Itinerario molto impegnativo nelle Alpi Apuane (Toscana), si svolge in ambiente selvaggio e solitario dove le nostre capacità d'orientamento saranno messe a dura prova, solo per escursionisti molto esperti di queste montagne.
DATA: 2 marzo 2019
PARTENZA: Con
l’autostrada A12 usciamo al casello di Massa (Toscana), attraversiamo la città
in direzione della montagna per individuare la “via Bassa Tambura” o SP.5 con
cartello che indica il paese di Resceto. La percorriamo per circa 7 km
arrivando alla frazione di Gronda, quindi lasciamo le indicazioni per Resceto e
svoltiamo a destra in direzione della località di Renara percorrendola
esattamente per 500 metri quando notiamo alla nostra destra, il largo tracciato
in stato di abbandono nel bosco che saliva alle cave di Serra delle Rose
(inattive), pochi metri più avanti possibilità di parcheggio presso uno slargo
della stradina.
ITINERARIO:
Partenza q.259 (A destra della stradina risaliamo un largo tracciato che
s’inoltra nel bosco, è in stato di abbandono e potrebbe non essere notato
nell’immediato, una minuscola scritta sulla parete rocciosa indica la lizza di
Taneta e la Canala Bura, una volta intrapreso il percorso dissestato è
evidente) - Bivio q.315 (Allo stato attuale c’è un
omino di sassi, a destra sale un sentierino che sarà il nostro ritorno verso il
soprastante traliccio della luce, stiamo sul largo tracciato a tratti incerto
che costeggia il detritico fosso di Canala)
- Deviazione q.392 (Il
largo tracciato curva a sinistra per risalire a serpentine verso la cava bassa
della Serra delle Rose, noi andiamo a destra con direzione sud inoltrandoci di
fatto nell’angusta Fossa di Canala secondo le mappe, localmente anche Canala
Bura, che percorriamo fedelmente stando nel suo fondo, scritte rosse sulla
parete di roccia indicano la deviazione) - 1°Balzo q.470 (Caratterizzato da una placca
rocciosa umida e scivolosa, anche se si tratta di pochi metri non è fattibile
superarlo direttamente, viene aggirato sulla destra seguendo una esile traccia
nel pendio con paleo misto roccia che ci fa risalire per riportarci sopra il
balzo stesso) - 2° Balzo q.493 (Lo affrontiamo
direttamente stando sul bordo sinistro, ostacolati da qualche piccolo arbusto e
dove c’è un sottile cavo metallico al quale non bisogna fare affidamento, anche
in questo caso il balzo è di pochi metri ma tutt’altro che banale) - 3° Balzo q.525 (E’ il più difficile
dei tre e di tutta l’ascesa della Fossa di Canala, caratterizzato da placche
rocciose lo affrontiamo direttamente. Sul bordo sinistro è presente un filo di
metallo e allo stato attuale una corda “volante” che essendo costantemente
bagnata non è molto affidabile. Anche se sono presenti questi due “aiuti”, il
bordo sinistro del balzo risulta impraticabile causa l’estrema scivolosità
delle placche bagnate, noi lo risaliamo invece in libera sul bordo destro dove
la placca anche se povera d’appigli è completamente asciutta, passaggio di 2°.
Superato il terzo balzo terminano le difficoltà maggiori, in breve il canale si
allarga invaso da radi arbusti che cessano arrivando al grande ravaneto) - Quota
610 (Abbiamo iniziato a risalire il ravaneto e continuiamo a tenerlo senza indugio,
direzione est e possibili omini di sasso. Possiamo ora notare in alto sulla
nostra destra l’evidente lizza di Taneta a mezzacosta che sarà il nostro
ritorno e che conduceva fino all’interno del ravaneto) - Taneta
q.800 (Sui 735 metri arriviamo alla testata della valle di Taneta caratterizzata
da un ampio anfiteatro di detriti rocciosi, possiamo notare in alto davanti a
noi gli edifici di Diacceto che sarà il punto più alto del giro, sopra di noi
alla nostra sinistra invece è situato il vecchio edificio presso la piccola
cava alta della Serra delle Rose, nostro immediato obiettivo. Evitiamo di
affrontare la ripida e audace salita nel centro del vallone detritico, mentre
dobbiamo individuare l’antica lizza sul bordo destro che gli risale parallela
nella rada boscaglia e che ci fa guadagnare ancora quota senza difficoltà
finché non termina improvvisamente a circa 800 metri. Ora traversiamo a vista
la testata alta del vallone di Taneta cercando di mantenerci in falsopiano tra
i grossi detriti rocciosi che sembrano abbastanza stabili e puntando di fatto
verso l’edificio abbandonato della cava alta della Serra delle Rose
sull’opposto versante, direzione nord) - Serra delle Rose q.782 (Attraversato il ravaneto
nella parte alta della valle di Taneta, arriviamo nel versante opposto
