martedì 7 maggio 2019

Fosso della Canala (Canala Bura) EE+


Itinerario molto impegnativo nelle Alpi Apuane (Toscana), si svolge in ambiente selvaggio e solitario dove le nostre capacità d'orientamento saranno messe a dura prova, solo per escursionisti molto esperti di queste montagne. 

DATA: 2 marzo 2019

PARTENZA: Con l’autostrada A12 usciamo al casello di Massa (Toscana), attraversiamo la città in direzione della montagna per individuare la “via Bassa Tambura” o SP.5 con cartello che indica il paese di Resceto. La percorriamo per circa 7 km arrivando alla frazione di Gronda, quindi lasciamo le indicazioni per Resceto e svoltiamo a destra in direzione della località di Renara percorrendola esattamente per 500 metri quando notiamo alla nostra destra, il largo tracciato in stato di abbandono nel bosco che saliva alle cave di Serra delle Rose (inattive), pochi metri più avanti possibilità di parcheggio presso uno slargo della stradina.







ITINERARIO: Partenza q.259 (A destra della stradina risaliamo un largo tracciato che s’inoltra nel bosco, è in stato di abbandono e potrebbe non essere notato nell’immediato, una minuscola scritta sulla parete rocciosa indica la lizza di Taneta e la Canala Bura, una volta intrapreso il percorso dissestato è evidente)   -  Bivio q.315 (Allo stato attuale c’è un omino di sassi, a destra sale un sentierino che sarà il nostro ritorno verso il soprastante traliccio della luce, stiamo sul largo tracciato a tratti incerto che costeggia il detritico fosso di Canala)  -  Deviazione q.392 (Il largo tracciato curva a sinistra per risalire a serpentine verso la cava bassa della Serra delle Rose, noi andiamo a destra con direzione sud inoltrandoci di fatto nell’angusta Fossa di Canala secondo le mappe, localmente anche Canala Bura, che percorriamo fedelmente stando nel suo fondo, scritte rosse sulla parete di roccia indicano la deviazione)   -   1°Balzo q.470 (Caratterizzato da una placca rocciosa umida e scivolosa, anche se si tratta di pochi metri non è fattibile superarlo direttamente, viene aggirato sulla destra seguendo una esile traccia nel pendio con paleo misto roccia che ci fa risalire per riportarci sopra il balzo stesso)  -  2° Balzo q.493 (Lo affrontiamo direttamente stando sul bordo sinistro, ostacolati da qualche piccolo arbusto e dove c’è un sottile cavo metallico al quale non bisogna fare affidamento, anche in questo caso il balzo è di pochi metri ma tutt’altro che banale)   - 3° Balzo q.525 (E’ il più difficile dei tre e di tutta l’ascesa della Fossa di Canala, caratterizzato da placche rocciose lo affrontiamo direttamente. Sul bordo sinistro è presente un filo di metallo e allo stato attuale una corda “volante” che essendo costantemente bagnata non è molto affidabile. Anche se sono presenti questi due “aiuti”, il bordo sinistro del balzo risulta impraticabile causa l’estrema scivolosità delle placche bagnate, noi lo risaliamo invece in libera sul bordo destro dove la placca anche se povera d’appigli è completamente asciutta, passaggio di 2°. Superato il terzo balzo terminano le difficoltà maggiori, in breve il canale si allarga invaso da radi arbusti che cessano arrivando al grande ravaneto)  -  Quota 610 (Abbiamo iniziato a risalire il ravaneto e continuiamo a tenerlo senza indugio, direzione est e possibili omini di sasso. Possiamo ora notare in alto sulla nostra destra l’evidente lizza di Taneta a mezzacosta che sarà il nostro ritorno e che conduceva fino all’interno del ravaneto)   -   Taneta q.800 (Sui 735 metri arriviamo alla testata della valle di Taneta caratterizzata da un ampio anfiteatro di detriti rocciosi, possiamo notare in alto davanti a noi gli edifici di Diacceto che sarà il punto più alto del giro, sopra di noi alla nostra sinistra invece è situato il vecchio edificio presso la piccola cava alta della Serra delle Rose, nostro immediato obiettivo. Evitiamo di affrontare la ripida e audace salita nel centro del vallone detritico, mentre dobbiamo individuare l’antica lizza sul bordo destro che gli risale parallela nella rada boscaglia e che ci fa guadagnare ancora quota senza difficoltà finché non termina improvvisamente a circa 800 metri. Ora traversiamo a vista la testata alta del vallone di Taneta cercando di mantenerci in falsopiano tra i grossi detriti rocciosi che sembrano abbastanza stabili e puntando di fatto verso l’edificio abbandonato della cava alta della Serra delle Rose sull’opposto