DATA: 14 ottobre 2017
PARTENZA: Da
Imola percorriamo la SP.610 Montanara verso Firenze esattamente per 39 km
arrivando alla frazione di San Pellegrino, parcheggiamo in prossimità della
chiesa posta sulla curva a U della provinciale.
Per la carta escursionistica scala 1:25000 - 23-Alta Valle del Santerno, si
ringrazia l’Istituto
Geografico Adriatico di Longiano info@iga-cartografia.it - tel.
0547.613109
ITINERARIO:
Chiesa di San Pellegrino q.351 (Dalla SP.610 iniziamo risalendo la mulattiera che
costeggia la torre colombaia dietro la chiesa di San Pellegrino, sporadici segni CAI) – Incrocio q.424 (A destra a ritroso c’è
un sentierino non segnato, andiamo avanti alcuni metri stando a sinistra del
crinalino davanti a noi e il sentiero si biforca, dritto a sinistra non è
segnato e continua in piano, stiamo dritto a destra in salita che si mantiene
pochi metri sotto e paralleli al crinale) – Croce
q.495 (Piccola croce sul sentiero) – Rudere q.596 – Celletta votiva q.596 (Chiusa su tre
lati, all’interno non rimane più alcuna rappresentazione sacra) – Bivio q.614 (Bivio
della mulattiera, a destra risale di fianco un costone roccioso e sarà il
nostro ritorno, andiamo dritto e gli edifici di Brento Sanico sono poco sopra
di noi) – Brento
Sanico q.628 (Della borgata di case, abbandonate nel 1951, rimangono solo
ruderi infrascati e la chiesa ancora affrescata, tenendoci Brento Sanico alla
nostra sinistra continuiamo a salire inoltrandoci nel bosco, segni assenti, poi
in breve ne usciamo in vista delle vistose cave che hanno eroso completamente
la montagna) – Bivio
q.700 (Siamo in prossimità delle cave di Brento per l’estrazione della pietra
serena dove c’è un vecchio edificio, a destra scende una carrozzabile chiusa da
sbarra, stiamo a sinistra iniziando a percorrere in leggera salita la
carrozzabile ad uso dei lavori di cava, segni e indicazioni assenti, direzione
ovest) – Bivio q.726 (Bivio della carrozzabile,
a destra è chiusa da sbarra e sale inoltrandosi nei lavori di cava, noi stiamo su quella principale che ora inizia a scendere)
–
Bivio q.660 (Bivio della
carrozzabile dopo che abbiamo perso quota, a destra risale sbarrata da blocchi di
sasso, stiamo su quella principale lasciandoci alle spalle definitivamente i lavori
di cava) – Edificio q.629 (Vecchio
edificio/garage dismesso in uso alla cava, continuiamo in falsopiano sulla
carrozzabile che dà accesso alla cava) – Bivio
q.708 (A sinistra scende un sentiero non segnato, stiamo sulla
carrozzabile) – Bivio
q.687 (Una sterrata scende a sinistra inoltrandosi nel castagneto, stiamo sulla
carrozzabile) – Asfaltata
q.693 (Innesto sulla curva a U della stradina, a sinistra scende alle case
di Camporelle, noi la teniamo a destra in salita, indicazioni assenti) – Bivio q.756 (Biforcazione e cartelli
assenti: dritto a sinistra inizia una carrozzabile, stiamo sulla nostra
stradina in salita) – Bivio
q.780 (Stiamo in salita sulla nostra stradina che curva a sinistra, a
destra poco sopra inizia una carrozzabile chiusa da sbarra che dà accesso ai
lavori di cava) – Incrocio q.809 (La stradina termina, a
destra prosegue come carrozzabile chiusa da sbarra che dà accesso ai lavori di
cava, a destra poco sopra una sterrata segue i tralicci della luce, dritto in
salita prendiamo il largo sentiero CAI 059 che s’inoltra nel bosco, cartello ma
segni sporadici o assenti, a sinistra in discesa e poco visibile inizia un
sentiero non segnato per le case di Montecchio. Intrapreso il largo sentiero CAI 059 in breve termina,
ora dobbiamo continuare paralleli al soprastante crinale, quello che nel
versante opposto ci separa dalle cave, procediamo a vista e senza traccia con
direzione nord, poi riusciamo a ritrovare la traccia e sbiaditi segni che ci
conducono sul crinale che con un ampio giro vira a sinistra, ovest, stando nel
bosco su esile traccia fino ad arrivare ai cavi d’acciaio utili come corrimano
che ci conducono alla croce di vetta) – Monte
Coloreta q.970 (Croce di vetta, ora iniziamo a scendere con direzione ovest
sul CAI 721, segni sporadici) – Radura q.933 (Il CAI 721 esce dal
bosco in una grande radura, la iniziamo a scendere stando vicini al margine del
bosco) – Deviazione q.910 (Evitiamo di arrivare