innestandoci sul tracciato segnato con bolli rossi che collega l’edificio
abbandonato che avevamo preso come riferimento, situato ora alla nostra destra
poco sopra di noi, e la cava alta di Serra delle Rose che raggiungiamo in breve
andando a sinistra incontrando alcuni blocchi di marmo accatastati, l’elemento
di un binario e un piccolo macchinario a cielo aperto. Alla piccola cava,
presso il traliccio di una teleferica, la vista spazia nella valle di Renara
che precipita sotto di noi e alla sottile cresta che la separa dalla valle di Taneta
dalla quale siamo saliti. In lontananza il panorama è delineato dai monti
Sagro, La Forbice, Contrario e Cavallo, quindi torniamo sui nostri passi
dirigendoci verso l’edificio abbandonato)
- Edificio q.805 (Aggiriamo
a destra l’edificio abbandonato un tempo in uso alla cava, dietro il quale
iniziamo salire ripidamente a sinistra seguendo la buona segnatura con bolli
rossi, direzione est, poi arrivati poco sotto la cresta cambiamo direzione,
sud, percorrendo un’aerea cengia e puntando di fatto verso i visibili edifici
di Diacceto posti sul punto alto della valle di Taneta, praticamente ci
apprestiamo a riattraversare la valle alta di Taneta che avevamo fatto dalla
quota 800 metri camminando a vista tra sfasciumi per raggiungere la Serra delle
Rose, solo che ora il percorso situato circa 80 metri più in alto è ben segnato
e ricalca l’antico passaggio) - Casotto q.880 (Seguendo la cengia
segnata con bolli rossi dove è presente un breve e inaffidabile cavetto
corrimano, arriviamo al minuscolo rudere di un casotto di sasso, continuiamo la
traversata alta della valle di Taneta in direzione dei visibili edifici di
Diacceto, in seguito dobbiamo superare una placca inclinata in discreta
esposizione aiutati da un cavo metallico per riprendere il percorso su cengia
poco sopra) - Diacceto q.910 (La cengia termina
arrivando ai vecchi edifici abbandonati di Diacceto nell’alta valle di Taneta,
solo ora dalla parte opposta ci appare l’enorme cava ancora attiva e la
marmifera che risale verso la strada asfaltata del passo del Vestito dove è
possibile udire il passaggio delle autovetture. Noi cominciamo scendere a
serpentine con la marmifera portandoci sulla piazzola sottostante) - Piazzola
q.865 (Arriviamo nella parte più bassa della cava presso una piazzola, solo
ora possiamo notare alla nostra destra l’antica via di lizza di Diacceto a
mezzacosta che dobbiamo intraprendere, per raggiungerla è necessario
attraversare un breve tratto di sfasciumi rocciosi) - Deviazione
q.772 (La buona lizza che si manteneva a mezzacosta termina, dritto davanti
a noi inizia un invitante crinalino che ignoriamo, dobbiamo individuare la
traccia alla nostra destra che scende ripidamente nel bosco con numerose
serpentine, segni e indicazioni sono assenti ma una volta intrapresa seppur
esile è intuitiva) - Lizza di Taneta q.616 (Al termine
della ripida discesa nel bosco, la traccia s’innesta sulla vecchia e
pianeggiante via di lizza di Taneta, sotto di noi possiamo notare il fosso
della Canala o Canala Bura che abbiamo risalito all’andata, a destra la lizza
quindi conduce verso la valle di Taneta presso l’inizio del ravaneto a circa
quota 610 m già percorso dopo avere oltrepassato il terzo balzo, andiamo a
sinistra. In breve oltrepassata una “strettoia” la buona lizza di Taneta
scompare, ora il proseguo di ritorno diventa molto difficile causa
orientamento. Ci caliamo nel pendio con rada boscaglia alla nostra destra,
nord/est, cercando di individuare con molta difficoltà tracce di passaggio o
sporadici omini, poi dobbiamo prestare attenzione a non intraprendere un
vecchio tracciato a mezzacosta nel fitto bosco con direzione ovest che si
mantiene in falsopiano e poco sopra sul lato sinistro di un angusto valloncello
nel fitto bosco, il nostro obiettivo invece è quello di percorrere il crinalino
quotato 534 m. da IGM soprastante e fuori dalla macchia di bosco sul lato
destro del valloncello, se abbiamo fortuna ritroviamo l’esile sentierino che
una volta intrapreso ci conduce a perdere quota senza difficoltà) - Traliccio Enel q.327 (Al termine
della discesa arriviamo a un traliccio dismesso dell’Enel, scendiamo a destra
poco sotto lo stesso) - Bivio
q.315 (Chiudiamo l’anello) - Arrivo q.259
NOTE:
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LUNGHEZZA: 4,7 km
DIFFICOLTA: EE+
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DISLIVELLO TOTALE: 720 m.