versante, direzione nord)   -  Serra delle Rose q.782 (Attraversato il ravaneto nella parte alta della valle di Taneta, arriviamo nel versante opposto innestandoci sul tracciato segnato con bolli rossi che collega l’edificio abbandonato che avevamo preso come riferimento, situato ora alla nostra destra poco sopra di noi, e la cava alta di Serra delle Rose che raggiungiamo in breve andando a sinistra incontrando alcuni blocchi di marmo accatastati, l’elemento di un binario e un piccolo macchinario a cielo aperto. Alla piccola cava, presso il traliccio di una teleferica, la vista spazia nella valle di Renara che precipita sotto di noi e alla sottile cresta che la separa dalla valle di Taneta dalla quale siamo saliti. In lontananza il panorama è delineato dai monti Sagro, La Forbice, Contrario e Cavallo, quindi torniamo sui nostri passi dirigendoci verso l’edificio abbandonato)   -  Edificio q.805 (Aggiriamo a destra l’edificio abbandonato un tempo in uso alla cava, dietro il quale iniziamo salire ripidamente a sinistra seguendo la buona segnatura con bolli rossi, direzione est, poi arrivati poco sotto la cresta cambiamo direzione, sud, percorrendo un’aerea cengia e puntando di fatto verso i visibili edifici di Diacceto posti sul punto alto della valle di Taneta, praticamente ci apprestiamo a riattraversare la valle alta di Taneta che avevamo fatto dalla quota 800 metri camminando a vista tra sfasciumi per raggiungere la Serra delle Rose, solo che ora il percorso situato circa 80 metri più in alto è ben segnato e ricalca l’antico passaggio)   -  Casotto q.880 (Seguendo la cengia segnata con bolli rossi dove è presente un breve e inaffidabile cavetto corrimano, arriviamo al minuscolo rudere di un casotto di sasso, continuiamo la traversata alta della valle di Taneta in direzione dei visibili edifici di Diacceto, in seguito dobbiamo superare una placca inclinata in discreta esposizione aiutati da un cavo metallico per riprendere il percorso su cengia poco sopra)  -  Diacceto q.910 (La cengia termina arrivando ai vecchi edifici abbandonati di Diacceto nell’alta valle di Taneta, solo ora dalla parte opposta ci appare l’enorme cava ancora attiva e la marmifera che risale verso la strada asfaltata del passo del Vestito dove è possibile udire il passaggio delle autovetture. Noi cominciamo scendere a serpentine con la marmifera portandoci sulla piazzola sottostante)   -  Piazzola q.865 (Arriviamo nella parte più bassa della cava presso una piazzola, solo ora possiamo notare alla nostra destra l’antica via di lizza di Diacceto a mezzacosta che dobbiamo intraprendere, per raggiungerla è necessario attraversare un breve tratto di sfasciumi rocciosi)   -  Deviazione q.772 (La buona lizza che si manteneva a mezzacosta termina, dritto davanti a noi inizia un invitante crinalino che ignoriamo, dobbiamo individuare la traccia alla nostra destra che scende ripidamente nel bosco con numerose serpentine, segni e indicazioni sono assenti ma una volta intrapresa seppur esile è intuitiva)   -  Lizza di Taneta q.616 (Al termine della ripida discesa nel bosco, la traccia s’innesta sulla vecchia e pianeggiante via di lizza di Taneta, sotto di noi possiamo notare il fosso della Canala o Canala Bura che abbiamo risalito all’andata, a destra la lizza quindi conduce verso la valle di Taneta presso l’inizio del ravaneto a circa quota 610 m già percorso dopo avere oltrepassato il terzo balzo, andiamo a sinistra. In breve oltrepassata una “strettoia” la buona lizza di Taneta scompare, ora il proseguo di ritorno diventa molto difficile causa orientamento. Ci caliamo nel pendio con rada boscaglia alla nostra destra, nord/est, cercando di individuare con molta difficoltà tracce di passaggio o sporadici omini, poi dobbiamo prestare attenzione a non intraprendere un vecchio tracciato a mezzacosta nel fitto bosco con direzione ovest che si mantiene in falsopiano e poco sopra sul lato sinistro di un angusto valloncello nel fitto bosco, il nostro obiettivo invece è quello di percorrere il crinalino quotato 534 m. da IGM soprastante e fuori dalla macchia di bosco sul lato destro del valloncello, se abbiamo fortuna ritroviamo l’esile sentierino che una volta intrapreso ci conduce a perdere quota senza difficoltà)   - Traliccio Enel q.327 (Al termine della discesa arriviamo a un traliccio dismesso dell’Enel, scendiamo a destra poco sotto lo stesso)   -  Bivio q.315 (Chiudiamo l’anello)  -  Arrivo q.259