in fondo alla radura dalla quale inizia una sterrata, a metà circa della
discesa la dobbiamo lasciare per continuare sul CAI 721 a destra su sentiero che
entra nel bosco, l’imbocco è poco evidente) – Bivio q.780 (Durante la ripida discesa
nel fitto bosco arriviamo al bivio con cartelli poco evidenti, a sinistra il
sentiero conduce a Il Poggio e Firenzuola, andiamo dritto sul CAI 721 per La
Raccia e Cerreta) – La Raccia q.733 (Rudere) – Punto panoramico q.702
(Usciamo dal bosco presso un punto panoramico, a sinistra il sentiero non è
segnato, il CAI 721 scende a destra) – Cappella
q.563 (Il CAI 721 percorre una lunga dorsale panoramica e appena la lascia
per scendere a destra arriviamo al rudere della cappella che anticipa le case
di Piagnole) – Le Piagnole q.548 (La borgata di case
ridotte a ruderi rimane sulla destra a poca distanza dal CAI 721) – Bivio
q.415 (Un sentierino a sinistra ci fa scendere per pochi metri fino ad
innestarci nella sottostante sterrata, teniamo il CAI 721 che costeggiando un
muretto di sassi continua in piano in vista della casa del Poggiolo) – Il Poggiolo q.406
(Grande casa forse abbandonata, tralasciamo la sterrata a sinistra e scendiamo a
destra sulla carrozzabile d’accesso) – Cerreta
q.381 (Ignoriamo due sterrate che iniziano poco sotto il nucleo di case di Cerreta
e ci innestiamo sulla strada asfaltata che percorriamo lasciandoci le vecchie
abitazioni alle nostre spalle) – Celletta
votiva q.376 (Proseguiamo sull’asfaltata) – Bivio q.363 (Bivio
della strada asfaltata: a sinistra a ritroso è CAI 063 “Anello del Diaterna”,
noi andiamo dritto) – Piazzola Brenzone q.348
(Bivio della strada, a destra è sbarrata, stiamo sulla principale oltrepassando
l’area recintata che è “posto di esodo” della galleria ferroviaria) – Agriturismo
Brenzone q.368 – Deviazione
q.368 (Lasciamo la strada asfaltata e risaliamo a destra la carrozzabile chiusa
da cancello) – Bivio
q.384 (A destra scende una sterrata, stiamo sulla carrozzabile in salita, indicazioni
assenti) – Deviazione
q.425 (Sulla curva della carrozzabile la lasciamo, saliamo a sinistra una
piccola scala di legno sopra la quale inizia un sentierino in stato di
abbandono, vecchi cartelli indicano Brento Sanico, segni sporadici o assenti, direzione
sud) – Incrocio q.492 (Risalendo
l’esile traccia rientriamo nel bosco e troviamo l’incrocio: a destra un
sentierino scende a mezzacosta, a sinistra sempre a mezzacosta continua in falsopiano,
il nostro itinerario invece mantiene la direzione sud risalendo la traccia poco
evidente, solo qualche sbiadito segno CAI ci indica la via) – Bivio q.560 (Bivio del sentierino nel
fitto bosco, a destra continua in leggera discesa, noi andiamo a sinistra seguendo
gli sbiaditi e sporadici segni CAI per sentierino a mezzacosta che poco per
volta ci fa cambiare direzione, est) – Crinale q.606 (Risalendo con direzione
est usciamo dal fitto bosco portandoci su un crinalino panoramico dove è
presente un omino di sassi, lo risaliamo ripidamente a destra seguendo la
traccia, direzione sud/ovest) – Bivio q.685 (Al termine
della ripida salita del crinalino arriviamo al bivio, a sinistra un sentiero
conduce alla casa de La Vigna, il nostro percorso continua dritto ora in
falsopiano mantenendo la direzione, segni e cartelli assenti) – Bivio
q.693 (Oltrepassata una strettoia, il nostro sentierino transita poco sotto
un evidente crinalino roccioso fino al bivio, siamo in prossimità del punto
quotato 704 da IGM: dritto la traccia si mantiene a mezzacosta e segue
l’andamento del crinalino roccioso, noi ora scendiamo a sinistra e in breve la
traccia diventa incerta, manteniamo rigorosamente la direzione sud/est) – Piazzola
q.670 (Sbuchiamo in una piccola piazzola lastricata di rocce marnose,
attenzione che il nostro percorso senza attraversarla curva a gomito a destra
con direzione ovest in falsopiano, segni assenti e
traccia esile invasa da fitta vegetazione, in seguito all’interno del bosco
possiamo notare la presenza di numerosi muretti di sasso) – Bivio q.614 (Chiudiamo l’anello, a
destra ci sono le vicine case di Brento Sanico, ripercorriamo tutto il tragitto
fatto all’andata fino a San Pellegrino) – Celletta
votiva q.596 – Rudere
q.596 – Croce
q.495 – Incrocio
q.424 – Chiesa di San Pellegrino q.351.