QUOTA MASSIMA: Diacceto q.910
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Sentieri |
- Itinerario molto impegnativo, riferito
solo a escursionisti esperti con attitudini alpinistiche delle Alpi Apuane e capacità d’orientamento,
si svolge in ambiente solitario e selvaggio, indispensabile GPS.
- La risalita del Fosso di Canala o
localmente Canala Bura avviene stando nella parte bassa dell’angusto
canalone, si devono superare tre balzi su placche rocciose: il 1° lo
si bypassa facilmente a destra su esile traccia, il 2° lo si affronta direttamente
stando sul bordo sinistro e anche se il passaggio di arrampicata è modesto e
di pochi metri, il rischio di una scivolata sulle placche umide non è remoto,
è presento un filo di metallo che è da testare al momento. Il 3° balzo
è il più difficile, lo si affronta direttamente e se sul bordo sinistro sono
presenti un filo di metallo e una corda, entrambi poco affidabili, questa
parte risulta estremamente scivolosa, noi abbiamo optato la salita sul bordo
destro su placca rocciosa di 2° asciutta ma con scarsi appigli, l’eventuale utilizzo
di una nostra corda potrebbe essere d’aiuto facendo sicura solo a chi ci
segue ma non al primo di salita.
Durante la progressione nella Canala Bura
è raccomandabile l’uso del casco
- Omini di sasso li ritroviamo al termine
del 3° balzo della Canala Bura quando cominciamo entrare nel ravaneto della
valle di Taneta, bolli rossi invece sono presenti lungo la cengia tra la cava
alta della Serra delle Rose e Diacceto.
- Molto difficoltoso il ritorno al termine
della lizza di Taneta causa orientamento, si procede cercando di cogliere i
pochi indizi sul terreno, c’è qualche ometto ma soprattutto facciamo
affidamento al GPS che risulta indispensabile per non perdersi.
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Rifugi-Bivacchi |
- Assenti
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Fonti |
-
Assenti
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TEMPI RILEVATI:
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Tempo
Totale
(ore)
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Partenza
|
0,00
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Bivio q.315
|
0,07
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Deviazione q.392
|
0,20
|
1° Balzo
|
0,35
|
2° Balzo
|
0,45
|
3°Balzo
|
0,55
|
Quota 600
|
1,10
|
Taneta
|
1,35
|
Cava S. Delle Rose alta
|
1,55
|
Edificio q.805
|
2,03
|
Casotto q.880
|
2,15
|
Diacceto
|
2,30
|
Piazzola
q.865
|
2,36
|
Deviazione
q.772
|
2,48
|
Lizza
di Taneta q.616
|
3,10
|
Traliccio
Enel q.327
|
4,00
|
Bivio
q.315
|
4,02
|
Arrivo
|
4,10
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Partenza q.259 (A destra della stradina
risaliamo un largo tracciato che s’inoltra nel bosco, è in stato di abbandono
e potrebbe non essere notato nell’immediato, una minuscola scritta sulla
parete rocciosa indica la lizza di Taneta e la Canala Bura, una volta
intrapreso il percorso dissestato è evidente)
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Sui 735 metri arriviamo alla testata della
valle di Taneta caratterizzata da un ampio anfiteatro di detriti rocciosi, evitiamo
di affrontare la ripida e audace salita nel centro del vallone detritico,
mentre dobbiamo individuare l’antica lizza sul bordo destro che gli risale
parallela nella rada boscaglia e che ci fa guadagnare ancora quota senza
difficoltà finché non termina improvvisamente a circa 800 metri.
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L’antica lizza ci fa guadagnare ancora
quota senza difficoltà finché non termina improvvisamente a circa 800 metri.
Ora traversiamo a vista la testata alta del vallone di Taneta cercando di
mantenerci in falsopiano tra i grossi detriti rocciosi che sembrano
abbastanza stabili e puntando di fatto verso l’edificio abbandonato della
cava alta della Serra delle Rose sull’opposto versante, direzione nord
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Traversiamo a vista la testata alta del
vallone di Taneta cercando di mantenerci in falsopiano tra i grossi detriti
rocciosi che sembrano abbastanza stabili e puntando di fatto verso l’edificio
abbandonato della cava alta della Serra delle Rose sull’opposto versante,
direzione nord
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Arriviamo nel versante opposto innestandoci
sul tracciato segnato con bolli rossi che collega l’edificio abbandonato che
avevamo preso come riferimento, situato ora alla nostra destra poco sopra di
noi, e la cava alta di Serra delle Rose che raggiungiamo in breve andando a
sinistra incontrando l’elemento di un binario ….
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Casotto q.880
(Seguendo la cengia segnata con bolli rossi dove è presente un breve e
inaffidabile cavetto corrimano, arriviamo al minuscolo rudere di un casotto
di sasso)
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