NOTE:
LUNGHEZZA: 4,7 km
DIFFICOLTA: EE+
DISLIVELLO TOTALE: 720 m.
QUOTA MASSIMA: Diacceto q.910















Sentieri



- Itinerario molto impegnativo, riferito solo a escursionisti esperti con attitudini alpinistiche delle Alpi Apuane e capacità d’orientamento, si svolge in ambiente solitario e selvaggio, indispensabile GPS.

- La risalita del Fosso di Canala o localmente Canala Bura avviene stando nella parte bassa dell’angusto canalone, si devono superare tre balzi su placche rocciose: il lo si bypassa facilmente a destra su esile traccia, il 2° lo si affronta direttamente stando sul bordo sinistro e anche se il passaggio di arrampicata è modesto e di pochi metri, il rischio di una scivolata sulle placche umide non è remoto, è presento un filo di metallo che è da testare al momento. Il 3° balzo è il più difficile, lo si affronta direttamente e se sul bordo sinistro sono presenti un filo di metallo e una corda, entrambi poco affidabili, questa parte risulta estremamente scivolosa, noi abbiamo optato la salita sul bordo destro su placca rocciosa di 2° asciutta ma con scarsi appigli, l’eventuale utilizzo di una nostra corda potrebbe essere d’aiuto facendo sicura solo a chi ci segue ma non al primo di salita.

Durante la progressione nella Canala Bura è raccomandabile l’uso del casco

- Omini di sasso li ritroviamo al termine del 3° balzo della Canala Bura quando cominciamo entrare nel ravaneto della valle di Taneta, bolli rossi invece sono presenti lungo la cengia tra la cava alta della Serra delle Rose e Diacceto. 

- Molto difficoltoso il ritorno al termine della lizza di Taneta causa orientamento, si procede cercando di cogliere i pochi indizi sul terreno, c’è qualche ometto ma soprattutto facciamo affidamento al GPS che risulta indispensabile per non perdersi.


Rifugi-Bivacchi
- Assenti

Fonti
- Assenti




TEMPI RILEVATI:
Tempo
      Totale
      (ore)
Partenza
0,00
Bivio q.315
0,07
Deviazione q.392
0,20
1° Balzo
0,35
2° Balzo
0,45
3°Balzo
0,55
Quota 600
1,10
Taneta
1,35
Cava S. Delle Rose alta
1,55
Edificio q.805
2,03
Casotto q.880
2,15
Diacceto
2,30
Piazzola q.865
2,36
Deviazione q.772
2,48
Lizza di Taneta q.616
3,10
Traliccio Enel q.327
4,00
Bivio q.315
4,02
Arrivo
4,10




Partenza q.259 (A destra della stradina risaliamo un largo tracciato che s’inoltra nel bosco, è in stato di abbandono e potrebbe non essere notato nell’immediato, una minuscola scritta sulla parete rocciosa indica la lizza di Taneta e la Canala Bura, una volta intrapreso il percorso dissestato è evidente)
Una volta intrapreso il percorso dissestato è evidente
Indicazioni
Sul largo tracciato che conduce verso la Fossa di Canala e la cava di Serra delle Rose bassa
Sul largo tracciato che conduce verso la Fossa di Canala e la cava di Serra delle Rose bassa

Deviazione q.392 (Il largo tracciato curva a sinistra per risalire a serpentine verso la cava bassa della Serra delle Rose, noi andiamo a destra con direzione sud inoltrandoci di fatto nell’angusta Fossa di Canala secondo le mappe, localmente anche Canala Bura)
Deviazione q.392 (Il largo tracciato curva a sinistra per risalire a serpentine verso la cava bassa della Serra delle Rose, noi andiamo a destra con direzione sud inoltrandoci di fatto nell’angusta Fossa di Canala secondo le mappe, localmente anche Canala Bura)
Percorriamo fedelmente la Fossa di Canala o Canala Bura stando nel suo fondo
Percorriamo fedelmente la Fossa di Canala o Canala Bura stando nel suo fondo
1°Balzo q.470 (Caratterizzato da una placca rocciosa umida e scivolosa, anche se si tratta di pochi metri non è fattibile superarlo direttamente, viene aggirato sulla destra seguendo una esile traccia nel pendio con paleo misto roccia che ci fa risalire per riportarci sopra il balzo stesso)
1°Balzo q.470 (Caratterizzato da una placca rocciosa umida e scivolosa, anche se si tratta di pochi metri non è fattibile superarlo direttamente, viene aggirato sulla destra seguendo una esile traccia nel pendio con paleo misto roccia che ci fa risalire per riportarci sopra il balzo stesso)

