengia del Cinghiale q.1235 (In questo punto è caratterizzata da un grande “tetto spiovente”) |
La Cengia del Cinghiale si sviluppa in piano |
La Cengia del Cinghiale |
La Cengia del Cinghiale |
La Cengia del Cinghiale |
La Cengia del Cinghiale (man mano che avanziamo si amplia e allo stesso tempo diventa molto esposta) |
I resti di un ardito stazzo sulla cengia |
I resti di un ardito stazzo sulla cengia |
La Cengia del Cinghiale |
La Cengia del Cinghiale |
In breve il cengione si esaurisce, tralasciamo di seguire la base della parete rocciosa che ora si alza a destra, davanti a noi invece inizia una marcata traccia che cala entrando immediatamente nella piccola macchia boschiva |
Ben presto usciamo dalla macchia boschiva, la buona traccia a mezzacosta sempre a debita distanza dal baratro ci fa raggiungere l’inizio di un sottile crinalino |
Crinale q.1245 (Ci portiamo sul crinalino erboso e lo risaliamo) |
In pochi minuti alla comparsa dei primi radi alberi si esaurisce il crinalino |
Avanziamo a vista e in ripida salita nel vasto declivio erboso |
Cresta q.1353 (Salendo molto faticosamente il declivio erboso cosparso di alberelli e virando ad ogni passo a destra in direzione del versante della gola dell’Infernaccio, conquistiamo la cresta presso il punto quotato 1353 metri dalla mappa IGM Marche. Sotto di noi c’è il precipizio verticale della parete rocciosa sotto la quale transita la Cengia del Cinghiale, avanziamo in salita sulla cresta con attenzione ma senza difficoltà avendo come riferimento l’imponente e appariscente cima rocciosa che vediamo in lontananza, è senza toponimo ma quotata 1516 metri da IGM Marche) |
Cresta q.1353 (Salendo molto faticosamente il declivio erboso cosparso di alberelli e virando ad ogni passo a destra in direzione del versante della gola dell’Infernaccio, conquistiamo la cresta presso il punto quotato 1353 metri dalla mappa IGM Marche) |
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Tenendoci distanti dal precipizio, la salita nel declivio erboso diventa ripidissima |
Cima q.1516 (Cima senza toponimo quotata 1516 metri dalla mappa IGM Marche, in loco non vi è alcuna indicazione) |
Appare evidente il nostro proseguo che ora si sviluppa su ampio crinale erboso con direzione S verso la prima serie di rilievi che precedono il monte Zampa, la salita pur rimanendo faticosa si attenua |
Appare evidente il nostro proseguo che ora si sviluppa su ampio crinale erboso con direzione S verso la prima serie di rilievi che precedono il monte Zampa, la salita pur rimanendo faticosa si attenua |
Reti e barriere paravalanghe sotto di noi |
Sul crinale nord del monte Zampa |
La Sibilla vista in lontananza |
Sul crinale nord del monte Zampa |
In vista della vetta del monte Zampa |
Monte Zampa q.1791 |
Monte Zampa q.1791 (Arrivati in vetta, per la prima volta ci appare sotto di noi il rifugio Sibilla che dobbiamo raggiungere) |
CAI 155 q.1785 (Innesto sul CAI 155, nessuna indicazione: appena calati nella sella sottostante la vetta lasciamo il crinale che continua in direzione della Sibilla, scendiamo a sinistra nel solco vallivo poco definito e in breve appare il sentiero per il rifugio della Sibilla) |
Carrozzabile q.1567 (Ci innestiamo sul tornante della carrozzabile e la seguiamo a sinistra, in loco c’è un cenotafio) |
Deviazione q.1358 (Lasciamo la carrozzabile appena intrapresa che comunque porta al rifugio, scendiamo a sinistra su traccia trasversale di passaggio che taglia) |
Arrivo al rifugio Sibilla |
Rifugio Sibilla |
Davanti al rifugio scendiamo su traccia di passaggio tra gli alberi che passando presso una torretta dell’Enel taglia e ci deposita sulla carrozzabile, quindi la seguiamo a sinistra perdendo quota |
Deviazione q.1505 (Percorso il primo tornante della carrozzabile ci compaiono i pali della luce che l’attraversano, andiamo avanti pochi metri e la lasciamo, scendiamo a sinistra all’indietro su traccia poco visibile nel manto erboso puntando ai pali appena superati) |
Insistiamo a scendere lungo la linea elettrica e immediatamente si manifesta il marcato sentierino ghiaioso che si sviluppa a mezzacosta con direzione NE |
Presa d’acqua q.1455 (La piccola presa d’acqua è un po' nascosta) |
Fonte abbeveratoio q.1320 (Rudere di una fonte abbeveratoio) |
Sul sentierino dopo la fonte abbeveratoio q.1320 |
Fonte Piane Lanne q.1150 (Fonte abbeveratoio) |
Il Poggio q.1130 (Località Il Poggio. Arrivati a uno slargo la sterrata si divide: tralasciamo quella principale che curva a gomito a destra e scende al paese di Isola San Biagio, prendiamo quella a sinistra che si sviluppa in falsopiano, indicazioni assenti) |
Sulla sterrata dopo Il Poggio |
Bivio q.1156 (Biforcazione della sterrata, segnalazioni assenti: scartiamo la sterrata secondaria dritto a sinistra che sale e teniamoci dritto a destra che comincia scendere ininterrottamente) |
Incrocio q.1078 (Al termine della discesa ci innestiamo sul pianeggiante Sentiero Natura n°5, qualche segno CAI, sulla destra in salita c’è uno sterrato che probabilmente termina. Prendiamo il Sentiero Natura n°5 a sinistra all’indietro che durante il tragitto presenta alcune zone poco definite causa il manto erboso) |
Incrocio q.1000 (Arriviamo presso un’area recintata, sulla sterrata c’è anche un cartello con divieto d’accesso ai mezzi motorizzati non autorizzati. Scartiamo la sterrata a sinistra che sale e il tratturo che scende a destra lungo la recinzione, andiamo avanti sulla sterrata principale) |
Deviazione q.995 (Dopo pochi metri dal crocevia precedente lasciamo la sterrata “Sentiero Natura n°5” che comincia scendere verso il paese di Rubbiano, saliamo a sinistra su sterrato che abbandoniamo subito per andare percorrere a destra un vasto pianoro erboso privo di ogni traccia di passaggio, non vi è alcuna indicazione, direzione NO) |
Avanziamo nella radura costeggiando la boscaglia del margine sinistro |
Sentiero q.1000 (Avanziamo nella radura costeggiando la boscaglia del margine sinistro, quindi giunti al termine del pianoro erboso dobbiamo individuare l’ingresso del sentiero che è probabilmente celato dalla vegetazione) |
Sul sentierino di ritorno |
Sul sentierino di ritorno |
Forestale q.950 (L’esile sentierino si innesta in una pista forestale sempre all’interno del fitto bosco, tralasciamo quella meno definita che sale a andiamo avanti mantenendo la direzione su quella pianeggiante |