DISLIVELLO TOTALE: 1220
QUOTA MASSIMA: Monte Coloreta
q.970
LUNGHEZZA: 18,5 km
DIFFICOLTA: EE
NOTE:
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Sentieri
|
- Lungo itinerario solitario dove la
segnatura è sporadica o assente, riferita solo a escursionisti esperti che si
sappiano muovere al di fuori dei consueti sentieri CAI. I sentieri più
frequentati sono quello di partenza che da San Pellegrino conduce al paese
abbandonato di Brento Sanico (segnatura CAI sporadica) e il CAI 721 che
collega la borgata di case di Cerreta al monte Coloreta. Il sentiero CAI 059
che dalla cava (Incrocio q.809) sale al monte Coloreta solo in loco è
indicato da un cartello, ma allo stato attuale la segnatura è molto sporadica
o assente e non viene riportato su alcuna mappa, stesso discorso per la
salita del sentierino che ci riporta verso Brento Sanico (Deviazione q.425-
Bivio q.614), è molto esile con segni
sporadici o assenti, alcuni tratti verso il termine della via è infrascata.
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Fonti
|
-
Fonte alla partenza sulla SP.610 sotto la
torre colombaia.
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TEMPI RILEVATI:
|
Tempo
Totale
(ore)
|
TEMPI RILEVATI:
|
Tempo
Totale (ore)
|
Chiesa
di San Pellegrino
|
0,00
|
Le
Piagnole
|
3,20
|
Incrocio
q.424
|
0,10
|
Bivio
q.415
|
3,32
|
Croce
q.495
|
0,18
|
Il
Poggiolo
|
3,35
|
Rudere
q.596
|
0,32
|
Cerreta
|
3,40
|
Celletta
votiva q.596
|
0,34
|
Celletta
votiva q.376
|
3,43
|
Bivio q.614
|
0,37
|
Bivio
q.363
|
3,46
|
Brento
Sanico
|
0,38
|
Piazzola
Brenzone
|
3,52
|
Bivio
q.700
|
0,48
|
Agriturismo
Brenzone
|
3,58
|
Bivio
q.726
|
0,52
|
Deviazione q.368
|
4,00
|
Bivio
q.660
|
0,58
|
Bivio
q.384
|
4,02
|
Edificio
q.629
|
1,02
|
Deviazione q.425
|
4,06
|
Bivio
q.708
|
1,22
|
Incrocio
q.492
|
4,17
|
Bivio q.687
|
1,30
|
Bivio q.560
|
4,25
|
Asfaltata q.693
|
1,32
|
Crinale q.606
|
4,30
|
Bivio q.756
|
1.42
|
Bivio q.685
|
4,47
|
Bivio q.780
|
1,45
|
Bivio q.693
|
4,59
|
Incrocio
q.809
|
1,51
|
Piazzola q.670
|
5,05
|
Monte Coloreta
|
2,20
|
Bivio q.614
|
5,18
|
Radura q.933
|
2,22
|
Celletta votiva q.596
|
/
|
Deviazione q.910
|
2,24
|
Rudere q.596
|
/
|
Bivio q.780
|
2,43
|
Croce q.495
|
/
|
La Raccia
|
2,54
|
Incrocio q.424
|
/
|
Punto panoramico
|
3,00
|
Chiesa
di San Pellegrino
|
5,50
|
Cappella q.563
|
3,18
|
Brento Sanico è un paese disabitato, sito nel comune di Firenzuola (in
Provincia di Firenze) nel cuore dell'Appennino tosco-romagnolo. Il paese
risulta abbandonato dal 1951, quando l'ultima famiglia si trasferì a valle,
nella frazione firenzuolina di San Pellegrino. L'abitato è ad un'altitudine
di circa 628 m, sovrasta la Valle del Santerno ed è situato poco sotto la
cava di Pietra Serena "La Tana del Lupo". Il nome è di origine germanica
e si riferisce al fatto che il paese è "ben protetto dalle intemperie
del vento".
Il borgo è servito da una sempre meno percorribile strada
pseudo-lastricata, è raggiungibile a piedi in circa un'ora dalla Pieve di San
Pellegrino. La zona è nota perché è uno dei luoghi dove si estrae un
particolare tipo di arenaria, la "pietra serena", una roccia con la
quale sono stati costruiti moltissimi monumenti a Firenze e sia in Toscana
che in Romagna. Attualmente tutto il paese è di proprietà della compagnia che
possiede la cava.
Storia.