Arrivo al 2° Balzo
2° Balzo q.493 (Lo affrontiamo direttamente stando sul bordo sinistro, ostacolati da qualche piccolo arbusto e dove c’è un sottile cavo metallico al quale non bisogna fare affidamento, anche in questo caso il balzo è di pochi metri ma tutt’altro che banale)
Al termine del secondo balzo
3° Balzo q.525
3° Balzo q.525 (E’ il più difficile dei tre e di tutta l’ascesa della Fossa di Canala, lo risaliamo in libera sul bordo destro dove la placca anche se povera d’appigli è completamente asciutta, passaggio di 2°)

Nelle placche rocciose del 3°balzo
Superato il terzo balzo terminano le difficoltà maggiori, in breve il canale si allarga invaso da radi arbusti che cessano arrivando al grande ravaneto
Superato il terzo balzo terminano le difficoltà maggiori, in breve il canale si allarga invaso da radi arbusti che cessano arrivando al grande ravaneto
Quota 610 (Possiamo ora notare in alto sulla nostra destra l’evidente lizza di Taneta a mezzacosta che sarà il nostro ritorno e che conduceva fino all’interno del ravaneto)
Dalla Quota 610 abbiamo iniziato a risalire il ravaneto e continuiamo a tenerlo senza indugio, direzione est e possibili omini di sasso

Dalla Quota 610 abbiamo iniziato a risalire il ravaneto e continuiamo a tenerlo senza indugio, direzione est e possibili omini di sasso
Fori di piro, testimonianze del passaggio di lizza
Zoomata sugli edifici di Diacceto 300 metri sopra di noi
Sui 735 metri arriviamo alla testata della valle di Taneta caratterizzata da un ampio anfiteatro di detriti rocciosi, evitiamo di affrontare la ripida e audace salita nel centro del vallone detritico, mentre dobbiamo individuare l’antica lizza sul bordo destro che gli risale parallela nella rada boscaglia e che ci fa guadagnare ancora quota senza difficoltà finché non termina improvvisamente a circa 800 metri.
L’antica lizza ci fa guadagnare ancora quota senza difficoltà finché non termina improvvisamente a circa 800 metri. Ora traversiamo a vista la testata alta del vallone di Taneta cercando di mantenerci in falsopiano tra i grossi detriti rocciosi che sembrano abbastanza stabili e puntando di fatto verso l’edificio abbandonato della cava alta della Serra delle Rose sull’opposto versante, direzione nord

Traversiamo a vista la testata alta del vallone di Taneta cercando di mantenerci in falsopiano tra i grossi detriti rocciosi che sembrano abbastanza stabili e puntando di fatto verso l’edificio abbandonato della cava alta della Serra delle Rose sull’opposto versante, direzione nord
Traversiamo a vista la testata alta del vallone di Taneta cercando di mantenerci in falsopiano tra i grossi detriti rocciosi che sembrano abbastanza stabili e puntando di fatto verso l’edificio abbandonato della cava alta della Serra delle Rose sull’opposto versante, direzione nord
Arriviamo nel versante opposto innestandoci sul tracciato segnato con bolli rossi che collega l’edificio abbandonato che avevamo preso come riferimento, situato ora alla nostra destra poco sopra di noi, e la cava alta di Serra delle Rose che raggiungiamo in breve andando a sinistra incontrando l’elemento di un binario ….
… un piccolo macchinario a cielo aperto…
…e alcuni blocchi di marmo accatastati.

Arrivo alla cava alta di Serra delle Rose
Serra delle Rose q.782 (Alla piccola cava, presso il traliccio di una teleferica, la vista spazia nella valle di Renara che precipita sotto di noi e alla sottile cresta che la separa dalla valle di Taneta dalla quale siamo saliti)
Serra delle Rose q.782 (In lontananza il panorama è delineato dai monti Sagro, La Forbice, Contrario e Cavallo)
Serra delle Rose q.782 (In lontananza il panorama è delineato dai monti Sagro, La Forbice, Contrario e Cavallo)

Simbolo che significa….?
Dalla cava alta di Serra delle Rose torniamo sui nostri passi e continuiamo verso l’Edificio q.805
Edificio q.805 (Edificio abbandonato un tempo in uso alla cava)
Macchinari all’interno dell’Edificio q.805
Macchinari all’esterno dell’Edificio q.805
Edificio q.805 (Aggiriamo a destra l’edificio abbandonato un tempo in uso alla cava, dietro il quale iniziamo salire ripidamente a sinistra seguendo la buona segnatura con bolli rossi, direzione est)

Iniziamo salire ripidamente seguendo la buona segnatura con bolli rossi, direzione est
Arrivati poco sotto la cresta cambiamo direzione, sud, percorrendo un’aerea cengia
Arrivati poco sotto la cresta cambiamo direzione, sud, percorrendo un’aerea cengia
Casotto q.880 (Seguendo la cengia segnata con bolli rossi dove è presente un breve e inaffidabile cavetto corrimano, arriviamo al minuscolo rudere di un casotto di sasso)

Dal Casotto q.880 continuiamo la traversata alta della valle di Taneta in direzione dei visibili edifici di Diacceto, in seguito dobbiamo superare una placca inclinata in discreta esposizione aiutati da un cavo metallico per riprendere il percorso su cengia poco sopra
La placca inclinata che precede l’arrivo a Diacceto
Dobbiamo superare una placca inclinata in discreta esposizione
Ai nostri piedi la valle di Taneta

Arrivo a Diacceto
Diacceto q.910 (La cengia termina arrivando ai vecchi edifici abbandonati di Diacceto nell’alta valle di Taneta)
Diacceto q.910 (La cengia termina arrivando ai vecchi edifici abbandonati di Diacceto nell’alta valle di Taneta, solo ora dalla parte opposta ci appare l’enorme cava ancora attiva)
Piazzola q.865 (Arriviamo nella parte più bassa della cava presso una piazzola, solo ora possiamo notare alla nostra destra l’antica via di lizza di Diacceto a mezzacosta che dobbiamo intraprendere, per raggiungerla è necessario attraversare un breve tratto di sfasciumi rocciosi)
Piazzola q.865 (Arriviamo nella parte più bassa della cava presso una piazzola, solo ora possiamo notare alla nostra destra l’antica via di lizza di Diacceto a mezzacosta che dobbiamo intraprendere, per raggiungerla è necessario attraversare un breve tratto di sfasciumi rocciosi)
Lizza di Diacceto

Lizza di Diacceto
Lizza di Diacceto
Lizza di Diacceto
Deviazione q.772 (La buona lizza che si manteneva a mezzacosta termina, dritto davanti a noi inizia un invitante crinalino che ignoriamo, dobbiamo individuare la traccia alla nostra destra che scende ripidamente nel bosco con numerose serpentine, segni e indicazioni sono assenti)
Deviazione q.772 (La buona lizza che si manteneva a mezzacosta termina, dobbiamo individuare la traccia alla nostra destra che scende ripidamente nel bosco)
La traccia scende ripidamente nel bosco con numerose serpentine, segni e indicazioni sono assenti

Lizza di Taneta q.616 (Al termine della ripida discesa nel bosco, la traccia s’innesta sulla vecchia e pianeggiante via di lizza di Taneta, sotto di noi possiamo notare il fosso della Canala o Canala Bura che abbiamo risalito all’andata)
Lizza di Taneta
Lizza di Taneta

In breve oltrepassata una “strettoia” la buona lizza di Taneta scompare, ora il proseguo di ritorno diventa molto difficile causa orientamento. Ci caliamo nel pendio con rada boscaglia alla nostra destra, nord/est, cercando di individuare con molta difficoltà tracce di passaggio o sporadici omini
L’esile traccia che scende dal crinalino quotato 534 m. da IGM
L’esile traccia che scende dal crinalino quotato 534 m. da IGM
Traliccio Enel q.327 (Al termine della discesa arriviamo a un traliccio dismesso dell’Enel, scendiamo a destra poco sotto lo stesso)
Arrivo al Bivio q.315 appena sotto il traliccio dell’Enel dove chiudiamo l’anello 
Ripercorriamo il largo tracciato fatto in mattinata fino all’auto