Nel lontano 1843 a Brento Sanico, attraverso dei documenti consultabili
presso gli Archivi comunali di Firenzuola, sappiamo che vivevano circa
ottanta persone; era un luogo importante, poiché situato sull'unica strada
che collegava la Romagna con la Toscana[1]. Da qui il motivo dell'abbandono,
per una volta non dovuto a calamità naturali, bensì alla creazioni delle
moderne autostrade e strade statali nel periodo post-bellico. Nonostante la
sua importanza strategica, continuò ad essere un borgo tipicamente rurale che
si sostentava attraverso l'agricoltura e, in piccola parte, la pastorizia. I
dazi imposti dai governanti ai viandanti erano parecchio elevati, poiché
servivano per garantire la manutenzione di strade messe molto a dura prova da
fango, pendenza, neve e pioggia. La pastorizia, l'allevamento, la raccolta
delle castagne e la coltura di grano, granturco e pochi ortaggi erano il
sostentamento degli abitanti di Brento; il borgo è sopravvissuto vivo ed
attivo sino al secolo scorso, infatti, si racconta che negli anni trenta
questo fosse un luogo famoso per le feste ed il divertimento. Negli anni
quaranta vi si poteva trovare anche una "scuola". Il comune di
Firenzuola, infatti, incaricò un tecnico di rilasciare un certificato di
abilitazione ad una stanza d'una casa privata, in modo che i pochi abitanti
di Brento e delle cascine limitrofe potessero frequentare senza scendere a
valle. L'ultima famiglia venne registrata nel 1951.
Architettura
del paese
Il paese attualmente versa in stato di rudere, ad eccezione della
chiesa che si è mantenuta in buono stato. Il buono stato della chiesa
potrebbe dipendere dal fatto che ha subito due importanti interventi di
restauro, uno nel 1860 ed un altro nel 1917; presumibilmente, nel 1860, pare
che la chiesa sia stata anche ingrandita e che ne sia cambiata la fisionomia
originale. Le case sono tutte costruite in pietra locale con gli interni ben
intonacati, i tetti sono in pietra ma con alberi e rovi che hanno oramai
preso il posto delle persone che avrebbero dovuto viverci. La conservazione è
buona, grazie anche all'elevata qualità costruttiva. In particolare si
apprezza la qualità dei tetti, interamente costruiti con lastroni intagliati
da pietre locali, tenuti fermi all'estremità da comuni sassi dalle forme più
disparate. Adesso passare tra i principali è complicato, a causa della
crescita di varie piante infestanti e/o rampicanti.
Chiesa
di San Biagio
La chiesa, dedicata a San Biagio, è di una struttura tipica degli
antichi centri appenninici, ha bel campanile e sorprende non poco il modo in
cui gli interni si siano conservati. I colori sono vivissimi, spicca molto il
blu notte della cupola. Da studi effettuati abbastanza recentemente dal Prof.
Tagliaferri, esperto in storia dell'arte e autore del libro “Firenzuola e il
suo territorio”, pare che al di sotto della tinta giallo paglierino che
caratterizza gli interni della chiesa, siano emersi affreschi molto ben
conservati databili XV-XVI secolo; uno in particolare raffigurerebbe un
angelo. Interessante anche la bicromia tra le pietre scure e quelle chiare,
che caratterizza gli archi interni della chiesa. Interessante anche l'abside,
interamente realizzato con pietra locale.
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Bivio q.700 (Siamo in prossimità delle cave
di Brento per l’estrazione della pietra serena dove c’è un vecchio edificio,
a destra scende una carrozzabile chiusa da sbarra, stiamo a sinistra
iniziando a percorrere in leggera salita la carrozzabile ad uso dei lavori di
cava, segni e indicazioni assenti, direzione ovest)
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Incrocio q.809 (La stradina termina, a destra
prosegue come carrozzabile chiusa da sbarra che dà accesso ai lavori di cava,
a destra poco sopra una sterrata segue i tralicci della luce, dritto in
salita prendiamo il largo sentiero CAI 059 che s’inoltra nel bosco, cartello
ma segni sporadici o assenti, a sinistra in discesa e poco visibile inizia un
sentiero non segnato per le case di Montecchio)
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Intrapreso il largo sentiero CAI 059 in
breve termina, ora dobbiamo continuare paralleli al soprastante crinale,
quello che nel versante opposto ci separa dalle cave, procediamo a vista e
senza traccia con direzione nord, poi riusciamo a ritrovare la traccia e
sbiaditi segni che ci conducono sul crinale
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Intrapreso il largo sentiero CAI 059 in
breve termina, ora dobbiamo continuare paralleli al soprastante crinale,
quello che nel versante opposto ci separa dalle cave, procediamo a vista e
senza traccia con direzione nord, poi riusciamo a ritrovare la traccia e
sbiaditi segni che ci conducono sul crinale
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